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lunedì 27 giugno 2016

In palude con i Caron Dimonio


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Electro/Punk
DOVE ASCOLTARLO  su Soundcloud
LABEL Atavic Records
CITTA’: Bologna
DATA DI USCITA 18 marzo

L’INTERVISTA
Come è nato Solaris?
L’idea primordiale dei brani nasce da Giuseppe, poi in sala prove si sviluppa il tutto seguendo questa idea in modo molto istintivo dando al brano la struttura definitiva.
Perché questo titolo? … dalle suggestioni filmiche.
Il titolo dell’album è un  omaggio al regista russo Andrej Tarkoskij. Nel film fantascientifico Solaris i personaggi sono in una navicella nelle vicinanze del pianeta omonimo e si trovano nella situazione di dover fare i conti con le proiezioni materializzate della loro memoria,  del loro inconscio e delle loro paure che emergono durante il sonno attraverso i sogni, trasportandoli in uno stato di profondo malessere interiore.
In Solaris come in Gestalt, il disco d’esordio, i testi trattano tematiche decadenti ed esistenzialiste, ma intrise di una maggior senso di solitudine connesso alla necessità di confrontarsi con se stessi e di esperirsi. Da qui l’analogia col film.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Come risposto nella prima domanda l’idea primordiale dei brani nasce da Giuseppe, poi in sala prove si sviluppa il tutto. Questa è la fase creativa in cui ognuno di noi cerca di dare al brano  una veste finale. Una volta completata questa fase si registra un demo per riascoltare i brani a mente fredda, se tutto ci risulta al suo posto a quel punto poi si passa alla fase ultima: si va al Lotostudio di Ravenna di Gianluca Lo Presti a registrare il disco.             
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
Ce ne sarebbero troppi, in studio alterniamo momenti di grande concentrazione ad altri molto più ludici dove ci concediamo qualche birra in centro a Ravenna o chiacchiere con amici che vengono a trovarci in studio.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? …  
Solaris è un concept-album, ruota attorno alle tematiche della solitudine, e del confronto con se stessi.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri di Solaris?… che vi piace di più fare live?
Il brano preferito di Filippo è Giove, io non saprei rispondere, le canzoni sono come dei figli, sarebbe come decidere a chi sei più affezionato.
Atavic Records è la label che vi ha prodotto. Altri nomi da citare dentro e fuori la realizzazione del disco?
Abbiamo collaborato con Emilio Pugliese per la realizzazione di alcuni brani che necessitavano l’inserimento di una batteria acustica e con Chrstian Rainer che ha interpretato un testo in francese scritto da lui nel brano finale del disco Nuit Sans Fin. Poi Gianluca Lo Presti ci ha messo del suo inserendo alcune parti di synth in alcuni brani che lo hanno ispirato maggiormente.
La copertina è molto affascinante, semplice e complessa allo stesso tempo ... Come è nata e chi è l’autore?
La copertina l’ho disegnata io [Giuseppe, voce e chitarra], mi colpirono alcune immagini dell’universo rappresentato in forma cubica in alcune riviste scientifiche, ho pensato quindi ad una copertina che riprendesse l’involucro di quell’universo semplificato, sintetico, minimale in stile Caron Dimonio.
Come e dove avete presentato/presenterete l’album?
Abbiamo iniziato il tour a febbraio dopo l’uscita del singolo/video Imago mortis, la presentazione dell’album a Bologna (la nostra città di adozione) è stata venerdì 22 aprile al Freakout club, uno dei concerti più belli del tour insieme a quelli fatti a Vienna, a Modena al Borderline nella serata Obscura Verba e al Cellar Theory a Napoli.
Altro da dichiarare?
Ci si vede in tour


5 commenti:

  1. Disco pieno di elettricità, mi chiedo se sono stati i temporali di queste ultime notti :)

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  2. Battute a parte, mi piace il suo sound ipnotico, di rock elettronico, a tratti psichedelico, a tratti danzereccio ...

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  3. Anche per questo disco difficile decidere i pezzi migliori, ma ci provo ...

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  4. Tra le mie preferite: Dentro il buco per l'humour nero la chitarra e il gran ritmo, Salto nel blu per le staffilate di elettricità tecno-sado-dance, Intermezzo 2, che non è un semplice intermezzo, ma due minuti tra il mistico e il sensuale, Nuit Sans Fin finale elettrizzzzzante ... per un nuovo rock psichedelico!

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  5. Ma avrei potuto citarne molte altre tra le 13 tracce del cd ... e voi? C'è qalcuno che mette?

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