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sabato 23 marzo 2019

In palude con Giuseppe Libè

NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE POP, CANTAUTORATO
DOVE ASCOLTARLO DIGITAL STORE / SPOTIFY/ DISCHI
LABEL Autoprodotto
PARTICOLARITA’ semplice e diretto
CITTA’ PIACENZA
DATA DI USCITA 15 MARZO 2019
L’INTERVISTA
Come è nato Le vite di tanti?
Le vite di tanti è il frutto di un periodo piuttosto lungo, durato circa cinque anni, ma che in realtà parte dalla mia infanzia. Le otto canzoni dell’album sono nate in periodi diversi, ma mantengono una certa uniformità. L’uniformità credo che sia data da un tipo di scrittura molto narrativa, dal bisogno di raccontare storie, che riguardino la mia persona o persone che ho incontrato durante la mia esistenza.
Perché questo titolo? Che è anche il titolo del pezzo che apre l’album …
Il titolo dell’album deriva proprio da questo desiderio di raccontare la vita di tutti noi. Sono laureato in filosofia e ho una specializzazione nelle risorse umane, forse è una sorta di deformazione professionale che mi spinge a interessarmi all’esistenza umana. I personaggi della canzone “Le vite di tanti” sono persone che ho conosciuto realmente durante la mia infanzia e la mia adolescenza. Sono cresciuto in un paese di 6000 abitanti nella provincia emiliana, nel bene e nel male questo è un aspetto che mi ha molto influenzato. E’ stato un osservatorio privilegiato sulle vite di persone che ho visto crescere e cambiare, sulle loro tragedie o commedie; ma non ho mai capito se siamo i registi o seguiamo un copione già scritto della nostra vita.
Come è stata la genesi del disco, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Come ti dicevo la genesi è stata piuttosto lunga. Passando per varie esperienze, tra le quali il piazzamento tra i finalisti di concorsi per canzoni originali (come il Festival di Ghedi o il Premio Pierangelo Bertoli) o l’incontro con i Nomadi, sono arrivato ad avere un numero di canzoni che meritavano di essere registrate e fatte ascoltare. L’idea iniziale era quella di raccontare i sogni e il mondo di un provinciale nato negli anni ’80 e cresciuto in un mondo liquido, senza più verità assolute e incentrato sempre di più sull’individuo. Ma alla fine i temi di cui tratto sono in realtà antichi come l’umanità! L’amore e il suo tormento, la malinconia per l’infanzia, l’amicizia come antidoto allo stillicidio del tempo, la difficoltà del conoscere se stessi, l’angoscia di ogni scelta che ne preclude un’altra… Partendo dalla mia vita penso di aver raccontato la vita di tanti.
Se Le vite di tanti fosse un concept-album su cosa sarebbe? … anche a posteriori.
Non credo questo album possa ritenersi un concept-album ma, come ti dicevo, sicuramente il desiderio di raccontare il mio tempo e una visione del mondo da una certa prospettiva fa da collante a tutti i brani. C’è una sorta di filosofia agricola (citando un brano di Nicolò Fabi) che pervade tutto l’album, forse anche una certa ingenuità di chi vive la contemporaneità ma è nato in un tempo e in un luogo che ancora hanno un piede nel passato.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fieri dell’intero disco? … che ti piace di più fare live?
Ci sono alcuni brani cui sono molto legato per ragioni affettive. Per esempio Sopra le viole narra la mia infanzia e la mia adolescenza di paese, non posso quindi non emozionarmi ogni volta che la canto.
Il brano però che provo più piacere a fare dal vivo è Aria nuova, una canzone che anche da un punto di vista vocale mi mette alla prova. E poi è un quasi un grido liberatorio, un invito a cercare di capire se stessi. Tra l’altro di questo brano è uscito un video che credo sia davvero d’impatto, che narra la vita di quattro persone e il desiderio di sconfiggere i propri demoni. Invito a vederlo per l’ottima regia di Niccolò Savinelli.
Come è stato produrre il disco in piena autonomia? Chi altri vicini a te? … da citare?
Produrre l’album in autonomia ci ha permesso di avere una totale libertà e tutto il tempo per trovare il suono che cercavamo. Questo album è stato prodotto insieme a Matteo Calza, che è coautore delle musiche e l’arrangiatore di tutti i brani in collaborazione con Leonardo Caminati. Con Matteo abbiamo dato un vestito contemporaneo a canzoni che nascono prevalentemente con la chitarra acustica. Sono molto fiero di questo album perché pur rimanendo nel mondo del cantautorato, spazia tra i generi e tra gli strumenti. C’è il rock, il pop, le incursioni di elettronica, il folk che a volte riemerge… mi sento di dire che è un album ricco, sotto tanti punti di vista. Non da ultimo ci sono i ragazzi che suonano con me abitualmente anche durante i live, in particolare Riccardo Dallagiovanna alla batteria e  alle percussioni, Matteo Calza alle chitarre e programmazioni, Niccolò Magistrali al basso.
Copertina diretta, come le canzoni dell’album si potrebbe dire … come è nata? Di chi è opera?
La copertina è di un mio caro amico grafico, Simone Roveda. Simone si è formato nel mondo della grafica studiando a Milano, ed ha una forte passione per l’illustrazione in genere.
A Simone avevo fornito semplicemente un paio di mie fotografie, da quelle ha realizzato una copertina con infiniti rimandi. Credo abbia proprio colto il significato dell’album: nel mio volto da bambino e da adulto che si scorge nella copertina si riassumono “le vite di tanti”. Forse quei tanti siamo in fondo noi stessi, che specchiandoci negli altri ci ritroviamo o, molto più spesso, non ci riconosciamo.
Come presenti dal vivo il disco?
L’album è stato presentato all’Atena Live Club di Ponte dell’Olio (PC) venerdì 15 marzo alle ore 21, uno dei migliori palchi della mia provincia per la musica live.
È stato uno spettacolo importante, con l’intervento anche dell’attore Davide Pellecchia. Sul palco Matteo Calza alle chitarre, Riccardo Dallagiovanna alla batteria, Victor Fiorilli Muller al basso e Luca Algisi alle tastiere. Ad aprire il concerto il giovanissimo cantautore Matteo Pisotti con la sua band. Altri spettacoli seguiranno ….
Altro da dichiarare?
Spero che ascolterà Le vite di tanti possa ritrovarsi in quello che racconto e possa passare una mezz’ora in compagnia delle mie storie, perché in fondo raccontare storie ci rende persone.


