NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO
DEL DISCO
GENERE
psych-folk / dream-pop
DOVE
ASCOLTARLO
LABEL Bekassine
Records / Broken Toys / Rockers Die Younger
PARTICOLARITA’ EP, vinile 10’’ a 45rpm
CITTA’: composto tra San Francisco e Lipsia
L’INTERVISTA
Come
è nato
Drifters ep?
In
viaggio, tra un concerto e un trasloco: da quando è uscito Animal
Eye abbiamo traslocato almeno sette volte e siamo stati in tour per la
maggior parte del tempo. Come al solito, abbiamo collaudato le canzoni dal vivo
e abbiamo registrato le prove, ma al momento della registrazione abbiamo
concesso molta più libertà all’iniziativa
di George S. Rosenthal (produttore e multistrumentista, proprietario del
ComplexSF studio a San Francisco). È la
prima volta che abbiamo un co-produttore, e il risultato ci ha sbalordito ... positivamente!
Perché un ep? …
È un
momento di transizione per noi, stiamo crescendo a suon di concerti e vogliamo
gettare un ponte tra quello che siamo stati finora e il prossimo album intero,
ma vogliamo che sia un ponte solido, e che si avverta la crescita. Per registrare
gli album precedenti eravamo entrati in studio con le idee chiare e senza
ripensamenti, e ci siamo rispecchiati nel risultato. Per le canzoni di Drifters,
pur avendo la nostra versione dei brani in testa, volevamo tentare insieme a
George diverse soluzioni strumentali e vocali, appassionandoci a far crescere
le canzoni in direzioni diverse, per poi scegliere un suono omogeneo e
riproducibile dal vivo. Questo richiede più tempo,
dunque abbiamo registrato meno canzoni.
Come
è stata
la genesi di Drifters ep, dall’idea iniziale alla sua realizzazione
finale?
Dal
Novembre 2015 in poi, durante il tour per Animal Eye, abbiamo vissuto
molto da vicino l’ondata di terrore che, da Parigi a
Bruxelles, da Londra a Barcellona ci ha accompagnato nei nostri viaggi come una
nuvola minacciosa. Prima e dopo i concerti abbiamo parlato con persone di
diverse età e
diversi paesi e ci siamo fatti un’idea quanto più lontana dal filtro
di giornali e media facilmente censurabili. Qualcosa nel mondo occidentale è ormai irrimediabilmente
cambiato, la realtà che
conoscevamo è sempre
più virtuale
mentre i nostri sensi - tra cui quello del pericolo – sono ingannati e
storditi. I testi di Drifters parlano dei pericoli che viviamo e
soprattutto dei pericoli che ci aspettano in ogni momento, appena dietro l’angolo
di una quotidianità che
cerchiamo con tutte le forze ma che non c’è più.
Esserne consapevoli sembra doloroso ma concede una speranza al nostro futuro. L’atmosfera
delle canzoni è quella
di un sogno, surreale ma intensa: il sogno non è un mezzo di evasione, di distacco dal
mondo, ma un mezzo per comprendere e, al risveglio, trascendere. Ogni nostro
album è accompagnato
da una citazione. Per Drifters
abbiamo scelto un frammento di Novalis: “Siamo vicini al risveglio quando sogniamo
che stiamo sognando”.
Qualche
episodio che è rimasto
nella memoria durante la lavorazione del disco?
È sera
nel quartiere di Soma (South of Market): usciamo dallo studio con in mano il
mix finale delle quattro canzoni: stanchi, soddisfatti e affamatissimi. L’autobus
è affollato
e in pochi secondi ci ritroviamo ad una distanza di 3, 4 persone l’uno
dall’altra. Si chiudono le porte. Quasi
contemporaneamente scoppia una rissa in fondo al veicolo: ragazzi giovani, uno
di loro sembra avere un coltello. L’autista sembra spaventato e
ipnotizzato al contempo, non accenna a partire ma non apre nemmeno le porte, e
continua a ripetere “Stop it, stop it” come un disco
incantato. Jolanda è la
più vicina
a lui, e le urla “Open the door!” un paio di volte;
finalmente l’autista si riprende e più di metà dei passeggeri esce
dall’autobus, una signora gli si mette di
fronte e chiama la polizia, mentre noi ci allontaniamo. Da quello che siamo
riusciti a vedere nessuno ha ferito nessuno.
Se questo ep fosse un concept-album su cosa
sarebbe? … potrebbe
esserlo?
