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domenica 8 dicembre 2019

Da Se ti abbraccio non avere paura al film di Salvatores

Nuova copertina libro, dopo uscita del film

Se ti abbraccio non avere paura è un libro strano ma bello, come tutti i libri di Fulvio Ervas, autore straordinario. In primo luogo ti chiedi quanto questo libro, che non è propriamente un romanzo, sia di Ervas. Perché questo libro è il racconto in prima persona di un viaggio di un padre con il figlio autistico. Una storia vera, raccolta dallo scrittore veneto.
Franco e Andrea negli Usa


Alla fine della scuola Franco, il padre, decide di fare un lungo viaggio con Andrea, il figlio adolescente. Un viaggio senza meta negli Usa. Prima in aereo e poi in moto. Perché? Per complicare ancora di più una vita complicata con un figlio diagnosticato autistico da bambino. Ciò vuol dire una difficoltà nel comunicare, vivere in un mondo suo, incontrando difficoltà nel nostro.
Andrea tocca tutti, abbraccia e bacia chiunque incontri, tocca in particolare la pancia e quasi non parla. Cosa succederà negli States? Niente, o forse solo qualche piccolo incidente e molta comprensione. Il padre è sempre incollato al ragazzo: da Miami a New Orleans, Las Vegas, Los Angeles … ma anche piccoli centri.
Franco e Andrea negli Usa
Un viaggio in moto dove le difficoltà sono più che altro di meccanica o legate al tempo atmosferico. A volte si perdono, ma si ritrovano grazie all’aiuto di persone. Persone che spesso sanno cosa sia l’autismo, forse perché negli Usa è molto più diffuso, e capiscono le difficoltà e il muoversi strano del ragazzo.  
Andrea negli Usa
Il viaggio senza meta prosegue anche nel Centro America, perché Franco ha un amico a Tulum, in Messico, e lo invita (visto la vicinanza). Ecco allora il passaggio tra ricco nord e il sud del mondo. Ecco Panama, il Costarica e il Messico. Anche qui, piccoli centri e grandi città. La maestosa foresta, fiumi e paesi dimenticati da dio e dagli uomini. Struggente l’incontro con un ragazzo autistico come Andrea, ma ancora più sfortunato: vive con famigliari in una baracca, non può muovere le gambe, non vede nessuno a parte i parenti stretti (da dire, che con il ricavato del libro, Franco e Andrea hanno aiutato il ragazzo, qui alcune attività della loro associazione I bambini delle fate). 
Fulvio Ervas e la prima copertina del libro, edizione 2012
Se negli States Franco e Andrea hanno trovato comprensione, qui trovano un mondo aperto, con poche differenze tra autistici e non. La povertà, avvicina? Qui Andrea sembra trovasi a suo agio. E allora vai a corse sfrenate, bagni nel grande mare, mangiate di pesce e cioccolato (vivrebbe di cioccolato, come me).
A Panama, l’incontro fortuito e magico con una simpatica brasiliana, cambia ancora una volta il viaggio. La donna chiede ai due viaggiatori di consegnare una lettera alla nipote che abita in Brasile. Franco non vorrebbe, il Sudamerica non era previsto in questo viaggio senza meta, ma alla fine si lascia convincere.
Quindi, dopo il felice soggiorno nella mitica Tulum a casa dell’amico, prendono un nuovo aereo con destinazione Brazil. Anche qui molte avventure prima di raggiungere la meta (nel frattempo Andrea strappa la lettera in mille pezzi), e anche un viaggio organizzato dentro la foresta amazzonica, a contatto con gli indios, ancora più comprensivi con Andrea e il suo essere diverso.

