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sabato 11 gennaio 2020

In palude con i Portfolio


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Rock-Funk-Pop-Soul
DOVE ASCOLTARLO In macchina, a una festa, dal vivo, partendo da qui
LABEL Irma Records
PARTICOLARITA’ È un disco eclettico
CITTA’ Reggio Emilia
DATA DI USCITA 22-11-19
L’INTERVISTA
Come è nato Stefi Wonder?
Come sono nati gli altri dischi, anche si in modo molto più lento per vari motivi - e cioè riascoltando le cose registrate in sala prove e individuando in un secondo momento le parti migliori, che poi diventano pezzi. La differenza rispetto al passato è che da subito abbiamo provato a inserire le parti vocali. Questo ha certamente cambiato molto l’approccio alla stesura finale dei pezzi. Naturalmente abbiamo lasciato più spazio alla voce, assecondandola con le parti strumentali.
Perché questo titolo?
Il titolo è ironico e nasce dal fatto che il nostro vecchio batterista, che si chiama Stefano, è un bravissimo cantante e su molti pezzi del disco le linee di voce iniziali sono opera sua. Avevano questa impronta marcatamente soul e da lì Stefano è diventato Stefi Wonder.
Poi da persona reale Stefi Wonder è diventato immaginario e questa figura fighissima e un po’ sbruffone, è poi comparsa in molti dei brani del disco d abbiamo così deciso di intitolarlo in questo modo.
Come è stata la genesi dell’album, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Il personaggio Stefi Wonder ci ha guidato nella realizzazione del disco.
Stefi Wonder è il re della pista, il più figo, quello che si sente al di sopra di tutto e tutti. Con questo spirito un po’ irriverente in testa, abbiamo cercato di realizzare dei pezzi che fossero attraenti e coinvolgenti da subito, un po’ al di sopra delle mode e delle scene musicali.
Come recitano le note dell’album ci siamo creati quest’immaginario dove la provincia emiliana incontra la California e il cantato in italiano incontra un tipo di musica che ha poco di Italiano.
Detto questo abbiamo posto come sempre grande attenzione ai suoni e agli arrangiamenti cercando di suonare comunque contemporanei.
L’obiettivo era di realizzare un disco senza riempitivi, dove ogni pezzo è importante allo stesso modo.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco? Probabilmente la prima volta cha abbiamo ascoltato i provini dei pezzi con il cantato in italiano; da lì abbiamo capito che era la strada giusta da seguire, che il nostro suono poteva funzionare con quel tipo di cantato.
Se Stefi Wonder fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
La vita notturna di Stefi Wonder, personaggio sopra le righe, elegante, con un piglio decisamente sexy e una forte base ironica.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri dell’intero disco? … che vi piace di più fare live?  
Difficile avere preferenze, in quanto siamo molto orgogliosi di tutti quanti i pezzi. I suoi organi e Stefi Wonder sono stati i primi che abbiamo provato a cantare in italiano e a livello di suono e arrangiamento hanno rappresentato una bella sfida rispetto al passato. Agosto è un pezzo che amiamo molto e crediamo che abbia tante caratteristiche che ci contraddistinguono: eleganza, intensità e immediatezza nell’ascolto.
La sofisticata Irma Records a produrre. Come vi siete incontrati e come avete lavorato con loro?
Irma Records aveva già lavorato in passato con Tiziano Bianchi per un suo disco solista, quindi gli abbiamo fatto sentire il disco, gli è piaciuto e l’hanno pubblicato.
Copertina semplice e diretta, l’angolo blu di un appartamento, dove poi ci siete voi… Come è nata? Chi l’ha realizzata? Pura improvvisazione?
La foto fella copertina nasce dalla session di ripresa del video di Stefi Wonder, il primo singolo dell’album.
La foto tagliata così ci piaceva perché lasciava mistero sul personaggio che si intravede, come secondo noi porta curiosità il nome Stefi Wonder. Nella copia fisica del disco la foto continua nell’interno del cd e svela il volto della persona.
Come presentate dal vivo il disco?
Suoneremo tutti i pezzi dal vivo, insieme ad alcuni pezzi scelti dai dischi precedenti, quelli che come attitudine si avvicinano di più a Stefi Wonder. Sul palco saremo in cinque e stiamo provando proprio in questi giorni la scaletta.
Altro da dichiarare?
Grazie dello spazio che ci avete concesso.

10 commenti:

  1. Prima intervista dell'anno in palude, un'inizio dell'anno/decennio ballando con questi simpatici emiliani e il loro disco danzereccio uscito sul finire del 2019.

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  2. Loro sono i Portfolio, già ospiti in palude, questa volta a presentare Stefi Wonder, ironico titolo del disco (si legga l'intervista) e anche del primo pezzo dell'album.

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  3. Grandi tastiere, ispirazione per un bel soul cantato in italiano Stefi Wonder: ballabile e ironico, con in evidenza le trombe di Tiziano Bianchi.

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  4. Ma è un pezzo ricco di suoni anche Io e Stan, con tastiere e organo (di Tiziano Bianchi), un gran ritmo e un cantato giovanilista.

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  5. Cambio passo con il terzo pezzo, intendo, caldo soul cantato in italiano dalla voce di Claudia Domenichini ...

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  6. E siamo solo ai tre primi pezzi, il seguito è un crescendo di ritmi ballabili, bei suoni, testi ben scritti ...

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  7. Passiamo allora al quarto, Che gioia, voce/tromba intense, il ritmo, le chitarre per un pezzo struggente che sembra un classico del migliore pop italico.

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  8. Poi cito il sesto, perché qualcuno dobbiamo saltarlo: si tratta diSunshine, con una chitarra elettrica, gran ritmo, per un pezzo morbido e rilassante di pop-rock senza tempo, con un testo ipnotico molto particolare.

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  9. Stesso discorso per il settimo, I suoi organi, soul libero, ironico, soave nel cantato, come nel suonato, semplice e diretta.

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  10. Non cito l'ottava, perché qualche pezzo bisogna saltarlo, ma vi assicuro, è buona e da ascoltare anche quella, come tutto Stefi Wonder... ascoltatemi, ascoltatelo 😎!

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