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mercoledì 13 dicembre 2017

In palude con Luciano Panama

NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE: rock cantautore blues
DOVE ASCOLTARLO in tutti gli store digitali, a partire da qui
LABEL: La Dura Madre Dischi – Dimora Records – Khalisa Dischi
PARTICOLARITA’ : scritto suonato registrato e prodotto da Luciano Panama 
FB
CITTA’ Messina
DATA DI USCITA 20 ottobre 2017

L’INTERVISTA
Come è nato Piramidi?
Piramidi è nato dopo un esperienza più che decennale con Entourage, il mio progetto-band precedente con cui ho pubblicato diversi album ed ep. E’ frutto di due anni di lavoro in cui ho suonato scritto registrato e prodotto tutto da solo nel mio studio in Sicilia. Immaginare, scrivere e pubblicare degli album per me è diventata un’esigenza per sopravvivere, non credo di poterne fare a meno.
Perché questo titolo? … non è il titolo di nessun pezzo del disco.
Il titolo nasce dopo aver scritto il disco, cercavo qualcosa che riassumesse al meglio il suo contenuto, poi ho anche trovato la copertina giusta. Le Piramidi sono strutture che mi hanno sempre affascinato, sono dei templi, hanno un significato sia architettonico che spirituale molto importante, sanno di storia dell’umanità, sanno di vita vissuta. Ecco credo che il disco parli di tutto ciò.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Tutto scorre in maniera abbastanza naturale, le canzoni vengono suonando ed io più o meno suono e scrivo tutti i giorni. Avendo creato uno studio tutto mio, dove posso lavorare a qualsiasi ora, ho iniziato pian piano a fare i provini di tanti pezzi, poi ne ho scelto e concluso otto che secondo me completavano al meglio quest’album. Ho suonato le batterie e il basso, poi tutto il resto. Il mio istinto, le mie emozioni mi hanno guidato sino alla conclusione.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
Il contrabbasso. Ho acquistato questo strumento a novembre del 2016. Studio al conservatorio proprio da quella data. Io sono autodidatta su ogni strumento e anche dal punto di vista della produzione, fonica e ingegneria del suono. Da diversi anni ho avuto l’esigenza di approfondire la musica classica e studiare uno strumento in modo accademico. Nel brano finale del disco, Messina Guerra e Amore, volevo trovare qualcosa che caratterizzasse il pezzo come nessuno dei precedenti e, avendo instaurato un buon feeling con il contrabbasso, è stato naturale scrivere un arrangiamento sia con l’arco che con le dita che completasse al meglio il pezzo ma anche l’album!
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Potrebbe esssere considerato un concept, ma non lo è, almeno io non ho iniziato e concluso l’album pensando di scrivere un concept, però e vero che, anche se ho cercato di variare nella produzione dei brani e dei suoni il più possibile, c’è un filo conduttore dal punto di vista musicale, dell’arrangiamento, delle strutture, dell’attitudine nel progettare una canzone e quindi un disco. Dal punto di vista testuale il disco parla di più argomenti. Quelli che in questo momento della mia vita mi toccano di più potrei riassumerli così: il senso della città in cui si vive, il senso del rock’n’roll ed il suo cambiamento nel tempo, il senso dell’uomo su questa terra, i suoi valori spirituali, i suoi obbiettivi materiali, la sua evoluzione.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero di Piramidi? … che ti piace di più fare live?
Non c’è un pezzo che preferisco. Amo Piramidi nel suo insieme. Nei live dipende dalle situazioni e dalle mie sensazioni, spesso creo una scaletta in base al luogo. Mi piace suonarli tutti, sino ad ora non mi annoio, anzi essendo abbastanza varie le sonorità cerco di toccare più aspetti del mio sound. Nel live solo con chitarra piano e voce creo un tipo di scaletta, con la band ne scelgo un’altra, perché nonostante le canzoni siano le medesime i concerti sono diversi! Resta sicuramente solo una cosa: voglio portare in giro un modo di vivere, un modo di pensare e di affrontare le situazioni e non solo le canzoni.
A produrre il disco La Dura Madre Dischi, Dimora Records, Khalisa Dischi. Come vi siete incontrati e come avete lavorato insieme?
La Dura Madre Dischi è un mio esperimento di produzione e pubblicazione di dischi, spero che nel tempo prenda sempre più forma. Con Andrea Liuzza, uno dei responsabili di Dimora Records, ci siamo conosciuti a Venezia qualche anno fa in occasione di alcuni concerti e di una mia session nei canali su una gondola (Indiemood session); con lui è nata una buona amicizia basata su stima reciproca, ha anche realizzato insieme ad Alberto Nemo, l’altro responsabile di Dimora, il primo videoclip estratto da Piramidi cioè Le Ossa. L’incontro con Khalisa Dischi è avvenuto durante uno dei miei viaggi a Bologna. Attraverso Ugo Cappadonia, uno dei miei amici musicisti che vive lì, ho conosciuto Ciccio Gallea e Luca Macaluso di Khalisa Dischi. Insieme abbiamo ascoltato Piramidi e si è deciso di collaborare alla realizzazione del vinile.
Copertina come una cartolina, come una locandina di film (Wall Street di Oliver Stone, ad esempio): pulita, colorata, con l’azzurro a dominare. Come è nata e chi l’ha fatta e/o pensata così?
Dopo aver scelto il titolo Piramidi cercavo la copertina giusta, un’immagine capace di portarmi sin da subito dentro il disco. Tanti mesi di ricerca e poi una mattina mi è venuta in mente un’immagine della città di Panama. Da lì è partito il mio progetto grafico - quell’idea aveva tutto il disco dentro - e con l’aiuto di Giuseppe Scionti, che si è occupato tecnicamente di realizzarlo, dopo vari tentativi siamo riusciti a creare quell’immagine. E’ stato un lavoro lungo ma ne è valsa la pena.
Come presenti dal vivo Piramidi?
In questa prima fase ho deciso di girare con un live solo con chitarra piano e voce, a cui vorrei nel tempo aggiungere anche una parte con il contrabbasso, e quindi inserire dei miei esperimenti di musica classica. Comunque spero presto di poter fare dei concerti anche con una band al completo, probabilmente lì Piramidi troverà la giusta forma espressiva. Ma ribadisco che voglio portare in giro un modo di vivere, un modo di pensare e di affrontare le situazioni e non solo delle canzoni, un concerto o uno show!
Altro da dichiarare?
In questo momento c’è in PRE-ORDER il vinile di PIRAMIDI sulla mia pagina facebook e sul mio sitoweb. Ci vediamo presto in giro. Bye

