Pagine

domenica 9 agosto 2015

In palude con Sebastiano De Gennaro



NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO

GENERE composito

COME ASCOLTARLO da soli, in silenzio, con un buon impianto o delle buone cuffie.
(l'alligatore lo consiglia anche su spotify)

LABEL MeMe

PARTICOLARITA’ no chitarre

SITO DEL GRUPPO www.sebastianodegennaro.com

CITTA’: provincia

DATA DI USCITA 09-06-2015
L'INTERVISTA
Come è nato All My Robots?

Fisicamente sul pianoforte verticale ereditato da mia madre, a casa mia. In un secondo tempo, sui miei strumenti a percussione ed in mezzo a tutti gli attrezzi con cui sfogo liberamente la mia creatività. Prima e durante, All My Robots, ha preso forma nella mia testa nutrito da letture fantascientifiche e ascolti fantascientifici dei miei compositori prediletti: Olivier Messiaen, Michael Gordon, Gyorgy Ligeti, John Cage, Iannis Xenakis, Fausto Romitelli.

Perché questo titolo? …

In primis perché è il titolo di una raccolta di racconti di Asimov: tutti i miei robot, uno dei libri più affascinanti, intriganti e divertenti che io abbia mai letto. Poi perché All My Robots è anch’esso una raccolta di mie creature, la maggior parte delle quali frutto di ricombinazioni di elementi musicali che osservo sempre sparsi e separati nelle costellazioni - per me sempre troppo ben definite - dei generi. C’è un racconto nel libro Ranocchi sulla Luna di Primo Levi (si intitola Inventare un animale) che spiega come l’invenzione di un animale immaginario per la fantasia umana sia impresa difficilissima anche quando non si trova di fronte a problemi di verosimiglianza e di stabilità biologica: ‘tutti gli animali inventati dalla mitologia, in tutti i paesi e in tutte le epoche, sono dei pots pourris, rapsodie di tratti e di membra di animali noti..’. Poi descrive l’esperimento tentato in una scuola media ai cui ragazzi veniva richiesto di descrivere un animale inventato da loro: ne scaturirono Il Linfadinosauro, il Collo-Gigantesco, il Leptorontibus, il Mostrunmgaricos…tutte creature composite. All My Robots è una raccolta di creature composite.

Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?

Ho deciso di comporre il disco partendo dalla scrittura sulla carta da musica, per un ensemble virtuale (tutto è stato suonato e registrato da me in solitudine) composto di strumenti a percussioni intonate: marimba, vibrafono, pianoforte, glockenspiel, xilofono. Una volta su pentagramma ho cominciato a registrare, tutto nel mio studio casalingo. Le estensioni elettroniche, che sono una parte comunque molto importante e caratterizzante del disco, le ho montate in un secondo tempo sull’organico base descritto. Poi è arrivato Taketo Gohara che ha mixato tutto magistralmente.

Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
Nessun episodio eccezionale… Mi vengono in mente il rientro nei microfoni del verso del cucù (il mio studio è un sottotetto e lui stava appollaiato sull’antenna davanti alla mia finestra), la mattonella di ghiaccio sotto il computer per non far partire la ventola mentre registravo, i viaggi in furgone in cui non vedevo l’ora di tornare a casa per lavorare sulla mia roba…


Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … anche a posteriori.
Un poco lo è; è una mini antologia sui possibili suoni della fantascienza: dalle esplorazioni in bianco e nero dello spazio con i telescopi del primo novecento, al cyberpunk, alla ricerca musicale ‘fantascientifica’ di Messiaen sui misteriosi linguaggi del canto degli uccelli, ai robot giapponesi di Hajime Tsuburaya.

C’è qualche pezzo che preferisci?

Qualche pezzo del quale vai più fiero di All My Robots? … che ti piace di più fare live?
No, non ho preferenze, le cose che non mi convincevano al cento per cento le ho levate: è stato un lavoro lungo ma su cui non ho alcun rimpianto. Dal vivo ho sperimentato una versione di esecuzione integrale di All My Robots in quartetto, e una a solo (non integrale). Col quartetto esce tutto a dovere essendo il disco pensato per ensemble. In solo ho dovuto rinunciare ad alcuni brani: Ultra Taro e Zeiss Telescope.

Il disco è uscito con una label appena nata, la MeMe. Come vi siete incontrati? Altre realtà importanti attorno al disco?

MeMe sono Taketo Gohara e sua moglie Stefania Bonomini. Ho lavorato spesso con Taketo, suonando in moltissimi lavori da lui prodotti. Quando hanno sentito i mei mix si sono appassionati di questo disco strano, sono stati molto coraggiosi e continuano ad esserlo, cosa rarissima fra gli addetti ai lavori. Altre realtà importanti sono per me gli artisti che mi hanno aiutato contribuendo con video e grafica: Pietro Puccio l’illustratore che ha fatto il video di Musica Ricercata IV, Stefano Obino il regista che ha realizzato un breve documentario sul concerto di presentazione del disco, Federico Dragognia che ha realizzato un altro bellissimo video che uscirà più avanti, Rocco Marchi che ha dato un senso all’aspetto del disco, e in fine i bravissimi compagni di avventura Enrico Gabrielli, Matteo Lenzi e Beppe Gagliardi che suonano con me questo disco dal vivo.

Copertina molto semplice (ma anche complessa). Come è nata? Chi è l’autore?

Sono i miei disegni di bambino, ero appassionato di astronavi, robot, bottoni e comandi.

Come e dove presenterai l’album? …

Dall’autunno 2015, dove possibile, seguite le evoluzioni dal mio sito: www.sebastianodegennaro.com. Segnalo anche il sito di Esecutori di Metallo su Carta, l’ensemble che abbiamo fondato io ed Enrico Gabrielli e che esegue All My Robots integralmente: www.esecutoridimetallosucarta.com

Altro da dichiarare?

All My Robots è come una nave (magari spaziale) per traghettare chi ascolta musica popular verso la grande musica impopolare (ho suggerito alcuni autori sopra): usatela per avvicinarvi alla musica di quei grandi musicisti, giova alla mente come giovano alla mente i grandi libri ... poi riusatela pure per tornare alla musica popular. Buon viaggio.


5 commenti:

  1. .... ah, dimenticavo, ascolta il disco e dimmi che ne pensi, mi raccomando.

    RispondiElimina
  2. Interessante. Quindi ha fatto tutto da solo.. (con l'aiuto di un cuculo..) Nemmeno io saprei scegliere un brano, mi sembrano tutti collegati. Simpatica anche la tavoletta di ghiaccio sotto il pc e bellissimi i disegni dell'album!

    RispondiElimina
  3. Sì, è il tentativo (riuscito) di unire la rock-music (in senso lato) alla classica (o musica colta). Anche per questo, difficile, scindere il cd in brani ...

    RispondiElimina

AAAATenzione, il captcha (il verificaparole) è finto, non serve immetterlo. Dopo il vostro commento, cliccate direttamente su PUBBLICA COMMENTO. Se siete commentatori anonimi, mi dispiace, dovete scrivere il captcha ...