… e la partecipazione straordinaria de l’organetto diatonico di Riccardo
Tesi. Quante volte avrete letto questa frase, nelle recensioni di dischi dei
nomi noti o meno della nostra musica, rock, pop, musica leggera o altro? Ma
Riccardo Tesi non ha fatto solo comparsate in dischi di altri, dagli anni ’80 in
poi, con il suo organetto diatonico ha dato vita a gruppi importanti del folk
europeo e non solo. Chi conosce e ama la musica a 360° lo sa bene. Per gli
altri è uscito un libro stupendo, Riccardo Tesi – Una vita a bottoni scritto
dal critico musicale e filosofo Neri Pollastri, dato alle stampe da squi[libri].
Tante fotografie in bianco e nero e a colori, la discografia completa,
contributi di colleghi, critici musicali, promotori culturali, e un ottimo cd
con una scelta ragionata del suo vastissimo repertorio. Di tutto questo e altro ancora ne ho parlato
con il musicista toscano, persona mite, determinata e di vasta cultura, che ha
aggiunto particolari interessanti sul libro, la sua musica, la sua vita. Qui sotto
la bellissima intervista che mi ha generosamente concesso.
“Riccardo Tesi - Una
vita a bottoni”, biografia scritta da Neri Pollastri edita da squi[libri] come
è nata? Da chi è partita l’idea e come si è sviluppata?
Neri
Pollastri, l’autore del libro, segue il mio lavoro da molti anni , mi ha
intervistato più volte per All About Jazz e con il tempo siamo diventati buoni
amici. In occasione del mio sessantesimo
compleanno ha pensato di scrivere questa specie di discografia ragionata su di
me che poi piano piano si è arricchita sempre più di aspetti
personali fino a diventare una vera e propria biografia. La casa
editrice Squi[libri] si è subito dichiarata entusiasta del progetto e così mi
sono sdraiato sul lettino e ho raccontato la mia vita (a bottoni) a Neri che
pazientemente ha messo in fila tutti i tasselli.
Ti sembra che nel libro
sia uscita bene la tua esperienza di musicista, particolarmente in rapporto con
tutti gli artisti venuti a contatto con la tua musica? Qualcosa che avresti
voluto approfondire meglio?
Personalmente sono contento del risultato perché mi
sembra che racconti bene il mio percorso artistico, le ragioni e gli intenti che
stanno dietro ad ogni lavoro. Allo stesso tempo offre uno spaccato delle
diverse fasi che hanno caratterizzato il folk revival degli ultimi 40 anni, che
in qualche modo ho attraversato.
Il mio percorso si inserisce in questa corrente musicale
e ne ha seguito le tendenze che si sono alternate al suo interno a seconda dei periodi
storici. Sono partito dalla fase della riproposta fedele e pura del materiale
tradizionale fino alla ricerca della mia musica, di mia composizione, nella
quale la tradizione è sublimata e corre nascosta sotto tutto il resto. In
questa ricerca sono state fondamentali le collaborazioni e gli incontri che
ogni volta hanno arricchito la mia esperienza e allargato il mio vocabolario. Collaborare
con Fabrizio De Andrè, Ivano Fossati,
Stefano Bollani, Gabriele Mirabassi, Gianluigi Trovesi, Patrick Vaillant, Marc
Perrone … non può non cambiare il corso della tua musica. Ogni incontro avrebbe
meritato un capitolo a sé per la portata musicale ed umana che ha avuto su di
me ma mi sembra che il libro racconti bene ed in maniera esaustiva tutti i
momenti determinanti.
C’è qualche episodio
curioso, che ti viene in mente, che manca in questa biografia, che vorresti
raccontare? Oppure, quello raccontato meglio …
Quasi quarant’anni di vita on the road sono densi di
episodi curiosi e divertenti, impossibile rinchiuderli tutti in un libro.
Sicuramente una delle situazioni più surreali mi è capitata in Portogallo, nel
nord vicino Porto in un centro culturale molto simpatico dove anni prima avevo
suonato in duo con Patrick e dove qualche anno dopo sono tornato con Banditaliana.
Proprio durante il nostro concerto nel giardino del centro c’era un cane che
non la smetteva più di abbaiare. Ad un certo punto nel mio portoghese
improbabile cerco di sdrammatizzare dicendo che evidentemente il cane era un
nostro fan. La gente ha cominciato a ridere in maniera sproporzionata, a mio
avviso, alla portata della cosa che avevo detto.
