NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE: pop, indie, folk, teatro
canzone… non lo so manco io.
DOVE ASCOLTARLO (in parte o
tutto): Spotify, iTunes, Amazon e simili.
LABEL: autoproduzione/ABuzzSupreme.
PARTICOLARITA’: teatralità ed
espressività di narrazione
CITTA’ Bologna
DATA DI USCITA: 10 febbraio 2017
Come è nato Non fate caso al
disordine?
E’ nato quando ho ritenuto di
aver in mano alcuni brani validi, nati da un lavoro di maturazione artistica
personale e in collaborazione più stretta con Vincenzo De Franco, il
violoncellista e amico che mi accompagna fin dal primo album e che, in questo,
ha anche curato gli arrangiamenti e mi ha affiancato nella stesura di alcuni
brani. E’ un disco nato dalla necessità di comunicare in maniera più diretta il
mio immaginario, cioè la realtà di tutti ma osservata di sbieco.
Perché questo titolo? … dove c’è disordine?
Nell’armadio di sicuro. Ma anche
sulla scrivania.
Nell’album si parla di ordine e
disordine in termini di tempo, di spazio, di oggetti e persone: ogni canzone,
come ognuno di noi, ha in sé una parte di ordine e una di disordine. Due facce
della stessa medaglia, come eros e thanatos, il cielo e la terra, il mare e la
montagna, la pasta e il risotto.
Poi il disordine sta nel fatto
che non riesco troppo ad affezionarmi ad un genere musicale. Tutte le canzoni
hanno addosso un vestito diverso. E dopo essersi vestite, hanno lasciato un
casino infernale nell’armadio: ecco, questo è il disordine. Il problema è
l’armadio, insomma.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea
iniziale alla sua realizzazione finale?
Molti brani sono nati dall’osservazione delle persone e delle cose di tutti
i giorni. Cerco sempre di guardarmi intorno, di studiare le persone, nei modi
di fare, nei movimenti, nelle abitudini. Senza giudizio, ma solo come un osservatore
in ascolto che ama meraviagliarsi. Poi vabè, brani come Sant’Antonio Abate sono diversi: lì è che ho trovato stuzzicante il
personaggio e l’iconografia, anche nei quadri di Bosch e Grunewald.
Poi normalmente mi metto al piano e strimpello. Ho portato le varie idee al
Maestro De Franco e, tra una discussione e l’altra, abbiamo trovato la stesura
finale e abbiamo pensato agli arrangiamenti. E poi abbiamo registrato il tutto.
Facile, no?
Qualche episodio che è rimasto nella memoria
durante la lavorazione di Non fate caso al disordine?
Il più emblematico: il contrabbassista Max Turone è un divoratore assiduo
di aglio e quando ha registrato ha lasciato un intenso odore di aglio, che si è
mantenuto nello studio per due giorni. Narra la leggenda che ascoltando con
attenzione le tracce di contrabbasso si possa ancora percepire odore di aglio.
Un po’ come le frasi sataniche ascoltando i dischi rock al contrario.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa
sarebbe? Anche senza volerlo, a posteriori …
Sarebbe un concept sull’Ordine e il Disordine. Troppo eterogeneo per avere
un concept preciso. Dare il titolo dopo comunque è un po’ come scoprire solo
alla fine che un “concept”, in fin dei conti, c’è sempre stato. A mia insaputa!
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo
del quale vai più fiero di Non fate caso al disordine?… che ti piace di più fare
live?
In live Non parlate al conducente
per me è fenomenale. L’ho suonata già in diversi concerti e ogni volta la resa
è stata sorprendente: la gente ci balla, su quel pezzo! E per me è emozionante,
perché non è così scontato che si balli sulle mie canzoni.
Non fate caso al disordine è un’autoproduzione, uscita con edizioni e promozioni
di ABuzzSupreme. Come è stato fare il cd con ABuzzSupreme? Altri nomi da
citare?
I ragazzi di A Buzz Supreme
stanno facendo un ottimo lavoro promozionale. E mi hanno dato molte dritte per
come muovermi su vari fronti. Il tutto resta artisticamente indipendente e
autoprodotto, ma l’affiancamento a professionisti è indispensabile per poter
far crescere il proprio lavoro.
