A volte certi film ti capitano all'improvviso, come questo The
Place. Volevamo vedere La ragazza nella nebbia, ma in quel cinema
dove lo davano non lo davano più. E allora c'era questo di Paolo
Genovese, quello del meritato successo di Perfetti sconosciuti. Di
The Place sapevo vagamente che era tratto da una serie televisiva
americana, c'era Mastandrea tra i protagonisti, era costituto da un
intreccio strano, a molti era sembrato un film interessante, anche
se non riuscito, altri pensavano fosse una commedia come il film
precedente ... in verità, con il film precedente ha l'originalità
della trama, il mettere i piedi nel piatto del presente, senza voler
fare un documentario, ma una storia interessante, volando alto.
Realismo magico.
Realismo magico.
L'intreccio è tanto semplice quanto affascinante: in un locale
moderno, un tizio serio, con la barba rossiccia, riceve ogni giorno persone
con problemi, desideri, sogni da realizzare. Cose banali o
complicate come diventare più bella, rivedere il figlio, ritrovare
il vecchio marito perso nell'alzheimer, fare l'amore con la miss del
calendario della propria officina, ritrovare la fede persa da parte
di una suora, ritrovare la vista, vedere guarire il figlio affetto
da un male incurabile ... cose così, per niente semplici, ma che
quell'uomo barbuto sembra riuscire a realizzare. Legge su di una
vecchia agenda, scrive, prende appunti, e poi, in cambio della
realizzazione del desiderio dice una cosa che questi uomini devono
fare, se vogliono veramente che il sogno si avveri.
Vuoi guarire il
figlio? Uccidi una bambina. Vuoi il marito guarito dall'alzheimer?
Fai scoppiare una bomba in un locale affollato provocando una
strage. Vuoi ritrovare la vista? Violenta una donna. Tu suorina,
vuoi
ritrovare la fede? Fatti mettere incinta. Vuoi ritrovare l'amore del
tuo uomo? Fai litigare la coppia dei vicini di casa ... Quando
l'impassibile barbuto dice queste cose, i desideranti inorridiscono, gli
danno del mostro, dell'assassinio, del diavolo ... ma alla fine,
accettano quasi tutti la prova.
Ho raccontato la trama, perché la trama è parte importante di questo
film, mai così fondamentale. Un film molto parlato, girato quasi
tutto nello stesso posto, quel bar dove l'uomo senza nome "lavora",
dove mangia, vive le sue giornate, e, a quanto pare, dorme ... altra
cosa degna di nota, sono i volti, gli attori scelti dal regista per
interpretare questi personaggi. Innanzitutto un Valerio
Mastandrea in splendida forma. Attore versatile, ironico, attore della mia generazione
(è nato circa un mese prima di me), qui è nel ruolo della sua vita.
Mai così in parte, un film che sembra scritto sulla sua faccia
stanca e annoiata. Ma non è il solo ad avere
fatto il film della sua vita. Anche la Ferilli. Sì, Sabrina Ferilli,
il suo è un ruolo apparentemente piccolo, quasi un cameo, ma alla
fine si rivela qualcosa di più. Anche lei perfetta nella parte di
Angela, la cameriera. Che dire poi di Rocco Papaleo? Meccanico con
il sogno di andare a letto con la miss appesa nel poster della sua
officina. Della Rohrwacher, Alba?... è lei ovviamente la suorina
alla ricerca della fede. Banale? Troppo facile? Potrei citare tutti
gli altri attori, bravissimi, ma servirebbe solo a confermare che
anche qui Paolo
Genovese ha scelto bene.
