NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE punk-rock
DOVE ASCOLTARLO qui
LABEL Autoproduzione
PARTICOLARITA’ undergound
CITTA' Ravenna
Come è nato Who’s
The Monster?
Gento: Who’s the
Monster? nasce semplicemente dalla voglia di rockeggiare di 4 sbananati che
usano il punkandroll come valvola di sfogo da tutte le seghe di ogni giorno.
Guido: il concepimento
di Who’s the monster? è stato abbastanza lungo, nel senso che fin da quando
abbiamo messo in piedi la band avevamo l’idea chiara e precisa di fare un
disco, poi le prove e i concerti ci hanno portati a questo risultato, per
esempio, già dopo la seconda prova che abbiamo fatto sapevamo che l’avremmo
registrato al Duna Studio. Fin da subito avevamo le idée chiare, poi finalmente
dopo un paio di anni siamo riusciti a metterle in pratica e siamo soddisfatti
del risultato.
Perché
questo titolo? … molto Carpenter, o no?
Gento: Who’s the
Monster? perché i mostri di cui aver paura non sono quelli della filmografia o
della narrativa horror… i mostri sono le cose aberranti che ci troviamo ad
affrontare ogni giorno, le nostre paure, le ingiustizie… quindi è più un mostro
una creatura spaventosa che vive ad esempio negli abissi marini o un uomo in
carne e ossa che magari abusa del proprio potere?!?!?! Meglio un non morto o
dover convivere con la disperazione e la depressione? Da qui nasce Who’s the
monster?
Beh Carpenter è
sicuramente un riferimento, così come lo è Romero ad esempio. Il legame più
affettivo, assieme a quello col creatore degli zombies per come li concepiamo
noi, è però quello con Tod Browning e il suo Freaks…
Guido: Poco prima di
registrare il disco Gento, che scrive i testi, ci ha proposto questo titolo
motivandocelo e a tutti è piaciuto fin da subito, direi che è stata la prima ed
unica opzione.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea
iniziale alla sua realizzazione finale?
Gento:
bella
domanda, la genesi è stata lunga e travagliata… i primi brani (scritti con un
altro bassista) sono nati quasi da sè… venivamo tutti da progetti per noi molto
importanti poi finiti nel bene o nel male. C’era solo voglia di rimettersi in
carreggiata facendo la cosa che forse ci riesce più facile… rockeggiare (notare
che non ho detto la cosa che ci riesce meglio😂). Poi il cambio di
bassista, l’assestamento, qualche infortunio ed alcuni periodi non proprio
facilissimi ci hanno portato al prodotto finale che hai sentito.
Guido: i primi pezzi
sono venuti fuori facilmente, poi abbiamo passato periodi un po’ difficili, ma
alla fine siamo riusciti a chiudere il tutto nella maniera che volevamo,
diciamo che a un certo punto pur non avendo tutti i pezzi completi abbiamo
prenotato lo studio di registrazione (che per fortuna aveva un paio di mesi
d’attesa) per motivarci e fare in modo che avessimo un obiettivo e una
scadenza, io sono dell’idea che spesso bisogna avere l’acqua alla gola per
riuscire a fare lo “sprint finale”.
Qualche
episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
Gento: personalmente
quando preso dall'energia e dalla foga della registrazione delle voci, il non
essere mai soddisfatto, lo spingere sempre come un cane nel tentativo di
interpretare secondo me al meglio un brano, mi sono trovato dopo circa 7 ore di
incisioni, sovraincisioni, armonie e tentativi nuovi, a vomitare anche l’anima
nel bagno del Duna studio… uno normale probabilmente si sarebbe fermato un po’
prima… ma tant’è!
Guido: me la ricordo
sta scena, io ero in regia con il fonico e a un certo punto vediamo Gento che
si fionda in bagno senza dire niente, io subito ho pensato a un po’ di
dissenteria dal momento che in studio mangiavamo solo caramelle gommose e latte
al cioccolato, invece era solamente stress e fatica!
Episodi ce ne sono
stati tanti, col fatto che eravamo vicino a casa a registrare, spesso passavano
amici e conoscenti, tutte le sere mangiavamo giapponese d’asporto o piadine
gourmet, avrebbero potuto girare un reality in quei giorni e chiamarlo “10kg
per 10 pezzi”.
Se
questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … potrebbe esserlo?
Gento: potrebbe
esserlo… e potrebbe essere, come detto prima, il viaggio di una persona che
all'interno di un incubo, incontrando le creature più disparate, si trova a
capire cosa sia veramente il mostro… o per lo meno a mettere in dubbio tutta la
propria concezione di mostro.
Guido: Gento è uno dei
più grandi esperti di film horror/mostri che io conosca e l’altra sua grande
passione è la Juventus, diciamo che il prossimo disco potrebbe essere un
concept sulla Juventus, chi può dirlo!
C’è
qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri di Who’s The Monster? … che vi piace di più
fare live?
