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venerdì 1 febbraio 2019

In palude con Bonifacio Madeyes

NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Crossover di psichedelia, prog, rock-blues
DOVE ASCOLTARLO CD fisico (www.ultrasoundrecords.eu), Spotify e le altre piattaforme online
LABEL Ultra Sound Records
PARTICOLARITA’ Viaggio sonoro che migliora ad ogni ascolto
CITTA’ Milano - Sarzana
DATA DI USCITA 25 Gennaio 2019
L’INTERVISTA
Come è nato Zero Over Zero?
Molti pezzi sono nati durante il periodo di concerti seguito all’uscita del mio primo disco. E’ stata una fase molto creativa, in cui ho svolto primariamente un lavoro solitario nel mio studio, elaborando idee e paesaggi sonori alla ricerca di una immediatezza che permettesse ai miei compagni di band di inserirsi facilmente dal vivo. Le frequenti improvvisazioni durante i concerti hanno poi fatto maturare le molte idee fino al punto in cui ho sentito il bisogno di fissarle in studio.
Perché questo titolo? Matematico? Politico?
Una metafora ispirata dal mondo matematico. Zero Over Zero. Zero Diviso Zero. Come operazione è qualcosa di indefinito. Ma acquista un significato se intesa come un processo dinamico in cui due quantità vengono divise mentretendono a diventare sempre più piccole, senza mai fine. A seconda di come si avvicinano a zero, ovvero del loro rapporto di forze dialettico, il risultato può potenzialmente essere qualunque cosa, un numero finito o, anche, raggiungere infinito. Questo vuol fare riferimento alle molteplici possibilità dell’Essere, a come variazioni infinitesimali e apparentemente insignificanti possano portare ad esiti e situazioni di vita radicalmente differenti. In effetti tutti i brani traggono spunto da episodi biografici reali o immaginari, ripercorrendo i fatti o reinventando e delineando alternative possibili.
Come è stata la genesi del disco, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Inizialmente ho registrato i demo di tutti i brani, fissando le strutture ritmiche e melodiche e alcuni arrangiamenti guida. Poi è iniziato un lavoro quasi architettonico: dapprima con Stefano Bertolotti, che ha inciso tutte le batterie e con Timo Orlandi, che ha registrato i bassi nel mio studio a Milano. E’ stata poi la volta di Marco Giannetti, che ha fatto un lavoro eccellente con il suo flauto di matrice Jethro-Tulliana, arricchendolo ulteriormente attraverso un uso molto particolare della effettistica. Sono seguiti vari musicisti ospiti, trai quali spiccano la tromba di Andrea Paganetto, le armoniche di Marco Pandolfi e Riccardo Grosso, la voce di Anna Bazueva, l’organo hammond di Alberto Manuzzi e la chitarra slide di Francesco Montesanti. Infine è stato il mio turno con le voci e le chitarre, che ho registrato con tutti gli effetti alla sorgente in modo da vivere emotivamente e realisticamente le sessioni in studio, il tutto con una grande attenzione nella ricerca del suono.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione dell’album?
Ce ne sono molti, troppi! Per esempio ho vissuto momenti molto belli quando sono stato in Brasile due anni fa, dove mi trovavo per raccogliere i materiali necessari a completare la traccia che dà il titolo al lavoro, Zero Over Zero, dedicata ad un caro amico scomparso in circostanze misteriose nel Nord-Est brasiliano, dove ho vissuto anni fa. Ritrovare i vecchi amici e poter parlare di nuovo dal vero con la sua ex moglie è stato molto emozionante e mi ha sicuramente aiutato a completare un brano cui tenevo in modo particolare. Il Brasile mi ha anche regalato il parlato all’inizio del singolo Very Natural, di cui la videomaker Erika Errante ha girato un bellissimo video: mi trovavo nel giardino della pousada quando la padrona, mia cara amica, ha improvvisamente iniziato a raccontare di come le donne delle tribù native brasiliane usassero profumarsi utilizzando misture di erbe che si passavano sul corpo; io sono stato abbastanza veloce da accendere il mio vocal recorder!
Se Zero Over Zero fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Nello stendere i brani non avevo inizialmente pensato consciamente ad un filo conduttore. Tuttavia, come spesso accade, questo si è rivelato a posteriori al livello dei testi, quando mi sono reso conto che avevano in comune una narrazione di mondi e parabole di vita alternative. Musicalmente c’è poi sicuramente l’elemento prog-psichedelico che, specie con alcuni brani di lunga durata, può richiamare mood tipici di concept album.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero dell’intero disco? … che ti piace di più fare live?
Vado particolarmente fiero della title track, Zero Over Zero. Con la band la chiamiamo affettuosamente la Suite, perché è un viaggio sonoro di oltre 13 minuti che spazia entro paesaggi sonori molto vari che, credo, si armonizzano reciprocamente in modo fluido ed efficace. Il fatto poi di essere dedicata al mio amico scomparso me la rende particolarmente cara: ci tenevo affinché venisse fuori un lavoro degno dell’intenzione e credo di esserci riuscito. Sono anche molto legato alla versione di All Along The Watchtower,  sicuramente un brano molto coinvolgente durante il live.
Come è stato produrre Zero Over Zero? Chi hai avuto più vicino, dal punto di vista produttivo?
La registrazione delle batterie è stata fatta da Stefano Bertolotti, il boss della mia etichetta, che ha anche fornito un preziosissimo supporto produttivo. Per il resto ho curato la fonica delle altre sessioni di registrazione e ho mixato personalmente il disco. Questo mi ha permesso di curare molto idettagli, a tratti anche in modo quasi maniacale! Il mastering è stato fatto invece da Pat Simonini. In tutto il percorso ho poi avuto molto vicino sia Marco Giannetti che Timo Orlandi, compagni di band e grandi amici che hanno avuto un ruolo fondamentale. Senza di loro questo lavoro non avrebbe raggiunto lo stesso livello di qualità.
Copertina molto particolare, scientifica, ma anche mistica … o no? Come nasce? Di chi è opera?
Per la copertina volevo una grafica che fondesse l’elemento matematico della frazione 0 / 0 con il mio nome d’arte, Madeyes, Occhi Pazzi. La realizzazione è a opera di Serena Viola, bravissima artista e illustratrice Milanese che è stata grandiosa nell’interpretare la mia idea iniziale e nel metterla in pratica. Tra l’altro il gradito tocco mistico è suo!
Come presenti dal vivo il disco?
Con la full band in quartetto (Stefano Bertolotti alla batteria, Marco Giannetti al flauto, Timo Orlandi al basso ed io alle chitarre e voci). Ma a seconda delle situazioni posso suonare in formazione ristretta in trio, con basso e flauto, o anche solo in duo assieme a Marco. Ci sarà molto spazio riservato all’improvvisazione, a ambientazioni talvolta lievemente elettroniche e dalla creazione di paesaggi sonori. Facciamo sempre del nostro meglio affinché ogni concerto rappresenti quasi un'esperienza unica a sé.
Altro da dichiarare?
We are not picareta, muito natural !


