In settimana siamo stati al Cinema Kappadue, uno dei pochi cinema
rimasti in città, a vedere l'anteprima di Finché c'è prosecco c'è
speranza, dell'esordiente Antonio Padovan, presente in sala con gran
parte del cast, Battiston in testa, e molti giovani apprezzati tecnici.
Il prosecco, come si intuisce dal titolo, anzi, le splendide colline del prosecco, sono il perfetto scenario di questo giallo di provincia, un giallo come se ne facevano una volta. Una provincia veneta profonda, con al centro un conte tanto affascinante quanto anticonformista interpretato da Rade Serbedzija. Produce prosecco di qualità, poco, ma buono, ci tiene a dire; contro l'eccesso di produzione, fa riposare un campo all'anno con spirito bio che sarebbe piaciuto all'anarchenolgo Veronelli. Nemico giurato dei potenti della zona, che vediamo sfidare all'inizio del film, si rifugia nella sua cantina con la giovane amante, poi stappa l'ultima bottiglia ... e nel piccolo cimitero del paese si toglie la vita. Perché? ...
Il prosecco, come si intuisce dal titolo, anzi, le splendide colline del prosecco, sono il perfetto scenario di questo giallo di provincia, un giallo come se ne facevano una volta. Una provincia veneta profonda, con al centro un conte tanto affascinante quanto anticonformista interpretato da Rade Serbedzija. Produce prosecco di qualità, poco, ma buono, ci tiene a dire; contro l'eccesso di produzione, fa riposare un campo all'anno con spirito bio che sarebbe piaciuto all'anarchenolgo Veronelli. Nemico giurato dei potenti della zona, che vediamo sfidare all'inizio del film, si rifugia nella sua cantina con la giovane amante, poi stappa l'ultima bottiglia ... e nel piccolo cimitero del paese si toglie la vita. Perché? ...
Sembra un facile caso per il neo-ispettore Stucky, da chiudere in
fretta e furia per far contento il suo superiore vicino alla
pensione (sono un grande e grosso Battiston, e il solito perfetto
pignolo Roberto Citran, che coppia!), ma dopo il suicidio del conte
vengono assassinati uno dietro l'altro i suoi nemici storici:
dall'industriale del cementificio che inquina la valle, al
professore che aveva fatto delle analisi compiacenti riguardo
l'inquinamento della zona. Cose di ordinaria amministrazione nei
piccoli centri, dove la stampa non arriva, dove si deve lavorare e
basta (chissenefrega se poi i compaesani muoiono di cancro? ... di
qualcosa si dovrà morire).
A uccidere entrambi sembra essere stata la stessa arma, una vecchia
pistola del conte. Ma in fantasmi non sparano. O sì? Secondo il
laico Stucky non sparano. E allora chi è stato? La giovane
prostituta veneziana (l'emergente Silvia D'Amico) che ora gira con
il cane e il taxi giallo del conte? Un suo ultimo regalo, fattole la
sera prima di uccidersi. Troppo facile? Potrebbe essere stato il
pazzo del paese (il mitico Teco Celio), quello che è sempre sul
cimitero a lustrare le tombe, e gira il paese facendo strani versi.
Va pure in procura a denunciarsi. Ma non gli credono ...
Chi poteva volere la morte di questi due potenti? Anzi, prepotenti?
Hanno pure amicizie e parentele in politica, il superiore di Stucky
non vorrebbe casini, come ordina, ma è difficile evitarli. Come
sbrogliare la matassa? L'ispettore metà veneto, metà persiano, con i
suoi vestiti fuori moda e il corpo pesante rischia il posto: si
muove lento, tra confraternite folcloristiche infarcite di notabili,
ville immerse nei vigneti, poligoni di tiro campagnoli con gestori
così antipatici da risultare troppo leggero l'appellativo di mona
(impeccabile Vitaliano Trevisan), bar, la figlia del
conte arrivata dal sudamerica, passaggi segreti in vecchie cantine, e bottiglie, bottiglie di
prosecco, il vino più alla moda, conosciuto in tutto il mondo.