10 commenti:

  1. È un piacere avere in palude Luciano Panama, a presentare questo suo esordio solista, Piramidi.

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  2. Un disco di rock-blues cantautorale, diretto e personale, cantato (in italiano) e suonato quasi tutto da lui, che l’ha registrato nel suo studio in Sicilia.

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  3. Otto intense tracce, intimiste, che parlano d’amore, parlano al cuore, con stile da cantautore classico, ma moderno.

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  4. Pensiamo a Le ossa, che apre il disco con ritmo, lentezza quasi shoegaze, un testo semplice.

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  5. Pensiamo ai momenti più blues, tipo la soave Ti solleverò, riflessiva e rilassata o Gente del presente con giochetti sia nel cantato, sia nei suoni e il piano-rhodes a fare magie.

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  6. Il disco sale d’intensità, sale come i palazzoni delle copertina, come le piramidi del titolo, sferrando sempre più gioiosi fendenti, come in Hey My (all’imporvviso), rock-blues dal gran ritmo per una meta-canzone sulla musica del diavolo arricchita da una tromba insidiosa, e Messina guerra e amore.

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  7. Con questo pezzo chiude bene l’album, con chitarre soffici e decise, un gran sfavillio di archi per una canzone intima, dedicata alla sua città.

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  8. Bel disco decisamente personale, ben curato e con una certa anima.

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  9. Sembra un artista interessante, intelligente e musicalmente preparato. Cercherò di trovare qualche suo brano per farmi un'idea più precisa

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  10. Vai Daniele, vedrai che ti piacerà! ... e dici bene: artista interessante, intelligente e musicalmente preparato

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