NOTE SINTETICHE ALL'ASCOLTO DEL DISCO
GENERE
Post-Punk/Art-Rock
DOVE
ASCOLTARLO su SoundCloud
LABEL
Area51 records
PARTICOLARITA’
L’album
della maturità, in una nuova modalità
CITTA’ Jesi/Chiaravalle
(AN)
DATA
DI USCITA 10/11/2017
Come
è nato Cura
violenta?
[Riccardo
F.] Diversamente da Disadottati, il nostro terzo album
uscito nel 2015 dove alla base c'era un idea di concept album sul
tema del "lavoro", quando abbiamo cominciato a lavorare su
Cura
Violenta,
avevamo due "macro idee" che ci hanno guidato nella
realizzazione del disco.
La
prima era quella di tornare un po' alle nostre origini, con un suono
più minimale, elettrico e sporco, riducendo al minimo l'elettronica
e la stratificazione sonora.
La
seconda era quella di trattare il tema della "diversità" e
di come la vediamo nella società odierna.
Perché
questo titolo? … è anche il titolo del pezzo che apre in modo
intenso il disco.
[Riccardo
F.] Abbiamo voluto utilizzare il titolo di uno dei brani più
significativi del disco. Cura
Violenta è
il brano che apre le danze ed è il primo brano strumentale della
nostra discografia intera. Le sue sonorità rappresentano benissimo
il disagio e la malinconia che accompagna tutti i personaggi delle
nostre canzoni.
Come
è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua
realizzazione finale?
[Riccardo
L.] Rispetto
ai precedenti lavori l’ultimo disco è stato concepito e sviluppato
con modalità molto diverse. Se in passato i pezzi erano il risultato
di molte serate trascorse in sala prove, in Cura
Violenta
abbiamo certamente cambiato il nostro modo di “fare musica”,
concentrando il lavoro in 4/5 fine settimana dove abbiamo suonato
ininterrottamente dalla mattina alla sera. Un’esperienza fantastica
che ci ha consentito di vivere a stretto contatto e di condividere
idee ed ispirazioni. Ne è conseguita una naturale fluidità nelle
sonorità e negli arrangiamenti che ci ha permesso di esprimere a
pieno le nostre intenzioni. Fondamentale è stata la
collaborazione con Massimo e Simone di Area
51 records,
con cui abbiamo condiviso ogni parte del lavoro, sia in sala prove
che nello studio di registrazione. Un confronto che ha sicuramente
arricchito ed influenzato la linea del disco offrendoci la
possibilità di usufruire di un “orecchio esterno”
sorprendentemente capace, intuitivo e dotato di un’ampia cultura
musicale. Gianluca Lo Presti, professionista serio e preparato, ha
poi abilmente finalizzato il lavoro nella registrazione dimostrando
di aver colto l’essenza della nostra idea nei pezzi.
Qualche
episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del
disco?
[Riccardo
L.] Sicuramente
gli gnocchi piccanti al radicchio di Massimo... solo per uomini
duri... una ricetta che farebbe impallidire anche chef Rubio! A
parte gli scherzi, sono stati giorni intensissimi trascorsi a
suonare, a parlare di musica, di politica e, non ultimo, di
supercazzole. Notevole anche la location dello studio di Gianluca,
situato nelle campagne ravennati, che ha contribuito a rendere
perfetta l’atmosfera. Menzione speciale alla serata trascorsa al
Covo
di Bologna
durante
la registrazione in cui abbiamo ballato fino a tarda notte
festeggiando il quarantesimo compleanno del nostro bassista Marco.
Se
questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … anche a
posteriori.
[Nicola] Sarebbe,
probabilmente, su cosa significa oggi "affrontare la diversità”.
Banalmente, il “diverso” può essere inteso, e soprattutto
vogliono farcelo percepire, come un qualcuno da cui diffidare, da cui
guardarsi bene, da cui proteggersi ... in fondo solamente perché
entità misconosciuta e per ignoranza. Ma non dobbiamo, al tempo
stesso, dimenticarci di chi vuole essere “diverso” per scelta,
volontà, perché vuole prendere le distanze proprio dalla vulgata,
dal pensiero preminente, di chi non si accontenta e vuole “cambiare”
per migliorarsi e migliorare la realtà che lo circonda, o, in ogni
caso, semplicemente reagire. Parliamo del piano comportamentale.
