NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE: trip hop, pop elettronico
DOVE ASCOLTARLO (in parte o
tutto): https://soundcloud.com/suz-italy
LABEL: IRMA Records
PARTICOLARITÀ: in alcuni brani un
pianoforte fa capolino fra synth e batterie elettroniche
SITO O FB DEL GRUPPO: www.shapeofsuz.it -
www.facebook.com/shapeofsuz
CITTÀ: Bologna/Torino
DATA DI USCITA: 9 ottobre 2015
Come è nato Lacework?
Il tutto è partito ancora una
volta dal No.Mad Studio di Torino. Qui Ezra ed io nel febbraio del 2013 ci
siamo messi gomito a gomito ad ascoltare quel che ci aveva solleticato la
pancia nei mesi precedenti il nostro incontro, infatuazioni dell’ultim’ora ma
anche brani vecchissimi, quindi abbiamo liberato la mente per iniziare a
comporre e dar spazio a nuove idee, idee che si sono sviluppate nell’arco del
2014 fra le strade di Londra, su pullman sgangherati al confine fra la Thailandia
e la Malesia e, non ultima, la mia amata via del Pratello a Bologna.
Perché questo titolo? … non ci sono pezzi con
questo titolo.
In realtà la parola Lacework compare in Still Water ma la scelta di
questo titolo per l’album voleva semplicemente sottolineare il fatto che si
tratta di un lavoro che fare con lacci, legami, che siano di tipo amicale,
parentale o sentimentale.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea
iniziale alla sua realizzazione finale?
In realtà non c’era un’idea iniziale ma tante piccole suggestioni che hanno
finito per incontrarsi e prendere forma indipendentemente dalla nostra volontà,
perché credo che, a meno che non ci si metta a fare un album a tavolino,
pensando, che so, “Proviamo a fare un disco à la XY” (e questo non è mai stato
il nostro caso) alla fine bisogna arrendersi al fatto che al timone c’è
unicamente la musica. Credo che volendo essere onesti con sé stessi non si
possa che assecondare la reazione della propria pancia alle vibrazioni sonore, almeno
questo è sempre stato il mio, anzi, il nostro modo di procedere. Per tornare
alla tua domanda comunque, una volta mixati, i brani sono stati inviati a Giuseppe
Ielasi che ne ha curato il mastering, dopodiché Francesco Eppesteingher e
Alessandro Bario, assecondando anche alcune mie richieste, hanno realizzato
l’artwork del disco, a mio modesto parere facendo un ottimo lavoro.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria
durante la lavorazione del disco?
Una cosa particolare che ricordo forse è stata la genesi di Still Water,
un brano che è nato incredibilmente in una manciata d’ore, testo incluso.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa
sarebbe? … anche senza volerlo.
Lacework non è e mai potrebbe avere la pretesa di essere un concept
album, tuttavia se si dovesse necessariamente trovare un fil rouge fra i vari
brani, sottolineerei nuovamente che ogni singola canzone rimanda a una
relazione, a un incontro, a uno scambio.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo
del quale vai più fiera di Lacework?… che ti piace di più fare live?
Non saprei dirti, non a caso capire quale brano promuovere per primo non è
stato affatto facile. Parlando di liriche King of Fools credo sia una delle migliori
“epifanie” in cui io mi sia imbattuta sino ad ora, per quanto riguarda la resa
dal vivo forse con la attuale formazione live (io e SPIRE, al secolo Paolo
Iocca) i brani che mi permettono di interagire maggiormente con effetti e loop invece
sono Billie e Pure Rapture.
Il cd è uscito con Irma Records, realtà
sofisticata del panorama italico, anzi, internazionale … per te una prima volta
con lei. Come vi siete trovati? Come avete lavorato al disco?
Per questo incontro devo ringraziare Antonia Peressoni, ex ufficio stampa
di Irma e oggi titolare dell’ufficio stampa Sbam, la quale ha fatto ascoltare
il mio precedente album, One is a Crowd, a Umberto Damiani di Irma. Così è
nata la nostra collaborazione di cui, è forse superfluo dirlo, sono
onoratissima. Anzi, posso dire che lavorare con Irma, etichetta che negli anni
’90 è stata un punto di riferimento internazionale per il trip hop, è un sogno
che si è infine avverato. Con questo tuttavia non voglio certamente sminuire la
mia esperienza con No.Mad Records, una realtà giovane con le antenne ben
protese verso le novità del panorama della musica elettronica internazionale, che
non a caso ora si è trasferita in quel di Bristol.
Copertina molto particolare, con questa mano che
porta un cuore trafitto da spade. E dentro, tutti quei ricami, Lacework,
appunto … come è nata la cover e chi è l’autore? Della foto di copertina, come
del resto …
La mano è della sottoscritta e il cuore è quello della mater dolorosa,
trafitto da sette spade, che nella simbologia cristiana rappresentano i sette
dolori di Maria. Tuttavia più che per il suo significato simbolico religioso l’ho
scelto per ciò che rappresenta per me. È un oggetto che mia madre trovò quando
era bambina ed è sotto i miei occhi da quando sono nata. I laceworks del disco
invece sono tutti opera di mia nonna materna che non c’è più. Sul retro del cd
poi compare un vecchio comò sul quale sono appoggiati alla rinfusa vari
ritratti e anticaglie, mia madre la chiama la sua “installazione”. Tutti questi
sono gli elementi che volevo comparissero nell’artwork del cd, oggetti in cui
riconosco le mie radici sui quali Francesco e Alex con cura (e tanta tanta
pazienza!) hanno lavorato sino a realizzare a mio parere un ottimo lavoro.
Come e dove hai presentato/presenterai l’album? …
La presentazione dell’album è avvenuta a Bologna, la mia città, nell’ambito
del festival di musica e arte digitali RoBOt. Abbiamo suonato in fiera sabato 9
ottobre in apertura al live di Holly Herndon ... altre date in via di
definizione sul mio sito e su FB.
Altro da dichiarare?
Ogni riferimento presente in questo album a persone realmente esistite o a
fatti realmente accaduti è assolutamente intenzionale.
Ascoltato e riascoltato il cd, e posso dire che le mie preferite sono: King of Fools, grazie ad una melodia incantevole e la voce in estasi e che ti ci porta ... Anthemusa, classico alla Suz in acido chimico, Lethe, altro pezzo che riconosco come suo (notare le tastiere a dettare il ritmo). Da citare pure Billie, (omaggio alla Holiday?), e Still Water, non solo perché c'è un verso che ha dato il nome al cd ...
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