C'è tutto un (piccolo) mondo racchiuso tra queste colline in
conflitto, tra interessi particolari e difesa del territorio,
antiche tradizioni contadine e finta modernità. Tutto questo narrato
con semplicità, senza retorica, ma sfruttando il luoghi comuni del
giallo classico. Bravo il regista Antonio Padovan, che
l'ha scritto assieme Marco Pettenello e all'autore del libro Fulvio
Ervas (i suoi romanzi, con l'ispettore Stucky, sono Marcos y Marcos).
Bravo il direttore della fotografia Massimo Moschin, bravo Teho
Teardo sempre più autore di colonne sonore ...
Mettendo insieme il grande Battiston (mi sono da poco ri-goduto "Zoran il mio nipote scemo") e la tua fantastica recensione, direi proprio che questo me lo segno, e in grande evidenza.
RispondiEliminaUn abbraccione. :)
Grazie della fiducia zio ... io spero di vedere tradotto in film anche qualche tuo libro (ovviamente bene, come è stato fatto con il romanzo di Fulvio Ervas). Lo credo possibile!
RispondiEliminaPrendo nota.
RispondiEliminaComunque in città a VR ci sono degli ottimi cinema: oltre al Kappadue, il Fiume, Pindemonte e il Diamante tutti gestiti dalla stessa società. In tutti ottimo schermo e sonoro. Io e mie figli andiamo esclusivamente in questi, non amiamo le multisala.
Questo sarebbe già un ottimo motivo per vivere a Verona. ODIO i multisala, morte del cinema e di un modo umano e intelligente di fruirlo.
RispondiEliminaBella storia e bella anche la locandina! Lo metto in lista sicuramente
RispondiEliminaMe lo ero già appuntato e sicuramente è da non perdere. Non sono invece riuscito a trovare il libro di Ervas, del quale per ora ho letto soltanto "Se ti abbraccio non aver paura".
RispondiElimina@Enri1968
RispondiEliminaBravo.
Vero, vero, anche noi andiamo regolarmente in quei cinema che hai citato (a parte il Diamante, che fa film più "spettacolari"), dopo, in città ne sono rimasti pochi altri (qualche cinema di quartiere). Se penso a vent'anni fa quanti ... vabbe', il tempo passa.
@Zio Scriba
Anche noi odiamo le multisala, ci siamo andati pochissime volte perché proprio costrette (l'urgenza di vedere un film che facevano solo lì, come, di recente, Ferrante Fever), ma se serve andiamo a Rovereto/Trento o anche Bologna per vederci un film che merita sul grande schermo.
@Lucien
Sì, hai ragione, e lo scenario, gli interpreti ... un gran bel film tutto da vedere.
@Marcaval
Ora il libro di Ervas lo trovi ristampato con copertina nuova, tratta dal film ... io l'ho già ordinato, voglio leggerlo presto (non ho ancora letto nulla di Ervas, ma mi intriga). Ho messo il link alla marcos y marcos, prova a vedere ...
Già il titolo da solo è un buon inizio e... mi trova molto d'accordo :)
RispondiEliminaOttima recensione, lo segno anche se, come sai, a parte rare eccezioni non amo i film italiani contemporanei.
Sì, il titolo è divertente (è lo stesso del romanzo dal quale è tratto, che spero di leggere presto), e ti dirò, il film mantiene le attese.
RispondiEliminaVoglio guardarlo mi hai incuriosito.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Mi fa piacere, vedrai che ti piacerà.
RispondiEliminaAlla prossima.
Per me Battiston è un grandissimo attore, forse il migliore che abbiamo in veneto attualmente :)
RispondiEliminaSì, per me è uno dei migliori attori italiani, ho visto un sacco di grandi film a partire dal cult assoluto Zoran leggi qui
RispondiEliminaIl nostro piccolo cult con lui è Non pensarci
EliminaGran bel film anche quello sì, con Mastandrea "giovane" musicante ... me lo ricordo, sì, divertente.
RispondiEliminaNon posso che aspettare, a vederlo. Nel frattempo mi sono gustata la tua recensione...
RispondiElimina... gustala con un bicchiere di prosecco ;)
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