NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE: Rock
DOVE
ASCOLTARLO (in parte o tutto): in macchina da soli o dovunque si possa cantare
a squarciagola senza sembrare degli idioti.
(l'alligatore lo consiglia anche su spotify)
LABEL: Irma
Records
PARTICOLARITA’: se dopo il primo ascolto ricordate anche solo un ritornello, abbiamo vinto.
SITO O FB DEL
GRUPPO: facebook.com/maygrayband
CITTA’:
Modena
DATA DI
USCITA: 23 Giugno 2015
Come è
nato Londra?
Londra, un po' come penso la grande maggioranza degli album d'esordio, è nato in realtà dal semplice impulso ad esistere, ad ufficializzare l'esistenza di noi May Gray non solo come realtà locale da palco ma come gruppo vero e proprio. C'era questa manciata di canzoni a cui lavoravamo da un po', e le abbiamo messe insieme per vedere come stavano una in fila all'altra. Non fraintendermi però, non sono le prime canzoni che abbiamo scritto, tanto che all'inizio scrivevamo in inglese (da cui il nome inglese della band, che è rimasto): poi su consiglio di Roberto Trinci, editore ex EMI e ora Sony Music, con cui siamo entrati in contatto grazie al Progetto Sonda del Centro Musica di Modena, abbiamo iniziato a scrivere in Italiano... una bella sfida, che ci ha permesso però di mettere meglio a fuoco il nostro lavoro. Sempre grazie a Sonda abbiamo conosciuto anche Marco Bertoni (Confusional Quartet, Motel Connection, Bloody Beetroots), che ha seguito la produzione artistica dei brani e registrato l'album. Lavorando con lui il tutto ha subito un'accelerazione pazzesca, ci ha fatto crescere molto sia nel modo di concepire i brani sia nel modo di vedere i May Gray come progetto musicale.
Londra, un po' come penso la grande maggioranza degli album d'esordio, è nato in realtà dal semplice impulso ad esistere, ad ufficializzare l'esistenza di noi May Gray non solo come realtà locale da palco ma come gruppo vero e proprio. C'era questa manciata di canzoni a cui lavoravamo da un po', e le abbiamo messe insieme per vedere come stavano una in fila all'altra. Non fraintendermi però, non sono le prime canzoni che abbiamo scritto, tanto che all'inizio scrivevamo in inglese (da cui il nome inglese della band, che è rimasto): poi su consiglio di Roberto Trinci, editore ex EMI e ora Sony Music, con cui siamo entrati in contatto grazie al Progetto Sonda del Centro Musica di Modena, abbiamo iniziato a scrivere in Italiano... una bella sfida, che ci ha permesso però di mettere meglio a fuoco il nostro lavoro. Sempre grazie a Sonda abbiamo conosciuto anche Marco Bertoni (Confusional Quartet, Motel Connection, Bloody Beetroots), che ha seguito la produzione artistica dei brani e registrato l'album. Lavorando con lui il tutto ha subito un'accelerazione pazzesca, ci ha fatto crescere molto sia nel modo di concepire i brani sia nel modo di vedere i May Gray come progetto musicale.
Perché questo titolo? … è pure il titolo di un
pezzo dell’album.
Abbiamo deciso di chiamare l'album Londra per svariati motivi. Un po' perché ci piaceva un titolo così corto, incisivo e anche un po' misterioso. Un po' perché non volevamo assolutamente far uscire l'album come self titled, e perché non sinceramente non ci veniva in mente nessun titolo abbastanza forte e in grado di comprendere il senso di tutto il disco. E poi Londra è uno dei brani a cui siamo più affezionati, anche se forse non è uno dei più incisivi del disco, e crediamo che racchiuda abbastanza il senso di tutto l'album.
Abbiamo deciso di chiamare l'album Londra per svariati motivi. Un po' perché ci piaceva un titolo così corto, incisivo e anche un po' misterioso. Un po' perché non volevamo assolutamente far uscire l'album come self titled, e perché non sinceramente non ci veniva in mente nessun titolo abbastanza forte e in grado di comprendere il senso di tutto il disco. E poi Londra è uno dei brani a cui siamo più affezionati, anche se forse non è uno dei più incisivi del disco, e crediamo che racchiuda abbastanza il senso di tutto l'album.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale
alla sua realizzazione finale?
