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sabato 3 febbraio 2018

In palude con Gli Occhi Degli Altri


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Grunge/Shoegaze/Rock
DOVE ASCOLTARLO qui
LABEL Autoproduzione
PARTICOLARITA’...
CITTA’ Lecco (LC)
DATA DI USCITA: 22 gennaio 2018


L’INTERVISTA

Come è nato Non ci annoieremo mai?


Prima di tutto ciao a tutti e grazie di averci contattato!
Per noi Non ci annoieremo mai è stata la seconda prova in studio ed ha coinciso con un momento estremamente particolare e delicato delle nostre vite.
Avevamo 6 o 7 brani completi e volevamo a tutti i costi registrare un nuovo disco che rappresentasse un passo in avanti rispetto all'istintività musicale che ha segnato il primo Di Fronte Al Lago. Per fare questo step volevamo qualcuno che ci accompagnasse in questo percorso e ci aiutasse a far crescere la qualità delle nostre canzoni. E' così che abbiamo scelto Davide Lasala (EDAC studio/Giorgieness) per curare la produzione artistica e le registrazioni di questo nuovo lavoro.
Con lui abbiamo lavorato tantissimo sui suoni (pedalini, chitarre, tamburelli) e sugli arrangiamenti, tanto che abbiamo scritto altri 4/5  brani durante la pre-produzione che poi sono stati inseriti nel disco.
Nel frattempo le nostre vite stavano cambiando: chi ha mollato l’università, chi ha iniziato a lavorare, chi si è laureato, chi si è lasciato con la tipa, chi suonava la chitarra 9 ore al giorno. Questo sicuramente ha influenzato il nostro modo di scrivere e suonare, aprendoci nuove strade come, banalmente, scrivere una ballata acustica, senza snaturare il suono della band.
(Stefano)

Perché questo titolo? … una dichiarazione d’intenti?

Il titolo  è nato molto dopo la registrazione, ma è stata una scelta coerente con quel particolare periodo in cui è stato registrato il disco.
E’ una frase inserita in una canzone chiamata Lo-FAI che penso  renda appieno quello che è il nostro spirito come persone e come gruppo, una parola d'ordine: “Abbiamo un sogno e non importa se questo si realizzerà o meno,  non ci annoieremo mai di cercare di raggiungerlo”.
In un’altra canzone diciamo “Scriviamo canzoni per non morire lentamente”, quindi diciamo di sì, questo titolo è un po’ la nostra dichiarazione dei redditi. (Stefano).

Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?

Questo disco è nato  con l'intento di prenderci  più sul serio dopo esserci resi conto che questa band è la nostra valvola di sfogo indispensabile per il nostro quieto vivere, è un ottimo antidoto  alla noia. Concretamente si sviluppa come credo molti dei dischi, da dei rif di chitarra, da delle parole scritte nel mezzo del sonno e da un'attitudine comune nel fare le cose che in primis devono piacere a noi. Incontrare Dave e Fogni dell'Edac è stata poi l'innesco della reazione chimica che ha portato a tutto il resto: ci siamo chiusi giorno e notte (letteralmente) nella nostra sala prove, organizzati per la spesa e convissuto per 4 giorni con loro. Ricordo che un amico che lavora lì vicino, dopo un po' di tempo che non ci facevamo sentire, ha scritto sul gruppo della compagnia di Whatsapp una cosa tipo: “i Goda sembrano ancora vivi, dalla loro sala si sentono ancora i rumori degli ampli”. E' stato bellissimo. (Pietro)

Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?

Personalmente ricordo le facce di Dave e Fogni dopo aver sentito i primi 20 secondi di un provino dove ho provato a cantare io e ho pure avuto il coraggio di registrarmi... la risata del quarto d'ora successivo è servita almeno ad allentare un po' di tensione, siamo gente che non fa troppa fatica a discutere, soprattutto in 'fase creativa'. In generale posso dirti che ce ne sono stati molti altri, anche più significativi. Per una band la produzione di un disco è uno dei momenti migliori perché si innescano dinamiche imprevedibili e  momenti intimi che sono complicati da raccontare; tutto questo, però, dona alle canzoni che stai creando qualcosa di davvero indelebili. In questi frangenti  ci è stata molto vicina Giorgia (Giorgieness) che ci ha aiutati a mettere a fuoco alcuni aspetti piuttosto che altri. (Pietro)

Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?

Partiamo dal presupposto che non volevamo fare un concept-album (come si fa a fare un concept album?) non avevamo un concetto o una grande verità da rivelare, avevamo delle emozioni e la voglia\ossessione di fare un disco e di farlo bene.
A 20 anni è difficile concretizzare esattamente quello che hai in testa soprattutto se le teste sono almeno 4;, quello che rimane sono le emozioni e le esperienze che condividiamo.
Non Ci Annoieremo Mai è una promessa e un messaggio a noi fra 10/20/30 anni per ricordarci chi eravamo e cosa volevamo a 20 anni. (Alessandro)

C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri di Non ci annoieremo mai? … che vi piace di più fare live?