Divertente lo scatto che ti ritrae in copertina
… come è nato e chi è l’autore di quello e di tutto l’elegante progetto
grafico?
L’idea dei cloni non è originalissima, ne ho visti molti su google. Per questo
sono stato indeciso fino all’ultimo se tenere la foto “al naturale”. Poi ho
provato la clonazione, in quel salotto… beh, non tenerla sarebbe stato un
delitto.
L’idea grafica è mia. L’autrice degli scatti è Michela Zucchini. La
realizzazione grafica è praticamente tutta mia, con l’aiuto indispensabile di
Cristina Bernardi, graphic designer e amica, con cui collaboro anche in
produzioni di cortometraggi e videoclip.
Il salotto comunque è di mia nonna. L’eleganza di copertina è anche merito
suo.
Come presenti dal vivo questo album?
Lo presento per nome e cognome. Con una formazione variabile a seconda
delle situazioni. Sostengo di avere una formazione live dell’ikea, cioè
componibile. Mi esibisco da solo, duo, trio, quartetto… poi se mi danno un teatro
vado anche con l’orchestra, eh. Quando posso, preferisco portarmi comunque
appresso Vincenzo De Franco e il suo violoncello.
Dal vivo amo presentare i brani con brevi introduzioni più o meno recitate,
per coinvolgere maggiormente il pubblico nella narrazione del brano. Almeno,
l’intento è questo.
Altro da dichiarare?
Vado a rassettare il salotto?
Gran bel disco originale quello di Tizio Bononcini. Un disco da cantautore burlesco, tra Vinicio Caposella e i bozzetti di provincia del primo Paolo Conte (ma forse anche quello dopo.
RispondiEliminaOriginale nei contenuti, ma originalissimo nel modo di proporsi. Basta guardarlo ... sì, credo che i suoi concerti siano spettacoli a tutto tondo, e la copertina ne da un'idea. Ma con questo non voglio dire sia solo immagine.
RispondiEliminaSentite la musica, tra clarinetto, violini, oboe, l'amato piano ... e anche i testi non sono male.
RispondiEliminaCanzoni preferite? Sì, potrei averne, fermo restando che è un bel disco tutto. Direi che è un bell'iniziare con "Conte alla rovescia" con archi in primo piano e il clarinetto a fare magie per raccontare un conte eccentrico.
RispondiEliminaCanzoni preferite? Sì, potrei averne, fermo restando che è un bel disco tutto. Direi che è un bell'iniziare con "Conte alla rovescia" con archi in primo piano e il clarinetto a fare magie per raccontare un conte eccentrico.
RispondiEliminaForse il vertice del cd è "Sant'Antonio Abate", da sapore autenticamente caposseliano. Giusto il ritmo, giuste le parole (e poi c'è un oboe, che non l'incontri tutti i giorni).
RispondiEliminaInteressanti anche "Non parlate al conducente", bozzetto di provincia contiano, con un certo gusto "sociale" e "Chiuso nel traffico", alla quale perdono le troppe rime baciate per i riferimenti sociali e un ottimo arrangiamento, con una chitarrina gajarda.
RispondiEliminaE voi, che ne pensare di questo Tizio?
RispondiEliminaho notato dall'intervista la scanzonata ironia che immagino si riscontri anche nel suo ultimo lavoro :-)))
RispondiEliminaA presto Alli e sempre complimenti per i gruppi che "scovi"
PS: alludo soprattutto alll'inizio e fine intervista. In mezzo, una profonda attenzione e serietà verso il suo lavoro e quello dei suoi collaboratori
RispondiEliminaIo in realtà ballicchio (da seduta) con tutto l'album, ma la mia preferita rimane Il tuttologo, sembra il personaggio di una fiaba, lo immagino spuntare all'improvviso a ogni pie' sospinto, a risolvere, spiegare, ammonire. Normalmente odio i sapientini, ma questo tuttologo è diverso.
RispondiEliminaComplimenti a Tizio (ahahah), e anche a nonna Caia ^_^
@Daniele Rockpoeta
RispondiEliminaSì, Daniele, mi sembra che l'ironia non manchi nelle sue canzoni, la stessa ironia profonda serietà verso collaboratori e musica, che traspare anche dall'intervista.
