NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Crossover di psichedelia, prog, rock-blues
LABEL Ultra Sound Records
PARTICOLARITA’ Viaggio sonoro che migliora ad ogni ascolto
CITTA’ Milano - Sarzana
L’INTERVISTA
Come è nato Zero Over Zero?
Molti pezzi sono nati durante il periodo
di concerti seguito all’uscita del mio primo disco. E’ stata una fase molto creativa,
in cui ho svolto primariamente un lavoro solitario nel mio studio, elaborando idee
e paesaggi sonori alla ricerca di una immediatezza che permettesse ai miei compagni
di band di inserirsi facilmente dal vivo. Le frequenti improvvisazioni durante i
concerti hanno poi fatto maturare le molte idee fino al punto in cui ho sentito
il bisogno di fissarle in studio.
Perché questo titolo? Matematico? Politico?
Una metafora ispirata dal mondo matematico.
Zero Over Zero. Zero Diviso Zero. Come operazione è qualcosa di indefinito. Ma
acquista un significato se intesa come un processo dinamico in cui due quantità
vengono divise mentretendono a diventare sempre più piccole, senza mai fine. A
seconda di come si avvicinano a zero, ovvero del loro rapporto di forze dialettico,
il risultato può potenzialmente essere qualunque cosa, un numero finito o,
anche, raggiungere infinito. Questo vuol fare riferimento alle molteplici possibilità
dell’Essere, a come variazioni infinitesimali e apparentemente insignificanti possano
portare ad esiti e situazioni di vita radicalmente differenti. In effetti tutti
i brani traggono spunto da episodi biografici reali o immaginari, ripercorrendo
i fatti o reinventando e delineando alternative possibili.
Come è stata la genesi del disco,
dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Inizialmente ho registrato i demo di
tutti i brani, fissando le strutture ritmiche e melodiche e alcuni arrangiamenti
guida. Poi è iniziato un lavoro quasi architettonico: dapprima con Stefano
Bertolotti, che ha inciso tutte le batterie e con Timo Orlandi, che ha
registrato i bassi nel mio studio a Milano. E’ stata poi la volta di Marco
Giannetti, che ha fatto un lavoro eccellente con il suo flauto di matrice
Jethro-Tulliana, arricchendolo ulteriormente attraverso un uso molto
particolare della effettistica. Sono seguiti vari musicisti ospiti, trai quali spiccano
la tromba di Andrea Paganetto, le armoniche di Marco Pandolfi e Riccardo
Grosso, la voce di Anna Bazueva, l’organo hammond di Alberto Manuzzi e la
chitarra slide di Francesco Montesanti. Infine è stato il mio turno con le voci
e le chitarre, che ho registrato con tutti gli effetti alla sorgente in modo da
vivere emotivamente e realisticamente le sessioni in studio, il tutto con una grande
attenzione nella ricerca del suono.
Ce ne sono molti, troppi! Per esempio ho
vissuto momenti molto belli quando sono stato in Brasile due anni fa, dove mi
trovavo per raccogliere i materiali necessari a completare la traccia che dà il
titolo al lavoro, Zero Over Zero,
dedicata ad un caro amico scomparso in circostanze misteriose nel Nord-Est
brasiliano, dove ho vissuto anni fa. Ritrovare i vecchi amici e poter parlare
di nuovo dal vero con la sua ex moglie è stato molto emozionante e mi ha
sicuramente aiutato a completare un brano cui tenevo in modo particolare. Il
Brasile mi ha anche regalato il parlato all’inizio del singolo Very Natural, di cui la videomaker Erika
Errante ha girato un bellissimo video: mi trovavo nel giardino della pousada quando
la padrona, mia cara amica, ha improvvisamente iniziato a raccontare di come le
donne delle tribù
native brasiliane usassero profumarsi utilizzando misture di erbe che si passavano
sul corpo; io sono stato abbastanza veloce da accendere il mio vocal recorder!
Se Zero
Over Zero fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Nello stendere i brani non avevo inizialmente
pensato consciamente ad un filo conduttore. Tuttavia, come spesso accade,
questo si è rivelato a posteriori al livello dei testi, quando mi sono reso conto
che avevano in comune una narrazione di mondi e parabole di vita alternative.
Musicalmente c’è poi sicuramente l’elemento prog-psichedelico che, specie con
alcuni brani di lunga durata, può richiamare mood tipici di concept album.
C’è qualche pezzo che preferisci?
Qualche pezzo del quale vai più fiero dell’intero disco? … che ti piace di più
fare live?
Vado particolarmente fiero della title
track, Zero Over Zero. Con la band la
chiamiamo affettuosamente la Suite, perché
è un viaggio sonoro di oltre 13 minuti che spazia entro paesaggi sonori molto
vari che, credo, si armonizzano reciprocamente in modo fluido ed efficace. Il fatto
poi di essere dedicata al mio amico scomparso me la rende particolarmente cara:
ci tenevo affinché venisse fuori un lavoro degno dell’intenzione e credo di
esserci riuscito. Sono anche molto legato alla versione di All Along The Watchtower,
sicuramente un brano molto coinvolgente durante il live.
