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mercoledì 28 giugno 2017

In palude con i Volcano Heat


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Rock
DOVE ASCOLTARLO (in parte o tutto) Itunes, Soundcloud, Spotify, etc
LABEL Satellite Records (nostra etichetta)
PARTICOLARITA’ Garage alternative rock dark moods high energy experience
CITTA’: Venezia
DATA DI USCITA 18 aprile 2017

L’INTERVISTA
Come è nato Black Mood Swings?
È stato composto in sala prove, come tutti gli altri lavori e i tre Ep che hanno intervallato la sua pubblicazione e quella del precedente Vive le Rock! Non siamo partiti da un concept o da un’idea in particolare, piuttosto da un gruppo di canzoni che ci convincevano e che avevano il nostro sound.
Perché questo titolo? Cosa vuol dire?
Il titolo è relativo alle oscillazioni dei nostri stati d’animo, che di questi tempi sono piuttosto neri, considerato il mondo che ci ritroviamo per le mani. A volte ci chiediamo se esiste una via d’uscita. È un disco dall’anima dark, a tratti disperato, ma è proprio cantare, suonare e condividere le nostre passioni che rappresenta un passo per uscire dal caos e riprendere a sperare in qualcosa. 
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Tracce sparse qua e la nelle registrazioni delle nostre prove e qualche buona idea da parte di Luca. Questa è la base, il resto viene da sé, sera dopo sera, suonando e rifinendo ogni passaggio. Il maggior tempo trascorso rispetto alla realizzazione di Vive le Rock! è dipeso anche dal fatto che le nostre famiglie si sono allargate e abbiamo, naturalmente, dovuto trovare nuovi equilibri spazio temporali.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
Direi le registrazioni degli strumenti ai Fox Studio di Venezia con Andrea Volpato e quelle delle voci e della batteria con lo studio mobile di Alex Marton, nostro produttore e collaboratore fidato. Sono stati entrambi momenti di grande unità e collaborazione, per nulla scontati dopo una gestazione che ci sembrava troppo lunga tanto da non sapere se avremmo mai terminato il lavoro. Sono stati giorni intensi.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Sì, toglilo pure. È davvero solo un disco rock. Ha una sua tematica a livello di testi, ma è nella sua immediatezza e nel sound grezzo, a tratti straripante, che trovate le chiavi della sua anima.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri dell’intero album? … che vi piace di più fare live?

Sicuramente il primo singolo, The Way I Am, Return to Splendor e State of Love sono tra i pezzi che amiamo di più. Ma dobbiamo ammettere che per ora ci soddisfano appieno tutte le tracce. Per la serata di presentazione del disco includeremo infatti un set composto unicamente da pezzi tratti da Black Mood Swings. È una bella dichiarazione d’amore, no?
Come è stato a livello produttivo fare il cd? First Line Production? Dischi Bervisti? … chi altri? 
Il disco è stato prodotto da Alex Marton (First Line Production) e dalla band. Se vogliamo essere più precisi, dopo l’impostazione generale del progetto a livello compositivo ed esecutivo, la mano di Alex ha ottimizzato certi aspetti del sound e portato a compimento un ottimo mastering. È una relazione collaudata quella Alex, anche grazie a un’amicizia di lungo corso e il soddisfacente risultato del disco precedente.
Copertina e progetto grafico molto interessanti, d’altri tempi. Come è nata? Di chi è opera? L’idea, il concept e la realizzazione sono di Andrea Vianello, il nostro batterista. La cover esprime la frenesia della cultura contemporanea, che, giorno dopo giorno, invisibile, rende ai nostri occhi tutto poco definito e sfuocato. Le nostre sagome in sovraimpressione rappresentano in qualche modo un moto di ribellione, la volontà di definirsi attraverso i propri contorni e profili, senza abbandonarsi al magnetismo innarrestabile di ciò che ci circonda e ci avvolge.
Come presentate dal vivo questo album?

La prima data è quella del release party che si tiene venerdì 28 aprile al Flat di Mestre. E poi nel corso dell’estate sono in definizione una serie di apparizioni live che saranno la colonna portante della promozione di Black Mood Swings.
Altro da dichiarare?

Sì, la nostra voglia di suonare. Dopo un pausa piuttosto lunga per i nostri standard è venuta l’ora di ritrovare una certa puntualità con il calendario delle nostre esibizioni. Stiamo inoltre provando ad aggiungere un elemento in più alla nostra formazione per affinare il nostro sound e renderlo ancora più completo. 

10 commenti:

  1. Da Venezia con furore, manco fossero risorti gli One Dimensional Man.

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  2. Vabbe', forse non ci sarà la presenza scenica di un Pier Paolo Capovilla, ma la vibra c'è tutta!

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  3. "Black Mood Swings" può essere il disco giusto per rappresentare questa estate altalenante con un continuo oscillare dell'umore nero.

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  4. Ma bando alle ciance, e diciamo quali sono i nostri pezzi preferiti.

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  5. “State Of Love”, ermetico e ben ritmato, tra i Jesus and Mary Chain e i Franz Ferdinand.

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  6. “Another Shot” con il basso e tutta la sezione ritmica in gran spolvero, chitarre distorte e poi “People”, noise di gran qualità che mi ricorda ancora i Jesus and Mary Chain.

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  7. “Plastic World” con la chitarra acustica carezzevole per un pezzo psichedelico e folk con il ritmo in salire e un’atmosfera che mi fa venire in mente addirittura i Blonde Redhead.

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  8. Ma è tutto un disco da ascoltare, tra le sue oscillazioni buone e cattive, come il vero rock!

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  9. li ho ascoltati sono un buon gruppo rock ed in una canzone si sente l'influenza dei Radiohead.

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  10. Grazie Daniele dell'ascolto e della continua attenzione ... in quale hai sentito i Radiohead?

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