NOTE SINTETICHE
ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE rock cantautoriale
DOVE ASCOLTARLO Soundcloud,
Bandcamp, Rockit
LABEL alla ricerca di …
PARTICOLARITÀ il batterista è
meridionale
CITTÀ: Arezzo
DATA DI USCITA 26/11/2016
Come è nato Secondo
me mi piace?
È nato come un parto, ognuno di noi ha avuto un ruolo particolare, come
nella sala operatoria. Il batterista si è prestato all’atto sessuale, offrendo
il suo fondoschiena al bassista, che gli ha donato, entusiasta, il seme. Il
tastierista ha svolto il ruolo dell’ostetricia saggia e socratica, mentre il
chitarrista ha tenuto la mano del batterista durante la fase finale del
concepimento, e si è commosso mentre lo faceva. Filippo Gatti ha fatto
l’infermiera che ha tagliato il cordone ombelicale, e ha ripulito la sala
parto. Il mio ruolo è stato, invece, quello di assumermi la responsabilità
poetica di raccontare questo avvenimento.
Perché
questo titolo? … un po’ sgrammaticato, direi.
Stiamo affrontando una rivoluzione comunicativa, e a dire ciò non serve un
sociologo. Tutti noi subiamo un’evoluzione, e, in certi casi, un’involuzione
del linguaggio che usiamo quotidianamente, senza che ce ne accorgiamo. Anche l’Accademia
della Crusca è costretta, come del resto tutti noi, al compromesso.
Infatti, sono entrate nel nostro linguaggio parole nuove, e spesso perfino la
sintassi si adatta a ciò che passa. Potrei dire che la proposizione “secondo me
mi piace” è scorretta grammaticalmente, ma non potrei dire che è
incomprensibile. È un rafforzativo del piacere che sto provando. Questo è il
significato del titolo. Ed è uscito così, casualmente e liberamente, dalla
bocca di uno di noi, mentre recitava il dialogo alla fine di una canzone, per
l’esattezza “Sì! Ah! Eh!”. Direi quindi che è un titolo coerente con i tempi.
Come è
stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Le canzoni che compongono il CD fanno parte di periodi diversi, ma le ho
scritte tutte nell’ultimo anno, o gli ultimi due, della mia funesta esistenza.
Alcune di queste canzoni già le suonavamo dal vivo, quindi non abbiamo fatto
altro che raccogliere quelle più brutte, proporle al nostro produttore
artistico, che le ha peggiorate, e così abbiamo realizzato Secondo
me mi piace.
Qualche
episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di Secondo me mi piace?
L’episodio rimastomi nella memoria è quello di quando abbiamo cercato la
droga a Livorno, durante la registrazione del primo pezzo, e abbiamo trovato,
fuori da un ristorante cinese, Bobo Rondelli a cena con il nostro produttore
artistico.
Se questo
cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? Anche senza volerlo, a posteriori.
Credo che l’unico concetto di questo album sia io, cioè: ogni canzone del
CD ha una propria storia, non necessariamente legata all’altra. Quindi, l’unico
legame che si può riconoscere sono io, Tullio Feldmann, nel senso che sono
tutte esperienze che ho vissuto, e che non mi sono interessato di nascondere.
Perché la canzone diventa unica nel momento in cui è autentica, il cantautore è
questo. La sua forza e il suo limite sono legati alla sincerità con cui si
racconta, con cui descrive le sue sfighe, i suoi godimenti, o la sua rabbia.
C’è qualche
pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri di Secondo me mi piace?… che vi piace di
più fare live?
No, non c’è un pezzo che preferiamo, siamo molto felici e fieri dell’intero
lavoro che abbiamo fatto, perché ognuno di noi ha tirato fuori il meglio di sé.
Poi, una volta sentii un cantante famoso, non ricordo chi, il quale sosteneva
che tutte le canzoni erano puttane, nel momento in cui si facevano cantare da
tutti. In questo caso, direi che sono più che altro figlie di puttano, dato che
le scrivo e le canto solo io.
Come è nato
produttivamente il cd? Avete vinto il concorso Toscana 100 band, e poi …
Una volta vinto il concorso Toscana 100 Band – mi lasci dedicare un
pensiero positivo ad Enrico Rossi che lo ha promosso – abbiamo registrato il
primo pezzo presso lo studio livornese di Andrea Pachetti e Andrea Appino (360° Music
Factory). Lì, abbiamo conosciuto per la prima volta il nostro
produttore artistico Filippo Gatti, e ci siamo piaciuti subito, anche fisicamente.
Gli altri otto pezzi li abbiamo, poi, registrati a Prato, al Folsom Prison di Emanuele Braca (BlackCandy), sempre con Filippo che aveva
accettato, nel frattempo, francescanamente, di produrre anche il resto del CD.
E, infine, il master è stato realizzato a Roma da Fabrizio de Carolis.
Copertina
molto bella ottimista, colorata e nonsense come il disco stesso; direi la
rappresenta bene … come è nata e chi è l’autore?
