NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE ….heh…difficile
rispondere, ethno-jazz cameristico?...world-progressive……? Forse potrebbe
essere meglio ascoltare e farsi un’idea propria…
DOVE
ASCOLTARLO (in parte o tutto)
spotify,
soundcloud, youtube
LABEL
Visage
Music/Materiali Sonori per la versione Cd-Mp3 www.materialisonori.com
PARTICOLARITA’
Disponibile in
versione audiofila su bobina Reel To Reel Master Tape tramite l’etichetta
produttrice del disco “Analogy Records” www.analogyrecords.org.
SITO O FB DEL
GRUPPO
CITTA’:
Molte.
DATA DI USCITA
1 Luglio 2015
la versione su Bobina Reel To Reel Master Tape tramite Analogy Records, 29
Settembre 2015 la versione Cd/Mp3 via Visage Music/Materiali Sonori.
L'INTERVISTA
Come è nato Flowers of Fragility?
Possiamo dire che il disco sia nato durante un tour in Belgio nell’autunno del 2014, e in occasione delle
ricorrenze per i Cento anni dalla Grande Guerra, con questa formazione al
completo compresi oltre a me ovviamente Daniele Di Bonaventura al Bandoneon,
Didier François alla Viola d’Amore a Chiavi, Nazanin Piri-Niri al Flauto e
Carlo La Manna al Basso Fretless e Sei Corde. In quel contesto e in quel luogo hanno
cominciato a prendere forma alcune delle
nuove idee compositive, principalmente mie e del bassista Carlo La Manna, che
si sono poi sviluppate in ciò che oggi è diventato Flowers of Fragility. I
brani sono poi stati “raffinati” e selezionati nel corso dei mesi successivi e
sono stati affiancati, arricchendo il repertorio, da alcune composizioni degli
altri membri del gruppo che sembravano legarsi molto bene col materiali appena
nato.
Perché questo titolo? … molto poetico.
Il titolo nasce per “merito” del nostro amico e pittore fiammingo Pol
Bonduelle: nell’ammirare ed analizzare una sua meravigliosa opera, che poi è
diventata la copertina del disco, è emersa questa frase Flowers of Fragility
che ci è parsa adattissima anche all’ispirazione di concetto che stava per
nascere, visto che eravamo in sua compagnia proprio nei giorni del tour belga
di cui sopra.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione
finale?
Possiamo dire che la prima nota del disco è stata seminata nell’ottobre
2014 ed il materiale è stato registrato a febbraio. Considerando che il gruppo
è formato da elementi di diversa provenienza e origine, dal Belgio alla Germania
e altri sparpagliati per l’Italia, il tempo di lavoro è stato molto rapido se
teniamo conto che siamo riusciti a vederci ben poco nell’arco di quei mesi.
Abbiamo fissato il tutto un paio di giorni prima di andare in studio, lasciando
ovviamente spazio all’improvvisazione e all’ispirazione del momento. La
registrazione è stata poi un’esperienza magica, con un mood splendido tra di
noi che ha reso la sessione gioiosa, intensa e molto rapida.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del
disco?
Sono molti, dal momento in cui le prime note hanno preso forma fino ai
giorni splendidi della registrazione con Robbo Vigo negli studi di Analogy
Records. Personalmente ho un ricordo molto intenso durante la registrazione del
brano Impermanenza di Didier François, che abbiamo registrato a un primo e
unico take suonato e che presenta all’interno del pezzo un bellissimo assolo di
Daniele di Bonaventura al Bandoneon, ricordo ancora che mentre lo stavamo
registrando in cerchio e in presa diretta mi sono realmente commosso con lo
strumento tra le braccia, avevo la pelle d’oca. E’ stato un momento unico e
prezioso.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … anche senza volerlo.
In realtà il concept c’è ed in parte l’ho accennato in
precedenza. Dobbiamo tornare per un momento al tour in Belgio dell’anno scorso,
svoltosi durante l’anniversario dei cento anni dalla prima guerra mondiale. Tra
una data e l’altra del tour Pol ci ha invitato a visitare alcuni dei numerosi e
impressionanti cimiteri di Guerra presenti nelle Fiandre Occidentali, ben nota
zona di confine e tra i più cruenti fronti di battaglia del conflitto. Questi
luoghi, oggi pieni di pace e di quiete con prati curati e fragili fiori ad accompagnare migliaia di
nomi e di lapidi, rappresentano una sorta di museo a cielo aperto per la nostra
memoria. E’ stato veramente toccante vedere che tra quelle decine di migliaia
di soldati di tutte le età, c’erano anche “bambini” di appena 13 anni, ragazzi
provenienti da ogni angolo di Europa così come dagli altri continenti che hanno perduto per sempre la loro fanciullezza
prima ancora delle loro vite. Diciamo che ci siamo trovati a porre la nostra
attenzione su questo importante anniversario cercando di trarne ispirazione,
anche se alla fine tutte le energie che fluiscono nella nostra musica vengono
da molte direzioni.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri
di Flowers of Fragility?… che vi piace di più fare live?
