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martedì 25 luglio 2017

In palude con i Fast Animals And Slow Kid


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Indie – Rock
DOVE ASCOLTARLO (in parte o tutto) qui
LABEL Woodworm/Sony
PARTICOLARITA’
CITTA’: Perugia
DATA DI USCITA 03.02.2017

L’INTERVISTA (risponde Alessandro Guercini, chitarra dei FASK)
Come è nato Forse non è la felicità?
Forse non è la felicità è un album nato in sala prove in un periodo di pausa dall’attività live. Finito il tour di Alaska abbiamo pensato che fosse arrivato il momento di staccare un po’ la spina e mettere da parte i Fask per riprendere le nostre vite da dove le avevamo lasciate. Non ci siamo riusciti e tempo un mese eravamo di nuovo tutti insieme a lavorare alle nuove canzoni. 
Perché questo titolo? … molto cantautori anni doppio zero, o no?
Hai ragione! In effetti era uno dei motivi per cui all’inizio non ne eravamo convintissimi. In realtà però a noi interessava distaccarci dal dibattito su cosa è e cosa non è la felicità; per come lo intendiamo noi è un titolo che ci ricorda quanto è bello non sentirsi mai del tutto arrivati, continuare ad andare avanti nonostante tutto. 
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Come ti dicevo prima, siamo partiti dalla sala prove rielaborando e mettendo insieme diversi spunti che avevamo accumulato nel tempo. Per quanto riguarda la fase compositiva, non essendoci prefissati una data di scadenza e consapevoli del fatto che non ci correva dietro nessuno, i pezzi sono venuti fuori piuttosto spontaneamente e anche più velocemente di quello che avevamo preventivato. La fase di registrazione è stata come per gli altri album molto intensa, in quanto siamo stati un mese a registrare, isolati dal mondo e concentrati solamente su noi stessi e le nostre canzoni. A differenza di Alaska e Hybris poi in questo caso abbiamo seguito molto da vicino anche la fase di mixaggio del disco. 
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
Sicuramente il giorno in cui ci si è allagata la sala prove rimarrà per sempre nei nostri ricordi. Fortuna che siamo riusciti a portare  fuori tutta la strumentazione giusto in tempo!
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
No il “fosse” rimane :-) Probabilmente sarebbe un concept album sulla giovinezza, o meglio sul suo volgere al termine. Al contempo credo che un altro tema largamente trattato nel disco sia la natura e il rapportarsi dell’uomo ad essa. Ci sono però anche canzoni che non rientrano in questi due macro-argomenti ed è quindi per questo che parlare di concept album non è propriamente corretto. 
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri dell’intero album? … che vi piace di più fare live?
Personalmente i miei pezzi preferiti dell’abum sono Tenera Età, Montana e Forse non è la felicità, che tra l’altro sono piuttosto soddisfacenti anche da suonare live. 
Grandi ambizioni a livello produttivo. Come sono nati questi incontri, come avete lavorato con loro? Woodworm, Sony …
Il rapporto con Woodworm va avanti da moltissimo oramai; Andrea, il nostro fonico da anni, è uno dei soci dell’etichetta e quando si trattava di scegliere con chi far uscire Hybris nel 2013, scegliere un caro amico e un compagno di strada ci pareva la scelta più ovvia. Per quanto riguarda Sony invece abbiamo conosciuto da poco Roberto, colui che gestisce la società editoriale legata all’azienda. Dopo aver ascoltato i provini del disco si è dimostrato molto interessato e vista la sua esperienza ventennale nel mondo della musica italiana ci siamo sentiti decisamente onorati. 
Copertina originale, particolare, come ci avete da sempre abituati. Come è nata? Di chi è opera?
La copertina è opera di quel geniaccio di Iacopo Gradassi, colui che da sempre si occupa della parte visiva dei Fast Animals and Slow Kids. Ci si è arrovellato per tantissimo tempo e alla fine ha avuto il proverbiale colpo di genio: sfruttare il retro della copertina per dare un senso di compiutezza all’intero lavoro. Ci ha convinto subito. 
Come presentate dal vivo questo album?
Cerchiamo di farlo nel modo più fedele possibile. Per questo motivo abbiamo scelto di portare con noi sul palco un musicista in più, Daniele Ghiandoni, alle tastiere e alle chitarre. La sua presenza fa sì che i pezzi suonino il più simile possibile a come sono stati registrati. Inoltre, a differenza degli altri tour, quest’anno abbiamo puntato molto sullo spettacolo visivo grazie all’aiuto di Daniele Lillacci che si occupa delle luci e della scenografia. 
Altro da dichiarare?
Venite ai concerti amici dell’alligatore! 

13 commenti:

  1. Ritornano in palude i Fast Animals And Slow Kids, grande rock-band italica, ed è un vero piacere ospitarli qui per la terza volta.

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  2. Ritornano con un disco forte, fortissimo, giustamente acclamato nei molti concerti che stanno facendo in giro per l'Italia.

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  3. Questo mi fa molto piacere, perché, disco dopo disco, posso dire di averli visti crescere.

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  4. Un rock generazionale che si presenta in questo "Forse non è la felicità", pezzo dopo pezzo, fino all'esplosione della title-track posta proprio alla fine del cd, con uno scanzonato rock ironico, con quelle chitarre forti e decise che accompagnano tutto il disco, e poi basso e batteria, voce, tutto a suonare come un uomo solo.

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  5. Sì, è l'intensità e la coesione di suono, la nota dominante dell'album in tutti gli undici pezzi. Forse quello dove si nota di più, oltre al pezzo che ha dato il nome al disco, è in "Capire un errore", dal testo teso, isterico, come la musica, ondeggiante, sempre più ginnica.

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  6. Stupenda per altri motivi "Montana", romantica sia nel testo, sia nella musica, cantata in modo passionale, di gran passione amorosa.

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  7. Generazionali con la giusta forza, la giusta rabbia direi (senza perdere l'ironia, che si fa sarcasmo a tratti) con i pezzi "Giorni di gloria" dal testo da mandare a memoria, "Fiumi di corpi", che dopo un inizio armonico, passa ad un rock che spacca con chitarre/basso/batteria e la voce a gridare parole di fuoco, e "Ignoranza" dal piglio punk di inno generazionale.

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  8. Ne ho citate 6 su 11, ma avrei potuto citare anche le altre, dicendo cose diverse, ma lodandone la vibra ... vero che non è un concept-album, come dice Alessandro nell'intervista, toccando il disco vari temi, ma temi toccati con forza e indignazione di una generazione. La nostra ...

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  9. Ascoltate il disco e ditemi la vostra ... e se riuscite prendeteli vivi i FASK!

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  10. Li ho visti dal vivo a PD, allo Sherwood, aprivano per The Zen Circus.
    Sotto il palco avevano un bel seguito, il cantante parlava o straparlava un po' troppo per i miei gusti.
    Se devo dirla tutta, non mi hanno particolarmente impressionato, era la seconda volta che li vedevo, la prima non ricordo dove. Ciao.

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  11. Sono una band che sta spopolando, concerti sempre con un seguito maggiore. Non so se parlino troppo, ma musicalmente mi piacciono molto. Dal vivo però non li ho mai visti.

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