NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE
Cantautorato Punk
DOVE
ASCOLTARLO Spotify e tutte le altre piattaforme streaming
LABEL
Black Candy Records
PARTICOLARITA’
Duo chitarra/batteria
CITTA’:
Prato
DATA
DI USCITA 26 Gennaio 2018
Come
è nato Non ti preoccupare?
Non
ti preoccupare è nato negli ultimi tre anni su e giù per l'Italia, a caricare,
scaricare, montare, smontare, ricaricare, partire. Le canzoni sono arrivate
piano piano, quando lo volevano loro, è come se avessi tenuto per anni la penna
ferma sul foglio e ogni tanto quella penna si fosse mossa a disegnare parole.
Perché questo titolo? … a chi è rivolta questa
esortazione?
Perché è la frase più ricorrente che ci siamo ripetuti
da quando suoniamo insieme. Ogni volta che abbiamo ricevuto una brutta notizia,
o una serata andava male, o la macchina si fermava o non ci pagavano. E' stato
il nostro mantra, ciò che ci ha fatto resistere e continuare a credere sempre.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla
sua realizzazione finale?
Rispetto al disco precedente, dove il passaggio dalla
scrittura al disco è stato molto breve, stavolta abbiamo fatto un lavoro di
cesello molto importante, penso che di ogni canzone io abbia almeno 5/6 provini
diversi. Quando le abbiamo registrate le conoscevamo già bene, sapevamo come
prenderle e come esaltarle.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante
la lavorazione del disco?
Ci sono un sacco di dettagli, di immagini che ti porti
dietro dalla registrazione di un disco, gli amplificatori, i discorsi, gli
ascolti; ma il ricordo di questo disco è io davanti a Meo a suonare queste nove
canzoni col cuore in gola e le mani che sudavano a dicembre, senza ascoltare il
click nelle cuffie ma seguendo il nostro sguardo, io che guardo la sua mano che
si muove sul rullante mentre lui guarda la mia, cercando il nostro tempo
interiore.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? …
tolgo il fosse?
Il disco non è stato pensato come un concept ma in fin
dei conti lo è. Le canzoni sono una spremuta delle nostre vite, di ciò che
vorremmo stravolgere, di ciò che non riusciamo a fare a meno, di questa
assurdità di non sapere cosa sarà domani ma di continuare a sognare perché è
questo che siamo, e questo è ciò che vogliamo essere.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del
quale andate più fieri di Non ti preoccupare? …
che vi piace di più fare live?
Le canzoni sono come i figli, difficile andare più
fiero di uno. Sicuramente ci sono dei pezzi sui quali avevamo meno aspettative
e che invece ascoltando il prodotto finito li abbiamo rivalutati. Tra questi Come un faro, registrata totalmente live
(anche la voce) e Luce e notte fonda,
smontata e rimontata più volte. Era in tre quarti, poi aveva solo il ritornello
alla fine, poi abbiamo tolto una strofa. Alla fine è uno dei pezzi più
riusciti. Live sono tutte molto più impegnative dei pezzi vecchi, alcuni
momenti di concentrazione assoluta sono necessari. Ma anche la soddisfazione è
doppia, montare sul palco e partire con Millenovecentonovantotto
ci dà subito la carica giusta.
A
produrre la ormai mitica label Black Candy di Firenze. Come mai con loro? Altri
nomi da citare attorno/dentro/inparte al disco?
Il
disco è stato un lavoro congiunto nostro con Lorenzo Buzzigoli che ha prodotto
insieme a noi il tutto, Emanuele Braca che è stata una mano amica e importante
in studio, Alberto Mariotti (King Of The Opera, Samuel Katarro) con il quale
abbiamo lavorato dei mesi sull'arrangiamento e che ha suonato delle seconde
chitarre bellissime, e Marco Caldera (Sorge) che ha suonato la parte ritmica in Vammi a fondo. Chiaramente tutto
questo non sarebbe stato possibile senza Leonardo Giacomelli e Lorenzo
Buzzigoli di Black Candy, con i quali c'è stato un colpo di fulmine improvviso
e non cercato, come succede nelle grandi storie d'amore.
Copertina molto indie-rock, con quel laghetto alle
spalle?...come tutte le foto del disco. Come è nata e chi è l’autore?
La copertina, come tutte le nostre foto e i nostri
ritratti, sono autoscatti di Meo. Lui li chiama i “dieci secondi di corsa”,
cioè il tempo che intercorre tra quando scatta la foto sul cavalletto a quando
arriva accanto a me un attimo prima del flash.
Come presenterete dal vivo Non ti preoccupare?
Lo presenteremo in due, come sempre abbiamo fatto. Una
chitarra, una batteria, una tastiera e due voci. Dove non arriveremo con questi
pochi strumenti ci penserà il cuore e il sudore.
Altro da dichiarare?
Grazie Alligatore per averci ospitato nella tua
palude, la conosciamo bene, anche noi veniamo da lì. Come diciamo sempre nei
concerti, passano molti più pensieri da qui, molto più schifo, molto più
inquinamento, tutte le cose inutili.
Un po' il nostro manifesto.
Tutte le cose inutili in palude con Non ti preoccupare disco registrato in presa diretta, voce/chitarra/batteria e poco altro (niente campionamenti).
RispondiEliminaSi sente per la sua immediatezza e freschezza, ad ogni ascolto ... anche per questo è un vero piacere averli in palude.
RispondiEliminaE, a quanto pare, loro si sentono a loro agio, come vedete dalle foto e dalle parole dell'intervista.
RispondiEliminaE anche io mi sento a mio agio nel parlavene: nove pezzi diretti, di autentico alternative-rock cantuatorale.
RispondiEliminaTra le mie preferite Come un faro voce chitarra, parole, ironia, autobiografia, e poi il piano ... e ti sembra di volare.
RispondiEliminaPoi Luce e notte fonda, gran ritmo, poesia da giovane rock italico anni zero. Belle chitarre, dilatazione a mille anche grazie ad esse.
RispondiEliminaSì, sono i due pezzi indicati pure da loro, ma è un caso (non mi ricordavo, quando ho messo online l'intervista avessero indicato proprio questi).
RispondiEliminaE già che ci sono cito anche Millenovecentonovantotto, disco che apre il cd, usato dal duo per aprire pure i concerti, e capisco il perché: punk-rock ginnico, incazzato, con cambi di ritmo e un testo ben calibrato ...
RispondiEliminaDa citare anche E partono i treni intimista poetico, elettrico e ancora una volta biografico, la biografia di una generazione ...
RispondiEliminaVa tutto bene mi piace per l'ironia e per il suo salire d'intensità ... e il brano dove troviamo il titolo dell'album.
RispondiEliminaUn album tutto da ascoltare ... parola d'Alligatore!
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