NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Neo-psychedelia /
Alternative Rock
DOVE ASCOLTARLO Rolling Stone Italia Spotify – Bandcamp
LABEL Rocket Recordings
PARTICOLARITA’
CITTA’: la band è stata fondata a
Sassuolo, ma ora include anche membri dalla provincia di Reggio Emilia e
Bologna.
DATA DI USCITA 17.02.17
Come è nato Invocation And Ritual Dance Of My Demon Twin?
Il disco nasce principalmente da
due sessioni in studio al Vacuum di Bologna in cui abbiamo registrato molte ore
di improvvisazioni. Poi in un secondo momento abbiamo selezionato le parti che
più ci interessavano, le abbiamo editate, prodotte e ne sono uscite le otto
canzoni che formano l’album.
Perché questo titolo? … mistico e sensuale, si
potrebbe dire.
Il titolo contiene un giocoso doppio riferimento alla canzone Invocation and Ritual Dance of the Young
Pumpkin di Frank Zappa e al film Invocation of My Demon Brother di Kenneth Anger. Nella forma che gli abbiamo dato ci
affascina questa idea del “doppio”, l’idea junghiana che ognuno di noi abbia
una parte nascosta, un’”ombra” con la quale fare i conti.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla
sua realizzazione finale?
Direi che per lo più ti ho già risposto prima. Nello specifico la
lavorazione ha poi preso una direzione più precisa nel momento in cui abbiamo
deciso di tornare ad utilizzare dei cantati.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante
la lavorazione del disco
La mattina che registrammo Zukunft.
Eravamo appena arrivati in studio, prendemmo in mano gli strumenti e Bruno
Germano fece partire il registratore. Un quarto d’ora dopo eravamo in regia ad
ascoltare il risultato, tutto registrato in presa diretta e senza accordarsi su
nulla. Il pezzo era praticamente finito così com’era.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? Togliamo
il se? … è?
No, direi decisamente che non lo è, anche se poi a posteriori troviamo
affascinante andare a scoprire se può esserci un tema in ciò che abbiamo fatto.
E alla fine forse è un po’ sempre lo stesso: l’indagine sull’uomo. Ermanno Olmi
ha scritto: “Dovessi rinascere cercherei di capire gli alberi, le stagioni, i
colori, il giorno e la notte. Perché gli uomini rimarranno sempre un enigma”.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del
quale andate più fieri di Invocation And Ritual
Dance Of My Demon Twin?… che vi piace
di più fare live?
Non direi, sono tutti pezzi molto diversi - come nostro solito - per cui
ognuno ha un suo ruolo importante nell’economia dell’album. Li stiamo
arrangiando proprio in questi giorni per portarli dal vivo.
Come è nato produttivamente il cd? Come sono stati
scelti gli apporti dei molti altri musicisti presenti … per esempio, il ritorno
di Laura Storchi alla voce nel pezzo che chiude il disco.
Be’, Laura insieme a me e Nicola è stata fondatrice dei Julies. Ha smesso di suonare con noi nel 2006 per
dedicarsi alla famiglia, ma è sempre bello averla con noi in ogni occasione
possibile. Per il resto non ci sono altri musicisti al di fuori della band, che
per la prima volta comprende anche Laura Agnusdei ai sassofoni. Quando si segue
il nostro metodo di lavoro ci vuole una certa disciplina, soprattutto nella
misura in cui ogni singolo musicista deve capire di essere solo un pezzo del
puzzle. Ci si deve ascoltare molto vicendevolmente, suonare l’essenziale, si
deve affinare un certo interplay nel corso degli anni. In questo modo anche
quando improvvisiamo riusciamo il più delle volte ad evitare la cacofonia
involontaria. Poi c’è un secondo momento nella produzione, in cui si inizia ad
impostare il mixaggio e quindi si tagliano alcune parti in favore di altre, si
porta in primo piano un determinato elemento, si taglia e si cuce e si
sovraincide qualcosina. E lì la canzone inizia a prendere la sua forma finale.
Altrettanto mistica e sensuale la copertina … come è
nata e chi è l’autore?
