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domenica 18 dicembre 2016

In palude con i Rifkin Kazan


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO

GENERE: Exoticore, Sexy Metal, Death-Easy Listening, Healing & Therapy.

DOVE ASCOLTARLO (in parte o tutto): Su Bandcamp, oppure guardando il video di Panino su YouTube

LABEL: Dreamingorilla Rec, Cave Canem D.I.Y., La Bassa Rec, Nebiolo Rec.

PARTICOLARITA’: nella misura in cui l'ascoltatore decide di percepirne

SITO O FB DEL GRUPPO: cercate su Google “Rifkin Kazan”, potete scegliere il vostro social preferito

CITTA’: Correggio (RE) e Castiglione dei Pepoli (BO).

DATA DI USCITA: 18/11/2016


L’INTERVISTA

Come è nato Disco solare?
Abbiamo cercato di fare da canale per le forze che sono andate a costituirlo. Sembra una risposta evasiva ma crediamo descriva al meglio il processo creativo. In quel periodo eravamo veramente assaliti da forze che evidentemente trovavano sfogo solo tramite noi.

Perché questo titolo? … è veramente un disco solare?
“disco” può indicare il disco -musicale- in vinile,
“solare” può essere un aggettivo rivolto a questo per descrivere la sua qualità calda, felice, positiva
(in analogia, ovviamente, con la stella che chiamiamo Sole).
Il “disco solare” è il cerchio che forma il sole nel nostro cielo,
Ed è anche un simbolo presente in molte tradizioni antiche, che reca spesso l'aggiunta di due ali. Abbiamo scelto questo titolo proprio perché lascia spazio, dalla dimensione fisica a quella simbolica, all'interpretazione del lettore. Ci piacciono le cose che non rimangono legate e limitate ad un’unica dimensione.

Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Parlando di durata: lunga, secondo il parere di molti musicisti e ascoltatori frettolosi.
Normale, secondo altri (e secondo noi). Nonostante i 3 anni trascorsi tra composizione, arrangiamento e registrazione si tratta di un processo “monoscocca”.
"Nonostante", perché si potrebbe pensare che una lavorazione lunga porti a divagare.
Con questo si fornisce un'altra visione di questa genesi: l'unitarietà.
Tutti i processi, in una maniera inaspettatamente naturale, hanno interagito e sono stati portati a termine, consentendo e di fatto creando la sintesi di un unico risultato. Il cambiamento nella formazione del gruppo, all'inizio di questo lavoro (con un nuovo bassista e cantante), ha influenzato il processo creativo, che ha assunto inevitabilmente aspetti utili all'integrazione e al fare conoscenza l'uno dell'altro. Ogni membro ha messo in tavola le proprie carte ed è stato trovato il modo di collaborare. Grande spazio ha avuto anche la sperimentazione di diversi metodi compositivi, partendo da analogie con la chimica fino ad arrivare alla scrittura automatica. Per portare le idee nella nostra dimensione sono necessari molti passaggi, soprattutto se queste idee provengono da cinque fonti e devono confluire in un unico luogo. Questi passaggi sono difficili e soprattutto noiosi da rendere, in parole.
Speriamo che questa risposta sia soddisfacente.

Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di Disco solare?
La formazione di un lago artificiale sotto la sedia della sala di ripresa. Estate, aria condizionata rotta. 45 gradi nello studio. Alberto ebbe anche un terribile presagio appena iniziate le riprese del basso: una mosca entrò nella stanza volando in modo scomposto, per andare a posarsi sull'amplificatore del basso. Poco dopo, la testata si riempì di piccoli vermi appena usciti dal suo cadavere. Questo evento, fortunatamente, non presagì nulla. Ma aveva tutto l'aspetto di un terribile presagio.
Cambiando argomento, come dimenticare il giorno in cui appena fuori dal nostro studio,
organizzarono una festa di quartiere con festival di karaoke. Due giorni di Midi non-stop, per facilitare Giacomo (il nostro coproduttore-tecnico del suono) nell'arte dell'ascolto.
Tutto il periodo di lavorazione è stato comunque memorabile, eravamo in uno stato mentale e fisico davvero singolare. Dovevamo soltanto trasmettere la pioggia di idee alla quale eravamo soggetti. Francesco (il chitarrista-tastierista-cantante si svegliò una mattina urlando "campanelle! questo è il pezzo delle campanelle!" riferendosi a quello che poi sarebbe diventato "Porta di Fuoco".

Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Ci piace pensare che ogni album racchiuda un concept, e che le persone non confezionino lavori a casaccio. Un filo conduttore, anche soltanto il fatto di avere lavorato per un periodo ad un disco, dovrebbe esserci sempre. Soprattutto se si analizza un lavoro ispirato, credo sia impossibile non trovare al suo interno un "concept", parola che infatti significa "concetto" , "idea". Proviamo a spiegarci meglio: il nostro metodo, tra le altre cose, prevede l'unione degli opposti, su ogni livello/dimensione. Prendiamo come esempio l'unione di improvvisazione e composizione. Richiamando la risposta alla prima domanda, a proposito di "fare da canale",
"improvvisando la composizione" abbiamo inconsciamente trasmesso dei dati. Da una successiva analisi di questi dati è emerso quello che può essere definito "concept", ma si tratta di qualcosa che vi era già contenuto. Semplicemente abbiamo reso intelligibile questo messaggio attraverso simboli (sia nei testi che nelle grafiche).
Per fare un esempio: il fatto che avessimo "affrontato" 12 pezzi ha inevitabilmente richiamato il percorso del sole attraverso le 12 costellazioni, e tutte le relative corrispondenze. Le 12 fatiche di Ercole? I 12 mesi dell'anno? Ci sono diversi livelli di lettura, e quest'ultimo appartiene al "guscio" esterno. Molte questioni sono nate dalla sensibilità dei membri della band, da percezioni dirette come "questo pezzo è color petrolio". Tutto questo blaterare per arrivare a dire che preferiamo lasciare agli spettatori lo spazio per formulare (o -non- formulare) la propria tesi a riguardo. Pensavamo di pubblicare un piccolo libro, magari a metà 2017, per spiegare l'aspetto "esoterico" (forse anche senza virgolette) del disco. Gli ascoltatori interessati avrebbero così il tempo di formare la propria idea/immagine. Ma il rischio di suonare "intellettualoidi" o "spocchiosi" ci spaventa, vedremo più avanti se sarà il caso di "vuotare il sacco". Questo "concept" è stato costruito in modo da specchiare chi lo osserva, avrebbe sicuramente poco senso parlare del nostro particolare modo di specchiarci in questo lavoro, essendo poi cinque i membri della band, dovremmo pubblicare cinque "esegesi".  L'ascolto "puro" (quindi fragile, facilmente condizionabile) ha un gran valore, e probabilmente renderlo possibile è l'unica cosa da fare. Un'altra cosa che ci spaventa è il dovere parlare a lungo di qualcosa che invece dovrebbe essere immediato. Chi lo fa, lo fa per compensare delle (a quel punto evidenti) mancanze? Abbiamo l'impressione che spesso la comunicazione superi di gran lunga il prodotto che dovrebbe pubblicizzare. Come se venisse venduta la comunicazione in se, senza un'essenza. Qualcosa di disumano! Ma non diventiamo pessimisti. Ci sono anche molte bellissime cose.
Per riassumere, preferiamo non dare troppe spiegazioni dove il "macchinario" dovrebbe funzionare da solo.

C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri di Disco solare?… che vi piace di più fare live?
Abbiamo sempre considerato questo lavoro come un pezzo unico. Dal vivo lo eseguiamo con le tracce nello stesso ordine del cd. Durante le riprese è stato scartato un pezzo, il cui nome è "Papà", per problemi di tempo. L'arrangiamento non si prestava alle tecniche di ripresa e per non rischiare di divagare abbiamo preferito mettere questa traccia momentaneamente da parte (sicuramente verrà pubblicata in futuro). La traccia è stata sostituita da "Intermezzo" che in realtà è semplicemente una linea vocale rimossa da "kusarikku". Abbiamo fatto diversi concerti prima dell'uscita del disco, nei quali eseguivamo i brani in ordine cronologico di "nascita". Per necessità le tracce sono state mescolate all'interno del disco e questo ci ha veramente scombussolati. Tutto questo per comunicare quanto fossimo legati all'interezza di questo lavoro. Per assimilarlo nella sua forma "nuova", quella che potete ascoltare, abbiamo dovuto fare un grosso sforzo mentale. Può suonare comico, ce ne rendiamo conto.

Il cd è uscito con un sacco di label indipendenti, una vera e propria Artisti Associati dell’underground. Vogliamo citarle tutte e dire perché sono con voi?
Le etichette sono Dreamingorilla rec, Cave Canem D.I.Y., La Bassa rec e Nebiolo Rec.
La scelta di aver più etichette nasce dall'esigenza di avere un bacino d'utenza il più ampio possibile dato che sono sparse tra Savona, Grosseto, Mantova e Correggio.