Non è facile indicare dei brani prediletti. Flowers è un disco di cui siamo
molto contenti dal punto di vista delle composizioni e della loro resa in
registrazione, anche se naturalmente tutto è sempre perfettibile e
migliorabile. Ma il motivo principale per cui non si possa dire con semplicità
quale siano i preferiti risiede nel fatto che vediamo questo lavoro come
un’entità unica e finita nel suo insieme, con il suo senso compiuto. Ovviamente
ci sono brani che eseguiamo di più e altri di meno, anche in relazione alla
formazione con cui andiamo in giro. Nonostante il disco sia registrato in
quintetto non è sempre possibile fare concerti con la formazione al completo e
quindi ci arrangiamo grazie alla sua elasticità. Brani che non mancano mai sono
però la title track Flowers of Fragility, Le Coeur de Nina, Il Dono e La Barca
Ubriaca.
Il cd è uscito con Visage Music. Come vi siete trovati e come è stato
lavorare con loro? Altre realtà da citare per la realizzazione del disco e la
sua diffusione?
La Visage Music di Claudio Carboni è stata fondamentale per la
realizzazione della versione digitale del disco. Claudio è una persona in gamba
ed è un bravissimo musicista, quindi sa
bene cosa possa servire in questo ambiente a chi porta avanti la sua stessa
professione. Il suo supporto è stato importantissimo così come quello
dell’etichetta distributrice Materiali Sonori. Naturalmente devo menzionare
Roberto “Robbo” Vigo che ha registrato e prodotto il lavoro nel suo studio e
con la sua etichetta audiofila Analogy Records, che si occupa di produrre e
distribuire i suoi artisti direttamente su Reel to Reel Master Tape per il
mercato su bobina, una nicchia ma che vanta però un numero sempre crescente di
adepti tra gli audiofili.
La copertina è molto poetica, sembra la foto di un mondo a testa in giù … o
no? Come è nata e chi è l’autore?
Come già anticipato l’autore del quadro è il nostro amico fiammingo Pol
Bonduelle, un grandissimo artista, che ha anche curato la grafica del Cd, così
come ha fatto per gli altri miei dischi Orange Tree del 2010 e The Tarot Album
del 2012. Il quadro mostra dei soffioni (il famoso fiore del tarassaco su cui
si può soffiare fino a disperdere i semi) appesi a dei fili a testa in giù come
messi ad essiccare, e più in basso si vedono dei fori che sembrano
rappresentarne la base da cui sono stati sradicati. E’ un quadro che può essere
interpretato in mille modi, ma la fragilità e la delicatezza di questi fiori
richiamano l’immagine di questi giovanissimi soldati, ragazzi che sono stati
“sradicati” dalla loro terra e dalle loro famiglie in nome di un’assurdità
conosciuta come guerra.
Come e dove presenterete l’album?
L’album è stato già presentato in Germania, Belgio, Svizzera e in buona
parte dell’Italia ma i concerti e le presentazioni legati al disco
proseguiranno anche per questa fine del 2015 e nel 2016.
Altro da dichiarare?
Niente da dichiarare! Siamo portatori sani di musica e strumenti musicali!
Ricordo The Tarot Album mi era piaciuto molto, e anche questo Flowers of Fragility è bellissimo, nessuna canzone esclusa. È rilassante e magico, come un po' è stato detto nell'intervista. Adesso chiudo gli occhi e viaggio, ciao.
RispondiEliminaVero, verissimo ... grande tutto il disco precedente, come l'attuale, che non è facile scindere in singoli pezzi. Forse citerei la title-track, e poi il finale Sine Nomine, ma anche Il dono e Impermanenza ...
RispondiEliminaLa copertina è bellissima e poetica, al solito non conosco il gruppo e impensabile ( dopo aver fatto un rapido ascolto ) catalogarli in un preciso genere....
RispondiEliminaGrazie come sempre Alli! Bacio!
Grazie a te Nella, attenta come sempre.
RispondiEliminaDella copertina mi sono immediatamente innamorata e dopo un veloce ascolto su youtube penso che la musica potrebbe fare da sottofondo ispirevole durante qualche mia creazione!
RispondiEliminaSì, credo pure io che sia una musica molto "ispirativa", che faccia molto bene a spiriti creativi (ma anche no). Buon ascolto Anna.
RispondiElimina