NOTE
SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE:
rock cantautore blues
DOVE
ASCOLTARLO in tutti gli store digitali, a partire da qui
LABEL:
La Dura Madre Dischi – Dimora Records – Khalisa Dischi
PARTICOLARITA’
: scritto suonato registrato e prodotto da Luciano Panama
CITTA’
Messina
DATA
DI USCITA 20 ottobre 2017
Come
è nato Piramidi?
Piramidi
è nato dopo un esperienza più che decennale con Entourage,
il mio progetto-band precedente con cui ho pubblicato diversi album
ed ep. E’ frutto di due anni di lavoro in cui ho suonato scritto
registrato e prodotto tutto da solo nel mio studio in Sicilia.
Immaginare, scrivere e pubblicare degli album per me è diventata
un’esigenza per sopravvivere, non credo di poterne fare a meno.
Perché questo
titolo? … non è il titolo di nessun pezzo del disco.
Il
titolo nasce dopo aver scritto il disco, cercavo qualcosa che
riassumesse al meglio il suo contenuto, poi ho anche trovato la
copertina giusta. Le Piramidi sono strutture che mi hanno sempre
affascinato, sono dei templi, hanno un significato sia architettonico
che spirituale molto importante, sanno di storia dell’umanità,
sanno di vita vissuta. Ecco credo che il disco parli di tutto ciò.
Come è stata la
genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Tutto
scorre in maniera abbastanza naturale, le canzoni vengono suonando ed
io più o meno suono e scrivo tutti i giorni. Avendo creato uno
studio tutto mio, dove posso lavorare a qualsiasi ora, ho iniziato
pian piano a fare i provini di tanti pezzi, poi ne ho scelto e
concluso otto che secondo me completavano al meglio quest’album.
Ho suonato le batterie e il basso, poi tutto il resto. Il mio
istinto, le mie emozioni mi hanno guidato sino alla conclusione.
Qualche episodio
che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
Il
contrabbasso. Ho acquistato questo strumento a novembre del 2016.
Studio al conservatorio proprio da quella data. Io sono autodidatta
su ogni strumento e anche dal punto di vista della produzione, fonica
e ingegneria del suono. Da diversi anni ho avuto l’esigenza di
approfondire la musica classica e studiare uno strumento in modo
accademico. Nel brano finale del disco, Messina
Guerra e Amore,
volevo trovare qualcosa che caratterizzasse il pezzo come nessuno dei
precedenti e, avendo instaurato un buon feeling con il contrabbasso,
è stato naturale scrivere un arrangiamento sia con l’arco che con
le dita che completasse al meglio il pezzo ma anche l’album!
Se questo cd
fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Potrebbe
esssere considerato un concept, ma non lo è, almeno io non ho
iniziato e concluso l’album pensando di scrivere un concept, però
e vero che, anche se ho cercato di variare nella produzione dei brani
e dei suoni il più possibile, c’è un filo conduttore dal punto di
vista musicale, dell’arrangiamento, delle strutture,
dell’attitudine nel progettare una canzone e quindi un disco. Dal
punto di vista testuale il disco parla di più argomenti. Quelli che
in questo momento della mia vita mi toccano di più potrei
riassumerli così: il senso della città in cui si vive, il senso del
rock’n’roll ed il suo cambiamento nel tempo, il senso dell’uomo
su questa terra, i suoi valori spirituali, i suoi obbiettivi
materiali, la sua evoluzione.
C’è
qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero
di Piramidi?
… che ti piace di più fare live?
Non
c’è un pezzo che preferisco. Amo Piramidi
nel suo insieme. Nei live dipende dalle situazioni e dalle mie
sensazioni, spesso creo una scaletta in base al luogo. Mi piace
suonarli tutti, sino ad ora non mi annoio, anzi essendo abbastanza
varie le sonorità cerco di toccare più aspetti del mio sound. Nel
live
solo
con chitarra piano e voce creo un tipo di scaletta, con la band ne
scelgo un’altra, perché nonostante le canzoni siano le medesime i
concerti sono diversi! Resta sicuramente solo una cosa: voglio
portare in giro un modo di vivere, un modo di pensare e di affrontare
le situazioni e non solo le canzoni.