Gento: i pezzi a cui
voglio più bene nell'album sono Freak perché credo rappresentati al meglio
cosa sono per me i Drive Me Dead, Dear dead perché è il primo pezzo scritto
assieme e che mi ha fatto dire “vacca boia questo è quello che siamo” e Bleeding zombies perché soprattutto grazie a Guido ho capito come potevamo
sfruttare al meglio le esperienze musicali di ognuno di noi… il pezzo che mi
diverte di più live è probabilmente Zombiesdon'trun.
Però ci sono almeno
altri 2 pezzi a cui voglio molto molto bene…
Guido: anche a me piaciono molto i primi pezzi che abbiamo
composto, Dear Dead, Bleeding zombies e via dicendo, quelli che forse mi
piaciono di più da suonare sono Lemmy’s ghost e Between life and (un)death.
Come
è stato produrre da soli il disco?Come
mai questa scelta?
Gento: È stato da un
lato un lavoro impegnativo… soprattutto perché tutti lavoriamo e il tempo è già
limitato di suo.
Per fortuna abbiamo
avuto l'aiuto di Promorama e per ora ti dirò che la scelta mi piace… più
sbattimento ma mi sembra di essere tornato agli anni 90 e al diy… mi gasa.
ll perché della
scelta? Onestamente per 2 ragioni… la prima perché nessuna offerta dalle
etichette interessate è stata soddisfacente… la seconda perché ci piaceva
appunto l’idea di partire da zero…tutto nostro… tutti nostri anche i rischi…
top!
Guido: Sicuramente non
è stato e non è facile, siamo ancora nell’occhio del ciclone ed è ancora presto
per tirare le somme e fare la conta dei feriti, sicuramente stiamo imparando
molto, vedremo come andrà.
Copertina
che ricorda certi fumetti, tra l’impegno militante e il gusto pop (o pulp, o
camp … fate voi). Come è nata e chi è l’autore?
Gento: la copertina è
stata disegnata da Sergio Gerasi (che ha disegnato anche alcuni albi di
DylanDog).
La cosa più bella è
stato proprio come è nata… lui si è dimostrato subito contento dell'idea del
disco… datogli il titolo ha capito subito dove volevamo andare a parare e
taaaac… la copertina di Who’s The Monster?.
Come
presenterete dal vivo Who’s The Monster?
Gento: il release
party è stato al circolo Arci Valverde di Forlì il 3 febbraio.
Una festa con tanti amici in un locale di amici… ne seguiranno altre.
Guido: il Valverde è
un bel locale storico della nostra zona, è stato un buon inizio.
Altro
da dichiarare?
Gento: Intanto grazie
mille!
Poi che dire… GLI
ZOMBIE NON CORRONO!
Guido: Grazie, è stato
un piacere rispondere alle tue domande, sempre un grande! Il 3 febbraio uscirà
il nostro disco su tutte le piattaforme digitali più famose, se non volete
comprarlo, ascoltatevelo su SPOTIFY! Un abbraccio!
Gran bel disco, con citazioni ed esaltazioni, dal cinema horror al fumetto, come la copertina, fatta da Sergio Gerasi (tra gli altri Dylan Dog, e si vede), lascia intuire.
RispondiEliminaDieci pezzi tirati, tra citazioni filmiche e punk-rock'n'roll c'è veramente da divertirsi.
RispondiEliminaIl disco si apre con Freak, esplicito riferimento al cult assoluto di Tod Browning, horror dentro e fuori per un rock scatenato/scatenante, corale, dal gran ritmo e con chitarre gajarde ... tutto questo non ci abbandonerà più!
RispondiEliminaPensiamo a Between life and (un)death, pezzo che mi fa saltellare, torcermi e urlare fin dall'inizio, o a Bleeding zombies, dal gran ritmo, chitarre incattivite e una progressione incredibile (non a caso citato dai due nell'intervista).
RispondiElimina... e siamo solo ai primi tre pezzi. La vedo dura per la mia coda :)
RispondiEliminaBe', direi che il disco va ascoltato tutto, ma citerei pure Your worst nightmare, per il ritmo che impazza e la pura gioia ribelle punk che esce dal cantato e dalle chitarre e Zombies don't run, ironica e pogabile dal togliere il fiato ...
RispondiEliminaGran finale, entusiasmate, con la band che gira a mille e suona come un solo uomo un grande classico quale Summer of 69 di Bryan Adams...
RispondiEliminaMa come dicevo sopra, è un disco tutto da gustare dalla copertina alla cover finale ...
RispondiEliminaForti questi Drive Me Dead!
RispondiEliminaInteressantissima l'intervista. Ascolterò i loro brani.
RispondiElimina@George
RispondiEliminaGrazie per l'attenzione: hao usato il termine giusto, sono decisamente forti!
@Daniele
Grazie, fammi sapere poi cosa ne pensi, mi raccomando.
Sono molto interessanti, d'altronde già il titolo del loro lavoro mi aveva stuzzicato nonché le loro risposte alla tua intervista.
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