NOTE
SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE:
Exoticore, Sexy Metal, Death-Easy Listening, Healing & Therapy.
DOVE
ASCOLTARLO (in parte o tutto): Su Bandcamp, oppure guardando il video di Panino su YouTube
LABEL:
Dreamingorilla Rec, Cave Canem D.I.Y., La Bassa Rec, Nebiolo Rec.
PARTICOLARITA’:
nella misura in cui l'ascoltatore decide di percepirne
SITO O FB DEL
GRUPPO: cercate su Google “Rifkin Kazan”, potete scegliere il vostro social
preferito
CITTA’: Correggio
(RE) e Castiglione dei Pepoli (BO).
DATA DI
USCITA: 18/11/2016
Come
è nato Disco solare?
Abbiamo
cercato di fare da canale per le forze che sono andate a costituirlo. Sembra
una risposta evasiva ma crediamo descriva al meglio il processo creativo. In
quel periodo eravamo veramente assaliti da forze che evidentemente trovavano
sfogo solo tramite noi.
Perché questo titolo? … è veramente un disco solare?
“disco” può
indicare il disco -musicale- in vinile,
“solare” può
essere un aggettivo rivolto a questo per descrivere la sua qualità calda,
felice, positiva
(in analogia,
ovviamente, con la stella che chiamiamo Sole).
Il “disco
solare” è il cerchio che forma il sole nel nostro cielo,
Ed è anche un
simbolo presente in molte tradizioni antiche, che reca spesso l'aggiunta di due
ali. Abbiamo scelto questo titolo proprio perché lascia spazio, dalla dimensione
fisica a quella simbolica, all'interpretazione del lettore. Ci piacciono le
cose che non rimangono legate e limitate ad un’unica dimensione.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione
finale?
Parlando di
durata: lunga, secondo il parere di molti musicisti e ascoltatori frettolosi.
Normale,
secondo altri (e secondo noi). Nonostante i 3 anni trascorsi tra composizione,
arrangiamento e registrazione si tratta di un processo “monoscocca”.
"Nonostante",
perché si potrebbe pensare che una lavorazione lunga porti a divagare.
Con questo si
fornisce un'altra visione di questa genesi: l'unitarietà.
Tutti i
processi, in una maniera inaspettatamente naturale, hanno interagito e sono
stati portati a termine, consentendo e di fatto creando la sintesi di un unico
risultato. Il cambiamento nella formazione del gruppo, all'inizio di questo
lavoro (con un nuovo bassista e cantante), ha influenzato il processo creativo,
che ha assunto inevitabilmente aspetti utili all'integrazione e al fare
conoscenza l'uno dell'altro. Ogni membro ha messo in tavola le proprie carte ed
è stato trovato il modo di collaborare. Grande spazio ha avuto anche la
sperimentazione di diversi metodi compositivi, partendo da analogie con la
chimica fino ad arrivare alla scrittura automatica. Per portare le idee nella
nostra dimensione sono necessari molti passaggi, soprattutto se queste idee
provengono da cinque fonti e devono confluire in un unico luogo. Questi
passaggi sono difficili e soprattutto noiosi da rendere, in parole.
Speriamo che
questa risposta sia soddisfacente.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di Disco solare?
La formazione
di un lago artificiale sotto la sedia della sala di ripresa. Estate, aria
condizionata rotta. 45 gradi nello studio. Alberto ebbe anche un terribile
presagio appena iniziate le riprese del basso: una mosca entrò nella stanza
volando in modo scomposto, per andare a posarsi sull'amplificatore del basso. Poco
dopo, la testata si riempì di piccoli vermi appena usciti dal suo cadavere. Questo
evento, fortunatamente, non presagì nulla. Ma aveva tutto l'aspetto di un
terribile presagio.
Cambiando
argomento, come dimenticare il giorno in cui appena fuori dal nostro studio,
organizzarono
una festa di quartiere con festival di karaoke. Due giorni di Midi non-stop,
per facilitare Giacomo (il nostro coproduttore-tecnico del suono) nell'arte
dell'ascolto.
Tutto il
periodo di lavorazione è stato comunque memorabile, eravamo in uno stato
mentale e fisico davvero singolare. Dovevamo soltanto trasmettere la pioggia di
idee alla quale eravamo soggetti. Francesco (il
chitarrista-tastierista-cantante si svegliò una mattina urlando
"campanelle! questo è il pezzo delle campanelle!" riferendosi a
quello che poi sarebbe diventato "Porta di Fuoco".
