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lunedì 27 febbraio 2017

In palude con In Between


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Elettronica ambient, Folktronica, Art Rock
DOVE ASCOLTARLO (in parte o tutto)
In camera da letto steso nel pavimento guardando il soffitto o in automobile durante un viaggio … a partire da qui.
LABELPMS studio
PARTICOLARITA’
Un album sia da ascolto attento che come sottofondo, elettronica ambient fatta da un chitarrista
SITO e FB
CITTA’ Ravenna
DATA DI USCITA 03/12/2016
L’INTERVISTA
Come è nato questo primo omonimo disco del progetto In Between?
E' nato dall'esigenza di concretizzare il mio lato “solo” della musica. Negli anni in cui ho suonato con altri musicisti ho sentito sempre più forte l'esigenza di creare interamente in solitaria, dall'idea fino agli arrangiamenti.
Perché questo titolo? … anzi, perché nessun titolo se non il nome della band?
Il titolo del progetto è già molto ricco di significato, ho lasciato che il disco parlasse da sé; inoltre l'idea del primo album omonimo mi piace.
Sono partito dall'idea che in ogni cosa, anche nella più banale, ci sono sempre due aspetti: uno materiale e uno immateriale. Il mondo materiale è il mondo fisico in cui agiamo, creiamo, modifichiamo, distruggiamo, mentre l'immateriale é quello più sottile delle emozioni, delle intenzioni, dei sentimenti, della spiritualità. Queste due parti si influenzano a vicenda e un'azione nell'una può avere implicazioni nell'altra e viceversa. Un esempio semplicissimo è la classica giornata in cui tutto va storto: incolpiamo gli altri per questo, o addirittura la sfortuna, mentre potremmo trovare il senso di quegli episodi dentro di noi …
In Between è un punto di equilibrio fra questi due mondi, e si riferisce alla presa di consapevolezza di una visione più ampia che non escluda né l'uno né l'altro dalla propria vita.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
In questi ultimi 4 anni ho compiuto una vera e propria “decostruzione” della mia identità al fine di ricostruirmi in modo consapevole e questo processo volevo trasformarlo in musica.
Ho iniziato dalle mie origini: ho studiato il mio albero genealogico, sono andato alla ricerca di videocassette sulla storia della mia famiglia dalle quali ho estrapolato audio e campioni per me significativi. Sono andato nel paese siciliano dove è nata e cresciuta mia madre e lì ho registrato suoni ambientali e voci con microfoni binaurali.
Mi sono immerso prima di tutto nella mia storia senza comporre nemmeno una singola nota,  volevo prima essere consapevole di ciò che stavo facendo. Avvenuto questo ho iniziato a creare melodie con la chitarra, il piano e il sinth, intrecciando il tutto con basi ritmiche, drum machine e glitch.
Dopo un anno di lavoro ho preso il materiale realizzato e sono andato da Andrea Lepri (Muvic) che è stato di fatto il  produttore del disco aiutandomi a mettere a fuoco, a valorizzare i punti forti ed eliminare il superfluo. Molti arrangiamenti sono venuti fuori anche grazie a lui. 
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
Nel paesino di mia madre mi sono imbattuto nel barbiere Tanino Visconti (da cui il nome Da Tanino). Un personaggio incredibile, un uomo che ha creato e detiene le storie genealogiche e la memoria fotografica di tutti gli abitanti, una sorta di custode della memoria. La sua bottega è un portale magico, dove il tempo ha regole proprie. La prima volta che l'ho incontrato ha lasciato il negozio, nonostante al suo interno ci fossero alcuni clienti, per portarmi al bar e offrirmi un caffè. Nessuno ha protestato, perché lì prendersi un momento di pausa è consuetudine. Lui e la Sicilia mi hanno insegnato che a volte corriamo troppo e non ci prendiamo il tempo per le piccole cose.
Un altro episodio interessante è stato quando frugando fra i video di famiglia ne ho trovato uno con la mia ecografia, il documento visivo di quando ancora mi stavo formando: è stato incredibile. Si sente persino l'infermiera che con tono dispiaciuto dice a mia mamma che sarei stato un maschio (sono il terzo di quattro figli maschi!).
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Sì in effetti lo é. E' la risposta alla domanda “da dove vengo?”, il racconto delle mie origini. L'album è il frutto di un percorso autobiografico ma non nostalgico. Ho cercato di trasformare la mia storia personale in qualcosa di universale. Spesso il passato invade e appesantisce le nostre vite. Rendere omaggio alla mia storia rappresenta per me un lasciarmi tutto alle spalle portandomi solo lo stretto necessario per vivere al meglio il mio presente.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiero dell’intero album?… che ti piace di più fare live?
 Love and don't forget è l'ultimo brano che è stato creato, ne vado molto fiero perché è l'unico che ho prodotto e mixato facendo praticamente tutto da solo, tolti gli arrangiamenti di archi che sono stati fatti da Federico Spadoni e una piccola finitura negli studi PMS con Raffaele Montanari.
Da Tanino è uno dei brani che mi diverto di più a suonare dal vivo, è il primo brano creato nel disco e l'ultimo del live.
Il cd è uscito con PMS Studio … altri nomi da citare “dietro”e “dentro” il cd?
Innanzitutto quello di mia moglie, Silvia Bigi, i suoi suggerimenti, le sue ottime orecchie, il suo punto di vista di artista e il suo farmi da specchio sono stati passaggi fondamentali per la realizzazione del disco. Anche Andrea Lepri è stato fondamentale nel farmi mettere a fuoco il lavoro e trasformarlo. In Love and don't forget ci sono gli archi di Federico Spadoni che é stato molto importante per la creazione del brano, ma ancor di più per le suggestioni che il suo violino crea nei live integrandosi perfettamente con il mondo onirico-elettronico di In Between.
Copertina scura e affascinante, molto particolare. Come è nata? Di chi è opera?
Si tratta di un’incisione di Giuseppe Maestri. Artista sensibile e visionario, dal suo torchio hanno visto la luce opere di artisti come Giulio Ruffini, Giò Pomodoro, Ennio Calabria e Mattia Moreni.
Il museo MAR (e la moglie Angelina) mi hanno concesso l'autorizzazione per utilizzare le sue incisioni nell'artwork del disco e per le video animazioni con le quali ho creato il visual set per i miei live.
Come presenti dal vivo questo album?
Il mio set fisso è composto da chitarra con relavita effettistica, loop station, campionatore, sinth e voce e archi (Federico Spadoni). Possiamo anche definirlo un live di elettronica ambient con chitarre, archi e sinth. Il visual set è molto importante perché aumenta la suggestione, cerco di averlo quasi sempre (condizioni tecniche permettendo).
Altro da dichiarare?
- Il progetto di visual set si chiama The Encounter ed è stato esposto al Museo MAR - Museo d'arte della città di Ravenna, ai Chiostri Francescani e alla 12-14 Schleifmuhlgasse Gallery di Vienna.
- Altra cosa, presto annuncerò il mio tour europeo [qui, ora trovate le date]
Grazie di cuore per questa intervista e per le interessanti domande che mi hanno fatto ripercorrere il mio viaggio per arrivare qui.