Non so se c’è un solo pezzo che preferiamo o di cui andiamo più fieri di questo disco, abbiamo lasciato qualcosa di noi in ogni brano, a volte anche cose che avremmo voluto dimenticare . Sicuramente siamo molto legati ai 3 pezzi che costituiscono il cortometraggio, tanto che, non bastandoci  le sole canzoni,  abbiamo deciso di svilupparle in modo diverso anche dal punto di vista delle immagini attraverso una narrazione. (Alessandro)

Come è stato  produrre da soli il disco? Come mai questa scelta?

Per la produzione del disco ci siamo affidati a Davide Lasala, che abbiamo conosciuto tramite i Giorgieness, band con cui abbiamo avuto il piacere di condividere più volte il palco e che ora fanno pienamente parte della famiglia GODA. Il suo ruolo durante la produzione dei brani è stato fondamentale: ha capito fin da subito cosa volevamo comunicare con le nostre canzoni, anche se in forma embrionale e ha saputo valorizzarle senza imporsi ma, anzi, assumendo il ruolo di quinto membro del gruppo. Abbiamo preferito una produzione relativamente piccola rispetto ad altri grandi studi che ci sono in Italia perché i pezzi del disco non sono complessi e avevamo semplicemente bisogno di qualcuno che potesse mettere ordine al nostro flusso di coscienza racchiuso nelle canzoni. (Giorgio)

Copertina minimalista e nostalgica, direi in linea con il titolo dell’album, o no?... come è nata e chi è l’autore?

La copertina, come tutto il progetto grafico, è stata curata da me, Giorgio e Vanessa Tomasin (grande fotografa e punto di riferimento)  che da sempre ci segue e ci aiuta nei modi più disparati: impossibile descriverti la pazienza che alle volte ha con noi e quanto risulti indispensabile. Il concept nasce con l'intento di mostrare l'innocenza con cui l'infanzia si pone rispetto a uno sguardo esterno e quanto essa sia rappresentativa del 'non annoiarsi mai': un bambino si diverte e non capisci se sta saltando o volando (in copertina),  se ne infischia del mondo circostante; se volti il disco scopri che in realtà sta sopra le grate di una metropolitana e sta giocando con l'aria che esce da essa; il gioco lo coinvolge al punto che è lui a far scomparire il mondo e potrebbe restare lì all'infinito; se apri il booklet vedi che il gioco è la scusa per voltarsi dalla parte opposta a dove guardano tutti, è il suo modo di concentrarsi  su qualcos’altro che non sia ciò che guardano gli occhi degli altri. La scelta cromatica serve sì a valorizzarne una componente nostalgica, mi fa piacere che tu lo abbia colto. (Pietro)

Come presenterete dal vivo Non ci annoieremo mai?

Dal vivo suoneremo tutte le 10 tracce del disco in modo fedele alle registrazioni tranne che
in qualche pezzo, dove abbiamo voluto espandere  qualche strumentale per fare emergere
un po’ il nostro lato più rumoroso e shoegaze e i nostri suoni più malinconici laghe’
(synth/drum machines).Lo porteremo in giro anche in acustico e in un’altra veste ibrida che mischia alcuni strumenti acustici ed elettronici, saremo sempre noi 4.
Aspettatevi davvero tanta energia perché abbiamo il fuoco nelle mani, abbiamo davvero
voglia di mangiare il palco. (Stefano)

Altro da dichiarare?

Ritorniamo all'aspetto della produzione: le canzoni del disco sono state scritte ed arrangiate tenendo sempre in mente che sarebbero poi state suonate dal vivo da noi quattro. Sebbene in studio con Davide e Andrea ci siamo trovati benissimo l'ambito che  preferiamo è sempre quello dei live, dove possiamo dire fino in fondo quello che sul cd abbiamo solo fotografato.
(Giorgio)

9 commenti:

  1. Un vero piacere ospitare in palude questo giovane gruppo dal nome lungo e strano, ma bello, e che si può riassumere in un acronimo simpatico: GODA.

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  2. Sono Gli Occhi Degli Altri, band di Lecco al secondo disco.

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  3. Malinconici come solo noi uomini d'acqua dolce sappiamo essere, hanno fatto un gran bel disco, intimista ma forte (del resto non è che una cosa non vada d'accordo con l'altra, o no?).

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  4. Dieci pezzi parlati, stile Offlaga Disco Pax per intenderci, a partire da La stanza pezzo poetico e intrinsecamente politico per finire con Lo Fai, autentico indie-rock con dentro i versi che hanno dato il titolo al disco.

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  5. In mezzo un disco tutto da ascoltare, con la distorta Deepinto, suggestiva e riflessiva, la bella Manchester con chitarrina languida e un testo da mandare a memoria, la malinconica Piove dentro che sembra un classico dell'alternative-rock fin dal primo ascolto.

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  6. Ma il pezzo che più mi ha conquistato è Alieni.

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  7. Gran vibra questo pezzo, gran battito, gran malessere. Cantato con convinzione può diventare benissimo un mantra generazionale: non senti che... non senti che ... qualcosa non va!

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  8. Che aggiungere? ... ascoltate Gli Occhi Degli Altri.

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  9. Anzi, ascoltiamo i GODA, Non ci annoieremo mai.

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