NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE
piano-punk
DOVE ASCOLTARLO qui
LABEL
Brutture
Moderne
PARTICOLARITA’
Si parla di
sesso, droga e motori
CITTA
non città, ma la provincia
(romagnola)
DATA DI USCITA
L’INTERVISTA
Come è nato Nafta?
Volevo dare un’idea precisa del
mio approccio alla canzone, senza mezze misure, raccogliendo una serie di
personaggi che sostenessero questo approccio che vado chiamando “pianopunk”,
che ne sostenessero lo spirito.
Perché questo titolo?
Tutto il disco ha un’ambientazione ben precisa, un paesaggio sonoro
profondamente provinciale. I suoni e le stesure testuali, se avessero un odore,
sarebbe quello della nafta agricola, che, come si sa, è il carburante dei
trattori. Mi è sembrato giusto chiamarlo così.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea
iniziale alla sua realizzazione finale?
Io e Franco Naddei, abbiamo deciso di scartare molto materiale, proprio
perché volevamo un lavoro compatto, volevamo che ci fosse un filo conduttore.
Con il passare dei mesi abbiamo maturato la convinzione che fosse coerente
registrare tutto dal vivo, limitando il più possibile la post-produzione,
trattando le cosiddette imperfezioni come qualcosa di prezioso, da preservare,
da coltivare.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria
durante la lavorazione del disco?
Tutti i pranzi.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa
sarebbe? … tolgo il fosse?
Non amo particolarmente la parola “concept” che risulta sempre un poco
altisonante, senz’altro è un’omaggio alla santissima trinità: Sesso, Droga e
Motori.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo
del quale vai più fiero dell’intero album? … che ti piace di più fare live?
Direi che il legame più emotivo potrebbe essere con Il Diavolo marrone, ma dipende
dai giorni. Nel live sono legato al pubblico. Se sento che sta pasando un buon
momento del suo tempo libero, mi vanno bene tutte, quel che preferisco io non
conta nulla.
Come è stato a
livello produttivo fare il cd? Da chi gli apporti più importanti? Francobeat,
Brutture Moderne …
FrancoBeat è stato senz’altro di
un’importanza straordinaria. Ha avuto intuizioni geniali, soprattutto sulla
posizione dei fiati. Credo che ogni emergente italiano dovrebbe per legge
passare dal suo studio a farsi molestare le composizioni.
Copertina fuori dal tempo e dallo spazio, o, per
dirla alla moda, vintage ... Chi l’ha pensata così e perché?
E’ nata un po’ per caso. Stavamo cercando qualcosa che riflettesse l’estetica
proviciale che avevo descritto. Così sono andato al circolo San Giuseppe
Operaio e ho chiesto a Vito, il saldatore di Predappio, se conosceva qualcuno
che avesse un vecchio casco. Mi hanno portato un AGV modello ultimo mondiale vinto da Giacomo
Agostini e l’ho preso come un segno del destino.
Come presenti dal vivo questo album?
Così, come l’abbiamo inciso
Altro
da dichiarare?
Si rivolga al mio avvocato, si chiama Elia De Caro.
Nafta è un disco ruspante, buono per vivacizzare una notte di gennaio ... per questo è un piacere ospitare in palude Giacomo Toni, ora, qui.
RispondiEliminaNafta è contraddistinto da nove pezzi facili, nel vero senso del termine, dall'iniziale Lo strano ironico e disincantato con Toni al piano per far capire subito cosa si intende con il termine piano-punk, al finale Inchiodato al bar, dove il cerchio si chiude.
RispondiEliminaIn mezzo, tra le mie preferite, anzi, la mia preferita, A nessuno punk-rock demenziale, voce/chitarra con gran ritmo e grande intensità.
RispondiEliminaMa potrei dire che è la mia preferita anche Ho perso la testa scatenato/scatenante voce piano molto buscaglione.
RispondiEliminaAltro pezzo sulla stessa lunghezza d'onda è Codone lo sbirro: senza tempo, con gran vibra e sarcasmo a piene mani ...
RispondiEliminaMa tutto Nafta incendia ... senti la velocità e l'urgenza di dire le cose, tra pianoforti, sax, tromboni.
RispondiEliminaUn disco originale, che va tutto ascoltato, lasciandosi prendere dal ritmo, dai nonsense, dalla provincia ...
RispondiEliminaAscoltate Giacomo Toni, e poi ditemi.
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