Del design se ne è occupato Chris Reeder della Rocket Recordings, che cura
buona parte delle grafiche dell’etichetta. La foto risale agli anni ’20 e
raffigura due artiste gemelle ungheresi. Ci ha colpito subito, e da quella foto
è nato poi tutto il concetto della duplicità, rappresentata anche dagli
elementi romboidali e dalla foto sul retro.
Come presentate dal vivo questo album?
Stiamo provando le canzoni in questi giorni. È un disco decisamente meno
cerebrale del precedente, per cui credo che saranno concerti un po’ più diretti
ed energici.
Altro da dichiarare?
Potrei risponderti come Oscar Wilde, ma ahimè non sono Oscar
Wilde.
Ecco qui, ancora una volta, i Julie's Hiarcut in palude ... terza volta consevutiva, che mi fanno l'onore di presentare, in anteprima il loro disco in uscita.
RispondiEliminaQuasi metà dei loro dischi (sono ufficialmente sette), presentati qui, e non è male :)
RispondiEliminaDisco molto interessante, inscindibile in pezzi, anche se ogni pezzo suona diverso dall'altro questo "Invocation And Ritual Dance Of My Demon Twin".
RispondiElimina“Zukunft” apre le danze in modo dilatato/dilatante: 11 minuti e rotti, con una tensione tenuta a bada magnificamente, il sax della nuova Agnusdei a fare faville, improvvisazione pura (a sentire quanto dice Luca il pezzo è in presa diretta, buona la prima).
RispondiEliminaPoi si passa a “The Fire Sermon” con tamburi in primo piano e le tastiere a fare a gara, mentre una voce demoniaca si fa largo nel subconscio, “Orpheus Rising”, dove ritroviamo un sax più sensuale, lascivo, per un pezzo che ti intrappola subito.
RispondiEliminaRock acido con un’elettricità di fondo abbagliante per “Deluge”, rock dilaniante con voce impietosa, chitarre taglienti, organi a dare il ritmo per “Gathering Light”, forse il mio pezzo preferito (tutta la band suona come un uomo solo).
RispondiEliminaIl disco si chiude con “Koan”, in una parola: trascendentalismo (puro), con i Julie’s che ritrovano alla voce Laura Storchi (tra i fondatori della band da alcuni anni lontana dai palchi), mentre noi ci perdiamo nei meandri della mente e ci sentiamo poi costretti a far ripartire il cd … ancora, ancora, e ancora!
RispondiEliminaFatelo anche voi, e poi ditemi l'effetto che fa!
RispondiEliminaCaro Alligatore, nei prox giorni leggerò con attenzione il post intervista.
RispondiEliminaA me piacciono molto, ho ascoltato molto l'album precedente Ashram Equinox.
Intanto 'stasera mi leggerò l'intervista e credo proprio che acquisterò l'album. Graz!
Grazie a te per l'attenzione. Credo che i dischi dei Julie's siano sempre preziosi. Senti dentro qualcosa di più, rispetto ad altre band (anche di successo, in particolare di successo), della loro epoca.
RispondiEliminaMi piacciono sempre i Julie's Haircut, conosciuti qui in palude, che è una garanzia.
RispondiEliminaBello l'album, ed è interessante scoprire che è nato da improvvisazione spontanea, pur ammettendo di avere una certa disciplina. Io lo metterei su anche adesso, per dire. Spontaneamente :)
Ah, ah, ah ... e allora mettiamolo su anche adesso. Pronta? ;)*
RispondiEliminaora è tardi provvedo al più presto. ciao!
RispondiEliminaIntervista interessante!
RispondiEliminaSerena giornata.
@Giovanotta
RispondiEliminaNon è mai troppo tardi :)
@Cavaliere oscuro del web
Grazie, serena giornata anche a te.
Fra l'altro mi piacerebbe vederli dal vivo.
RispondiEliminaEcco in palude mi sto dondolando sull'amaca con i nostri Julie's Haircut e la loro ultima fatica discografica. Grazie.
RispondiEliminaGrazie a te ... ottimo dondolare.
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