Però, e soprattutto, abbiamo provato a porre la questione sul piano
emotivo: l’introspezione come ricerca di un sé nuovo e portatore
di speranza, accoglienza e umanità (Little
B)
o, altrimenti, motore di una reazione rabbiosa in antitesi alle
consuetudini e alla normalità (Giorno
zero,
L’antagonista,
Universi
paralleli,
Animali
nella notte).
Al contrario, chi non si accorge della desolazione dentro/intorno
perché ne è parte (Paolo
ruba cuori,
Appeso,
Journal
noir)
o non si pone certe domande (Mi
sento uh!),
avrebbe proprio bisogno, spietatamente, di una “cura violenta”
(Cura
violenta).
C’è
qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più
fieri dell’intero album? … che vi piace di più fare live?
[Nicola] Probabilmente
i primi due dell’album, cioè Cura
violenta
e Animali
nella notte.
Il
primo perché è l’unico brano interamente strumentale della nostra
discografia: quasi la folle corsa di un pachiderma imbizzarrito verso
un destino nefasto. Il sax che alterna barriti e melodie sinuose, un
synth stordito come le cicale d’estate sullo sfondo, basso e
batteria incalzanti e sovrastati da analogici suoni alieni fino al
culmine, quando la chitarra, come una spada affilata, squarcia il
magma sonoro. È tutto finito e pian piano torna la quiete. Il
secondo perché descrive, a nostro avviso lucidamente con parole e
musica, un’atmosfera di disagio. E’ come se questa volta l’uomo
fosse in gabbia e tutti gli animali siano liberi di fare scorribande
fuori. Sono osservati dalla finestra di una casa dove una musica in
crescendo diventa sempre più tesa, portando all’allucinazione,
quando non ci sarà più controllo almeno fino all’alba successiva.
Come
è stato a livello produttivo fare il cd? Gianluca Lo Presti e Loto
Studio, Area51 Records … chi altri citare?
[Marco]
La scelta di affidarci ad Area
51 records
si è rivelata quantomai azzeccata, in quanto, come dicevamo prima, è
stata fondamentale per assicurare il rispetto delle tempistiche,
dell’organizzazione dei diversi step
produttivi, e per i validi spunti che hanno saputo darci. Siamo stati
seguiti sin dalla fase puramente creativa del disco, suggerendoci
alcune linee da seguire ed altre da abbandonare strada facendo nella
scrematura dei brani che sarebbero dovuti confluire nell’album. In
fase di registrazione Massimo poi è rimasto con noi in studio h24
senza perdersi un’istante dispensando utili consigli, così come ha
fatto Gianluca Lo Presti di
Loto Studio
che nella stanza dei bottoni è sempre stato pronto e disponibile ad
ascoltare e prendere in considerazione ogni esigenza e capriccio
nostro e di Massimo per poi correggere il tiro quando riteneva
opportuno. Grazie soprattutto ad Area51
abbiamo
avuto anche l’opportunità e il piacere di avere degli “special
guests” che in alcuni brani si sono rivelati la classica “ciliegina
sulla torta”, vedi l'intervento percussivo di Bruno
Dorella
(Ovo,
Ronin,
Bachi
da Pietra,
Jack
Cannon,
ecc.) su Animali
nella notte,
per citarne uno.
Copertina
originale, come tutto il progetto grafico. Come è nata e
di chi è opera?
[Marco]
Grazie! E' opera del sottoscritto. Ci tenevamo ovviamente che la
copertina non risultasse banale, e, oltre a ciò, l’intento era di
ricreare con un’immagine l’atmosfera del disco e dare un assaggio
del corollario di soggetti e personalità presenti nei brani. Queste
figure si muovono incastrate in questo spazio opprimente quadrato e
bidimensionale, notturno, vuoto e inquietante, ognuna sola in mezzo
alle altre, ciascuna la propria maschera. Chiunque ascolterà le
tracce dell’album potrà divertirsi cercando di capire a quale di
esse possono essere abbinati i tre soggetti presenti in copertina.
Come
presentate dal vivo questo album?