9 commenti:

  1. Esordio molto particolare di un giovane cantautore ... un cantautore che sembra già un classico per l'uso delle parole in particolare ...

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  2. Otto brani solamente, ma che fanno già capire chi è Giuseppe Libé, la sua personalità.

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  3. Semplice e diretto, come la copertina lascia intuire, a partire dal primo pezzo, la title-track. La title-track Le vite di tanti è un bel bozzetto di provincia giocando sui luoghi comuni e un gran ritmo rock,che a tratti ricorda il primo Ligabue (anche nella voce).

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  4. Come nel secondo pezzo del resto, Passo dopo passo voce/chitarre, piano e organi sempre piacevoli e gran vibra,

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  5. E che dire del terzo pezzo? Il segreto di Chiara ? ... con un bel ritmo che sale, grazie anche a trombe e trombone ....

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  6. ... ma tutto il disco è così ...Aria nuova poetico e forte nella sua semplicità e allo sesso tempo rock pestante (e cantautorale), Apri la tua porta pezzo ottimista e d'ammore ...

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  7. E poi Vivo un po' così, semplice, ancora semplice nel dire cose semplici verità, pompante anche grazie ai fiati e con una bella presenza del banjo, che si nota.

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  8. Il tuo abito blu è più sul lato romantico, lo si intuisce anche dal titolo, e Sopra alle viole chiude alla perfezione il cerchio: piano, violino, banjo e un testo campestre sul passato in campagna ... intenso e riuscito.

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