Margherita
Zanin, Distanza in stanza
Volume!/Platform
Music
Torna Margherita Zanin, giovane cantautrice
ligure, che aveva esordito un paio di anni fa con un omonimo disco che faceva
ben sperare. Le promesse di quell’esordio mi sembrano sia state mantenuta da
questo nuovo album Distanza in stanza.
Undici pezzi originali (introdotti da nomi noti dell’underground italico degli
ultimi trent’anni, quindi non più underground) più una cover di un classico
senza tempo.
Le mie canzoni preferite sono: Amaro, sull’amaro nella vita in tutte le
sue forme (molto La Crus), cantato al meglio con un bel piano e intensità, Un amico che va via, pezzo da gusto rap,
che dice molte cose vere sul tempo e la nostra superficialità, Amalia, canzone tra le più malinconiche
del mazzo, con un bel modo di cantare e i suoni cullanti per fermare l’attimo
in ricordo di un’amica che non c’è più, Ovvietà,
un classico al primo ascolto, da grande voce italiana, dove le parole vanno in
secondo piano.
E a proposito di classici, quello messo in
chiusura merita tutta la sua fama: si tratta di Il cielo in una stanza, di Gino Paoli, ligure come la Zanin, che
dona al pezzo freschezza e dinamicità e fa venire voglia di ascoltarlo per
tutta l’estate. Tutto Distanza in stanza
fa venire voglia di riascoltare. Provate anche voi.