Quando ho
scritto i versacci sulle vertigini, all’inizio
volevo
cercare di descrivere cosa si prova quando
si vede il
burrone di sotto, ma alla fine ho solo detto
delle mia
prima volta, di quando ho scoperto di soffrire
di vertigini.
Forse perché
non è facile da descrivere, è solo provare
una
sensazione: come la descrivi una sensazione? È
quasi così
difficile come descrivere una musica, ma io,
critico rock,
dovrei saperlo fare, ne ho scritte talmente
tante di
rece.
Bando alle
ciance allora: quando si vede il burrone sotto,
se si soffre
di vertigini, ci si blocca a guardarlo, non si
riesce a
tornare indietro e manco andare avanti, non ci
sono santi!
Inutile mi dici “guarda che bello il paesaggio”,
io non mi
muovo.
Inutile che
mi tieni la manina, io sono bloccato, tremo, è
un momento
delicato, inutile mi dici “guarda, ci passano
tutti di qui,
anche quel ragazzino c’è riuscito, prima di te”,
io non sono
quel ragazzino, dovevi dirmelo prima dove
cazzo mi
stavi portando.
C’è un
momento nel quale sono attratto da questo vuoto
lì davanti :
è difficile da spiegare, difficile da capire se tu
non soffri di
vertigini … direi di sentire la voglia, forse, sì
meglio,
l’impulso, di buttarmi, di farla finita con la paura
e volare come
un uccello.
Beh, Jova cantava: la vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare :)
RispondiEliminaMoz-
Una volta tanto concordo con Jova :)
RispondiEliminaè come se la spina dorsale si accorciasse attraversata da sotto in su da qualcosa che la comprime le ginocchia si piegano in un istintivo desiderio di stendersi a terra ed agrapparsi ad essa, si trema, si suda e si ha freddo.
RispondiEliminaAnche guardare qualcun altro che si avvicina al vuoto è sofferenza ci si sporge verso quello nel tentativo di afferrarlo e riportarlo indietro ma senza poter muovere un passo si implora che l'altro arretri e viene voglia di piangere.
Persino un tuffatore sul trampolino ti fa tremare, e io da bimba vedevo Klaus di Biasi allenarsi a "terre alte" dove vivevo, nello stesso lido in cui andavo a nuotare e dovevo distogliere lo sguardo.
Negli anni sono molto migliorata, ho fatto sentieri di montagna esposti sul vuoto, mi sono arrampicata su alberi a cogliere olive, riesco persino a lavare i vetri di quelle stupide finestre scorrevoli (chi cavolo le ha inventate?) in piedi sul davanzale ma il vuoto sull'acqua è ancora durissimo da affrontare.
Forza Ally magari passa anche a te.
Ah, ah, ah, non credo (e non voglio) mi passi, nella vita ci sono molte altre cose belle, oltre la montagna, che non amo anche per altri motivi (fa freddo e non c'è il mare, due cose molto negative per un vero alligatore come me).
RispondiEliminaAlly come ti capisco.
RispondiEliminaMa non sapevo che "questa cosa" del lanciarsi nel vuoto fosse comune a noi "vertiginosi". Fino a pochi secondi fa, pensavo fosse una cosa solo mia, ma è proprio la sensazione che provo se sono affacciata ad un balcone( è il massimo che mi permetto), quel guizzo balenante per un secondo, quella vocina che mi sussurra " pensa che bello buttarsi e poter e saper volare".
Si è attratti e allo stesso tempo no, è una sorta di "paura di volare" tipica di chi soffre autenticamente di vertigini, in diversi luoghi: una dirupo in montagna, come un balcone, sì ...
RispondiEliminaDescrizione perfetta, anche se non soffro di vertigini, leggendoti ho capit.
RispondiEliminaGrazi George, era questo il mio obiettivo.
RispondiEliminaNon è proprio la stessa cosa, ma io ho un po' paura dell'acqua, sopratutto delle dighe, eppure l'acqua, i fiumi, mi affascinano, mi attirano. Un tempo li fissavo, ora meno. Se non c'è "spiaggia" mi rapiscono.
RispondiEliminaIl tuo é un rapimento poetico, quello del vuotoé più mentale .... ma a volte sì, si é attratti/rapiti da quello che sii teme.
RispondiEliminaP.s.
Si sente checsto leggendo un grande noir travestito da thriller? ;)
A me invece oggi, mentre pulivo il fatidico tetto, m'é successo di bloccarmi a guardare l'incrocio vicino. A un certo punto qualcuno fermo ai semafori mi salutava e io rigido sulla scala. Mollare la presa dalla scala mi é stato impossibile.
RispondiEliminaNon mollare la presa mai And!
RispondiEliminaP.s.
Sembra proprio il titolo di qualche film antisistema di Altman ... ah, ah, ah!