Franco e Andrea negli Usa

La fine del viaggio è nel villaggio dove devono consegnare la lettera. Un villaggio che sembra uscito dalle migliori “magiche” pagine della letteratura latinoamericana. Qui Andrea troverà molti amici e anche l’amore … sì, quello. Con un papà che non sa bene come comportarsi (come molti papà), e altre avventure in moto e nel mare.
Franco e Andrea in America Latina
Bello questo libro, una lettura davvero appassionante, che mi ha accompagnato per una settimana. L’ho centellinato timoroso di perdere la compagnia di Franco e Andrea. Ne consiglio la lettura spassionatamente.
Un libro diverso, molto diverso come storia dal buon film di Salvatores, Tutto il mio folle amore. Pellicola di successo, con Claudio Santamaria, Valeria Golino, Diego Abatantuono e il giovane Giulio Pranno nei panni di Andrea (che nel film si chiama Vincent).
Fulvio Ervas da me intervistato, riguardo film è libro mi ha detto:
… un film è sempre un linguaggio diverso da un romanzo, soprattutto se non hai scritto una storia pensando che possa venire sceneggiata. Per cui da grande regista qual è Salvatores ha fatto rimbalzare nella sua testa la storia che c’era nel romanzo, come io ho fatto rimbalzare nella mia testa la storia del viaggio che mi ha raccontato Franco, il papà di Andrea. Mi è piaciuto questo movimento, questo passaggio di una storia in mondi narrativi diversi. Ho solo letto la sceneggiatura ed è giusto che ognuno faccia il suo mestiere. Salvatores ha affrontato una storia complessa, ha messo per 97 minuti la fisicità di un ragazzo diverso sulla scena e ha mostrato quanto complesso sia la relazione in questi casi. Quando ho visto il film, mi ha emozionato …
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Giulio Pranno e Claudio Santamaria nel film
Dice bene Ervas, nel film resta quasi solamente la fisicità del protagonista. La storia è completamente reinventata, con questo ragazzo in fuga. È un road-movie nello stile e nelle corde di Gabriele Salvatores, con un bel gruppo di attori non scelti a caso. A partire dal giovane protagonista Giulio Pranno, in un ruolo non facile, ma reso benissimo, a Valeria Golino, mamma presente (nel libro c’è solo all’inizio), Diego Abatantuono, patrigno che si occupa di editoria (divertenti/ridicole le letture dei romanzi di aspiranti scrittori), Claudio Santamaria, in un ruolo memorabile: cantante paraculo denominato il Modugno della Dalmazia in Slovenia e Croazia dove bazzica per concerti a feste/matrimoni/scuole di ballo … è il vero padre di Vincent, ma per quindici anni se ne è disinteressato. Una sera, ubriaco, vuole vederlo. Inevitabile lo scontro con la madre. Tutto sembra finire lì, ma l’indomani il cantante si ritrova il figlio in auto e se lo porta dietro in mille avventure nell’ex Jugoslavia. Ovviamente poliziotti, madre e patrigno staranno loro alle calcagna, fino all’imprevedibile finale. Un classico film di Salvatores, diverso dal libro di Ervas, ma comunque da vedere.

Claudio Santamaria nel film
LIBRO  
Se ti abbraccio non avere paura – Il viaggio di Franco e Andrea di Fulvio Ervas - Marcos Y Marcos 2012
 VAI AL LIBRO
FILM 
Tutto il mio folle amore di Gabriele Salvatores (Italia 2019)  
con Giulio Pranno, Claudio Santamaria, Valeria Golino, Diego Abatantuono

9 commenti:

  1. Il libro mi era piaciuto e sono motlo curioso di vedere il film dell'ottimo Salvatore. Da noi però è già passato, spero ci sia un'altra occasione per vederlo.

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  2. Credo e spero, che riuscirai a vedere il film, diverso, molto diverso dal libro, ma da vedere. Gran libro, concordo.

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  3. Chissà perché hanno cambiato il nome al ragazzo, nel film, da Andrea a Vincent.
    Libro/romanzo (o docu-book?) molto particolare, effettivamente.
    Sicuramente emozionale/emozionante :)

    Moz-

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  4. E' un argomento molto delicato, ma per quel che hai scritto e pensando a Salvatores sono sicuro che lo trattano nel modo migliore. Bel post e alla prossima

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  5. Spiazza un po' scoprire che il libro (che ho letto dopo aver visto il film) è completamente diverso dal film (tratto dal libro, liberamente, e va be'), però pian piano ci trovo un senso. Soprattutto ora leggendo questo tuo articolo, perché sei tu l'esperto di Salvatores, e adesso tutto trova un senso: ha voluto fare un film nel suo stile, ma con una novità: una storia diversa dal suo solito, per la quale si è ispirato al libro di Ervas. Non era difficile ;)
    Quanto al libro, io me lo sono immaginato così: Ervas e Franco si incontrano, iniziano a chiacchierare, la storia è interessante, Ervas chiede di poterla scrivere, Franco accetta, ma è chiaro che la voce migliore per raccontarla è quella dello stesso Franco. Il racconto, poi, secondo me ha un andamento diaristico, in ogni caso, senza farci troppe chiacchiere attorno, è una storia bellissima :)

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  6. @MikiMoz
    Non solo hanno cambiato nome al ragazzo, ma è una storia completamente diversa. Emozionale/emozionante direi il libro, che è un gran libro. Il film è invece molto diverso; buono, secondo me, ma diverso.
    @Cavaliere Oscuro del Web
    Ci puoi giurare, ottimo libro e buon film.
    Grazie, sereno pomeriggio a te.
    @Accadebis
    Sì, prima di tutto Ervas, che è un gran bravo scrittore, ha fatto un libro magico. Salvatores ha fatto un film importante, in particolare per l'interpretazione degli attori a partire proprio dal ragazzo.
    @Elle
    Sì, ho visto tutto Salvatores, e credo che questo sia un film pienamente suo, anche se non il suo migliore, una bella commedia all'italiana nel suo stile, dolce-amaro (ma vedremo insieme altri suoi film, i migliori, come "Puerto Escondido", per capirlo meglio).
    Quanto al libro, concordo: poche chiacchiere, è un gran libro di Ervas, ispirato a una storia vera. Come dice lui nell'intervista, "fatta rimbalzare nella sua testa".

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  7. Sì, Ernest, e anche il film è da vedere ...

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