NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Pop
/ Trip pop / Alternative
DOVE
ASCOLTARLO (in parte o tutto):
In
macchina (quando non c’è traffico) e in cuffia, possibilmente sdraiati sul
letto.
su spotify
LABEL Autoprodotto
PARTICOLARITA’
L’undicesimo
brano è stato aggiunto dopo la chiusura del master, ad un giorno dalla scadenza
della consegna. E' volutamente “posticcio” (diverso sia per arrangiamento che
per l'assenza del master) ed è stato inserito per sottolineare l'aspetto distorto
di tutto il disco. “Eleven” è l'elemento in più che cattura l'attenzione per la
sua diversità e rende ancor più sbilenco l'album. ODD TIMES, infatti, è come un
pezzo di Tetris che crea casini e buchi irrimediabilmente vuoti ovunque lo si
metta.
CITTA’: Teramo
DATA
DI USCITA: 05/05/2017
Come è nato Odd Times?
E'
nato in due anni di lavoro, elaborazione, ripensamenti, soddisfazioni, litigi,
ricerca, pazienza e grande impegno.
Perché questo titolo? … cosa intendente
dire?
“Odd Times” , dal punto di vista letterale vuol dire
“tempi dispari”, il disco, infatti, è costituito da molte canzoni concepite in
tempi dispari; d'altro canto, però, “odd times” può essere tradotto in senso
più ampio come “tempi strani”, ed è proprio questa sensazione di stranezza e di
perenne disequilibrio che permea le undici tracce. I tempi dispari, dunque
aiutano a tradurre in musica la sensazione di essere sempre in qualche modo
“sbilenchi”.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea
iniziale alla sua realizzazione finale?
Come anche in passato, abbiamo iniziato a lavorare di
getto, senza interrogarci troppo su cosa sarebbe successo, ma con l'idea di
voler fare un passo avanti rispetto a quanto avevamo già prodotto. L'idea,
quindi, era quella di metterci alla prova e spingerci verso direzioni più
lontane dalla nostra confort zone. E in effetti il risultato finale si discosta
dalle sonorità che avevamo sviluppato nei dischi precedenti ed ha, quanto meno
per noi, un sapore diverso.
Qualche episodio che è rimasto nella
memoria durante la lavorazione del disco?
La maggior parte delle volte, le nostre amate
trasferte in quel di Bombanella diventano
particolarmente impegnative per causa di forza maggiore: tre giorni di neve
copiosa, danni e avarie ai mezzi, virtuosi e frizzanti cablaggi audio per
riprendere il suono di un pezzo di ferro vecchio che misteriosamente suona
meglio del miglior charlie, ambiziose riprese audio con esperimenti hardware
presi in prestito da qualche fonico fricchettone. Ad esempio, dopo aver
istallato un nuovo setup di preamp, cavi e altre diavolerie, dall’amplificatore
del basso usciva la radio (sì.. la radio fm!), e abbiamo perso mezza giornata
per cercare di risolvere l’arcano (senza riuscirci ovviamente). In generale,
però, ci capitano assurdi imprevisti anche perché facciamo folli programmi di
registrazione basati su tempistiche che si reggono solo su coincidenze
traballanti più di un tavolino zoppo. E’ questa la magia che pervade le nostre
trasferte a Bombanella e ogni creazione
degli SHIJO X che si rispetti :D!
Se questo cd fosse un concept-album su
cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Il concept è emerso in corso d'opera, così come è
avvenuto per “if a night”, infatti, ci siamo resi conto della direzione che
avevamo preso quando già la stavamo percorrendo. Ed in questo caso il filo
conduttore di tutto il disco è il senso di diversità, di stranezza, di
diversità, traslato in ambiti e situazioni diverse. Il disequilibrio è la
chiave di lettura delle tracce, e allo stesso tempo l'incertezza, intesa come
molteplice lettura della stessa realtà, come percorso da intraprendere, come
una condizione in cui non c'è niente di certo.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche
pezzo del quale andate più fieri dell’intero album? … che vi piace di più fare
live?
Questa è una domanda troppo difficile da fare ad una
band composta da quattro persone.
In generale la cosa più bella è farsi prendere da ogni brano del disco in modo peculiare e, soprattutto, in momenti diversi (considerandolo il migliore almeno per un lasso di tempo). Se andassimo ai voti, le idee di ognuno di noi non troverebbero nessuna corrispondenza. Ed è proprio questo il bello: è come se l’album vivesse di vita propria e, grazie alle sue molte sfaccettature, si adattasse ad ascolti diversi. Personalmente (Davide), il brano che in questo momento preferisco, che mi piace di più suonare dal vivo e di cui vado più fiero è TEAR (ed ovviamente non mi interessa assolutamente cosa pensino gli altri, perché notoriamente ho quasi sempre ragione io ahaahahah).