Troppo meccanico, troppo facile, troppo banale ... ho sentito in giro così definire The Place. A questi rispondo: la vita è meccanica, banale, gli esseri umani in fondo sono tutti uguali, anche se diversi, tutti prevedibili, anche se originali ... il film vola alto, si possono aprire molti discorsi filosofici, o anche più terra terra. A me è venuto in mente il discorso sulla classe politica, criticata, quasi sempre giustamente, ma criticata anche da chi l'ha votata, incapace di capire i propri errori. Il diavolo, pardon, l'uomo interpretato da Mastandrea, chiede sempre ai suoi clienti se si vogliono fermare, se si vogliono tirare indietro. Lo possono fare in qualsiasi momento, a loro spetta la scelta, libero arbitrio ... ovviamente, un libero arbitrio limitato da quello degli altri. A volte lo fanno, altre volte cercano di imbrogliare le carte (a chi vuoi farla? al diavolo?), ma spesso tirano diritto.
L'ingordigia
umana, la voglia di avere, l'incapacità a rinunciare ... si potrebbe
scrivere un trattato, fare un dibattito come una volta, alla fine del
film. Il bello poi, è che li possiamo fare con un a pellicola di
cassetta (a quanto leggo The Place, come Perfetti sconosciuti, è
molto visto al cinema, ha ottimi incassi ...), di un regista non
considerato ancora autore con la A maiuscola. Ma credo importi poco
a chi ama il cinema. Per quanti anni il grande Mario Monicelli è
stato definito un regista commerciale? Quando ha avuto la corona di
autore? Molto tardi. Ma non voglio e posso paragonare Paolo
Genovese a lui; le epoche sono diverse, le Italie
sono diverse, ma c'è una certa forza nell'interpretare il presente,
tirare fuori la cattiveria, girare con dei copioni ben scritti,
delle prospettive non banali, mischiare l'alto con il basso, avere
degli attori più o meno noti, più o meno belli, più o meno sempre quelli (Marco
Giallini, la Rohrwacher, la Puccini, Vinicio Marchioni ...).
Un film che devo guardare.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Genovese sa scegliere bene gli attori, oltre a saperli dirigere e soprattutto gli va dato il merito di aver voltato pagina e di non aver cavalcato l'onda del successo della commedia precedente.
RispondiEliminaDalla trama sembra molto interessante, e poi noi adoriamo Mastandrea dai tempi di In barca a vela contromano :)
RispondiEliminaTe tu mi hai fatto venire la voglia di vederlo
RispondiElimina@Cavaliere Oscuro del Web
RispondiEliminaAssolutamente, assolutamente ...
@Lucien
Mi sembra un ottimo regista,con delle idee in testa e sì, gli attori scelti per questo film erano perfetti ognuno per la sua parte. E pure nel precedente, dal quale si stacca, certo, facendo un film diverso, ma altrettanto originale, se non di più ...
@Fperale
Sì, trama molto interessante, svolta in maniera impeccabile, Mastandrea nel ruolo della sua vita.
@Amanda
... e allora vola al cinema.
più se ne parla più sento gente che ne è rimasta entusiasta ... bene!! :-)
RispondiEliminaSì, film popolare e di qualità! Si può! :)
RispondiEliminaDovevo scegliere tra vedere L'Insulto o The Place.
RispondiEliminaHo scelto L'Insulto ma, dopo questa rece, andrò a cercarlo in un cinema d'essai.
Grazie.
P.S. L'Insulto è un film da non perdere
Fidati Berica, quest'anno il cinema italico merita ... é la rivelazione dell'anno. Quanto a "L'insulto", sì, me lo segno.
RispondiEliminaDi solito mi piacciono i film di Genovese, ammetto che su questo avevo delle remore e quindi non sono andato a vederlo ma aspetto che arrivi su sky per giudicarlo.
RispondiEliminaRemore, perché mai? Se qualcuno scrive male di questo film o é in malafede oppure non ha visto il film .... fidati, vila al cinema che per il cielo c 'é tempo.
RispondiEliminabeh, la ragazza nella nebbia non era male, ora cercherò questo
RispondiElimina@Almerighi
RispondiEliminaSì, de La ragazza nella nebbia ne ho sentito parlare bene ... lo recuperemo quanto prima, tu cerca questo, come avrai capito, lo consiglio spassionatamente.