NOTE
SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Alternative Rock
DOVE ASCOLTARLO su SOUNDCLOUD o su BANDCAMP
LABEL Dimora Records
PARTICOLARITA’ Nessuna (o tutte)
CITTA’ Ferrara
L’INTERVISTA
Come è nato Meccanismi e desideri semplici?
La gestazione di Meccanismi e Desideri Semplici è
piuttosto lunga. In totale sei anni dopo l’uscita de La Morte del sole (2012). Esaurita la spinta post uscita del nostro
precedente album, un membro fondatore della band (Francesco, basso) ha deciso
di lasciare la band. Da qui un periodo di stasi in cui abbiamo provato diversi
bassisti, fino all’incontro con Alessandro Graziadei, con il quale abbiamo iniziato
la scrittura dei nuovi brani.
Perché questo titolo? … un titolo molto pregno.
In realtà il titolo è un verso di Lezione
a Memoria, probabilmente il brano guida dell’intero disco, il cui testo è
ispirato a Viaggio
al termine della notte di Ferdinand Céline. Si cercava una frase che sintetizzasse al meglio le tematiche espresse e,
rileggendo i testi, ci siamo accorti che Meccanismi
e desideri semplici era un titolo perfetto.
Come è stata la genesi di Meccanismi e
desideri semplici, dall’idea iniziale alla sua
realizzazione finale?
Nessuna genesi particolare, nel cercare l’amalgama con il nuovo bassista
abbiamo iniziato a comporre anche solo strumentalmente alcuni brani,
accorgendoci del diverso approccio complessivo che si aveva nella stesura degli
stessi. Li abbiamo poi riarrangiati più volte, cercando diverse soluzioni,
provando a spostarci dal nostro classico suono e dal nostro approccio agli
strumenti.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del
disco?
Più di un
episodio mi fa piacere ricordare che il testo di Nel Vortice è l’ultimo nato tra quelli
inseriti in tracklist e l’ho scritto grazie alla collaborazione di Paolo Topa
de Il Vuoto Elettrico e Manuel Cristiano Rastaldi degli ZiDima. Altro
importante evento degli ultimi mesi è l’ingresso in line up di un’ulteriore
chitarra, quella noise di Stefano Selvatici. Infatti, a registrazioni ultimate,
ci siamo resi conto della necessità di allargare la band a un quinto elemento
per meglio riprodurre i nuovi brani dal vivo.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Non so se vale la pena spendere la parola “concept”, non credo si addica a
un album di questo tipo, in ogni modo le tematiche del
disco parlano della dualità dell'individuo, la non separazione, uomo e donna in
un’eterna lotta interiore. L'individuo che fugge da sé stesso, che cerca di
ritrovarsi, l'esistenza spesa come inutile ricerca di sé stessi e del proprio
ruolo.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri di
Meccanismi e desideri semplici? … che vi piace di più fare live?
Siamo particolarmente soddisfatti delle sonorità e della costruzione sonora
di Lezione a memoria e Siamo già finiti. In ogni modo siamo
contenti del risultato finale e della resa complessiva di tutti i brani, questo
grazie anche al grande lavoro di Fed Nance che ci ha registrato e curato la
produzione artistica.
Il disco è uscito con Dimora
Records e il sostegno promozionale di Macramè. Come vi siete incontrati? Come
avete lavorato/lavorate insieme? … altri da citare?
Dimora
Records è stata la prima etichetta discografica a contattarci e a complimentarsi
per il nuovo lavoro, dopo alcuni incontri con Alberto e Andrea abbiamo deciso
di far uscire Meccanismi e Desideri
Semplici proprio per Dimora Records. Successivamente abbiamo incontrato
Luca Baracchetti di Macramè, e Govind Khurana di New
Model Label, ed ecco il trittico di collaborazioni per questo album.
Copertina di forte impatto, nuda e violenta ... chi l’ha fatta e pensata
così? Perché?
Dopo diverse
proposte di copertina, la scelta è ricaduta sull’opera Brace di Fabio Selvatici
(www.fabioselvatici.it), mentre all’interno del digipack c’è Treason dello stesso autore. Ci è
sembrata subito un’immagine forte, che esprime ottimamente le pulsioni
interiori e i travagli della mente.
Come presentate dal vivo il disco?
Come già detto abbiamo allargato la band ad un’ulteriore chitarra e,
rispetto al passato, utilizziamo anche pad, loop e due synth.
Altro da dichiarare?
Vogliamo
ringraziarti per l’intervista e l’affetto che ci dimostri ad ogni nostra
uscita. Ringraziamo anche Dimora Records, Fed Nance e Fabio Selvatici in primis
e tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione del disco. Ricordo inoltre
il nostro sito qui
Gradito ritorno in palude dei Devocka, band storica dell'alternative-rock italico, seguita dall'Alligatore fin dai primi dischi.
RispondiEliminaDischi tiratisissimi, con un ritmo spezzacoda insostenibile, testi ermetici, ma non troppo, sempre contro ... le banalità del male.
RispondiEliminaCome si vede dalla copertina siamo di fronte ad un lavoro radicale, radicale fin dal primo pezzo, Storia senza nome, pezzo dal gran ritmo e dalla grande indignazione, gridata con le parole del solito Igor Tosi.
RispondiEliminaCome ci ha detto nell'intervista Igor, i Devocka sono molto fieri di Lezione a memoria e Siamo già finiti, e non è difficile capire il perché: sono due pezzi con una progressione musicale in crescendo, le giuste parole, un certo ipnotismo ...
RispondiEliminaA me piace molto anche Questa distinzione, pezzo molto indie-rock, inquieto e roco, con scoppi di energia improvvisi e gran ritmo, la chitarra molto presente.
RispondiEliminaSegnalo poi un pezzo che si stacca, un po', dal loro stile, cioè Un bacio cieco e interminabile: voce/chitarra quasi folk-rock, fatto però alla maniera dei Devocka... testo scarno, ma importante.
RispondiEliminaMa potrei citare tutte le canzoni del disco, un disco che non sarà un concept, ma poco ci manca, e lo senti dall'intensità di tutti gli undici pezzi.
RispondiEliminaMeccanismi e Desideri Semplici, segnatevi questo titolo, accanto al nome della band, Devocka nome di derivazione kubrickiana.
RispondiEliminaPer un attimo ho pensato ai DeVotchKa, quelli della colonna sonora di Little Miss Sunshine, questa band proprio non la conosvevo!
RispondiEliminaIo non conosco i DeVotchKa così siamo pari :)
RispondiEliminagrazie grazie
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