La copertina è nata dalla mia fragile mente e dalla mano (abituata a
toccarsi) di Cesare Francini, il chitarrista della band, che di mestiere fa il
grafico. Volevo una copertina minimalista, con un uomo con la chitarra in mano
che stava sopra il mondo, come se dovesse richiamare la prima canzone
dell’album, L’ultimo uomo sulla Terra.
Non so se è ottimista, però sono sicuro che introduca, visivamente, le canzoni
che rappresenta.
Come
presenterete dal vivo questo album?
Abbiamo presentato il nostro CD, per la prima volta, il 26 novembre scorso,
al Golden Gate di Arezzo. È stata una serata
per la quale avevamo preparato tutto nei dettagli, dal merchandising – che
gioca un ruolo importantissimo durante i live – agli ospiti. C’erano i nostri
amici, e c’erano anche persone che ancora non ci conoscevano, e direi che
l’evento è stato un successo, a parte che abbiamo creato molti creditori, che
presto si arrabbieranno con noi. Adesso non ci resta che portare Secondo me mi piace fuori da Arezzo, fuori
“casa”, e quindi formare nuovi debiti, per essere odiati da tutti. Però così,
almeno, più creditori avremo, più questi ultimi spereranno che noi otterremo
successo per ripagarli.
Altro da
dichiarare?
No, mi sembra di aver detto già abbastanza. Anzi, una cosa: canto solo con
uno scopo, essere convocato dalla nazionale cantanti. Non se ne può più di
quegli obesi di Ramazzoti e Ruggeri, io posso fare meglio, anche se ho meno
fiato. Ciao.
Gran bel disco, per iniziare il 2017 in musica in modo sfrontato, senza peli sulla lingua, divertendo e divertendosi ... questo è Il BALLO DELL'ORSO, sfrontata band aretina, tra il rock cantautorale e quello demenziale.
RispondiEliminaNove pezzi, nove, che conquistano subito per il ritmo, le parole, anzi, le parolacce, le storie boccaccesche, tra personaggi che sembrano veri (e forse lo sono).
RispondiEliminaPreferite? Ti verrebbe da dire tutte, ma non posso sottrarmi, non posso esimermi dal dire le canzoni che più mi hanno colpito ... e allora lo faccio. Mi sottraggo ...
RispondiEliminaNo, dai, scherzavo. Mi avevate creduto? Ecco le mie preferite.
RispondiEliminaL'ultimo uomo sulla terra, pezzo che apre il disco in modo sfrontato, ironico, decisamente boccaccesco. Ti fa innamorare subito de Secondo me mi piace, te lo fa cantare ... direi, il disco ideale da portarsi in viaggio e far ripartire fino alla noia (direi anche in gita scolastica, se non avete profe bacchettoni).
RispondiEliminaPoi Ettore, trascinante bio di Ettore, lavoratore che al lavoro preferisce il Sirtaki (e ho detto troppo, bisogna ascoltare Ettore geniale, orecchiabile, ballabile, scanzonato ...
RispondiEliminaDirei poi Holy Motors per il gran ritmo, la gran vibra (la mia coda non riesce a stare ferma un attimo); bel testo filosofico, per un rock autenticamente psichedelico.
RispondiEliminaE siamo a tre ... dico anche la quarta, la trascinante Sì. Ah. Eh! (Tutti ladri quelli) dalla forte ironia contro la SIAE (sarebbero loro quelli ladri, secondo gli allegri musicanti, che lo dicono e ridicono nel ritornello sbertucciante). E come quinta potrei citare Sinceramente. Sfogo pezzo voce piano chitarre, con un testo più cantautorale, anche come cantato: malinconico, senza dimenticare la volgarità (non gratuita, ma simpatica, alla Elio). In pratica, una canzone d'amore finito.
RispondiEliminaE voi? Qualcuno ha ascoltato il disco e vuole provare a dirmi le sue preferite?
RispondiEliminaChe intervista! Vorrei dire a Tullio che, purtroppo, l'intero album è un traditore e rischia di diventare una puttana: io lo canto ogni volta che parte, e so di almeno altre due persone che fanno altrettanto. Presto saranno in molti a cantare a squarciagola questo bellissimo album. Cito Sicuramente sfogo, Tutto quello che mi resta e Ettore tra le mie preferite (ma quanto mi piace chiamare Eeeettoree dove sei?), ma solo perché ho la fissa del numero tre: in realtà a me mi piace proprio tutto l'album. Tutto. So' contenta che sia nato, felicitazioni.
RispondiEliminaAh sì? ... una di quelle due persone credo essere io ... l'altra penso di conoscerla. Ettore è la più trascinante, veramente forte, ma anche le altre due che hai citato non sono da meno, e le altre che restano ... un disco che ci è piaciuto subito, mentre andavamo in maccchina io e te, a vedere un film impegnato in mezzo ai monti.
RispondiEliminaEttore, dove sei?!!