[Simone]
Stavolta vogliamo provare qualcosa di insolito, almeno per noi: a
differenza di quanto avevamo fatto con i precedenti album, il live in
questo caso si potrebbe definire "multiforme". Stiamo
infatti mettendo a punto tre diversi set live, uno con la classica
formazione a cinque elementi, uno con la formazione a quattro ed,
infine, una versione semi-acustica. Quest'ultima è per noi una sfida
molto stimolante trattandosi di qualcosa di inedito fino ad oggi. Il
live “classico”, sarà principalmente elettrico con qualche
inserzione elettronica, tralasciando per forza di cose delle
stratificazioni da studio: proporremo un sound certamente fedele al
disco ma anche piuttosto aggressivo, cosa che live preferiamo. Per
quanto riguarda invece la versione semi-acustica, sarà una versione
anomala dei Lebowski,
un’interessante anomalia, ma non possiamo anticipare molto, la
stiamo mettendo a punto in queste settimane.
Altro
da dichiarare?
[Simone]
Non molto altro da dichiarare, se non ribadire che siamo molto
contenti di come questo album sia arrivato a compimento, sia per il
nuovo approccio di composizione, sia per quanto riguarda il lato
produttivo. Un doveroso ringraziamento lo facciamo anche a Bruno
Dorella,
Matteo
Scaioli,
Sasà
Vaccaro
e Perrine Feriol,
per i camei che ci hanno regalato. Un vero e proprio lavoro
d’equipe che ora stanno finalizzato al meglio Sfera
Cubica,
per i contatti con la stampa, e Tappabooking
per i concerti. A questo punto che dire: ci vediamo ai live!
Grande domenica in palude con ospiuti i Lebowski
RispondiEliminaMi scuso con loro e con il gentile pubblico, ma oggi, per problemi tecnici, sto usando il pc vecchio, e qualche cosa potrebbe saltare ...
RispondiEliminaCon Cura Violenta i Lebowski hanno fatto un disco di rock alternativo veramente intenso e stratificato, sperimentale e surreale come la copertina lascia intuire.
RispondiEliminaDieci pezzi che sembrano uno ... ininterrotto mantra sulla modernità e sulla diversità, su come viene percepita, i falsi cambiamenti, una reale necessità di trovare nuovi spazi ...
RispondiEliminaTutto questo e altro ancora nei dieci pezzi che compongono il disco, dall'iniziale title-track strumentale che apre, jazz sperimentale con un sax intenso e dilaniante, un'atmosfera glaciale, il basso ... al finale cantato in francese da Perinne Feriol Journal Noir, sinuoso e dilagante nella nostra mente.
RispondiEliminaIn mezzo cose minimal-rock come Little B con un testo umanista, Animali nella notte dal ritmo in salire (Bruno Dorella gran ospite), ancora il sax, un cantato lieve quanto indignato, Mi sento uh! inteso, ironico, pop-rock per la radio più alternativa d'Europa.
RispondiEliminaMa tutto il disco, ripeto, è da ascoltare, come un lungo e indignato appello indi-rock dal gusto progressive ...Paolo Ruba Cuori altro semplice quanto intenso pop-rock, Appeso quando la protesta si fa più forte, Universi paralleli per vivere la propria diversità ...
RispondiEliminaLebowski e la loro Cura violenta tutta da ascoltare ...
RispondiEliminaMagnifico nome per una band!!! :)
RispondiEliminaGià, un nome che colpisce, ma ti colpirà ancora di più la loro musica, vedrai ...
RispondiEliminaUn album che mi appartiene in maniera roboante perchè la ricerca della mia interiorità pur essendo di base uguale cambia di molto anche se a mio avviso resta statica nella ricerca di me stessa .
RispondiEliminaDevo selezionare le figure di copertina per vedere dove vado a finire..Chissà...
Grazie ancora per questo tuo post Alli
Un abbraccio forte e buona serata
Grazie Nella, si sente che hai compreso nel profondo questo disco importante, e la relazione intima con la copertina.
RispondiEliminaGrazie a te per l'Attenzione e un caro saluto.
Hai colpito nel segno, complimenti!
RispondiEliminaGrazie ragazzi ...
RispondiElimina