Nuova copertina libro, dopo uscita del film |
Se ti
abbraccio non avere paura è un libro strano ma bello, come tutti i libri di Fulvio
Ervas, autore straordinario. In primo luogo ti chiedi quanto questo libro, che
non è propriamente un romanzo, sia di Ervas. Perché questo libro è il racconto
in prima persona di un viaggio di un padre con il figlio autistico. Una storia
vera, raccolta dallo scrittore veneto.
Franco e Andrea negli Usa |
Alla fine della scuola Franco, il padre,
decide di fare un lungo viaggio con Andrea, il figlio adolescente. Un viaggio
senza meta negli Usa. Prima in aereo e poi in moto. Perché? Per complicare
ancora di più una vita complicata con un figlio diagnosticato autistico da
bambino. Ciò vuol dire una difficoltà nel comunicare, vivere in un mondo suo,
incontrando difficoltà nel nostro.
Andrea tocca tutti, abbraccia e bacia
chiunque incontri, tocca in particolare la pancia e quasi non parla. Cosa
succederà negli States? Niente, o forse solo qualche piccolo incidente e molta
comprensione. Il padre è sempre incollato al ragazzo: da Miami a New Orleans,
Las Vegas, Los Angeles … ma anche piccoli centri.
Franco e Andrea negli Usa |
Un viaggio in moto dove le difficoltà sono
più che altro di meccanica o legate al tempo atmosferico. A volte si perdono,
ma si ritrovano grazie all’aiuto di persone. Persone che spesso sanno cosa sia
l’autismo, forse perché negli Usa è molto più diffuso, e capiscono le
difficoltà e il muoversi strano del
ragazzo.
Andrea negli Usa |
Il viaggio senza meta prosegue anche nel
Centro America, perché Franco ha un amico a Tulum, in Messico, e lo invita
(visto la vicinanza). Ecco allora il passaggio tra ricco nord e il sud del
mondo. Ecco Panama, il Costarica e il Messico. Anche qui, piccoli centri e
grandi città. La maestosa foresta, fiumi e paesi dimenticati da dio e dagli
uomini. Struggente l’incontro con un ragazzo autistico come Andrea, ma ancora
più sfortunato: vive con famigliari in una baracca, non può muovere le gambe, non
vede nessuno a parte i parenti stretti (da dire, che con il ricavato del libro,
Franco e Andrea hanno aiutato il ragazzo, qui alcune attività della loro associazione I bambini delle fate).
Fulvio Ervas e la prima copertina del libro, edizione 2012 |
Se negli States Franco e Andrea hanno trovato
comprensione, qui trovano un mondo aperto, con poche differenze tra autistici e
non. La povertà, avvicina? Qui Andrea sembra trovasi a suo agio. E allora vai a
corse sfrenate, bagni nel grande mare, mangiate di pesce e cioccolato (vivrebbe
di cioccolato, come me).
A Panama, l’incontro fortuito e magico con
una simpatica brasiliana, cambia ancora una volta il viaggio. La donna chiede
ai due viaggiatori di consegnare una lettera alla nipote che abita in Brasile.
Franco non vorrebbe, il Sudamerica non era previsto in questo viaggio senza
meta, ma alla fine si lascia convincere.
Quindi, dopo il felice soggiorno nella mitica
Tulum a casa dell’amico, prendono un nuovo aereo con destinazione Brazil. Anche
qui molte avventure prima di raggiungere la meta (nel frattempo Andrea strappa
la lettera in mille pezzi), e anche un viaggio organizzato dentro la foresta
amazzonica, a contatto con gli indios, ancora più comprensivi con Andrea e il
suo essere diverso.
Franco e Andrea negli Usa |
La fine del viaggio è nel villaggio dove
devono consegnare la lettera. Un villaggio che sembra uscito dalle migliori
“magiche” pagine della letteratura latinoamericana. Qui Andrea troverà molti
amici e anche l’amore … sì, quello. Con un papà che non sa bene come
comportarsi (come molti papà), e altre avventure in moto e nel mare.
Franco e Andrea in America Latina |
Bello questo libro, una lettura davvero
appassionante, che mi ha accompagnato per una settimana. L’ho centellinato
timoroso di perdere la compagnia di Franco e Andrea. Ne consiglio la lettura
spassionatamente.
Un libro diverso, molto diverso come storia
dal buon film di Salvatores, Tutto il mio
folle amore. Pellicola di successo, con Claudio Santamaria, Valeria Golino,
Diego Abatantuono e il giovane Giulio Pranno nei panni di Andrea (che nel film
si chiama Vincent).