A cena mi hanno poi spiegato che il cane si chiamava Tesi
perché era stato trovato anni prima proprio il giorno del mio concerto in duo e
che tutti erano al corrente della cosa.
Mi sono molto affezionato al cagnolino Tesi che ho
rivisto più volte nel corso degli anni e con grande tristezza ho appreso la
notizia della sua scomparsa poco tempo fa.
Come sono stati scelti i
brani allegati al cd? Ti sembrano rappresentino bene la tua musica? Ne avresti
voluto aggiungere altri?
Il CD ha la funzione di illustrare da un punto di vista
sonoro il percorso discografico che viene raccontato nel libro. Non è un “best
of”, sono stati omessi i nostri brani più conosciuti ma tutti inclusi sono
rappresentativi degli album da cui provengono. Certo ne avrei voluto aggiungere
molti altri, ma già il CD è lunghissimo e non sarebbe stato possibile.
foto Lucia Baldini |
Molto interessante e
ricca anche la parte fotografica, dalle prime foto in bianco e nero con barba,
a quelle più recenti a colori, senza barba. Anche queste, ti sembra
rappresentino bene il tuo percorso musicale? Come sono state scelte? C’è
qualche foto alla quale sei legato particolarmente? … edita o anche inedita.
Anche stavolta la scelta non è stata facile, in alcuni
casi la definizione era troppo bassa o le foto, pur importanti da un punto di
vista simbolico non erano particolarmente belle.
Sono molto dispiaciuto di non essere riuscito a
pubblicare una foto con Fabrizio De Andrè.
Ce ne sono alcune realizzate
addirittura da Guido Harari, uno dei miei fotografi preferiti, in occasione
della presentazione di “Canti Randagi” a Monza ma non ce l’abbiamo fatta a
recuperarle.
Sono invece contento di avere quelle di Lucia Baldini
alla quale devo alcuni degli scatti più belli (compresa la copertina)
realizzati per Presente Remoto. La mia preferita di sempre è quella dove
abbraccio e bacio l’organetto, mi sembra che descriva la mia essenza e la
felicità di una giornata speciale.
Lieve Boussaw è una fotografa belga che ho conosciuto
durante le sessioni fotografiche di Samurai. Adoro il suo modo quasi pittorico
di lavorare le foto in postproduzione.
Invece un grande artista del bianco e nero è Daniele
Coricciati , fotografo salentino che ha curato l’artwork del disco di Massimo
Donno e che mi ha regalato uno scatto al quale tengo molto.
E poi le storiche foto del passato più remoto a cura di
Paolo Benvenuti, Alessandro Botticelli, Patrice Dalmagne.
Sono previste delle
presentazioni del libro con musica? … come lo presenteresti?
Sì, farò tutta una serie di eventi vari per promuovere il
libro, spesso in compagnia dell’autore Neri Pollastri e di altri musicisti in
modo da creare happenings musicali ogni volta diversi. Andremo avanti tutto
l’inverno.
Per finire: una domanda
che non ti ho fatto, un appello, un saluto, qualcosa che non abbiamo detto o
qualcuno che non abbiamo ricordato, da fare assolutamente …
Spero che questo libro sia utile per capire meglio un
movimento musicale articolato e complesso come il folk revival che, spesso
lontano dalla luce dei riflettori, nella penombra, non ha mai smesso di
evolversi, di cambiare pelle, e di dare il suo personale ed importante contributo alla musica di oggi.
Nella nicchia, proprio perché sganciata dalle logiche di mercato, molto spesso
si nasconde la buona musica e questa è la vera ragione per cui ho scelto questo
mestiere.
Un grazie di cuore a tutte le persone che in modi
differenti mi hanno aiutato a percorrere questa strada e ne hanno condiviso
brevi o lunghi tratti.
foto Lucia Baldini |
Che bella quest'intervista, Alli. Questi sono gli artisti che piacciono a me, pieni di passione e soddisfatti del proprio percorso, entusiasti si ciò che fanno. Le mescolanze - libro, cd, reading-concerto - mi piacciono ancor di più, e poi il folk è un bel genere. Voglio leggere anche io la storia di Tesi (che naturalmente non avevo mai sentito nominare, credo).
RispondiEliminaSì, leggendo l'intervista e ancora di più il libro, si scopre una persona di una cultura e umanità unica, con apertura mentale a 360°. Riccardo Tesi lo conoscevo già, ovviamente, ma ho scoperto cose che non sapevo, per questo credo sia un libro buono per chi lo conosce e per chi no ...
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