14 commenti:

  1. Stupendo disco, di un grande artista, che fa musica rara in Italia.

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  2. Sto parlando di Bonifacio Madeyes e il disco d'esordio con questo nome Zero Over Zero

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  3. Zero diviso zero, operazione matematica indefinita che il professore di matematica Bonifacio, ha trasformato in musica ... bella sfida.

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  4. Del resto che la musica sia matematica, la dicono in molti ... ma bando alle ciance.

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  5. Canzoni preferite? Su tutte Fell On The Ground/Love Depression, dieci minuti e rotti di blues acido e keithrichardsiano come pochi ... cantato da dio, con chitarre che quasi esplodono, gran ritmo ... viene voglia di cantare ... e poi magica la tromba.

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  6. Poi Has Anyone Seen My Baby per altri sette minuti (disco con pezzi lunghi, sì) ... sette minuti con Bonifiacio e i suoi pards a suonare come un solo uomo: chitarre, basso, batteria, flauto, voce per un pezzo di new-prog italico autentico.

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  7. Poi la personalissima interpretazione del classico di Dylan, tra i più maledettamente rock del genietto di Duluth ... una versione molto prog, dilatata, con chitarre a briglia sciolta come deve essere, e il flauto pure.

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  8. Sì, dal vivo deve fare la sua porca figura All Along The Watchtower, come suggeriscono le parole di Bonifacio nell'intervista.

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  9. Poi, perché no, Night Song? Semplice e diretta pop-rock-song con il giusto ritmo, voce/chitarra intima/intimista ... solo 4 minuti e 39, ma perfetta ... perfetta per annunciare la maestosa title-track.

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  10. Zero Over Zero denso racconto di un viaggio nel nord-est del Brasile per cercare un amico scomparso ... racconto filmico, con tanti suoni, intensità, il flauto raddoppiato, un cantato a tratti lontano e disperato ... gran canzone.

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  11. Spettacoloso lavoro,bravo Madeyes l'ideatore e chitarrista del gruppo,ma altrettanto bravi,M.Giannetti,al flauto traverso,Timo Orlandi al basso,Stefano Bertolotti alla batteria,e tutti gli altri valenti musicisti e amici che hanno fatto si che il lavoro potesse ultimsrsi e con questi risultati.GRANDI GRANDI e ancora GRANDI.

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  12. sicuramente un lavoro non facilissimo da ascoltare ad occhi chiusi come se riprendessimo il viaggio dell'autore e della band e lo accompagnassimo per tutta la durata del disco.
    Spettacolari gli effetti sonori, originale la grafica della copertina.
    Abbraccio alluvionale mio caro

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  13. @Unknown
    Grazie, dici bene, ci sono molte ottime collaborazioni, molto ottimi musicanti in questo disco, molto forte, molto corale ...
    @Nella Crosiglia
    Be' Nella, il tuo parere mi conforta ulteriormente, e voglio rimacare quello che scrivi: Spettacolari gli effetti sonori, originale la grafica della copertina..
    Speriamo che le alluvioni siano solo di suoni ...

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