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venerdì 8 dicembre 2017

In palude con Massimo Donno


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE: songwriting - folk
DOVE ASCOLTARLO su spotify, youtube
LABEL Squilibri Editore/Visage Music
PARTICOLARITA’ Scopritele voi!
CITTA’ Corigliano d’Otranto (LE)
DATA DI USCITA Giugno 2017

L’INTERVISTA
Come è nato Viva il re!?
Sin da piccolo sono stato sempre affascinato dalle bande. Vivo in Salento e qui esiste (e resiste) ancora una forte tradizione legata al mondo delle bande. Il giorno più bello dell’estate, ma forse in generale di tutto l’anno, era per me la festa patronale di San Nicola, ad agosto. In quel giorno, tra milioni di lucine, la cassarmonica esplodeva di musica e gioia. Negli anni ho coltivato questa passione, questa buona speranza che, al momento giusto, una volta conosciuti i ragazzi della banda, è stata canalizzata verso un vero e proprio lavoro discografico. Un bravissimo maestro concertatore come Emanuele Coluccia ed un solista come Gabriele Mirabassi hanno fatto il resto!
Perché questo titolo? … è anche il pezzo che apre il disco.
Viva il Re! è uno dei due brani inediti dell’album. Apre il disco e in qualche modo ne rappresenta l’anima. È un esplicito riferimento al brano di Dario Fo Ho visto un Re, canzone con la quale l’attore si faceva beffa della finta e relativa povertà dei ricchi. In questo caso, ricchezza e povertà, bellezza e bruttezza, e tutte le altre dicotomie possibili sono diventate mero argomento di chiacchiera sui social. È cambiato il senso del termine condivisione, amicizia, come è cambiato il modo di approcciarsi alle notizie, alla musica, alla politica. Siamo così potenzialmente informati che ci dedichiamo di più al mezzo che al contenuto delle informazioni. E tutto ciò, mi viene da pensare, rende felice il Re, che ci vuole così, distratti e felici di condividere le nostre camere da pranzo, le nostre vite private, la nostra superficie.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Fare questo disco è stato divertente e faticoso. È cosi diverso rispetto ai miei due album precedenti che ogni prova diventava per me una festa, uno stupore continuo. Ero abituato a sentire i miei brani in una chiave folk, acustica, con un quartetto e vari ospiti. Dal primo giorno di prove, invece, ho sentito i miei brani interpretati da venti elementi di banda: è stato un pugno nello stomaco sentire i brani scritti da me con un vestito bandistico ed un sapore che è quello del passato, della cassarmonica e delle luminarie del paese. Il tutto è stato pensato, inizialmente, per un live. Soltanto dopo, ho maturato insieme all’arrangiatore Emanuele Coluccia, l’ipotesi di registrare tutto e farne un cd. Il disco contiene nove tracce, di cui sette facenti parte dei miei primi due album (Amore e Marchette del 2013 e Partenze del 2015, con Riccardo Tesi) e due brani inediti, Viva il Re! e Roma-F.Fellini cantata con Lucilla Galeazzi. Appena data per certa la realizzazione del cd, ho contattato Gabriele Mirabassi, con cui aveva già registrato un brano per un altro progetto. Lui ha da subito dimostrato entusiasmo per il progetto e tutto è andato abbastanza liscio, tra prove, registrazioni, missaggio e una parallela ricerca sulle bande in Salento, ricerca che è servita a scrivere un booklet di oltre 70 pagine!
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
La lavorazione del disco si è spesso rivelata essere una occasione di convivio, di condivisione vera, di scambio e arricchimento reciproco: il lavoro del cantautore ed il lavoro di bandista sono distanti anni luce e vederli coniugare è stato divertente, emozionante e non sempre semplice. La cosa che mi ha stupito è stato intervistare diverse persone che hanno fatto parte di ensemble bandistici negli anni ’50 e accorgermi che, rispetto ai racconti di bandisti nel 2017, le differenze non sono poi tante. C’è un profilo umano e professionale che resta invariato, un modo di concepire la musica e lo stare insieme, il senso del sacrificio per un qualcosa che è più grande del singolo interesse. E non è facile, perché non è un momento di particolare salute per gli ensemble bandistici, soprattutto rispetto a dieci anni fa, in cui c’era molta più attenzione e rispetto, più ascolto e curiosità verso questo mondo complesso ma divertente e necessario.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Nel mio precedente album (Partenze – Visage Music 2015) il filo rosso che legava i brani era più esplicito, più evidente ed era il viaggio, la partenza, l’emigrazione. In questo ultimo disco non è così evidente ma, gioco-forza, esiste un legame tra i brani, forse non sufficiente per far parlare di concept, ma pur sempre riscontrabile. Ho scelto i brani che per me sono dei punti fermi, musicalmente ed ideologicamente. Sono nove isole, alcune arcipelago, altre molto distanti ma pur sempre a mollo nello stesso mare.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero di Viva il re!? … che ti piace di più fare live?
C’è un brano scritto nel 2013 ma rimasto fuori dal disco Partenze. Si chiama Roma-F.Fellini. Ho vissuto a Roma per tre anni, tanti anni fa. Me ne andai, sconfitto, dalla grandezza e dalla maestosità di una città meravigliosa ma, per me, difficile da capire e da vivere. Dopo un po’ di anni, folgorato dalla visione del capolavoro di Federico Fellini rilessi la mia parentesi romana e presi consapevolezza di quanto un amore possa evolversi, anche quando pensiamo che sia finito. Ecco, Roma è una canzone che amo fare dal vivo, che amo ascoltare nel disco, accarezzato dalla voce di quella splendida donna che risponde al nome di Lucilla Galeazzi, dal clarinetto di Gabriele Mirabassi che ha saputo parlare di Roma con le sue note, con l’intensità di immagini nude e crude, grazie anche all’arrangiamento di Emanuele Coluccia che ha colto appieno il senso di questa narrazione.
A produrre il cd Squi[libri] e VisAge Music. Come vi siete incontrati e come avete lavorato insieme con queste due belle realtà?
Conosco Claudio Carboni di Visage Music da tanti anni, da quando iniziai a seguire i (numerosi!) concerti di Riccardo Tesi e Banditaliana. Lavorando al disco Partenze venne quasi naturale affidarmi alla sua professionalità e alla famiglia Visage Music. Per questo motivo è stato altrettanto naturale proporgli di lavorare sul disco Viva il Re! Nel frattempo, l’ipotesi booklet si è trasformata in un vero e proprio libretto che va a corredo delle canzoni, arricchito dal materiale fotografico di un grande artista dell’immagine che è Daniele Coricciati. In questa fase arriva il coinvolgimento di Mimmo Ferraro di Squi[libri]. Si può parlare decisamente di una reciproca proposta per un reciproco piacere. E sono sempre più convinto di aver fatto la cosa giusta. Squ[ilibri] e Visage sono due realtà importanti e coraggiose, che investono sui progetti con professionalità, coraggio e con  una sana dose di follia!
Copertina mitica, in mezzo ad un campo con la banda … e dietro altrettanti miti. Come è nata e chi l’ha fatta e/o pensata così?
L’idea grafica è di Daniele Coricciati, già grafico di Partenze e compagno di avventure eno-gastronomiche in casa Donno. Quest’anno ricorre il cinquantennale dell’uscita di quel capolavoro che è Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, del gruppo che per me rappresenta un avvicinamento ad un mondo musicale che fino ad allora ignoravo: avevo circa dieci anni quando ho iniziato ad ascoltare i Beatles. Poi credo che per il tipo di progetto sia fondamentale un’immagine così, visto che i nomi coinvolti in questo lavoro sono davvero tanti ed era giusto non solo menzionarli, ma farli anche vedere!
Come presenti dal vivo Viva il re!?
Viva il Re! non è un disco semplice da portare in giro. Abbiamo avuto delle ottime occasioni di suonare in festival e contesti che hanno potuto sostenere un ensemble di venti elementi ed è sempre stato divertente. Attualmente stiamo lavorando anche all’idea di ridurre l’organico a dieci elementi in modo che si possa viaggiare più facilmente, senza tuttavia rinunciare all’impianto bandistico. Di questi tempi è necessario doversi organizzare in modo da rendere sostenibile un progetto così articolato. L’altra strada che sto percorrendo è quella di “poggiarmi” a ensemble bandistici territoriali, disseminati in tutta Italia. Questo per me rappresenterebbe un elemento di arricchimento, con persone nuove e nuovi modi interpretare la banda. Resta in ogni caso un live da ascolto ma altrettanto anche molto dinamico e divertente.
Altro da dichiarare?
Dichiaro riconoscenza totale a chi ha accolto questa idea, dall’arrangiatore, ai solisti, dai musicisti ai sostenitori che hanno contribuito al crowdfunding. Il disco vede la coproduzione dell’Istituto Carpitella di Melpignano (LE), delle Cantine Duca Guarini di Scorrano (LE) e di tante altre persone meravigliose che credono che se esiste un passato della banda, debba esistere anche un presente dignitoso ed un futuro raggiante. Proprio perché la Banda fa parte di un percorso che è stato necessario nella divulgazione delle opere al popolo che non poteva permettersi di andare a teatro, la banda ore può farsi portavoce di nuovi messaggi, di nuove storie da scrivere e da raccontare. E un grazie anche a voi, che date spazio al racconto di questo viaggio!

