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sabato 3 agosto 2019

In palude con Ester Formosa e Elva Lutza


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Folk, World, Canzone d’autore
DOVE ASCOLTARLO Su tutte le piattaforme, spotify, apple, il CD è distribuito Felmay ed è di facile reperibilità, esiste il video clip di A Su Tramontu e varie clip live di altri brani (La Violetera etc.), visibili su YouTube.
LABEL Tronos Digital (distrib. Felmay)
PARTICOLARITA’
CITTA’ Sassari/Barcellona
DATA DI USCITA 12/10/2018
L’INTERVISTA (risponde  Gianluca Dessì, chitarrista degli Elva Lutza)
Come è nato Cancionero?
Cancionero è la summa di 6 anni di collaborazione fra il duo Elva Lutza e la cantante/attrice di Barcellona Ester Formosa; racchiude un po’ tutti i repertori che abbiamo affrontato negli anni: dai canti sefarditi alla tradizione catalana, all’omaggio alla canzone d’autore italiana, al folklore del Sudamerica, il tutto condito con quei tratti distintivi (tempi dispari, arrangiamenti minimali, richiami balcanici e mediterranei) che fanno di ELva Lutza un marchio di fabbrica.
Perché questo titolo? Quale il suo significato?
Cancionero perché è una raccolta di canzoni, uno zibaldone con cose di provenienza eterogenea. Il disco vuole presentare Ester Formosa al repertorio italiano con tutti i suo repertori e la sua versatilità interpretativa.
Come è stata la genesi del disco, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Il disco era nella nostra testa da anni, tanto che avevamo repertorio per farne almeno due... volevamo fare un cd da vendere ai concerti, visto che la maggior parte dei concerti che facciamo sono con Ester e il pubblico chiedeva spesso un disco suo da comprare (i suoi cd prodotti in Catalogna sono di difficile reperibilità). La cosa più difficile è stata sistemare una scaletta, molti pezzi sono rimasti fuori, magari ci sarà occasione per un secondo volume.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di Cancionero?
Spesso i brani li immagini in una certa maniera, poi in studio prendono un’altra forma, anche grazie al fondamentale apporto di Bruno Piccinnu, nostro percussionista. ad esempio Menica Menica che nasce come una mazurka è diventato uno swing dove a un certo punto abbiamo inserito una citazione di My Favourite Things di John Coltrane che non era assolutamente prevista.
Se il vostro album fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Non lo è, però ci piacerebbe farne uno, magari legato ad una storia, una cosa che possa diventare anche un’opera teatrale con musica.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri dell’intero disco? … che vi piace di più fare live?
Siamo molto orgogliosi dei due originali A su Tramontu e Cucurutxu, in sardo e catalano, il primo è una melodia mutuata dalla tradizione sarda, il secondo è una specie di moresca scritta in catalano, è il brano più “elvalutza” del disco. Siamo poi molto contenti delle due cover di Stefano Rosso, tradotto in catalano da Joan Casas, grande poeta di Barcellona, e di Bruno Lauzi. Gira el Mòn (che è la traduzione di Girotondo di Stefano Rosso) è forse il brano che riscuote maggiore consenso dal vivo.
Come è stato produrre Cancionero con la Tronos Digital? Come avete lavorato insieme?
Gabriele Salis, titolare della Tronos, è un uomo di altri tempi: passione, entusiasmo, e, soprattutto, nessuna interferenza sulla parte prettamente artistica e musicale. Molte cose belle provenienti dalla Sardegna negli ultimi anni sono passate da lì, dal compianto Andrea Parodi, a Claudia Crabuzza, al grande chitarrista Marino De Rosas.
Copertina molto poetica, solare e intellettuale. Come è nata? Chi l’autore?
L’idea richiama il titolo del disco, un filo da stendere dove con i panni sono stesi anche degli spartiti, cosa che non ti aspetteresti. La terrazza è quella di Nico Casu, il trombettista. L’autore della foto è Gianfilippo Masserano, fotografo di Cagliari, fra l’altro specializzato nella ripresa di concerti e Festival.
Come presentate dal vivo il disco?
Lo presentiamo in trio o in quartetto con le percussioni. Cerchiamo di suonare dovunque, dal piccolo club, al grande festival, alla saletta del piccolo paese. Il repertorio del concerto ricalca abbastanza quello del disco, ma con una cospicua parte in duo, Nico e Gianluca (Elva Lutza, appunto). In Sardegna normalmente usciamo in quartetto, sul continente e in Catalogna dobbiamo fare i conti con voli, spese vive etc e spesso siamo costretti ad andare in trio, però quest’anno siamo riusciti a fare una data in un grosso festival a Barcellona con la formazione al completo. Quest’anno abbiamo suonato persino a Londra.
Altro da dichiarare?
Direi che ce n’è abbastanza.

11 commenti:

  1. Grande musica in palude oggi con il duo sardo Elva Lutza e la cantante/attrice Ester Formosa, da Barcellona, Catalogna.

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  2. Molti pezzi, ben 15 (e molti, come dice Gianluca nell'intervista, sono rimasti fuori), pezzi eterogenei, uniti da una voce intensa, dal ritmo caldo, le chitarre e la tromba in evidenza... un bel modo di farsi prendere dall'atmosfera mediterranea e non solo ...

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  3. Così tanti che è difficile dire un titolo rispetto a un altro ...

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  4. Cielito Lindo in versione moderna, ma allo stesso tempo classica, chitarra voce magiche con la tromba a deliziarci? ... grandi vocalizzi, tromba e altri fiati e chitarra che sono il marchio di fabbrica di questo album.

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  5. Cucurutuxu? ... originale pezzo con fiato e fiati (oltre la tromba una serie di fiati da impazzire: clarinetto, corno, basso-tuba). Un capolavoro ...

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  6. Anche l'altro originale mi fa impazzire: A su Tramontu, per la sua grande intensità, con la chitarra a dialogare magnificamente con l'organetto di Riccardo Tesi (pura magia).

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  7. Mi piace molto Corrandes d'Exili, reso in maniera dolente, con la voce al massimo dell'interpretazione.

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  8. Ma anche Acidito per il ritmo, Lune per la poesia, i fiato e la chitarra (il pezzo dove il gruppo suona come uno solo più di tutti), e l'organetto di Tesi.

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  9. Ma tutto il disco merita di essere ascoltato ... e se riuscite, sentirlo dal vivo.

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  10. Ho appena finito di ascoltare A su tramonto, davvero coinvolgente. Voce, suoni, atmosfere... Di sicuro da ascoltare tutto.

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  11. Sì Santa, confermo, da ascoltare tutto!

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