NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE: electrofolk
DOVE ASCOLTARLO su Rockit
LABEL: SRI/Neurosen
PARTICOLARITA’: EP
CITTA’: Brescia
DATA DI USCITA: 5/12/16
Come è nato questo tuo ep?
Dopo aver concluso l’avventura
discografica legata all’etichetta Qui Base
Luna che ha pubblicato il mio precedente disco La visita, ho passato un periodo abbastanza privo di ispirazione.
L’Ep nasce dal desiderio di uscire da questa condizione insopportabile,
ritrovando piacere e ricreando la magia del fare musica, rendendola il più
possibile vicina alla mia idea e immaginazione, senza mettere al primo posto la
necessità di compilare un disco per un’etichetta, ma prima di tutto per me
stessa.
Perché questo titolo? … cosa vuol dire?
Il titolo potrebbe essere letteralmente tradotto con “disturbo temporale”,
dove il tempo corrisponde alla sua catalogazione verbale strutturata (tempi e
modi del passato, presente, futuro) e il disturbo riguarda proprio la
sensazione che questa rigida costruzione non esista interiormente, ma sia una
necessità esterna che può entrare in conflitto con il vissuto di ognuno.
Perché un ep, e non un disco con più canzoni?
I brani contenuti nell’EP sono il risultato di una selezione adoperata
insieme a Francesco D’Abbraccio, al quale ho affidato la produzione artistica. Per
me è stato soprattutto un esperimento e come tale è stato condotto su un
campione selezionato. È solo un assaggio di quello che arriverà poi!
Come è stata la genesi del disco, dall’idea iniziale
alla sua realizzazione finale?
Ho iniziato a scrivere Tense Disorder imponendomi un po’ di
disciplina e un orizzonte temporale condiviso con Francesco. Solitamente le mie
canzoni nascono alla chitarra: armonia e melodia si presentano nella maggior
parte dei casi come un tutt’uno, e anche il testo talvolta trova sin da subito
la sua canzone. Questo perché musica e parole trovano origine in un momento
ispiratorio unico, nel quale emozione, immaginazione e idea convergono. In quel
momento sento l’urgenza di buttare giù la bozza di quello che poi, attraverso
varie rifiniture, sarà la canzone. Così è stato, quindi, per questo EP. Per i
testi prendo da cose che scrivo continuamente, quindi sia più vecchie che
estemporanee. Una volta che l’idea scaturisce, mi armo di chitarra, mi chiudo
nel mio studiolo e quasi da subito registro un provino sul quale poi lavoro
muovendo gli accordi, sfruttando le geometrie della chitarra o andando contro
di esse, provando ritmiche diverse, cambiando linee melodiche. Quando ho deciso
che le canzoni erano pronte, Francesco mi ha fatto un primo provino proprio su
quello che oggi è diventato il singolo. All’epoca era in tour con Aucan e
quindi non sempre lo scambio comunicativo è stato serrato, ma quando ho
ascoltato la sua Tense Disorder sono rimasta piacevolmente sconvolta, non sapevo
cosa apettarmi e gli avevo lasciato massima libertà: mi ha restituito una
canzone nuova, dove quello che è Angela Kinczly ha un magico incontro con ciò
che è altro da Angela! Tecnicamente, abbiamo registrato ognuno nel proprio
studio, io tutte le parti vocali e di chitarra, lui tutta l’elettronica (non ci
sono altri strumentisti tranne nella quarta traccia prodotta da La Tarma).
Se questo ep fosse un concept-album su cosa sarebbe? …
tolgo il fosse?
Il concept che lega i pezzi e si esprime soprattutto nei testi è il male di
vivere occidentale: immateriale, in quanto viene dall’assenza di reali minacce
materiali; inocula il sospetto, la paranoia, la depressione, la violenza
silenziosa nella mente e nelle relazioni tra le persone.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del
quale vai più fiera di questo ep?… che ti piace di più fare live?
Le quattro canzoni sono veramente quattro distillati super concentrati, le
amo tutte, ognuna per qualcosa di speciale, devo ammettere che non mi era
successo con i dischi precedenti nei quali c’era sempre qualcosa che alla fine
non mi convinceva o che, peggio, non mi piaceva e in cui faticavo a
riconoscermi pienamente.