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Ci piace
pensare che ogni album racchiuda un concept, e che le persone non confezionino
lavori a casaccio. Un filo conduttore, anche soltanto il fatto di avere
lavorato per un periodo ad un disco, dovrebbe esserci sempre. Soprattutto se si
analizza un lavoro ispirato, credo sia impossibile non trovare al suo interno
un "concept", parola che infatti significa "concetto" ,
"idea". Proviamo a spiegarci meglio: il nostro metodo, tra le altre cose,
prevede l'unione degli opposti, su ogni livello/dimensione. Prendiamo come
esempio l'unione di improvvisazione e composizione. Richiamando la risposta
alla prima domanda, a proposito di "fare da canale",
"improvvisando
la composizione" abbiamo inconsciamente trasmesso dei dati. Da una
successiva analisi di questi dati è emerso quello che può essere definito
"concept", ma si tratta di qualcosa che vi era già contenuto. Semplicemente
abbiamo reso intelligibile questo messaggio attraverso simboli (sia nei testi
che nelle grafiche).
Per fare un
esempio: il fatto che avessimo "affrontato" 12 pezzi ha
inevitabilmente richiamato il percorso del sole attraverso le 12 costellazioni,
e tutte le relative corrispondenze. Le 12 fatiche di Ercole? I 12 mesi dell'anno?
Ci sono diversi livelli di lettura, e quest'ultimo appartiene al
"guscio" esterno. Molte questioni sono nate dalla sensibilità dei
membri della band, da percezioni dirette come "questo pezzo è color
petrolio". Tutto questo blaterare per arrivare a dire che preferiamo
lasciare agli spettatori lo spazio per formulare (o -non- formulare) la propria
tesi a riguardo. Pensavamo di pubblicare un piccolo libro, magari a metà 2017,
per spiegare l'aspetto "esoterico" (forse anche senza virgolette) del
disco. Gli ascoltatori interessati avrebbero così il tempo di formare la
propria idea/immagine. Ma il rischio di suonare "intellettualoidi" o
"spocchiosi" ci spaventa, vedremo più avanti se sarà il caso di
"vuotare il sacco". Questo "concept" è stato costruito in
modo da specchiare chi lo osserva, avrebbe sicuramente poco senso parlare del
nostro particolare modo di specchiarci in questo lavoro, essendo poi cinque i
membri della band, dovremmo pubblicare cinque "esegesi". L'ascolto "puro" (quindi fragile,
facilmente condizionabile) ha un gran valore, e probabilmente renderlo
possibile è l'unica cosa da fare. Un'altra cosa che ci spaventa è il dovere
parlare a lungo di qualcosa che invece dovrebbe essere immediato. Chi lo fa, lo
fa per compensare delle (a quel punto evidenti) mancanze? Abbiamo l'impressione
che spesso la comunicazione superi di gran lunga il prodotto che dovrebbe
pubblicizzare. Come se venisse venduta la comunicazione in se, senza
un'essenza. Qualcosa di disumano! Ma non diventiamo pessimisti. Ci sono anche
molte bellissime cose.
Per
riassumere, preferiamo non dare troppe spiegazioni dove il
"macchinario" dovrebbe funzionare da solo.
C’è
qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri di Disco
solare?… che vi piace di più fare live?
Abbiamo sempre
considerato questo lavoro come un pezzo unico. Dal vivo lo eseguiamo con le
tracce nello stesso ordine del cd. Durante le riprese è stato scartato un
pezzo, il cui nome è "Papà", per problemi di tempo. L'arrangiamento
non si prestava alle tecniche di ripresa e per non rischiare di divagare abbiamo
preferito mettere questa traccia momentaneamente da parte (sicuramente verrà
pubblicata in futuro). La traccia è stata sostituita da "Intermezzo"
che in realtà è semplicemente una linea vocale rimossa da
"kusarikku". Abbiamo fatto diversi concerti prima dell'uscita del
disco, nei quali eseguivamo i brani in ordine cronologico di
"nascita". Per necessità le tracce sono state mescolate all'interno del
disco e questo ci ha veramente scombussolati. Tutto questo per comunicare
quanto fossimo legati all'interezza di questo lavoro. Per assimilarlo nella sua
forma "nuova", quella che potete ascoltare, abbiamo dovuto fare un
grosso sforzo mentale. Può suonare comico, ce ne rendiamo conto.
Il cd è uscito con un sacco di label indipendenti, una vera e propria
Artisti Associati dell’underground. Vogliamo citarle tutte e dire perché sono
con voi?
Le etichette
sono Dreamingorilla rec, Cave Canem D.I.Y., La Bassa rec e Nebiolo Rec.
La scelta di
aver più etichette nasce dall'esigenza di avere un bacino d'utenza il più ampio
possibile dato che sono sparse tra Savona, Grosseto, Mantova e Correggio.
