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domenica 1 ottobre 2017

In palude con i Secret Sight

NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE New Wave, Post punk, Alternative rock
DOVE ASCOLTARLO su Bandcamp e sulle principali piattaforme digitali
LABEL Unknown Pleasures Records/Manic Depression
PARTICOLARITA’: Cantato con due voci diverse ma è impossibile trovare le differenze
FB
CITTA’: Ancona
DATA DI USCITA: 4 settembre 2017
L'INTERVISTA
Come è nato Shared Loneliness?
Shared Loneliness è nato come una necessità: dire qualcosa di nuovo, di diverso, rispetto al primo album DAY.NIGHT.LIFE. L’album è stato scritto nel momento più difficile per la band. Dalla formazione a quattro (prima alla voce era presente Matteo Schipsi) abbiamo deciso di proseguire in tre. Uno shock, inizialmente, che abbiamo superato cambiando modo di comporre, non rifugiandoci più dietro il compitino da eseguire dietro lo strumento. Di conseguenza abbiamo spostato i punti di vista sulle voci, che cambiano continuamente, al punto che neppure noi siamo più in grado di dire chi canta, che sia Lucio o Cristiano. Enrico (batteria) ci ha aiutato a mantenere una struttura ritmica chiara: è stato il Google Maps ritmico.
Perché questo titolo? … che significa?
Shared Loneliness, ovvero solitudine condivisa, deriva da un’immagine: una stanza piena di persone (e di cose) in cui l’amalgama è la somma delle solitudini. E’ il canto (volendo esagerare) della modernità secondo cui il condividere è spesso unione di solitudini ma la stessa solitudine non è mai buio: c’è sempre un raggio di luce, piccolo, in ogni stanza scura dell’anima.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Il cd è stato frutto di lavoro molto duro: in fase di composizione abbiamo seguito una strada che potesse dare coerenza in un’atmosfera, suoni meno spigolosi, testi più pensati e una serie di contrasti: chiusure e aperture, accelerazioni e pause momentanee. Per fare questo abbiamo eliminato diverse canzoni che sarebbero state solamente appiccicate al disco, mentre ogni traccia presente è scivolata per peso specifico.
Tutto questo ha richiesto una cura ossessiva di ogni suono e così ci siamo affidati ad Alessandro Ovi Sportelli (Baustelle, Prozac +, Sick Tamburo, Diaframma, Zen Circus). Ci ha fatto pedalare ma crescere, musicalmente e umanamente.
Quindi l’incontro con due label francesi, la Unknown Pleasures Records e la Manic Depression che hanno deciso di investire nel progetto curando la pubblicazione in Cd Digipack e in Vinile, oltre al digitale.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
Alessandro Ovi Sportelli ascolta la preproduzione e dice: “Mi piace la voce”. Lui stesso non si era accorto che le voci erano diverse e che eravamo in due a cantare. Abbiamo così scoperto la potenza di quell’impasto di voci che diventa uno e duplice, senza nessuna barriera.
O ancora Ale Sportelli, a produzione finita: “Caxxo che disco”, e riprende a fumare mandando a memoria gli equilibri dei suoni.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Sarebbe, o meglio è, la descrizione delle contraddizioni di ogni singolo giorno in cui nel tonfo della caduta può esserci un appiglio per risalire, nella gioia sfrenata un momento per pensare. E’ il dubbio come prezzo da pagare Iva compresa, che somma solitudini ma apre spazi di confronto.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri di Shared Loneliness? … che vi piace di più fare live?
Ogni pezzo, a modo suo, rappresenta l’album ma l’apertura con Stage Lights e la chiusura con Sometimes rappresenta tutte le sfumature che possiamo rappresentare. Il ritmo ipnotico e martellante di Stage Lights e la chiusura che diventa nuova apertura di Sometimes dove le voci disegnano nuove armonie. Il live è una storia a parte che forse premia maggiormente i pezzi più veloci ma dà valore a quelli più lenti, se c’è un pubblico attento.
Come è stato a livello produttivo fare il cd? Da chi gli apporti maggiori? Chi imprescindibile?
A livello produttivo, come già detto, siamo figli di Alessandro Ovi Sportelli per la cura dei suoni e dell’apporto di Franco Poggiali Berlinghieri per la delicata incisività dei synth e della profondità delle armonie.
Copertina fantastica, da film anni ’70 … come è nata? Chi è l’autore di copertina e progetto grafico?
La copertina è una creatura di Margot Pandone che ha curato tutto l’artwork, così come era accaduto con il primo album DAY.NIGHT.LIFE.. Per noi un’immagine-gioiello, che rende vero e vivo il concetto di “solitudine condivisa”.
Come presentate dal vivo Shared Loneliness?
Come il frutto di un lavoro nuovo, a cui siamo appassionati e che ci impone di lavorare con ancora maggiore serietà. E’ il racconto per immagini (le canzoni) di un’immagine più grande, la Shared Loneliness, così che il patchwork diventi una forma che contiene nuove forme, come fa la copertina del disco.
Altro da dichiarare?
Non vediamo l’ora di ritornare alla dimensione essenziale del palco e ai fili invisibili che legano chi suona e chi partecipa a un concerto.

10 commenti:

  1. Un piacere avere in palude i Secret Sight, per questo loro "nuovo" esordio (secondo disco sì, ma con tre componenti invece dei 4 del disco d'esordio e un cantato di due voci difficili da distinguere, come dicono nell'intervista stessa).

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  2. Shared Loneliness, cioè solitudine condivisa, poetica definizione new wave, che rende benissimo lo spirito del disco ... i 9 pezzi che lo compongono sono così.

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  3. Dal cullante strumentale Lowest Point, che sarebbe stata buona per certe pellicole di Wenders, all’epica conclusione di Sometimes, ballata poetica e struggente molto Steve Wynn, si respira proprio questa sensazione.

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  4. Altri brani da citare? La cavalcata elettrica baustelliana Fallen, malinconica con ritmo, ma anche Blindmind, carico di atmosfere brumose ottimo per fare da colonna sonora al vostro autunno.

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  5. Ma tutto il disco, veramente tutto, è da ascoltare ...

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  6. Flowers e Surprising Lord, con giochi di basso e batteria per un pop elettronico dalle suggestioni morriconiane (e qui si capisce del perché della copertina strana come uno spaghetti-western).

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  7. Ma perché non citare anche Stage Light, che ricorda i primi U2, Swan's Smile>, delicato e suadente pop-rock dalle movenze Interpol, Over post-punk elettrico molto anni '80?

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  8. Così le ho citate tutte ... buoni ascolti con i Secret Sight ...

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  9. Sembra sempre la stessa voce, è vero! Una voce che colpisce. Mi piace molto tutto il disco, hai ragione, Alli: è tutto da ascoltare! Tra le mie preferite ci sono Fallen, Flower e Sometimes. Ma per essere sicura lo ascolto per l'ennesima volta ahahah :D

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  10. Sì, questo disco ti ha colpita molto, anzi, ci ha colpiti molto, visto quanto lo ascoltiamo. Preferite? Tutte ;)

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