Quella che mi diverte maggiormente suonare dal vivo è Spies. Con la mia band (Isacco
Zanola all’elettronica e Michele Zuccarelli Gennasi alla batteria) l’abbiamo
riarrangiata partendo dalla chitarra, quindi per me è massimamente divertente
suonarla e cantarla, anche perché senza chitarra faccio fatica a stare!
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante
la lavorazione del disco?
Episodi ce ne sarebbero tanti e non sempre felici, sono anche la ragione
per cui è passato più di un anno dal mastering alla decisione di pubblicare.
Lasciamo perdere! Preferisco ricordare di come la mia amica Tarma ha
sbloccato la situazione di stallo e mi ha convinta a registrare con la sua
produzione un quarto pezzo, A Notion:
abbiamo passato due giorni insieme a Reggio Emilia a casa sua, registrato e
prodotto il pezzo, e girato anche un video assurdo lungo le rive del fiume Enza
(che forse non vedrete mai!). E comunque non sono brava a raccontare aneddoti…
In copertina un dipinto molto bello, da eden
ritrovato, un giardino tropicale con tanto verde, piante e il sole … come è
diventato la copertina del disco?
Francesco ha curato anche la grafica del disco e ha scattato le mie foto
promzionali, è un artista davvero completo e sono estremamente felice del
lavoro che ha fatto. Mi ha proposto questa copertina, che è la sovrapposizione
di tre diversi quadri di Henri Rousseau nel
quale si delinea un profilo femminile. L’ho trovata subito molto affascinante,
evocativa e sorprendentemente appropriata.
Come presenti dal vivo la tua musica?
Per questo EP ho assemblato una nuova band epica! Isacco, produttore del
mio primo disco, è tornato a suonare con me dopo parecchi anni in cui si è
dedicato anche ad altro (tra cui una devastante passione per la bicicletta da
corsa); lui cura tutta la parte elettronica. Michele è un giovane e talentuoso
batterista, curioso e creativo, che non si pone limiti di sorta nel contribuire
al progetto. Ottimi presupposti per entrare presto in studio a registrare il
disco!
Altro da dichiarare?
Questo EP segna una nuova stagione per me, ma è al tempo
stesso è una sorta di proseguimento ideale del mio primissimo disco The Legendary Indian
Aquarium and Other Stories (2007), come se avessi ripreso un
discorso lasciato in sospeso. La cosa curiosa è che nel periodo di tempo in cui
stavo preparando questo nuovo EP mi è capitato di incontrare persone che non
vedevo da anni, di tornare in luoghi o rivivere situazioni appartenenti a quel
passato lasciato in sospeso, come se esso fosse lì ad aspettarmi. Anche questo
è stato Tense
Disorder.
Piccolo ma prezioso disco questo "Tense Disorder", solo 4 pezzi ma che lasciano il segno.
RispondiEliminaQuattro distillati super-concentrati, come li definisce la stessa cantautrice lombarda.
RispondiEliminaQuale la canzone peferita? La dinamica title-trackche apre l'EP? Pop ed elettronica allo stesso tempo ...
RispondiEliminaOppure Spies pezzo intenso, pieno di calore e colori? La chitarra è fondamentale in questo pezzo, per questo conquista al primo ascolto, come il gioco di voci.
RispondiEliminaDark Secret Love? Elettrica e saltellante, un bel ritmo ... anche questo ti conquista.
RispondiElimina"A Notion" chiude degnamente il cerchio. Autentico alternative-rock intenso e dalle belle armonie. Rock anni zero e qualcosa ...
RispondiEliminaOttima l'idea dell Kinczly di elaborare un lavoro sul "male di vivere occidentale" immateriale quanto paranoico, un male nella mente e nelle relazioni tra le persone.
RispondiEliminaCredo ci sia molto materiale da approfondire, e spero lo faccia presto in un disco lungo ...
Grazie
RispondiEliminaGrazie a te per il passaggio in palude Ernst.
RispondiElimina