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lunedì 28 agosto 2017

In palude con Cecilia


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE - Non saprei…
DOVE ASCOLTARLO - In macchina quando si viaggia soli, a partire da qui
LABEL – Jestrai/Artlovers Promotion
PARTICOLARITA’ - Libertà
FB
CITTA’ - Bergamo
DATA DI USCITA - 26 febbraio 2017

L’INTERVISTA
Come è nato Mari e Venti?
Era poco più di un mese che non suonavo più, ero un po’ delusa e avevo deciso di accantonare un attimo la musica suonata. Il 23 dicembre del 2015 però, dopo un pranzo di famiglia, “i più giovani” della combriccola sono andati  in sala prove a suonare e la sera, quando tutti se ne sono andati via, le mie tastiere erano ancora accese; così mi sono seduta e le mie mani hanno cominciato a muoversi... non si fermano più :)
Perché questo titolo? Non c’è nessuna canzone dell’album con questo titolo.
Mari e Venti ha un doppio significato: il “Mari e Venti” delle previsioni meteo, quindi la forza dei mari e dei venti e tutte le loro conseguenze positive e negative, ma Mari è anche il mio vero nome  e i “Venti” sono le vicissitudini della vita che racconto nel disco.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
La notte del  23 dicembre, dopo aver messo le mani sulle tastiere, come vi dicevo prima, ho iniziato a registrare la melodia del brano intitolato proprio 23 dicembre, che al tempo chiamai Momenti. Poi giorno dopo giorno sono nate le altre canzoni, con una serenità che mi stupiva e che mi faceva star bene. Ho conosciuto bene i miei strumenti e ho potuto esprimere tutto quello che sentivo, liberamente.
Nell’aprile 2016 avevo registrato tutte le canzoni, poi mi sono dedicata al mixaggio ma nella più totale disperazione! Di fatto ero e sono inesperta e ne ho combinate di tutti i colori, ho anche bruciato due schede audio e un pc! Con l’aiuto di un portatile molto antico ho provato a finire comunque il disco, il  tutto purtroppo molto lentamente e con diversi momenti di sclero del pc durante le elaborazioni. Dopo mesi di pazienza assoluta mi sono ritrovata nelle mani di Lorenzo Coperchi, che con un tocco magico ha messo fine al disco con una definitiva aggiustata al mixaggio e con il mastering finale.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di Mari e venti?
Le schede audio che mi abbandonano e ancora non so il perché…!
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse? È …
La Mari e i suoi Venti. Sono fotografie del mio cammino: è a questo che mi sono ispirata. Sembra forse un disco triste ma non lo è, c’è anche  gioia e affetto.  
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiera?… che ti piace di più suonare live?
No, non c’è ne uno che preferisco, sono tutti importanti allo stesso modo. Hanno tutti un riferimento preciso e ogni pezzo è stato composto con lo stessa forza, a differenza di quando mettevo del mio con la band dei Fusch!, dove c’era sintonia e anche libertà di espressione ma comunque condizionata da ciò che facevano anche gli altri. Con Mari e Venti ho pensato molto, fatto il primo pezzo avevo già nella mia testa tutto il disco, volevo dare un sapore preciso al tutto e ci sono riuscita (nel mio piccolo).
Il disco per me è un pezzo unico. L’entusiasmo che mi ha dato Mari e Venti lo sto già canalizzando in un altro lavoro: in questo momento sto infatti già lavorando su un altro disco e sono di nuovo in fermento!
Come è stato a livello produttivo fare il cd? Da chi gli apporti più importanti?
Il lavoro l’ho svolto tutto da sola: eravamo io e gli strumenti. Il mio compagno Pier è stato importante, anche se, più che apportato ha sopportato il mio frequente sparire in sala prove (che si trova in casa), perciò ho avuto molto tempo a disposizione da dedicare a questo progetto. E poi c’è stata Dooris Tozzi dell’Artlovers Promotion che mi ha seguita durante il periodo di registrazione e mi ha aiutato a prendere delle decisioni. Con la Jestrai, infine, non è stato difficile decidere di produrre il disco.  
Copertina molto strana, moderna e antica allo stesso tempo. Come è stata fatta e pensata? … da chi?
La copertina è un disegno di mia figlia Chiara: lei ama disegnare le figure e un giorno, sfogliando un album con dei suoi disegni, ho visto quel viso… Mi ha colpito molto. D’altra parte Mari e Venti (o Cecilia stessa, ancora bene non lo so) è sia moderna che antica: moderna di visione antica di principi.
Come presenti dal vivo questo album?
In questo momento non sto facendo concerti. Mi manca molto la situazione live, ma vorrei prima riarrangiare i brani con un batterista e magari anche con un bassista, perché non mi piacerebbe suonare da sola. Vedremo più avanti insomma…
Altro da dichiarare?
Detto tutto, lo giuro! 😊


8 commenti:

  1. Esordio misterioso, etereo, elettrico, di una musicante da anni dientro e dentro la musica underground, che finalmente ha deciso di fare il passo ...

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  2. E non è stato un passo falso, ma un esordio piacevole e godibile, che si lascia ascoltare.

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  3. Otto pezzi di pop-rock elettronico, con rimandi e ricordi al passato più o meno recente, come Il fine inconsueto ritmico e liquido, dance anni '80 o quasi ...

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  4. O l'indietronica malinconica di Siamo nel vento, tra le mie canzoni preferite ...

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  5. Interessante testo per un brano di confine quale Maggio, roboante scoppio dal quale si sente nascere qualcosa (forse il disco stesso) 23 dicembre "primo" pezzo di Mari e venti come ci ha raccontato Cecilia stessa nell'intervista.

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  6. L'album si chiude con uno sbilenco ipnotico quasi rock quale Nella casa sulla roccia ... che sia l'idea per un prossimo disco?

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  7. Non sappiamo se per Cecilia, dopo questo esordio, ci sia la voglia di farne subito un altro. Di sicuro questo suo impeto, questo suo richiamare i mari e i venti, nell'intervista messa questa sera online, ha richiamato un temporale in palude, che per fortuna è finito poco fa ... così ho potuto raccontarvi cosa nel penso.

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  8. E voi che ne pensate di questo esordio targato Jestri?

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