@Elle
Vero, anche "Il tuttologo" è una bella canzone (pensavo di averla detta tra le mie preferite, invece l'ho colpevolmente scordata), che ha del favolistico ... tutto il disco è pervaso da un certo gusto per il ritmo, lo si può ballare certo.
E di zio Sempronio che dire?
Io impazzisco per l’antropologia culturale di ‘S.Antonio Abate’, per il surrealismo impeccabile del ‘Conte alla Rovescia’, per la fresca levità dell’’Ombrello’ per… A me NON FATE CASO AL DISORDINE piace tutto!!! Ma anche il CD precedente ENTRAMBI TRE non è da meno, più o meno per le stesse ragioni: l’antropologia dell’Arlecchinata’, il surrealismo di ‘Dupont’ la freschezza grave del ‘Cavaliere dalla trista figura’. In entrambi i dischi poi emergono, leggermente caricaturali, i TIPI psicologici di personaggi come l’ ‘Economista’ e il ‘Tuttologo’. Che dire? Un cantauttore (autore cantante attore) veramente di razza. Complimenti e avanti così.
RispondiElimina‘
Be', che aggiungere ... sei meglio di me nell'analizzare tutti i pezzi di un disco,anzi, di più dischi!
RispondiElimina... e, benvenuta in palude Eleonora.
Mi butto in questa bella chiacchierata, intanto ringraziando tutti. Poi mi piace interloquire...
RispondiElimina@Alligatore in "chiuso nel traffico" la chitarrina intendi quella simil-hawaiana? Oppure quella che un po' assola alla fine?
Quella hawaiana è un ukulele suonato da me! Le troppe rime... dai, li chiamerei giochi di consonanze.
@Alligatore e @Eleonora mi fa piacere che Sant'Antonio sia visto come l'apice del disco. E' un brano "difficile" da far arrivare, proprio perchè forse troppo da "antropologia culturale", appunto. Oboe stupendo.. sì. Suonato da Maria Rubino, moglie del violoncellista e arrangiatore Vincenzo De Franco.
E sì, è di sapore caposseliano. Qualcuno mi ha parlato (sul disco in generale) di assonanze con De Andrè. Per quanto io l'abbia ascoltato molto, non ci trovo molto De Andrè in questo disco. E ho il sospetto che l'intro con chitarra a tarantella di Sant'Antonio evochi inconsciamente sonorità del Faber.
@Elle balli da seduta! Brava! E' quello che faccio anche io quando suono e canto ai miei concerti, perchè sono seduto al piano. Quindi il ballo da seduta è perfetto :)))
Ehm.. c'è un tuttologo alle tue spalle che ti spia, occhio.
@Daniele grazie! Se ti va... dai un'occhiata a questo video: https://www.youtube.com/watch?v=-S9FuF1-uVI
Evviva la Palude dell'Alligatore!
@Tizio
RispondiEliminaBenvenuto in palude, piace interloquire anche a me ... se rimetto in piedi le interviste in diretta ti chiamerò certamente. Riguardo ai tuoi quesiti:
1. Sì (credo?) fosse l'ukulele quello a cui pensavo quando ho scritto quella frase. Sì, diciamo che sono consonanze, e che tu sei bravo a giocare con esse.
2.Stupendo quel pezzo, ascoltandolo ho pensato a Capossela, e direi poco a De André. Questo, e altri pezzi mi hanno ricordato il buon Vinicio, e anche, in parte, Paolo Conte.
Anche io voglio dire un riferimento!
RispondiEliminaNon parlate al conducente mi ha fatto venire in mente Paterson, il film di Jarmusch: quando il protagonista, autista, ascoltava e poi, arrivato al capolinea, scriveva :)
Gran bel riferimento Elle, di un gran bel film: potrebbe farne un video, con gli spezzoni di pellicola dove Paterson è sul bus (chissà se Jarmush concedrà i diritti).
RispondiEliminaMa sapete che mi hanno segnalato già in diversi questo film... ma non ho ancora avuto occasione di vederlo. Provvederò prima possibile.
RispondiEliminaCerti lo hanno definito un Jarmush minore, altri, come noi, l'hanno adorato. Quindi, te lo consigliamo vivamente.
RispondiElimina