Bisogna precisare che Londra in realtà è nato prima com EP, con solo quattro brani. Anche se non ha mai visto la luce sotto quella forma, ci è servito per avere in mano intanto una biglietto da visita da mandare in giro tra gli addetti ai lavori. Il fatto è che tutte le etichette e gli uffici stampa con cui ci siamo confrontati e che hanno espresso interesse nei nostri confronti ci hanno dato più o meno tutti la stessa risposta: per un esordiente, al momento, il formato dell'EP è la cosa peggiore su cui si possa lavorare. Meglio un album, molto più spendibile e appetibile. E allora abbiamo riaperto tutto quanto, finito di produrre e registrato i cinque brani mancanti, rimasterizzato tutto per farlo suonare il più organico possibile, ed eccoci qui.
Bisogna precisare che Londra in realtà è nato prima com EP, con solo quattro brani. Anche se non ha mai visto la luce sotto quella forma, ci è servito per avere in mano intanto una biglietto da visita da mandare in giro tra gli addetti ai lavori. Il fatto è che tutte le etichette e gli uffici stampa con cui ci siamo confrontati e che hanno espresso interesse nei nostri confronti ci hanno dato più o meno tutti la stessa risposta: per un esordiente, al momento, il formato dell'EP è la cosa peggiore su cui si possa lavorare. Meglio un album, molto più spendibile e appetibile. E allora abbiamo riaperto tutto quanto, finito di produrre e registrato i cinque brani mancanti, rimasterizzato tutto per farlo suonare il più organico possibile, ed eccoci qui.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria
durante la lavorazione del disco?
Ce ne sarebbero parecchi: i mille caffé nel bar vicino alla studio, le parti
registrate misteriosamente “buona la prima”, il dogma produttivo di Marco
(“cosa farebbero in questo caso gli Who?”), ma così su due piedi mi viene in
mente un aneddoto legato a Parole giuste, parole sbagliate, l'ultima traccia
del disco: è l'unica nata direttamente in studio, un po' un'outsider
dell'album, anche perché si basa sul pianoforte e non c'è batteria. In origine
doveva esserci un violoncello, ma il ragazzo che doveva registrare quella parte
non si è presentato, ha “paccato” come si dice dalle nostre parti. Insomma,
eravamo in studio solo io, Paolo e Marco a chiederci cosa fare... Avevo con me
una chitarra acustica e così mi è venuto in mente di mandarla in diretta
nell'impianto con una distorsione acidissima, e strimpellare un po' sul pezzo
per vedere cosa ne veniva fuori. Diciamo che è andata bene, và.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa
sarebbe? … anche senza volerlo.
Infatti in realtà, proprio senza volerlo, Londra alla fine è proprio un concept
album. Gira che ti rigira, una volta completo, ci siamo resi conto che il filo
conduttore dei brani, ad analizzarli e trovarne una chiave di lettura, era il
viaggio, inteso in varie forme: spirituale, mentale, fisico, viaggio di
speranza, viaggio come ritorno... da qui l'idea della valigia in copertina. Per
esempio Londra parla di quelli che partono cercando fortuna all'estero, e magari
restano delusi da un luogo che hanno in realtà idealizzato; 1000 Miglia parla
del viaggio come fuga da un amore andato male, mentre Lei, ancora lei parla
dell'esatto opposto, dell'ostinarsi a rimanere e far funzionare le cose... e
così via.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del
quale andate più fieri di Londra?… che vi
piace di più fare live?
Il cd è uscito
con la Irma Records, realtà sofisticata del panorama italico, anzi,
internazionale … come vi siete trovati? Come avete lavorato al disco?
