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domenica 9 giugno 2019

In palude con Ike


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Nu-jazz
DOVE ASCOLTARLO  su spotify
LABEL IRMA Records
PARTICOLARITA’ “caleidoscopici suoni accorciano le distanze tra uomo e Terra”
FB
CITTA’ Bassano/Berlin
DATA DI USCITA 10 Maggio 2019

L’INTERVISTA
Come è nato Construction Site? 
Il disco è frutto di 2 anni di viaggi e incontri in lungo e largo per l’Europa, dalla Finlandia alla Grecia mi sono spesso incontrato con musicisti di talento che oltre a condividere suoni hanno riflettuto sul concept che piano piano dava forma e colore all’album. Questo divenire di suoni, atmosfere e idee attorno al tema del rapporto tra Uomo e pianeta Terra è stato a tutti gli effetti un cantiere e quindi non c’era titolo più azzeccato che “Construction Site”
Perché questo titolo? Che vuol dire?
Il titolo appunto significa Cantiere perché il pianeta Terra, a cui i disco è dedicato, è un cantiere di forme di vita che da miliardi di anni sperimentano e “costruiscono” la vita. Questa riflessione, e quindi il messaggio dell’album, vuole vederci noi esseri umani sullo stesso piano di piante, insetti, microbi, batteri, muschi e pesci. La canzone Plastikspoon scritta assieme a Karla Hajman ben sintetizza questo minimo comune multiplo a tutte le forme di vita che è il carbonio.
Come è stata la genesi del disco, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Il disco é partito da un’idea di atmosfere differenti tra loro ma accomunate dal concept del disco. Queste suggestioni sonore e spesso visive ho cercato di tramutarle in suono avvalendomi del mio strumento, la chitarra, dell’elettronica e molto anche dai sample di musica con cui entravo in contatto durante di viaggi. Potendo raccogliere tutto del laptop mi è stato facile produrre e sviluppare le idee ovunque mi trovassi, poco importa se mi trovavo in un viaggio in treno, in aereo o in un rifugio sul Monte Grappa. 
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di Construction Site?
Un imprinting fondamentale ad alcuni brani del disco lo ha dato il rapporto musicale che ho avuto la cantante Bajka: stavo lavorando al riarrangiamento di vari brani suoi, oltre che alla produzione di canzoni nuove ed alcune cose che facevo con lei si sono poi riversate nel disco. Mi ha fatto conoscere a fondo la band di suo padre, gli storici Embryo, e i loro pazzi tour in giro per l’oriente, assieme mi sono arrivati una quantità di stimoli che ancora devo digerire, sonorità non convenzionali, strumenti inusuali. Ricordo che una sera, dopo le prove nel suo studio, mi disse: “andiamo a far due passi fuori che c’è la luna piena e fa bene alla pelle”.. ricordo una fredda e deserta Berlino di notte ad abbronzarci sotto la luna.
Se il vostro album fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Il concept è appunto il delicato e prezioso rapporto che intercorre tra essere umano e pianeta Terra con tutte le sue diverse forme di vita.
Esattamente così!
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero dell’intero disco? … che ti piace di più fare live?
Non so ancora dirti quale pezzo sarà il più goduto dal vivo per noi musicisti e per il pubblico. Personalmente sono molto affezionato a Seeds ‘n Flowers. Magari ne  riparliamo quando saremo in tour.
Come è stato produrre con Irma Records? … come vi siete incontrati e come avete lavorato insieme?
L’incontro con Irma è successo del tutto spontaneamente, in un modo inaspettato: come molti stavo proponendo il mio lavoro a varie etichette che pensavo in linea con il lavoro e parallelamente stavo anche cercando un ufficio stampa che si occupasse della promozione; ho conosciuto Andrea di Sfera Cubica che sentendo il disco mi ha detto che lo avrebbe fatto sentire a Umbi di Irma Records perché secondo lui a loro piaceva e così è stato. Il nostro rapporto è appena iniziato, ci stiamo conoscendo ma ho fiducia in loro perché lavorano da trent’anni e sanno come fare le cose. Adesso è ancora troppo presto per dire ma sono ottimista. 
Copertina molto bella, in linea con tutto il progetto. Come è nata? Chi l’autore?
La prima bozza della copertina che ne è diventata il retro ora è un’idea di Klaudia Kost, una grafica polacca che vive a Berlino, donna visionaria e immaginifica, poi l’elaborazione è passata in mano alla milanese Silvia Toja conosciuta all’Accademia di Belle Arti di Brera all’interno di un progetto sul Jazz e le copertine dei dischi in cui ero stato coinvolto dalla prof.ssa Margherita Labbe (gran bella iniziativa che dava la possibilità a giovani studenti di realizzare copertine per artisti di tutta Italia) ed in fine il disegno della facciata è opera della tedesca Christina Holzke. Insomma è stato un cantiere anche la copertina.
Come presentate dal vivo il disco?
Dal vivo ci muoveremo fondamentalmente in quattro: Riccardo D’Errico alla batteria, Giovanni Frison al basso elettrico e chitarre, Karla Hajman alla voce e io alla chiarra, elettronica e synth. A rotazione ci saranno ospiti un po’ da tutta Europa dipendentemente anche da dove faremo le date.
Altro da dichiarare?
Grazie Alligatore.

11 commenti:

  1. Ospitiamo con grande piacere questo progetto musicale di Ike, musicante italiano dal piglio internazionale.

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  2. Infatti per questo disco ha riunito musicisti da tutta Europa, quella vera, non quella dei mercanti: dalla Finlandia alla Serbia, la Germania, la Bulgaria ... e poi i mondo, come Siria, Nigeria e ovviamente l'Italia.

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  3. Ne è uscito un disco ricco della migliore biodiversità, un discorso umanitario sull'evoluzione umana, dai batteri all'uomo, dall'uomo ai batteri molto centrato, del quale si sente il bisogno ... fisico, direi.

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  4. Nove pezzi, nove brani, uno più bello dell'altro ... ascoltate e ditemi se non è così.

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  5. Il mio pezzo preferito è Balchik Garten, con un coro dell'Est Europa suggestivo, caldo, avvolgente ...ritmi antichi, mescolati a moderna elettronica tra il mistico e il sensuale ...

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  6. Ma si può ben capire il perché a Ike piaccia Seeds ‘n Flowers, con quell'arp magica a introdurre un pezzo sognante, direi molto Thievery Corporation.

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  7. Molto belli anche i pezzi cantati da Karla Hajman/Stereochemistry: il pop divertente e carezzevole messo in apertura del disco (Flughafen Love), e Plastikspoon moderno jazz con chitarre energetiche dove Karla dispiega la sua voce al meglio.

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  8. Molto belle anche Das Birke, elaborata suite, con un sacco di suoni, strumenti, intuizioni, che evolve secondo dopo secondo per 6 minuti e rotti strumentali e A Ballad To Ms. Forest, cantata dalla gran voce di Mabbasta Voodoo.

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  9. Ike, Construction Site, tutto da ascoltare!

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  10. Molto bello e interessante. Le tue segnalazioni hanno sempre qualcosa in più delle solite recensioni.
    Un saltuone e alla prossima

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  11. Grazie Accadebis ... questa è la mia missione :)

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