Queste
canzoni raccontano sicuramente una storia, ma soprattutto sono la colonna
sonora di un sogno surreale a metà strada
tra David Lynch e Magritte. Un sogno ulteriore è quello di realizzare un film o un
corto ispirato a Drifters, e per ora non diciamo altro.
C’è qualche pezzo che
preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri di Drifters ep? … che vi piace di più fare live?
Personalmente
ci piacciono tutte le canzoni, finora sono state preferite ad una ad una, a
seconda della giornata. Le porteremo un po’ in
giro e poi vediamo come se la cavano in concerto.
Come è stato a livello produttivo fare il cd?
Mi sembra ci siano nomi già coinvolti
nel progetto …
È sempre
un piacere lavorare con George S. Rosenthal, lui ci ha seguito dall’inizio
e del suo orecchio ci possiamo fidare ciecamente (come dire ... sordamente?) e
Roberta Cartisano (musicista italiana che vi consigliamo caldamente di
ascoltare: www.killingcartisano.com) al basso, immancabile nei nostri lavori.
Le persone con cui lavoriamo dal 2013 in USA, Germania e Francia sono rimaste
al nostro fianco e cresciute con noi. Da italiani, tendiamo a trasformare tutto
in una grande famiglia allargata e crediamo che questo abbia fatto la
differenza nelle nostre collaborazioni.
Copertina
molto affascinante, come tutto il progetto grafico. Come è stato pensato e
realizzato? Da voi direttamente, se non sbaglio …
Innanzitutto
Jolanda ha fatto un sogno, che abbiamo cercato di catturare in quattro
fotografie. Ne abbiamo parlato con diversi fotografi e alla fine George ha
proposto Felicia Wong e la sua Mamiya RZ67. Le immagini possono essere
utilizzate come porte per entrare nelle canzoni.
Come
presentate dal vivo Drifters ep?
Siamo
in due, da oggi a dicembre suoneremo una quarantina di concerti in Germania,
Francia, Olanda, Italia, Repubblica Ceca. In Italia:
14
Dicembre, 2017 TBA, Asti
15
Dicembre, 2017 Ex Cinema Aurora, Livorno
16
Dicembre, 2017 CdP Progresso, Firenze
17
Dicembre, 2017 Efesto, Bologna
Altro
da dichiarare?
Parafrasando
David Lynch: i Gufi non sono quello che sembrano... ma neanche gli Alligatori!
Gran piacere ospitare ancora una volta She Owl, per l'originalità nel loro progetto sonoro, e per la disponibilità totale a parlarne ... senza dire tutto, ma tanto.
RispondiEliminaPoi perché questo duo, è italiano ma anche no, suona in giro per il mondo per il piacere di farlo (in questi giorni sono in Germania, suoneranno in settimana a Berlino), e sembrano avere una consapevolezza zen che hanno in pochi.
RispondiEliminaMa non voglio sbrodolare oltre, il disco che presentano questa sera è un semplice EP, solo 4 pezzi, ma di un'intensità che sembra di avere ascoltato un disco lungo ogni volta che lo ascoltiamo
RispondiElimina... e poi, non appena è finito, si resta per un po' in silenzio, con la musica che ti suona in testa, guardi la copertina, la apri, e il disco ti risuona in testa, come ci fosse una ghost-track.
RispondiEliminaVera nuova psichedelia che attiva qualche parte del cervello ai più ignota.
RispondiEliminaI pezzi? I pezzi? Visto quello che ho detto vale poco analizzarlo canzone per canzone, ma ci provo lo stesso, per semplificare (forse) o incasinare di più.
RispondiEliminaShe Cries A River ha una chitarra solenne, come il cantato, con echeggiamenti e una certa intimità. Brano che sale di vibrazione in vibrazione.
RispondiEliminaWar Within è cullante e malinconica, con un cantato sofferto che domina per gran parte dell'ascolto.
RispondiEliminaBefore The Night appare come un classico della psichdelia fin dal primo ascolto: basso, vocalizzi ... un lavorio sulla voce notevole per un pezzo veramente dilatato veramente dilatante.
RispondiEliminaGlass chiude il cerchio: voce e suggestioni, di chitarra, piano, organo, basso, batteria ... una ballata che entra nel cervello e non ti lascia più. Il mio pezzo preferito, per questa andatura inesorabile ...
RispondiElimina... e poi resti lì.
RispondiEliminaGrazie Alligatore per le tue meravigliose parole. Siamo a disposizione per eventuali domande dei visitatori della palude <3
RispondiEliminaGrazie a voi ragazzi ... l'intervista è meno interattiva di un tempo, ma spero lo ritorni presto ;)
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