A
produrre il disco La Dura Madre Dischi, Dimora Records, Khalisa
Dischi. Come vi siete incontrati e come avete lavorato insieme?
La
Dura
Madre Dischi è un
mio esperimento di produzione e pubblicazione di dischi, spero che
nel tempo prenda sempre più forma. Con Andrea Liuzza, uno dei
responsabili di Dimora
Records, ci siamo
conosciuti a Venezia qualche anno fa in occasione di alcuni concerti
e di una mia session nei canali su una gondola (Indiemood
session); con lui è
nata una buona amicizia basata su stima reciproca, ha anche
realizzato insieme ad Alberto Nemo, l’altro responsabile di Dimora,
il primo videoclip estratto da Piramidi
cioè Le Ossa.
L’incontro con Khalisa
Dischi è avvenuto
durante uno dei miei viaggi a Bologna. Attraverso Ugo Cappadonia, uno
dei miei amici musicisti che vive lì, ho conosciuto Ciccio Gallea e
Luca Macaluso di Khalisa
Dischi. Insieme
abbiamo ascoltato Piramidi
e si è deciso di collaborare alla realizzazione del vinile.
Copertina
come una cartolina, come una locandina di film (Wall
Street
di Oliver Stone, ad esempio): pulita, colorata, con l’azzurro a
dominare. Come è nata e chi l’ha fatta e/o pensata così?
Dopo
aver scelto il titolo Piramidi
cercavo la copertina giusta, un’immagine capace di portarmi sin da
subito dentro il disco. Tanti mesi di ricerca e poi una mattina mi è
venuta in mente un’immagine della città di Panama. Da lì è
partito il mio progetto grafico - quell’idea aveva tutto il disco
dentro - e con l’aiuto di Giuseppe Scionti, che si è occupato
tecnicamente di realizzarlo, dopo vari tentativi siamo riusciti a
creare quell’immagine. E’ stato un lavoro lungo ma ne è valsa la
pena.
Come
presenti dal vivo Piramidi?
In
questa prima fase ho deciso di girare con un live
solo
con chitarra piano e voce, a cui vorrei nel tempo aggiungere anche
una parte con il contrabbasso, e quindi inserire dei miei esperimenti
di musica classica. Comunque spero presto di poter fare dei concerti
anche con una band al completo, probabilmente lì Piramidi
troverà la giusta forma espressiva. Ma ribadisco che voglio portare
in giro un modo di vivere, un modo di pensare e di affrontare le
situazioni e non solo delle canzoni, un concerto o uno show!
Altro da
dichiarare?
È un piacere avere in palude Luciano Panama, a presentare questo suo esordio solista, Piramidi.
RispondiEliminaUn disco di rock-blues cantautorale, diretto e personale, cantato (in italiano) e suonato quasi tutto da lui, che l’ha registrato nel suo studio in Sicilia.
RispondiEliminaOtto intense tracce, intimiste, che parlano d’amore, parlano al cuore, con stile da cantautore classico, ma moderno.
RispondiEliminaPensiamo a Le ossa, che apre il disco con ritmo, lentezza quasi shoegaze, un testo semplice.
RispondiEliminaPensiamo ai momenti più blues, tipo la soave Ti solleverò, riflessiva e rilassata o Gente del presente con giochetti sia nel cantato, sia nei suoni e il piano-rhodes a fare magie.
RispondiEliminaIl disco sale d’intensità, sale come i palazzoni delle copertina, come le piramidi del titolo, sferrando sempre più gioiosi fendenti, come in Hey My (all’imporvviso), rock-blues dal gran ritmo per una meta-canzone sulla musica del diavolo arricchita da una tromba insidiosa, e Messina guerra e amore.
RispondiEliminaCon questo pezzo chiude bene l’album, con chitarre soffici e decise, un gran sfavillio di archi per una canzone intima, dedicata alla sua città.
RispondiEliminaBel disco decisamente personale, ben curato e con una certa anima.
RispondiEliminaSembra un artista interessante, intelligente e musicalmente preparato. Cercherò di trovare qualche suo brano per farmi un'idea più precisa
RispondiEliminaVai Daniele, vedrai che ti piacerà! ... e dici bene: artista interessante, intelligente e musicalmente preparato
RispondiElimina