Siamo stati molto felici di avere incontrato Irma Records, e che loro si siano
dimostrati interessati al nostro lavoro, già da quando Londra era semplicemente
un EP. Sono una realtà molto solida, non a caso sono in questo mestiere da
tantissimi anni, e in più sono anche editori, che di questi tempi forse è
quello che fa veramente la differenza. Ci hanno lasciato totale libertà
artistica, senza proporci fantomatici contratti capestro (ebbene si, c'è ancora
chi invece ha il coraggio di proporli) e senza prometterci la luna: la
sensazione è quella che si lavori con l'interesse comune che tutto vada per il
meglio, e che il progetto possa crescere. Stesso discorso vale anche per il
nostro ufficio stampa, SBAM, che infatti collabora strettamente con Irma
Records. Diciamo che abbiamo avuto la fortuna fino ad ora di incontrare ottimi
collaboratori sul nostro cammino... tanto meglio!
Copertina semplice e diretta, con questa valigia
pronta a partire … o no? Come è nata e chi è l’autore?
Diciamo che è un concorso di colpa. L'idea in origine è stata mia, Paolo ha
trovato la valigia - che infatti è una
valigia vera che abbiamo fotografato e che ora ci portiamo ai concerti, piena
di CD - e Mattia ci ha messo il lavoro grafico, visto che quando non suona fa
quello di mestiere. In più abbiamo scelto l'immagine della valigia perché è
viene citata proprio nel brano Londra, che dà il titolo all'album. Abbiamo
deciso di lasciarla così pulita e semplice perché ha qualcosa di evocativo, è
un oggetto che è nato per muoversi e spostarsi, ma è lì ch fluttua in un vuoto
astratto, statico... e poi anche per ragioni pratiche, perché purtroppo con la
diffusione della musica online la parte grafica dei dischi è sempre più
sacrificata, e volevamo qualcosa che fosse riconoscibile anche se visualizzata
in una dimensione poco più grande di un francobollo. Però ti svelo un segreto:
nella versione fisica del CD, sul retro, la valigia è aperta e piena di oggetti
che ora non dirò quali sono...
Come e dove presenterete l’album? …
In realtà lo abbiamo già presentato in un release party all'Off di Modena, uno
dei migliori locali live della nostra città. E continueremo a portarlo in giro
su tutti i palchi che ci vorranno ospitare, perché è il modo in cui sappiamo
esprimerci al meglio, lasciando parlare la musica e cercando di entrare in
contatto con chi decide di venirci a sentire.
Altro da dichiarare?
Mah, l'unica cosa di cui non si è parlato credo sia il video che abbiamo fatto
per il nostro primo singolo, Tormentata Baby. Nulla di che, ci siamo noi che ci
facciamo tirare in faccia della roba in slow motion, se vi va di farvi due
risate andatevelo a vedere su YouTube!
Sai che non li conoscevo e non sono niente male...
RispondiEliminaLi ho sentiti a dovere qua nell'eremo e pur non ricordandomi nessun pezzo mi sono piaciuti e il retro del cd tu l'hai visto Alli( intendo come copertina!??!)
Bacione serale e grazie come sempre di queste chicche!
Grazie a te dei cmplimenti al gruppo, che condivido (ospito solo gruppi che mi piacciono). Quanto al retro della copertina, sì, l'ho vista, ho il cd completo. Dico solo che c'è Il giovane Holden in orginale, e non è poco ...
RispondiEliminaUh un esordio! La carica giusta per questa mattina: a me piace La mia rivincita :D
RispondiEliminaBravi May Gray. Bravo Alli.
Grazie Elle :)
RispondiEliminaSì, quella piace anche a me ... ascoltandola mi sono chiesto se sia autobiografica.
Poi mi piace anche la title-track, Londra con il viaggio (della speranza?), come filo rosso, e mi piace molto anche La tua pelle, e non scherzo ...
grazie davvero! Mi fa super piacere vi piaccia. Non potete minimamente immaginare lo sforzo che c'è stato. Ringraziamo di nuovo Diego per lo spazio! ;) Seguiteci sui social! :)
RispondiEliminaGrazie a voi May Gray di essere stati in palude...
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