11 commenti:

  1. Un disco che mi piace ascoltare da molto ... un disco che è come una cosa naturale, da lasciarsi prendrere senza troppo chidere.

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  2. Come dice lo stesso Luca nell'intervista, bisogna riscorprire "le piccole cose", e se lui è tornato alle sue origini per capirlo, noi possiamo ricevere una bella spinta da questo intimo/intimista disco (non a caso, uscito nello stesso periodo di "Paterson" di Jim Jarmush ... chissà se l'ha visto e apprezzato Luca).

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  3. "In Between" ci sono nove brani, da farsi cullare e curare. Il mio preferito è "Gone Gone".

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  4. "Gone Gone" è intenso, carezzevole, con una voce che s'insinua nella musica come un altro strumento musicale, e questo, in un disco fatto quasi esclusivamente di strumentali, si sente.

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  5. L'altro pezzo con un "cantato" è "Nowhere History", un mantra da epopea hippie (sarebbe piaicuto ad Allen Ginsberg, ne sono sicuro), di forte impronta intellettuale.

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  6. Molto intese anche "Abyss", che, come lascia intendere il titolo, va in profondità, "Mario Baldini" pezzo bifaccia, con l'organo all'inizio, ad accompagnare una predica (funebre?), e poi più sciolto e danzante su ritmi orientali ..."Da Tanino", che dal vivo, credo faccia veramente la sua porca figura.

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  7. Menzione speciale al pezzo messo in apertura "Love And Don't Forget": delicato intro tra arpeggi e piano, per raccontare una cosa intima, semplice, iniziate da poco ... bel modo di iniziare.

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  8. Credo che porterà una cosa bela fuori dall'Italia, nelle date del tour che da aprile inizieranno a Vienna ...

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  9. Sei un talent scout nato. Scovi gruppi e solisti che meritano davvero sapendo perfettamente dove trovarli.

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