Pagine

sabato 23 maggio 2020

In palude con Chris Obehi


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Pop, Afro Beat
DOVE ASCOLTARLO spotify, youtube, apple music
LABEL 800ARecords
PARTICOLARITAMusica senza tempo [parola d'Alligatore]
CITTA Palermo
DATA DI USCITA 20 Marzo 2020 versione digitale (prossimamente il disco fisico, al momento non possibile vista la situazione d’emergenza Covid 19)
L’INTERVISTA
Come è nato Obehi?
Obehi è nato grazie al sostegno di molte persone che hanno creduto in me e nel mio progetto. Poco più di un anno fa, mentre suonavo come busker per le strade di Palermo, sono stato fermato da due ragazzi incuriositi dalla mia interpretazione di Cu ti lu dissi di Rosa Balistreri. Da questo incontro con Palermo Festival  è nato un video in cui interpreto Cu ti lu dissi all’ombra dello sguardo di Santa Rosalia, rappresentata nella bellissima opera di Igor Scaglisi Palminteri. Questo video in pochissimo tempo è diventato virale e da questo bell’incontro ne è nato un altro con una persona senza la quale questo mio primo disco non avrebbe preso forma: Fabio Rizzo di 800A Records. Fabio si è interessato alla mia musica e ha deciso di percorrere insieme a me la strada che ci ha portato a produrre Obehi. Questo dal lato artistico.
Altro fattore fondamentale per la nascita di Obehi è stata la raccolta fondi lanciata sulla piattaforma Produzioni dal Basso. La raccolta fondi per me è stato un bellissimo traguardo e un inaspettato successo. Sono grato alle persone che hanno creduto in me e nella mia musica, senza le quali Obehi non avrebbe visto la luce.
Perché questo titolo? … per dire, io sono le mie canzoni?
Obehi è il mio nome tradizionale e qui in Italia è diventato il mio nome d’arte. L’ha scelto mia nonna materna e significa “mano d’angelo”. In Africa la famiglia sceglie un nome tradizionale che viene utilizzato soltanto dai membri della famiglia e dagli amici più stretti. Ho deciso di intitolare il mio primo album così principalmente per due ragioni: la prima è perché ho voluto rendere pubblico qualcosa di così privato per me, come il mio nome tradizionale e donarlo alle persone che hanno creduto in me e a quelle che avrò il piacere di conoscere. La seconda è perché non immaginavo di arrivare dove sono ora e credo che tutto questo sia un dono di Dio, portatomi da una mano d’angelo.
Come è stata la genesi dell’album, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
L’album era un sogno che era nel cassetto da sempre, fin da quando ho iniziato a suonare in Nigeria, ma come ogni grande desiderio ci è voluto del tempo per realizzarlo. Ho incominciato a scrivere canzoni da quando sono qui in Italia. In Nigeria suonavo già il basso e il pianoforte, mentre qui in Italia ho imparato la chitarra da autodidatta e ho incominciato a cantare. In tre anni sono passato da fare busking per strada ai concerti fino allo studio di registrazione di 800A Records, dove ho inciso il mio disco Obehi. Grazie all’interesse di Fabio Rizzo alla mia musica abbiamo deciso di percorrere questo tragitto insieme, che ha portato alla luce Obehi, nascita che non sarebbe stata possibile senza il sostegno delle tante persone che hanno creduto nel mio progetto e hanno finanziato la realizzazione del disco su Produzioni dal Basso. Per quanto riguarda le canzoni del disco invece, ho fatto una scelta con Fabio Rizzo dei miei brani da inserire nell’album, alcuni presenti già da tempo, come Mama Africa e Non siamo pesci, altri nati durante la realizzazione del disco, come Mr Oga e altri ancora che hanno subito una totale trasformazione, come Without you. Non poteva mancare un tributo a Rosa Balistreri con la sua Cu ti lu dissi. La cantautrice siciliana mi ha portato fortuna qui in Sicilia e fuori da questa bellissima isola. Infatti la mia interpretazione di Cu ti lu dissi in un video girato dai ragazzi di Palermo Festival è diventato virale e mi ha fatto conoscere a molte persone. Cu ti lu dissi è il mio portafortuna e non poteva mancare nel mio primo album.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di Obehi?
C’è un episodio in particolare che mi rimarrà sempre impresso nella memoria, una serata in cui io e Fabio Rizzo abbiamo trasformato la mia canzone Without you in un pezzo afro funk. Tutto è nato con molta naturalezza in un momento di massima creatività, dove ero andato in studio per registrare il basso e mi sono messo a improvvisare e da lì è nata la nuova Without you. Fabio Rizzo per me è stato una fonte preziosa di suggerimenti e soprattutto un amico con cui condividere momenti d’ispirazione. Quella sera mi sono divertito molto a sperimentare e a mettermi in gioco.
Se  fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Obehi parla di me e del mio modo di fare musica. È un album poliedrico, dove uso tutte le lingue che conosco (Inglese, Pidgin, Esan, Italiano e Siciliano); dove tocco diversi generi musicali, dall’afro beat di Mr Oga alla più introspettiva Walaho; dove racconto attraverso la musica storie del mio vissuto, come in Non siamo Pesci o dove semplicemente esprimo emozioni provate come in Fly Away o semplicemente voglio lanciare un messaggio come in Mama Africa o toccare tematiche di denuncia come in Mr Oga.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero dell’intero disco? … che ti piace di più fare live?
Mi piace molto Mr Oga, il mio primo pezzo afro beat, un pezzo nato di getto, quando già era nata l’idea dell’album Obehi. Mi diverto molto a suonarlo e non vedo l’ora di farlo ai miei live, cosa che ancora non è stata possibile visto il periodo di emergenza che stiamo attraversando. Mi sono divertito molto a registrarlo e mi sono sentito onorato ad essere presentato da Seun Kuti in occasione del festival online Musica che cura organizzato da Django concerti. La famiglia Kuti porta avanti la tradizione dell’afro beat e il suo valore è riconosciuto a livello mondiale.
Come è stato produrre Obehi? … da chi aiuti maggiori?
Vedi la risposta alla terza domanda.

