NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE elettronica, trip-hop, rock
DOVE ASCOLTARLO qui
LABEL autoproduzione
PARTICOLARITA’
CITTA’ Augusta
L’INTERVISTA
Come è nato questo
vostro ep d’esordio?
Il disco nasce
dalla volontà di mettere “nero su bianco” ciò che i LeadtoGold sono stati fino
a questo momento. Volevamo fotografare l’attimo.
Perché nessun titolo? … per dire, noi siamo le nostre
canzoni?
In realtà un titolo c’è ed è I, può essere letto sia come
“primo” (come numero romano) che come I all’inglese (“Io”), ma concordiamo sul
fatto che il titolo del disco potrebbe essere benissimo “LeadtoGold”. Nome che
nasce dal concetto dell’accidia e da una miniatura medievale che rappresentava
un alchimista intento a trasformare il piombo in oro.
Come è stata la genesi del disco, dall’idea iniziale
alla sua realizzazione finale?
Il lavoro sul
disco, a partire dalla sua genesi fino alla realizzazione finale, è stato lungo
e travagliato, forte era la tentazione di intitolarlo “First Born”, inteso come
primogenito, è stato come una gravidanza, durata anche più di nove mesi.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante
la lavorazione dell’album?
Il disco parla
molto di sesso e ha un attitude erotico, quindi non possiamo parlare degli
episodi durante la lavorazione del disco.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? …
tolgo il fosse?
In realtà il
disco non è stato concepito a priori come un concept. C’erano degli spunti che
ci ispiravano in fase di scrittura, soprattutto derivanti dalle nostre letture
o dal cinema, possiamo però dire di esserci accorti a lavoro finito della
quadratura del lavoro nel suo complesso.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del
quale andate più fieri dell’intero ep? … che vi piace di più fare live?
Where’d You Run è stato il
primo pezzo scritto sotto il nome LeadtoGold, quindi probabilmete è uno di
quelli a cui siamo più legati.
Come è stato
produrre questo disco? Chi avete avuto più vicino, dal punto di vista
produttivo?
Il lavoro di produzione del disco è stato un processo
lungo e per certi versi formativo; è stato interamente prodotto e registrato da
noi (ad eccezione del master che è stato curato da Andrea Suriani della ALPHa
dept.). Abbiamo sempre cercato di essere autosufficienti in tutto e siamo maniacalmente
legati al nostro lavoro, questo ci ha portato a studiare, a capire di
registrazione, produzione e mixing. Possiamo dire di essere soddisfatti del
lavoro fatto e di sentirci cresciuti rispetto all’EP d’esordio.
Copertina molto misteriosa e strana, surreale e
macabra come un film di Garrone ... chi l’ha fatta e pensata così?
L’idea della
copertina nasce da un fortuito incontro con Paolo Longhitano, proprietario di
una boutique nel corso principale di Taormina. Tra noi è stato amore a prima
vista, lui è riuscito a cogliere il nostro intento e il nostro messaggio e
insieme siamo arrivati a concepire l’immagine in copertina. Una donna matura,
fasciata in bende post-operatorie, con una flebo nel braccio e un’alziera piena
di occhi. Siamo scrutati, soggetti a pressioni sociali, rincorriamo un concetto
di perfezione estetica e non accettiamo il tempo che passa. Il disco racconta
senza filtri le nostre pieghe più oscure, quelle mai rivelate.
Come presentate dal vivo il disco?
La nostra formazione live vede Sergio alla batteria e ai
sample, Sebastiano chitarra elettrica e voce e Giulia tastiera e voce. A
prescindere dalla mera formazione il nostro obiettivo è presentare il disco dal
vivo in modo quanto più fedele possibile, sia a livello di arrangiamenti che a
livello di messaggio. Il live è a tratti arrabbiato, inquieto, frenetico, lento
e sensuale.
Altro da dichiarare?
Gran bel disco d'esordio, fa molto piacere ospitare anche questa band in palude.
RispondiEliminaUn disco di suadente elettronica, questo I, che convince dall'inizio alla fine.
RispondiEliminaConvince per Millionaire, sensuale, lenta, elettronica, che esplode nella testa, ma anche per 2,57, giocattolosa, corale, elettro-pop malinconica e ironica.
RispondiEliminaConvince per Come, tanto ritmica quanto liquida, con una gran partecipazione, una gran vibra e tanta emozione, ma anche per Ebony, chitarra intensa, andamento lento, un organetto magico a creare una vera atmosfera dark. cantato sensuale.
RispondiEliminaPotrei dire anche per Room 101, ipnotico pezzo vario, tra il pop psichedelico e l'elettronica di confine, ma anche bobjohn, ironica/elettronica danzereccia, cantata a due voci.
RispondiEliminaFino ad arrivare a Eurotrash, forse vertice del cd, nel suo essere pompante, torbido, sensuale, duro elettro-rock inflessibile.
RispondiEliminaE che dire di Who get around? ...
RispondiElimina... lenta, inesorabile, con piano elettrico incantevole, ritmo, coralità, la tromba, l'organo, un incrociasi magico di suoni, strumenti, malinconie, versi, gran finale di un disco magnifico.
RispondiEliminaComplimenti LtG e alla prossima.
RispondiEliminaCopertina bellissima
RispondiEliminaSì, veramente deliziosa, e nell'intervista spiegano bene il perché.
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