Copertina molto divertente e divertita, colorata e varia come il disco stesso, direi la rappresenta bene … come è nata e chi è l’autore?
Siamo felici che la nascita di Mithra vi renda divertiti!
Molti popoli celebravano questo avvenimento (il Dies Natalis Solis Invicti), che poi è stato trasformato nel nostro Natale, con grandi feste (Mithrakana) che duravano in certi casi fino a una settimana. Quindi il "divertente" è appropriato. Crediamo però che la copertina non sia "divertita", dato che non reca un messaggio "divertito". Questo Dio, ancora bambino, deve affrontare terribili prove, sia per riuscire a nascere che a nascita avvenuta. Ma chi può dirlo! Magari è divertito. Per fortuna che volevamo lasciare spazio all'interpretazione del pubblico!
Speriamo che da questa intervista emerga il nostro aspetto umoristico, difficile da fare trasparire con la scrittura. Speriamo anche che non venga letto solo quello. Ma continuiamo a rispondere! La copertina, come il retro del disco l'interno del libretto, presentano soltanto i 3 colori primari con l'aggiunta del bianco e del nero (invece sul cd e nell'inlay compaiono anche i secondari). Quindi si potrebbe addirittura dire che è -poco- colorata.
Ma l'accostamento di giallo blu e rosso crea un indubbio effetto "tropicale",
come il piumaggio di qualche volatile. E' soddisfacente sentire dire che rappresenta bene il disco! Questa copertina è nata, come il resto del lavoro, dall'incrocio di informazioni relative alle corrispondenze simboliche dei brani e dell'insieme che costituiscono. Parlando di tutto l'aspetto grafico: Alberto, il nostro bassista-cantante, l'ha ideato e disegnato in modo dettagliato. Ginevra Cristiani si è occupata di svilupparlo in grafica 3D, e Paola Iotti ha svolto il lavoro di layout.

Come presenterete dal vivo questo album?
Suonando in giro per l'Italia il più possibile!
Un altro aspetto che ha influito molto sulla composizione di questo lavoro, è la sua "eseguibilità" dal vivo. E' facile, registrando un disco, utilizzare soluzioni che non è possibile riproporre in concerto. Invece, siamo stati attenti a scrivere e registrare in modo da potere riprodurre il disco in modo molto fedele, sul palco.

Altro da dichiarare?
Siamo puliti.

9 commenti:

  1. Gran bel disco vario, di rock giovane, per niente carino, per niente educato ...

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  2. Così mi sembrano i Rifkin Kazan, così mi piacciono ... credo che anche il loro conterranneo Tondelli, che per un caso del destino gli ha preceduti tra i post del mio blog, avrebbe apprezzato.

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  3. Ma bando alle ciance, vi dico quali sono le mie preferite di questo Disco solare ... di nome e di fatto :)

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  4. Mi piace molto Leveche apre il disco in modo diretto(elettronica divertente, tra i Goblin e certo giocattolo-sound di inizio secolo), con ritornello beffardo da mandare a memoria.

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  5. Mi piace anche il pezzo che chiude il disco, Credo sanguinario pop-rock elettrificato con organo piacevolmente retrò ...

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  6. Forte anche Ora di scuola cantautorato rock straniante e gotico (ancora i Goblin?), e una bella tromba, forte anche la seguente , pestante pezzo autenticamente demenzial-rock con chitarre tostissime.

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  7. E voi? ... ascoltate e ditemi le preferite.

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  8. Sei su dodici, quasi mi dispiace per le altre. Le mie rpeferite sono Credo sanginario, Settimino Ora di scuola Leve Battilo Quanti, spero di aver scritto bene i titoli. Curioso che i ragazzi si siano acosì tanto affezionati alla scaletta dei brani ai concerti, da trovare difficoltà a ripensarla nell'ordine in cui si trovano nel disco; spero che si siano acclimatati, perché con un disco così carico, il live deve essere davvero una bella esperienza. Dico per noi ascoltatori e spettatori, ma anche per loro che sono dentro la musica. Interessante anche la storia del piccolo dio sole (solis = sole, giusto?) nei colori primari, senza fronzoli.

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  9. Direi ottima scelta Elle, anche io ho avuto difficoltà a scegliere le migliori, e quanto ai concerti, credo ci sarà una bella bolgia ... sul discoro del dio sole, dei colori e di tutto il resto, dire che rendono Disco solare il disco ideale per un natale veramente alternativo.

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