Copertina molto esplicita nel messaggio … il mare, e tu. Come è nata? Chi l’ha realizzata?
La copertina del disco è stata realizzata da Vincenzo Guerrieri per 800ARecords e la grafica del titolo è opera dello studio Pica. Se si osserva bene, la scritta Obehi realizzata dallo studio Pica racchiude diversi simboli che mi rappresentano e sono in qualche modo oggetti chiave anche del disco: nella lettera B c’è la W di West Africa, da dove provengo, nella lettera E la rosa dei venti e la barca, simbolo del viaggio che mi ha portato qui in Italia, nella lettera H invece c’è una maschera che richiama la maschera dell’Edo State, parte della Nigeria da dove provengo e l’immancabile sagoma di una chitarra.
Come presenti dal vivo il disco?
La presentazione del disco purtroppo non è ancora avvenuta, vista la situazione d’emergenza che stiamo vivendo. Se immagino il mio primo concerto per la presentazione del disco, lo immagino come un viaggio attraverso me stesso, un momento di incontro con la mia musica e spero di poter sprigionare emozioni forti.
Altro da dichiarare?
 

10 commenti:

  1. Gran piacere ospitare in palude Chris Obehi, musicista nigeriano che vive a Palermo, dopo essere dovuto fuggire dal suo paese 4 anni fa, arrivando in Italia dopo il viaggio sui barconi che tutti ben conosciamo da immagini tv/web/giornali, mentre lui ha vissuto direttamente. Come il famigerato carcere in Libia.

    RispondiElimina
  2. Per fortuna lui è riuscito a sbarcare, e a Palermo ha trovato chi l'ha aiutato a coltivare la sua passione per la musica, che già aveva in Nigeria, e arrivare a questo magico esordio.

    RispondiElimina
  3. Menzione speciale a Fabio Rizzo di 800A Records, che l'ha "scoperto", con il suo infallibile fiuto, che qui in palude ben conosciamo per molti altri "suoi" artisti qui ospitati ...

    RispondiElimina
  4. Grande artista anche Chris Obehi, che con queste nove canzoni, cantate in diverse lingue (inglese, dialetto esan, siciliano e anche in italiano) ci delizia e racconta tante cose da tenere a mente.

    RispondiElimina
  5. Difficile, molto difficile dire un pezzo rispetto a un altro, sono tutte perle trovate nel mare, dove è stato, come ci racconta nella struggente perla finale Non siamo pesci, grido di dolore struggente, ennesimo appello a restare umani.

    RispondiElimina
  6. Mama Africa? Intenso voce/chitarra, che sembra un classico del pop-rock (con venature folk) internazionale anni 60/70 ...cantata in inglese, è una canzone che parla della terra di Obehi, della colonizzazione subita e delle migrazioni conseguenti.

    RispondiElimina
  7. Mr Orga? Cantata in pidgin, una lingua che unisce africani di diverse nazioni, tratta il tema degli abusi di potere. Afrobeat dal gran ritmo ... i fiati e la sua splendida voce per un pezzo dinamico, divertente e impegnato.

    RispondiElimina
  8. Walaho? Intenso voce/chitarra, che sembra un Paul Simon d'annata, per racconta alla maniera di Obehi, il legame tra madre e figlio ...

    RispondiElimina
  9. Without you? Gran intensità per un ballabile, molto anni '80, senza dimenticare l'anima (soul) anni '60. Parla dell'amore a distanza, cosa sperimentata da molti in questo periodo di covid19, ma che ha un senso diverso ...

    RispondiElimina
  10. Insomma, faccio prima a dire che mi piaccioni tutte, Obehi è un disco che va ascoltato più e più volte, non stanca mai ... anzi, può diventare una droga. Simpatica e potente, parola d'Alligatore 😉.

    RispondiElimina

AAAATenzione, il captcha (il verificaparole) è finto, non serve immetterlo. Dopo il vostro commento, cliccate direttamente su PUBBLICA COMMENTO. Se siete commentatori anonimi, mi dispiace, dovete scrivere il captcha ...