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domenica 26 marzo 2017

In palude con Giulia Villari


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Alternativa
DOVE ASCOLTARLO qui
LABEL Ivory Records
CITTA’: Roma
DATA DI USCITA 31/03/17
L’INTERVISTA
Come è nato Real?
Real è nato dopo che con il mio produttore, Sante Rutigliano, abbiamo deciso di mettere da parte quello su cui avevamo inizialmente lavorato e di concentrare le nostre energie su delle canzoni nuovissime. Le tracce contenute in Real le ho scritte tutte tra la primavera e l’estate dello scorso anno, con l’intenzione di mettere alla prova la mia abilità di scrittrice e di rivoluzionare la mia usuale maniera di scrivere canzoni, per sentirmi più libera: ho infatti abbandonato la mia fedele chitarra in favore del computer, partendo da loop di batteria elettronica (alcuni di questi sono tuttora nel disco), e mi sono divertita a giocare con melodie e parole.
Perché questo titolo? … a cosa ti riferisci?
Volevo un titolo che potesse parlare di chi sono io oggi, che fosse breve e pieno di significato. In modo ‘reale’ credo di cercare oggi di cogliere la bellezza della vita. L’aggettivo ‘real’ è inoltre nel ritornello della prima canzone che apre il disco.
Come è stata la genesi dell’album, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
È stata faticosa, perché da quando abbiamo iniziato ci siamo davvero buttati a capofitto!
La scrittura è stata abbastanza veloce: a Sante è piaciuto quasi tutto quello che gli mandavo e anche io devo dire che mi sono trovata a mio agio a scrivere in un modo nuovo.
A qualche canzone abbiamo inoltre lavorato all’arrangiamento insieme al batterista con cui suono da un po’, Simone Prudenzano, le cui idee sono state importanti: non a caso abbiamo scelto quei pezzi come singoli!
Le registrazioni e i mix ci hanno invece richiesto un po’ di tempo, perché abbiamo voluto curare ogni particolare e fare un lavoro di cui eravamo veramente soddisfatti. Sia io che Sante siamo decisamente convinti del valore aggiunto che un buono studio di registrazione può dare a un disco, anche in parte elettronico come il mio.
Le registrazioni hanno poi visto l’apporto fondamentale oltre che di Sante e Simone, di altri musicisti: Andrea Ruggiero (violino), Luciano Turella (viola), Angelo Santisi (violoncello) sono stati la nostra sezione d’archi, Cesare Petulicchio ci ha aiutati con le drum machine e Sandro Travarelli ha suonato per noi la tromba.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco …
Beh, uno su tutti, che io inizialmente mi rifiutavo di lavorare a una canzone che poi è diventata un singolo. Poi ascoltando l’ottimo lavoro che avevano fatto Sante e Simone mi sono convinta naturalmente e riascoltando oggi, vado veramente fiera di quella canzone. Ci avevano visto più lungo di me e sono stati davvero bravi ad interpretare il mio spirito.
Se questo disco fosse un concept-album su cosa sarebbe? Togliamo il se? … è?
Contando che tutte le canzoni sono state scritte tutte più o meno nello stesso periodo, possiamo forse togliere il se e notare che in effetti c’è un filo conduttore: la conoscenza di sé e la ricerca sui rapporti umani direi, vista da diverse angolature.
L’intento non è però tanto quello di raccontare la mia storia personale, quanto più quello di fare in modo che un po’ tutti si possano riconoscere nelle mie parole. Non a caso mi piace usare un linguaggio semplice.
Nei testi di questo disco, in misura decisamente maggiore rispetto a quello che ho fatto precedentemente, c’è inoltre anche molta sottile ironia e un po’ di sano divertimento.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiera di Real?… che ti piace di più fare live?
Ce ne sono diversi che mi rappresentano davvero per come sono oggi e di cui vado fiera. Questo disco è per me una piccola liberazione, una nascita nuova come musicista e come donna. Almost August, il primo singolo, mi piace molto e sono stupita di come sia venuto dopo che ci abbiamo lavorato. Anche il secondo singolo, su cui ora non posso fare anticipazioni, mi convince sempre di più.
Come è avvenuto l’incontro la Ivory Records? Come è nato produttivamente il cd?
Ivory ha lavorato nell’ambito dei progetti del mio produttore, Sante, e quindi è stato naturale partire da loro. La produzione è stata in un primo momento fatta da me, e loro sono intervenuti dopo.
Molto fascinosa la copertina, onirica nei colori e nel tuo atteggiamento distaccato …e poi, con la scritta REAL alle spalle … come è nata e chi è l’autore?

L’idea di un’immagine di copertina ‘onirica’ ma anche moderna, è inizialmente nata da me, ma è stata sviluppata insieme a Ilaria Magliocchetti Lombi, a cui mi sono rivolta subito sicura che avrebbe fatto un ottimo lavoro. Così infatti è stato, perché Ilaria ha creato un set unico con luce continua blu/gialla che richiama, così come avevamo detto cercando ispirazioni, alcuni lavori dell’artista americano James Turrel, che mi avevano molto colpito. Ci siamo divertite inoltre anche con lo styling (di Sara Schiavo) e con il trucco (di Mara Giannini).
L’artwork della copertina e di tutto il disco (vado fiera soprattutto del vinile) è poi stato fatto dal mio carissimo, talentuoso e fedele amico grafico Emanuele Ragnisco.
Come presenti dal vivo questo album?
Saremo semplicemente io, Sante e Simone. Credo che mi vedrete in dei nuovi panni, perché così come è stato per la scrittura, anche per il live abbandonerò spesso la mia amata chitarra. Il disco poi è spesso anche ballabile, quindi spero che riuscirò a dare sfogo alla ballerina che c’è in me! Chi mi ha già visto dal vivo sa che non mi risparmio sul palco, quindi spero che ci divertiremo!
Altro da dichiarare?
Niente, se non me stessa per come sono oggi, così come in questo mio nuovo album a cui tengo molto, ho cercato di ritrarre.

9 commenti:

  1. Un disco che presenta una nuova Giulia Villari, meno rock, forse, con una componente elettronica molto marcata, ma elettronica dal volto umano.

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  2. Del resto, l'elettronica ha ormai preso piede nella scena underground più viva e spregiudicata, la Villari si può ben inserire in questa.

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  3. Undici pezzi che fanno di "Real" un disco molto compatto, intenso, difficilmente scindibile in pezzi, ma provandoci a farlo, munito di un flessibile potrei dire.

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  4. "Springtime" è il brano che più di tutti balza in avanti per la sua maestosità e semplicità ad un tempo. Poi direi "Different", internazionale/internazionalista, ha il giusto ritmo e la giusta teatralità (senza strafare).

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  5. Interessante anche "Fragile" per la chitarra insistente, l'originale uso della voce, e una certa psichedelia che si diffonde, come intriga "July" canzone che sembra staccarsi dalle altre (un progressive elaborato oggi?).

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  6. Finale impeccabile con questa "Birds" intensa e sospesa, con una tromba che fa pensare all'elettro-jazz. La via italica all'elettro-jazz eccola qua.

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  7. Insomma, alla fine "Real" appare come un disco molto vario, compatto nella sua dinamicità. Semplice e diretto, ma allo stesso tempo stratificato. Ascolto dopo ascolto possiamo sezionarlo. Consiglio vivamente l'operazione.

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  8. il tuo blog è un arcobaleno di suoni.
    ;)

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