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venerdì 25 agosto 2017

In palude con Carlo Barbagallo


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE - vallo a capire
DOVE ASCOLTARLO (in parte o tutto) – viaggiando, a partire da qui https://barbagallo.bandcamp.com/album/9-2
LABEL - noja recordings / stereodischi / wild love records / trovarobato / malintenti
CITTA’: Siracusa/Torino
DATA DI USCITA: 5 maggio 2017

L’INTERVISTA
Come è nato 9?
9 è nato dalle ceneri del disco precedente Blue Record, come continuazione naturale di un percorso musicale personale nutrito da esperienze e collaborazioni artistiche in un arco spazio-temporale dilatato.
Perché questo titolo? … perché un numero?
Nel disco 9 è inteso come misura del tempo che scorre, è in riferimento alla storia plasmata dalle liriche e della sua forma grafica, che rimanda a uno ‘strano anello’, un ciclo iterato aperto, sono impregnate ad esempio le strutture dei brani e il contrappunto degli arrangiamenti, oltre che la grafica dell’album.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Il disco ha avuto una lunga gestazione poiché è stato scritto, arrangiato e registrato negli scorsi quattro anni, intervallata dal resto dei miei impegni come compositore, musicista e tecnico del suono. Due anni fa, con molti dei brani già presenti e sviscerati in varie declinazioni, si è resa evidente, a seguito di alcune esperienze personali, la sua direzione sonica e lirica, fino a quel momento non chiara. Su uno schizzo di chitarre acustiche, batterie e voci raddoppiate ho cominciato ad intessere gli arrangiamenti su trame sovrapposte, insieme a tantissimi amici musicisti provenienti da contesti musicali disparati. Negli ultimi mesi del 2016 ho preso in mano tutto il materiale registrato e ho cominciato un lungo e maniacale lavoro di montaggio sonoro, il cui risultato è quello che si può ascoltare nell’album.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di 9?

Ce ne sarebbero seimila! E’ bello ricordare che è stato lavorato potremmo dire ‘on the road’ in tantissimi posti diversi: da una piccola camera nel centro di Torino, a un albergo di lusso, dal conservatorio di Maastricht alla campagna siciliana, da un’umidissima cantina alla primavera parigina, etc. etc.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse? È …

Si, 9 potrebbe essere considerato un concept album su una crisi personale e relazionale e la sua risoluzione attraverso una riflessione sul tempo.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero di 9?… che ti piace di più fare live?

Adoro tutti i brani del disco e sono orgogliosissimo del risultato finale. Forse il mio brano preferito in assoluto è 9 Years poiché in esso è strutturalmente e armonicamente esplicitata con chiarezza la concezione iterativa concettuale alla base del disco come il tentativo di miscelare elementi di songwriting, soul/blues, improvvisazione libera e sperimentazione elettroacustica. Dal vivo Rust e Save Hide Save perchè spesso durante questi brani intravedo il pubblico mettersi a ballare!
Come è stato a livello produttivo fare il cd? Da chi gli apporti più importanti?

Ognuno dei musicisti coinvolti hanno dato un contributo fondamentale ad arricchire la tavolozza dei colori con il quale ho potuto dipingere le atmosfere dell’album.
Copertina nera con corpi di donna a scrivere il titolo del disco, 9 … e anche dentro e nel libretto interno la stessa scenografia di corpi glamour. Come è nata l’idea e chi è l’autore di quello e di tutto il progetto grafico?

Il progetto grafico nella sua interezza è a cura di Elaine Carmen Bonsangue sotto il moniker E<->CB con il quale curiamo tutti gli aspetti visivi del progetto, dalla copertina appunto ai video. L’idea era quella di rimandare, attraverso la sovrapposizione orgiastica di corpi femminili, in un’ambientazione sospesa nel tempo, una sorta di confusione identitaria e interpersonale, oltre che omaggiare sottotesto la copertina censurata di Electric Ladyland di Hendrix.
Come presenti dal vivo questo album?

La formazione più allargata vede sul palco almeno 9 elementi impegnarsi nel rivisitare sul palco i vari arrangiamenti del disco ma si porterà dal vivo anche in formazione ridotta, ponendo molto l’accento sulle specificità dei musicisti coinvolti, oltre che nella sua versione basica in solo.
Altro da dichiarare?
No

8 commenti:

  1. Un piacere ospitare in palude Carlo Barbagallo, che presenta un bel disco fuori dal tempo e dallo spazio.

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  2. 9 Years è infatti blues, rock, jazz spermientale puro a tanto altro ancora ... per me uno dei dischi più sperimenali dell'anno.

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  3. Volevo dire: ... per me uno dei dischi più geniali dell'anno. Tutto da ascoltare.

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  4. Tra i 9 pezzi preferiti potrei citare Save Hide Save,per l'esplosione di suoni con il sax a darci dentro ... un pezzo magico che ricorda il miglior Frank Zappa.

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  5. Come del resto Cypress Tree tra piano, sax, violino, chitarre, voce ... non mi stufo mai di ascoltarla.

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  6. La title-track si arricchisce ascolto dopo ascolto, piena di suoni, gioca tra il reale e l'irreale, tra il tormento e l'estasi.

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  7. Molto intense e da citare anche Nothing strana/straniante all'inizio, poi la chitarra acustica veramente bella, la voce roca, manco fosse Tom Waits, e Rust un gran rock con chitarra protagonista, fiati, il ritmo che sale ...

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  8. Un ritmo che sale per tutto 9 (questo il titolo del disco, non 9 Years come detto erroneamente prima), da ascoltare dall'inizio alla fine ... fatelo, e ditemi le preferite.

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