Fulvio Ervas da me intervistato, riguardo
film è libro mi ha detto:
… un film è sempre un linguaggio diverso da
un romanzo, soprattutto se non hai scritto una storia pensando che possa venire
sceneggiata. Per cui da grande regista qual è Salvatores ha fatto rimbalzare
nella sua testa la storia che c’era nel romanzo, come io ho fatto rimbalzare
nella mia testa la storia del viaggio che mi ha raccontato Franco, il papà di
Andrea. Mi è piaciuto questo movimento, questo passaggio di una storia in mondi
narrativi diversi. Ho solo letto la sceneggiatura ed è giusto che ognuno faccia
il suo mestiere. Salvatores ha affrontato una storia complessa, ha messo per 97
minuti la fisicità di un ragazzo diverso sulla scena e ha mostrato quanto
complesso sia la relazione in questi casi. Quando ho visto il film, mi ha
emozionato …
LEGGI TUTTA L'INTERVISTA SUL SITO DI SMEMORANDA
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Giulio Pranno e Claudio Santamaria nel film |
Dice bene Ervas, nel film resta quasi
solamente la fisicità del protagonista. La storia è completamente reinventata,
con questo ragazzo in fuga. È un road-movie nello stile e nelle corde di
Gabriele Salvatores, con un bel gruppo di attori non scelti a caso. A partire
dal giovane protagonista Giulio Pranno, in un ruolo non facile, ma reso
benissimo, a Valeria Golino, mamma presente (nel libro c’è solo all’inizio),
Diego Abatantuono, patrigno che si occupa di editoria (divertenti/ridicole le
letture dei romanzi di aspiranti scrittori), Claudio Santamaria, in un ruolo
memorabile: cantante paraculo denominato il Modugno della Dalmazia in Slovenia
e Croazia dove bazzica per concerti a feste/matrimoni/scuole di ballo … è il
vero padre di Vincent, ma per quindici anni se ne è disinteressato. Una sera,
ubriaco, vuole vederlo. Inevitabile lo scontro con la madre. Tutto sembra
finire lì, ma l’indomani il cantante si ritrova il figlio in auto e se lo porta
dietro in mille avventure nell’ex Jugoslavia. Ovviamente poliziotti, madre e
patrigno staranno loro alle calcagna, fino all’imprevedibile finale. Un classico
film di Salvatores, diverso dal libro di Ervas, ma comunque da vedere.
Claudio Santamaria nel film
LIBRO
Se ti abbraccio non avere paura – Il viaggio di Franco e Andrea di Fulvio Ervas - Marcos Y Marcos 2012 VAI AL LIBRO
FILM
Tutto il mio folle amore di Gabriele Salvatores (Italia 2019)
con Giulio Pranno,
Claudio Santamaria, Valeria Golino, Diego Abatantuono
|
Il libro mi era piaciuto e sono motlo curioso di vedere il film dell'ottimo Salvatore. Da noi però è già passato, spero ci sia un'altra occasione per vederlo.
RispondiEliminaCredo e spero, che riuscirai a vedere il film, diverso, molto diverso dal libro, ma da vedere. Gran libro, concordo.
RispondiEliminaChissà perché hanno cambiato il nome al ragazzo, nel film, da Andrea a Vincent.
RispondiEliminaLibro/romanzo (o docu-book?) molto particolare, effettivamente.
Sicuramente emozionale/emozionante :)
Moz-
Ottimo direi.
RispondiEliminaSereno pomeriggio.
E' un argomento molto delicato, ma per quel che hai scritto e pensando a Salvatores sono sicuro che lo trattano nel modo migliore. Bel post e alla prossima
RispondiEliminaSpiazza un po' scoprire che il libro (che ho letto dopo aver visto il film) è completamente diverso dal film (tratto dal libro, liberamente, e va be'), però pian piano ci trovo un senso. Soprattutto ora leggendo questo tuo articolo, perché sei tu l'esperto di Salvatores, e adesso tutto trova un senso: ha voluto fare un film nel suo stile, ma con una novità: una storia diversa dal suo solito, per la quale si è ispirato al libro di Ervas. Non era difficile ;)
RispondiEliminaQuanto al libro, io me lo sono immaginato così: Ervas e Franco si incontrano, iniziano a chiacchierare, la storia è interessante, Ervas chiede di poterla scrivere, Franco accetta, ma è chiaro che la voce migliore per raccontarla è quella dello stesso Franco. Il racconto, poi, secondo me ha un andamento diaristico, in ogni caso, senza farci troppe chiacchiere attorno, è una storia bellissima :)
@MikiMoz
RispondiEliminaNon solo hanno cambiato nome al ragazzo, ma è una storia completamente diversa. Emozionale/emozionante direi il libro, che è un gran libro. Il film è invece molto diverso; buono, secondo me, ma diverso.
@Cavaliere Oscuro del Web
Ci puoi giurare, ottimo libro e buon film.
Grazie, sereno pomeriggio a te.
@Accadebis
Sì, prima di tutto Ervas, che è un gran bravo scrittore, ha fatto un libro magico. Salvatores ha fatto un film importante, in particolare per l'interpretazione degli attori a partire proprio dal ragazzo.
@Elle
Sì, ho visto tutto Salvatores, e credo che questo sia un film pienamente suo, anche se non il suo migliore, una bella commedia all'italiana nel suo stile, dolce-amaro (ma vedremo insieme altri suoi film, i migliori, come "Puerto Escondido", per capirlo meglio).
Quanto al libro, concordo: poche chiacchiere, è un gran libro di Ervas, ispirato a una storia vera. Come dice lui nell'intervista, "fatta rimbalzare nella sua testa".
bellissimo il libro
RispondiEliminaSì, Ernest, e anche il film è da vedere ...
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