NOTE
SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE
Cantautorale?
Folk? Acustico? Ho bisogno di una mano a collocarlo in un genere specifico.
DOVE
ASCOLTARLO
L’ideale
sarebbero un bel paio di casse acustiche in legno, ma immagino che i minuscoli
altoparlanti dei cellulari impongano supremazia. In macchina mentre si viaggia,
oppure in casa con gli occhi chiusi, a farsi i propri film.
Provate da qui
LABEL
Formica
Dischi (Montecatini – Pistoia)
PARTICOLARITA’
Un
album biondo e pieno di capelli
CITTA’
Figline
Valdarno
DATA
DI USCITA
L’INTERVISTA
Come è nato L’amore è una bicicletta con le ruote quadrate?
Sono
stato bloccato per un bel po’ di anni. Dopo un album uscito nel 2010, non
riuscivo più a raccontare niente; non ci provavo neanche. Avevo iniziato a
giudicare tutto quello che scrivevo. Tutte le canzoni sono venute fuori quando
ho smesso di preoccuparmi di scrivere. È stato come tagliare il filo a un
palloncino. Ho imparato di nuovo a lasciarmi andare, a giocare con le chitarra e
col pianoforte, seguendo le melodie, come un cane che segue gli odori senza
sapere dove portano. Come quando colori un foglio di carta senza pensare troppo
al risultato finale: spesso le canzoni saltano fuori proprio quando non vuoi
scriverle.
Perché questo titolo? Quasi alla Troisi …
Massimo Troisi… Tommaso che confida a
Cecilia vestita da sposa che un uomo e una donna non sono fatti per il
matrimonio. Roberta ed io non siamo sposati, ma siamo diventati genitori da
poco, e Edoardo, si diverte a non dormire. Tutte le notti, ogni 45 minuti,
puntuale come una sveglia, apre gli occhi e urla: immagina di avere vicino al
cuscino un gabbiano affamato che tenta di romperti i timpani mentre dormi. Hai
idea di come ti senti dopo 9 mesi di notti così? L’amore diventa questa
bicicletta con le ruote quadrate, ed è un’impresa farla girare pedalando. Dovresti
contorcere la realtà sotto le ruote per riuscirci. Certe volte si suda, si
pedale, si suda, per poi rendersi conto di essere sempre nello stesso posto. Uno
degli scrittori più veri che abbia mai letto è Charles Bukowski: c’è
questa poesia in cui dice “Amore è una sigaretta col filtro ficcata in
bocca e accesa dalla parte sbagliata”. È stata la molla che ha fatto nascere la
canzone “l’amore sbagliato”. Una delle frasi del testo ha dato il titolo
all’album.
Come è stata la genesi del disco, dall’idea iniziale alla sua
realizzazione finale?
La
prima canzone è stata Piccola foglia di vento, quella che apre
l’album: le altre sono venute fuori nell’arco degli ultimi tre anni. Ho sempre
avuto in testa questa idea della verità: il modo in cui si scrive, il modo in
cui si suona, quello che si fa sul palco, come si dicono le cose o come si
pronunciano le parole... se non si riesce ad essere onesti con se stessi, le
persone se ne accorgono. Per questo l’idea iniziale era quella di fare un disco
solo chitarra e voce, con harmonizer e grancassa: il set con il quale suono in
giro. La ragazza di Milano il singolo edito da Universal, una
produzione precedente a questo album, è stato registrato così, in diretta.
Giovanni
Sala, il produttore
artistico col quale ho registrato il disco alle Cantine di Badia Recording
Studio, mi ha suggerito che forse sarebbe stato interessante provare a
vestire le canzoni anche con pochi altri strumenti. Tutto l’album è stato
arrangiato con strumenti acustici: trio di archi, contrabbasso o basso,
pianoforte, batteria con le spazzole e chitarra acustica.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la
lavorazione di L’amore è una bicicletta con le ruote quadrate?
I
pranzi al ristorante dove andavamo nelle pause delle registrazioni. Un posto
economico dove si mangia come mangiavo dalla mia nonna, che ha vissuto fino a
novantatre anni da sola in un bosco. C’erano questi odori a mezzogiorno che
facevano iniziare a salivare la bocca prima ancora di sedersi. E quel
ristorante aveva lo stesso effetto: iniziavamo a sbavare a mezzogiorno,
Giovanni sul banco di regia, io sulla chitarra.
Se il tuo album fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo
il fosse?
Una
delle difficoltà più grandi che avevo a scuola era quella di non saper
rispondere alle domande della professoressa. Questa domanda mi fa lo stesso
effetto, ma ci provo. Sono andato a guardare su Google cos’è un concept-album e
se le nozioni apprese sono corrette, tutte le canzoni sondano la difficoltà di
far coincidere l’idea dell’amore e la realtà dell’amore stesso. Come quando vai
in quelle gelaterie del centro e vedi quei contenitori che esplodono di gelato
soffice e super colorato: con l’acquolina alla bocca, scegli i tuoi gusti, per
poi renderti conto che hanno tutti più o meno quello stesso sapore di cartone
pressato con molto ghiaccio e molto zucchero.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai
più fiero dell’intero disco? … che ti piace di più fare live?