Come è stato produrre Zero Over Zero? Chi hai avuto più vicino,
dal punto di vista produttivo?
La registrazione delle batterie è stata fatta da Stefano
Bertolotti, il boss della mia etichetta, che ha anche fornito un preziosissimo supporto
produttivo. Per il resto ho curato la fonica delle altre sessioni di
registrazione e ho mixato personalmente il disco. Questo mi ha permesso di
curare molto idettagli, a tratti anche in modo quasi maniacale! Il mastering è
stato fatto invece da Pat Simonini. In tutto il percorso ho poi avuto molto
vicino sia Marco Giannetti che Timo Orlandi, compagni di band e grandi amici
che hanno avuto un ruolo fondamentale. Senza di loro questo lavoro non avrebbe raggiunto
lo stesso livello di qualità.
Copertina molto particolare,
scientifica, ma anche mistica … o no? Come nasce? Di chi è opera?
Per la copertina volevo una grafica che fondesse
l’elemento matematico della frazione 0 / 0 con il mio nome d’arte, Madeyes,
Occhi Pazzi. La realizzazione è a opera di Serena Viola, bravissima artista e
illustratrice Milanese che è stata grandiosa nell’interpretare la mia idea
iniziale e nel metterla in pratica. Tra l’altro il gradito tocco mistico è suo!
Come presenti dal vivo il disco?
Con la full band in quartetto (Stefano
Bertolotti alla batteria, Marco Giannetti al flauto, Timo Orlandi al basso ed io
alle chitarre e voci). Ma a seconda delle situazioni posso suonare in
formazione ristretta in trio, con basso e flauto, o anche solo in duo assieme a
Marco. Ci sarà molto spazio riservato all’improvvisazione, a ambientazioni talvolta
lievemente elettroniche e dalla creazione di paesaggi sonori. Facciamo sempre del
nostro meglio affinché ogni concerto rappresenti quasi un'esperienza unica a sé.
Altro da dichiarare?
We are not picareta, muito natural !
Stupendo disco, di un grande artista, che fa musica rara in Italia.
RispondiEliminaSto parlando di Bonifacio Madeyes e il disco d'esordio con questo nome Zero Over Zero
RispondiEliminaZero diviso zero, operazione matematica indefinita che il professore di matematica Bonifacio, ha trasformato in musica ... bella sfida.
RispondiEliminaDel resto che la musica sia matematica, la dicono in molti ... ma bando alle ciance.
RispondiEliminaCanzoni preferite? Su tutte Fell On The Ground/Love Depression, dieci minuti e rotti di blues acido e keithrichardsiano come pochi ... cantato da dio, con chitarre che quasi esplodono, gran ritmo ... viene voglia di cantare ... e poi magica la tromba.
RispondiEliminaPoi Has Anyone Seen My Baby per altri sette minuti (disco con pezzi lunghi, sì) ... sette minuti con Bonifiacio e i suoi pards a suonare come un solo uomo: chitarre, basso, batteria, flauto, voce per un pezzo di new-prog italico autentico.
RispondiEliminaPoi la personalissima interpretazione del classico di Dylan, tra i più maledettamente rock del genietto di Duluth ... una versione molto prog, dilatata, con chitarre a briglia sciolta come deve essere, e il flauto pure.
RispondiEliminaSì, dal vivo deve fare la sua porca figura All Along The Watchtower, come suggeriscono le parole di Bonifacio nell'intervista.
RispondiEliminaPoi, perché no, Night Song? Semplice e diretta pop-rock-song con il giusto ritmo, voce/chitarra intima/intimista ... solo 4 minuti e 39, ma perfetta ... perfetta per annunciare la maestosa title-track.
RispondiEliminaZero Over Zero denso racconto di un viaggio nel nord-est del Brasile per cercare un amico scomparso ... racconto filmico, con tanti suoni, intensità, il flauto raddoppiato, un cantato a tratti lontano e disperato ... gran canzone.
RispondiEliminaGran disco!
RispondiEliminaSpettacoloso lavoro,bravo Madeyes l'ideatore e chitarrista del gruppo,ma altrettanto bravi,M.Giannetti,al flauto traverso,Timo Orlandi al basso,Stefano Bertolotti alla batteria,e tutti gli altri valenti musicisti e amici che hanno fatto si che il lavoro potesse ultimsrsi e con questi risultati.GRANDI GRANDI e ancora GRANDI.
RispondiEliminasicuramente un lavoro non facilissimo da ascoltare ad occhi chiusi come se riprendessimo il viaggio dell'autore e della band e lo accompagnassimo per tutta la durata del disco.
RispondiEliminaSpettacolari gli effetti sonori, originale la grafica della copertina.
Abbraccio alluvionale mio caro
@Unknown
RispondiEliminaGrazie, dici bene, ci sono molte ottime collaborazioni, molto ottimi musicanti in questo disco, molto forte, molto corale ...
@Nella Crosiglia
Be' Nella, il tuo parere mi conforta ulteriormente, e voglio rimacare quello che scrivi: Spettacolari gli effetti sonori, originale la grafica della copertina..
Speriamo che le alluvioni siano solo di suoni ...