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mercoledì 4 aprile 2018

In palude con i Fargas

NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Cantautorato italico
DOVE ASCOLTARLO su una vecchia poltrona sorseggiando un ottimo bourbon
partendo da qui
LABEL Private Stanze
PARTICOLARITA Sono esseri randagi, nati per strada, cresciuti per strada forse moriranno in strada.
CITTA: Modena
DATA DI USCITA 19.01.2018
LINTERVISTA
Come è nato Lei ha una pistola?
Appena pubblicato Galera, nel 2014. Avevo voglia di cambiare registro, da subito, ma non iniziai immediatamente a scriverlo, prima feci cambiamenti radicali di altro genere, intimi, personali, come ad esempio un trasloco enorme, che durarono mesi, forse un anno. Al termine di questo tempo capì di avere la preparazione per scrivere brani, allapparenza, più morbidi. Smettere di gridare, o meglio, farlo quasi sottovoce, tra le pieghe del costato.
Perché questo titolo? molto western, o no?
Si, concordo che lapparenza può trarre in inganno. In realtà ha dentro poco di western, forse solo la mia chitarra acustica americana. Il titolo è giusto che lo spogli lascoltatore a suo piacere, per me è molto ampio il suo significato, come ad esempio il rivedere tutte le donne della mia vita, compagna, madre, terra, Italia, sofferenza, malinconia, hanno sempre avuto una pistola puntata contro di me, e non solo.
Come è stata la genesi del cd, dallidea iniziale alla sua realizzazione finale?
Non sono mai stato capace di scrivere canzoni damore, che fosse amore rivolto ad unaltra persona o a me stesso oppure al mio cane. Mi sono violentato cercando di mostrare alcune corde più intime. Il perché? Non ne ho idea.
Quando scrissi il disco, volevo così. E stata londa che non ti aspetti sul bagnasciuga.
Per realizzarlo ho cercato persone a me vicine, cercando di ottimizzare il lavoro in un posto lontano. Carmine Torchia, Renzo Picchi e, ovviamente, Alberto Urbelli. In seconda battuta larrivo di un caro amico, Enrico Molteni, e i due nuovi compagni di viaggio nei Fargas, Francesco Zaccanti e Paolo Pagnoni, da subito entrati in me con macigni di affetto e delicatezza.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
Durante le registrazioni al Teatro Vittoria di Pennabilli, accogliente paese non distante da Urbino, si alloggiava presso la foresteria dello stesso assieme a dei monaci tibetani in visita per uno scambio culturale che tra Pennabilli ed il Tibet dura da molti secoli. Ogni mattina ci si svegliava alle loro preghiere e con il suono delle campane tibetane, costruite nel punto più alto del paese, dove ogni notte, prima di dormire, ci si adagiava per controllare che le stelle fossero sempre tutte al loro posto. Una mattina, Renzo Picchi, unico a non dormire in foresteria per mancanza di posto, alloggiando nelladiacente teatro e soffrendo il fatto di non godere degli Om dei monaci, corse attraverso il sentiero lastricato, in ripida salita, a piedi nudi, per suonare lui stesso le campane tibetane. Una volta rimessogli gli anfibi, lo riconducemmo al suo posto, al bar degli anziani per il caffè.