Un
giorno il mio amico mi chiese di scrivere una canzone per le sue due bambine,
Virginia e Carolina. Il mio amico era innamorato dell’America e ha dato alle
due gemelline questi nomi in onore dei due stati americani, i cui confini
combaciano per una linea retta. Ha vissuto un momento piuttosto grigio e aveva
bisogno di sfogarsi un po’. Mi sento fortunato perché scrivere è una bella
forma di liberazione. Ti alleggerisce da quel carico che ti porti appresso, e
dopo ti senti meglio. È un po’ come andare in terapia con se stessi. La storia
del mio amico mi ha fatto rivivere cose che anch’io ho sentito. Cantare l’America
è liberatorio: alleggerisce lo stomaco. Ho ancora addosso la sera di novembre
al Teatro Storchi, al Premio Bertoli 2018, davanti a tutte quelle
persone, nel silenzio più assoluto di un teatro bellissimo, a suonare con la
band di Pierangelo. Quella volta ho sentito l’emozione più forte che
abbia mai provato sul palco, grazie a l’America.
Come è stato produrre con Formica Dischi? Come è avvenuto
l’incontro? Come avete lavorato insieme?
L’incontro
con Lorenzo è avvenuto prima che Formica Dischi esistesse. Lui suonava
la chitarra in diverse formazioni e ogni tanto abbiamo diviso il palco. Quando lui
ha deciso di iniziare l’esperienza Formica, ci siamo sentiti e abbiamo pensato di
collaborare. Avevo già chiuso la produzione dell’album quindi Lorenzo, Mattia
e Fabio sono subentrati per la parte organizzativa di promozione, nella
quale mi sarei perso. Sono persone fantastiche, piene di entusiasmo e voglia di
divertirsi con la musica. Sono vulcanici, dei motivatori nati.
Copertina molto particolare, diretta come il titolo …. Come è
nata? Chi l’artefice?
C’è
questa ragazza di Milano, Maria Zangone, un genio a livello di
comunicazione. L’idea grafica è sua. Avevo in testa una bicicletta stilizzata
con le ruote quadrate, ma non avrei mai saputo darle la forma che le ha dato
lei. I ragazzi di A Buzz Supreme, Andrea e Leonardo, sono
stati i mentori per i colori delle grafiche. Hanno sempre dei consigli che si
rivelano pertinenti.
Come presenti dal vivo il disco?
Giro
da un sacco di anni suonando da solo con la chitarra, la grancassa, un
hamonizer nel secondo microfono e qualche ammennicolo ai piedi. Infilo tutto
nel furgone e parto: nella maggioranza delle serate suono da solo. In
situazioni più ampie ho la fortuna di collaborare con i musicisti con i quali
abbiamo realizzato l’album: il trio di archi, il bassista, il batterista e il
pianista.
Altro da dichiarare?
Sì:
mi piacerebbe deste un’occhiata al video di Piccola foglia di vento. Francesco
Faralli, il regista, ha superato se stesso. Il video è stato girato per le
vie di Firenze, bellissima in ottobre, e ci sono una bambina e un
bambino che sono stati fotonici: ogni volta che li guardo recitare mi
commuovono, nonostante sappia già come sia il finale del video.
Grandi emozioni in palude questa notte con L'amore una bicicletta con le ruote quadrate, disco onesto: Rossetti senti dice cose che sente.
RispondiEliminaFolk-rock cantautorale lo definirei, di quello vero, voce/chitarra e archi ... alla Damien Rice, se volete un esempio vicino nel tempo, però cantato in italiano.
RispondiEliminaNove canzoni molto intense, nei suoni, nelle parole, nei sentimenti ... a partire direi dalla canzone che ha dato il titolo al testo L'amore sbagliato.
RispondiEliminaCome dice nell'intervista, ha preso in prestito quella frase da una poesia di Bukowski (e si sente), anche se potrebbe essere Carver ... c'è quella malinconia cosmica sull'amore nel testo. Musica quasi pop, grazie anche grazie al piano.
RispondiEliminaPoi cito Il signore delle bombe perché pacifista, con un arrangiamento con i controfiocchi e un testo incalzante. Il pacifismo va a braccetto con il folk da sempre.
RispondiEliminaPiccola foglia di vento apre il disco in modo gradevolmente damienriceiano: voce/chitarra archi e poesia ...
RispondiEliminaDa non dimenticare manco Un uomo non è un'isola, pezzo libero e naturale nei suoni e dal testo umanista ... pezzo che cresce ascolto dopo ascolto.
RispondiEliminaMa tutto L'amore una bicicletta con le ruote quadrate è da ascoltare ... e alla fine oltre a Damien Rice senti riverberi di Guccini o Dalla, De Gregori o Ivan Graziani (sì, anche lui).
RispondiEliminaRossetti è un nuovo cantautore italiano, tra classico e moderno ... seguiamone l'evoluzione.
RispondiEliminaAnch'io seguirò la sua evoluzione. "L'amore è una bicicletta con le ruote quadrate"...è già tutto un programma.
RispondiEliminaUn salutone e buona domenica
Bravo Accadebis, segui questa ruota, anzi questo cantautore italiano molto interessante. Vedrai, ti piacerà.
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