In generale la cosa più bella è farsi prendere da ogni brano del disco in modo peculiare e, soprattutto, in momenti diversi (considerandolo il migliore almeno per un lasso di tempo). Se andassimo ai voti, le idee di ognuno di noi non troverebbero nessuna corrispondenza. Ed è proprio questo il bello: è come se l’album vivesse di vita propria e, grazie alle sue molte sfaccettature, si adattasse ad ascolti diversi. Personalmente (Davide), il brano che in questo momento preferisco, che mi piace di più suonare dal vivo e di cui vado più fiero è TEAR (ed ovviamente non mi interessa assolutamente cosa pensino gli altri, perché notoriamente ho quasi sempre ragione io ahaahahah).
Odd Times è un’autoproduzione,
uscita con edizioni e promozioni di ABuzzSupreme. Come è stato fare il cd con
ABuzzSupreme? Altri nomi da citare?
Con
A Buzz Supreme
abbiamo già collaborato in passato ed abbiamo molto apprezzato il lavoro
svolto, dunque, buttarsi nell'avventura di Odd times con loro è stato piuttosto
naturale. Oltre ad aver consolidato un ottimo rapporto professionale, infatti,
siamo allineati sulla strategia da intraprendere e condividiamo la stessa idea
di lavoro ed una forte stima reciproca.
Altri
nomi importanti per questo disco sono Davide Cristiani e il suo Bombanella Studio, che ha avuto un ruolo fondamentale per la
realizzazione di Odd
times e grazie al quale siamo riusciti a trovare il suono giusto per
ogni brano del disco.
Copertina di forte impatto, che colpisce
a prima vista, come ci avete da sempre abituati. Come è nata? Di chi è opera?
La copertina ci ha conquistato da subito! E'
inquietante e criptica al punto giusto e lascia uno strano senso di incompreso.
Utilizza simboli classici come la mano, l'occhio la spirale che, combinati
insieme, danno un effetto tutt'altro che rassicurante. Il lavoro è opera di
Jonathan Calugi, un talentuoso grafico toscano che, insieme a Simone
Brillarelli, ha curato anche il video di Spiral, primo singolo estratto da Odd times.
Come presentate dal vivo questo album?
La presentazione dal vivo dell'album è ibrida dal
punto di vista musicale. Uno degli aspetti che ci interessa di più è la giusta
fusione tra suono acustico ed elettronico. Le canzoni acquistano la carica e la
forza del suonato ma mantengono una miriade di colori e sfumature grazie
all'apporto dell'elettronica. Il punto di equilibrio tra la dinamica degli
strumenti e la freddezza dei suoni elettronici è la chiave di lettura della
performance che vogliamo portare sul palco.
Altro da dichiarare?
Sì! E’ estremamente bello potersi
prendere del tempo per esprimere al meglio la propria visione musicale. Non
avere scadenze, non avere obblighi, non dover giustificare niente a nessuno. E’
proprio una bella sensazione. D’altro canto, il rischio è alto perché, mancando
un giudizio esterno, si potrebbe cadere in costruzioni sonore autoreferenziali.
Però possiamo dirti che ODD TIMES rispecchia totalmente quello che
ognuno di noi cercava dalla propria musica. Sarà anche difficile al primo
ascolto, ma lo è come la genesi di ogni brano. Se potete, quindi, prendetevi
del tempo e fatevi trasportare dal disco per più del classico ascolto
mordiefuggi. Troverete delle belle sorprese!
Bel ritorno in palude per gli Shijo - X, con questo disco sinuoso, che seti conquista non ti molla più.
RispondiEliminaSì, è così Odd Times, un lavoro lungo 11 intensi pezzi, tutti da ascoltare.
RispondiEliminaUn perfetto connubio tra elettronica e strumenti acustici, che credo dal vivo sarà ancora più affascinante.
RispondiEliminaMa ascoltando il disco, a tratti, sembra di avere la band a due passi, sembra sempre stia improvvisando lì, di fronte a te.
RispondiEliminaQuesto lo si nota di più in pezzi come Lapse, pop particolare, tra i fab four e i Radiohead, oppure nella successiva Origami, elettronica sofisticata con una tastierina senza tempo ...
RispondiEliminaMolto intensa anche Parallax con un piano giocattoloso a dare ritmo e un'atmosfera in piena espansione ...
RispondiEliminaE perché non citare Drop, dal ritmo sghembo,battiti di mani, coralità e improvvisazione e Weightless, piacevolmente underground tra ritmo e poesia.
RispondiEliminaIl finale, Eleven, come dice Davide nell'itervista, si stacca un po' dalle altre, anche per l'atmosfera decadente e liquida, il passo lento e sinuoso dalle venature soul ...
RispondiEliminaGran disco, da ascoltare tutto ... ascoltatelo e ditemi.
RispondiEliminaÈ sempre un piacere tornare nella palude💜! È stato un lungo, sofferto ed intrigante lavoro... Siamo contenti che ti sia piaciuto! Davide shijo
RispondiEliminaGrazie Davide, piacere mio ... si sente che è un disco sul quale avete messo il fegato e anche qualcosa d'altro, proprio per questo si apprezza di più. Alla prossima.
RispondiElimina:)
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