Oltre a questo episodio, tutte le registrazioni effettuate in quei giorni hanno per me un sapore particolare. Un dettaglio però che mi ha trapassato da subito è successo quando, una volta rientrati da Pennabilli ove registrammo anche Vacuità, è stato limparare da Gappa, grande musicista ed amico di Private Stanze, che la Vacuità appunto è uno dei perni fondamentali della religione buddista, quando, invece, io non sottintesi nulla ma diedi inconsapevolmente lo stesso significato spirituale.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? potrebbe esserlo?
Potrebbe. sì. Sarebbe forse sullimportanza del 900, sul suo charme, sul suo odio, sulle sue donne, sulla distruzione, sulla voglia di rientravi che si scaglia su tutti noi ogni giorno.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri di Lei ha una pistola? che vi piace di più fare live?
È molto a fasi emotive, certo lintroduzione al Rhodes di Vacuità, quando senti il pubblico che fa urlati e inizia a battere le mani è sempre molto emozionante. Dovrei chiedere anche ai ragazzi, comunque per me è suonare in chiusura Ricompensa.
Ala Bianca, Private Stanze, Black Pois Promotions, vicini a voi in momenti diversi. Come sono nate queste collaborazioni? Altre da citare?
Private Stanze è la mia etichetta. E diventata parte di me, non ne potrei fare a meno.
Ala Bianca è più curioso. Sono andato molte volte a trovare in ufficio Toni Verona, suo presidente, per piacere, per consigli, per imparare. Lui è un maestro ed io ho avuto il privilegio di essere stato sempre accolto da lui a braccia aperte, con un caffè di fronte. Quando stavo per completare il missaggio dellalbum, feci una cosa che non avevo mai fatto negli anni precedenti della nostra conoscenza, glielo sottoposi come editore. Non posso dirvi cosa mi disse ma mi fece una proposta di pubblicazione e io fui onorato di accettare.
BlackPoisPromotions, nella persona di Antonella Lavini, è un rapporto che va avanti da tempo e non ricordo nemmeno come nacque. E un po mia madre, mia nonna, mia figlia ed il suo analista.
Copertina che ricorda ancora il cinema western, o i fumetti Come è nata e chi è lautore?
Unimmagine ritrovata su un libro di studio di francese degli anni 30 della mia prozia, Marta Boni, donna con una vita breve e travagliata, cui furono ispirati romanzi e sceneggiati.
Il disegno è suo, a matita, forse una sua proiezione di come si vedeva negli anni a venire, donna dellalta società, quale realmente era, ma, per lepoca smaliziata, quasi oltraggiosa ed irriverente.
Come presenterete dal vivo Lei ha una pistola?
Abbiamo diverse vesti. A formazione completa faremo il disco nella sua veste originale, ordine brani compreso, intervallato solo con alcune sorprese a rotazione dai precedenti dischi. In veste acustica saremo chitarra e contrabbasso, oppure chitarra e Rhodes.
In questi casi spoglieremo ancora di più i brani anche dei pochi brandelli di cui sono vestiti, giocando con suoni e pause.
Altro da dichiarare?
Sì, molto altro, ma non sono sicuro sarebbe pertinente con le precedenti domande.
L’unico dettaglio, per la prima volta da quando pubblico dischi, pare, per ora, che Lei ha una pistola stia piacendo maggiormente al pubblico rispetto che ai giornalisti.

11 commenti:

  1. Un vero piacere avere in palude i Fargas, con questo disco denso e novecentesco ... il '900 di tante storie e di tanti suoi cantori.

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  2. Sì, questo è un disco di rock cantautorale, con riverberi di tanti piccoli e grandi nomi che hanno reso uno dei "generi" più importanti della nostra musica dal '68 in poi, almeno dal '68 i poi.

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  3. Ascoltandolo si pensa a volte a Dalla a volte a De Gregori, a volte a Rino Gaetano a volte a Guccini, o Edoardo Bennato, Massimo Bubola, i Gang, ma anche De André ...

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  4. Undici pezzi così, tra il pop romantico/malinconico di A lungo, con hammond e chitarre cullanti e il finale soffice, voce/chitarra di Ricompensa.

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  5. In mezzo la riflessione ironica e zen di Vacuità, non a caso citata nell'intervista ...

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  6. A me piace molto, forse più di tutte, Popolari animal un testo da cantautore rock surreale e impegnato, con ironia, con un testo da mandare a memoria e una gran chitarra, gran organi, pezzo che sale

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  7. Testo da mandare a memoria anche Ore Otto, lento e malinconico, con il piano a duettare mangnificamente con la chitarra ...

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  8. Bella anche Re, forse la più complessa, ricca dal punto di vista degli strumenti (ad un certo punto esce pure un kazoo contiano).

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  9. Bravi Fargas, con Lei ha una Pistola ha conquistato la palude tutta ... e ora rifacciamo partire il disco!

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  10. Se lo racconti così .... come si resiste ....

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  11. Difficile resitere, davvero, è un disco che mettiamo e poi lasciamo andare per più ascolti ...

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