8 commenti:

  1. Un vero piacere avere in palude Massimo Donno, con la sua musica d'autore, e come vedete dall'immagine di copertina una Banda alle spalle ... e che Banda, la Banda de Lu Mbroia.

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  2. Nove pezzi, che sono una vera festa in questo Viva il re! pezzo che apre il disco facendo capire subito la sua direzione: gran fiati, testi da cantautore classico (e anche la voce), tra Capossela e Paolo Conte. Un bel modo di iniziare.

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  3. E il pezzo seguente Roma (F.Fellini) è un altrettanto maestoso (anzi di più), cantato a due voci, maschile/femminile (è Lucilla Galeazzi quella femminile), con la Banda nel suo massimo splendore, un testo suggestivo che omaggia la città eterna con i suoi personaggi ... da mandare a memoria.

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  4. Suggestioni cinematografiche presenti anche in La grande abbuffata in due atti con in mezzo Amore e marchette pezzo senza tempo con un intro di clarinetto che non scordi.

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  5. Clarinetti protagonisti pure in Il mio compleanno filastrocca folk-rock cantautorale boccaccesca e ironica (auto).

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  6. Un disco tutto da ascoltare, fino al romantico voce/chitarra Il mio matrimonio e al finale, ironico e contiano De profundis ...

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  7. Gran bel lavoro musicale e gran libretto interno a parlare di bande musicali di ieri e di oggi e non solo ... con la consueta cura dei dischi/libri sfornati di Squi[libri] qui in coppia con Visage Music, un bel lavoro curatissimo.

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  8. Provate ad ascoltarlo e ditemi che ne pensate.

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