Copertina molto divertente e divertita, colorata e varia come il disco
stesso, direi la rappresenta bene … come è nata e chi è l’autore?
Siamo felici
che la nascita di Mithra vi renda divertiti!
Molti popoli
celebravano questo avvenimento (il Dies Natalis Solis Invicti), che poi è stato
trasformato nel nostro Natale, con grandi feste (Mithrakana) che duravano in
certi casi fino a una settimana. Quindi il "divertente" è
appropriato. Crediamo però che la copertina non sia "divertita", dato
che non reca un messaggio "divertito". Questo Dio, ancora bambino,
deve affrontare terribili prove, sia per riuscire a nascere che a nascita
avvenuta. Ma chi può dirlo! Magari è divertito. Per fortuna che volevamo
lasciare spazio all'interpretazione del pubblico!
Speriamo che
da questa intervista emerga il nostro aspetto umoristico, difficile da fare
trasparire con la scrittura. Speriamo anche che non venga letto solo quello. Ma
continuiamo a rispondere! La copertina, come il retro del disco l'interno del
libretto, presentano soltanto i 3 colori primari con l'aggiunta del bianco e
del nero (invece sul cd e nell'inlay compaiono anche i secondari). Quindi si
potrebbe addirittura dire che è -poco- colorata.
Ma
l'accostamento di giallo blu e rosso crea un indubbio effetto
"tropicale",
come il
piumaggio di qualche volatile. E' soddisfacente sentire dire che rappresenta
bene il disco! Questa copertina è nata, come il resto del lavoro, dall'incrocio
di informazioni relative alle corrispondenze simboliche dei brani e dell'insieme
che costituiscono. Parlando di tutto l'aspetto grafico: Alberto, il nostro
bassista-cantante, l'ha ideato e disegnato in modo dettagliato. Ginevra
Cristiani si è occupata di svilupparlo in grafica 3D, e Paola Iotti ha svolto
il lavoro di layout.
Come presenterete dal vivo questo album?
Suonando in
giro per l'Italia il più possibile!
Un altro
aspetto che ha influito molto sulla composizione di questo lavoro, è la sua "eseguibilità"
dal vivo. E' facile, registrando un disco, utilizzare soluzioni che non è
possibile riproporre in concerto. Invece, siamo stati attenti a scrivere e
registrare in modo da potere riprodurre il disco in modo molto fedele, sul
palco.
Altro da dichiarare?
Siamo puliti.
Gran bel disco vario, di rock giovane, per niente carino, per niente educato ...
RispondiEliminaCosì mi sembrano i Rifkin Kazan, così mi piacciono ... credo che anche il loro conterranneo Tondelli, che per un caso del destino gli ha preceduti tra i post del mio blog, avrebbe apprezzato.
RispondiEliminaMa bando alle ciance, vi dico quali sono le mie preferite di questo Disco solare ... di nome e di fatto :)
RispondiEliminaMi piace molto Leveche apre il disco in modo diretto(elettronica divertente, tra i Goblin e certo giocattolo-sound di inizio secolo), con ritornello beffardo da mandare a memoria.
RispondiEliminaMi piace anche il pezzo che chiude il disco, Credo sanguinario pop-rock elettrificato con organo piacevolmente retrò ...
RispondiEliminaForte anche Ora di scuola cantautorato rock straniante e gotico (ancora i Goblin?), e una bella tromba, forte anche la seguente , pestante pezzo autenticamente demenzial-rock con chitarre tostissime.
RispondiEliminaE voi? ... ascoltate e ditemi le preferite.
RispondiEliminaSei su dodici, quasi mi dispiace per le altre. Le mie rpeferite sono Credo sanginario, Settimino Ora di scuola Leve Battilo Quanti, spero di aver scritto bene i titoli. Curioso che i ragazzi si siano acosì tanto affezionati alla scaletta dei brani ai concerti, da trovare difficoltà a ripensarla nell'ordine in cui si trovano nel disco; spero che si siano acclimatati, perché con un disco così carico, il live deve essere davvero una bella esperienza. Dico per noi ascoltatori e spettatori, ma anche per loro che sono dentro la musica. Interessante anche la storia del piccolo dio sole (solis = sole, giusto?) nei colori primari, senza fronzoli.
RispondiEliminaDirei ottima scelta Elle, anche io ho avuto difficoltà a scegliere le migliori, e quanto ai concerti, credo ci sarà una bella bolgia ... sul discoro del dio sole, dei colori e di tutto il resto, dire che rendono Disco solare il disco ideale per un natale veramente alternativo.
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