mercoledì 31 dicembre 2014

Uno, due, tre ... volte a Berlino

Uno, due, tre! Parafrasando il famoso film di Billy Wilder, me ne torno per la terza volta a Berlino dalla mia bella e chiudo il blog per qualche giorno. Per questo vi faccio gli auguri ora, mentre l'aereo tocca la capitale tedesca, dove il film di Billy Wilder era ambientato, in piena guerra fredda. Una satira ben congegnata, che vi consiglio di vedere, prima o poi. Magari questa sera, se non avete nulla da fare ... io intanto inizio con gli auguri: BUON 2015 A TUTTI!

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lunedì 29 dicembre 2014

Due parole con i Metibla


Mi fa piacere chiudere le interviste del 2014 con i Metibla. Mi fa piacere perché sono già passati in palude, più di due anni fa, ed era stata una divertente blog-intervista: si parlava del loro disco d’esordio, Hell Holes, che molte soddisfazioni ha dato alla band romana. Questa volta è il turno di Crimson Within, autoproduzione come al solito, uscita in novembre, e che promette altre soddisfazioni. Disco strano, a partire dalla copertina cinefila, quasi alla Hitch, e, a quanto dicono le note stampa, nata dalle ricerche di Riccardo Ponis nel garage del defunto padre. Sono saltate fuori molte cose interessanti poi finite nelle canzoni dell’album, citazioni alte, citazioni basse, la vita e la cultura nel suo scorrere.
Si parla esplicitamente di concept-album, e questo mi piace. Fare un concept-album vuol dire osare, andare oltre un normale disco. Crimson Within si presenta come un concept-album sull’inadeguatezza, un disco rock tendente a riassumere sei decadi della nostra musica più amata con tutte le sue deviazioni. Tredici pezzi intensi, tredici pezzi da mandare a memoria, fatti con la giusta intensità e le giuste emozioni. Registrato e mixato dal fido Valerio Fisik presso l’HombreLobo Studio di Roma, tra il 2012 e il 2013, prodotto dallo stesso Fisik insieme ai Metibla, è il disco giusto con il quale chiudere le interviste 2014 in palude. C’è pure un frammento da Animal House … Pronti?

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sabato 27 dicembre 2014

... c'è neve dovunque

Stamattina c’è neve dovunque. Ci facciamo sopra dei commenti.
Mi dici che non hai dormito bene. Dico che
neanche io. Tu hai avuto una nottata terribile. “Anch’io”.
Siamo straordinariamente calmi e teneri l’uno con l’altra,
come se ognuno di noi percepisse la fragilità mentale dell’altro.
Come se sapessimo cosa l’altro prova. Non è così,
naturalmente. Non è mai così. Non importa.
È della tenerezza che m’importa. Questo è il dono
che stamattina mi commuove e sostiene.
Al pari di ogni mattina.
Raymond Carver, il dono in Blu Oltremare

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giovedì 25 dicembre 2014

La Tregua di Natale ... sempre!

Questa mattina, andando al lavoro, ho ascoltato alla radio il ricordo della cosiddetta Tregua di Natale. Ne avevo già sentito parlare, letto, visto immagini e film, sentito canzoni (mi pare anche un bel fumetto, non ricordo dove e di chi). Forse anche voi: proprio 100 anni fa, la notte tra il 24 e 25 dicembre 1914, i soldati tedeschi e quelli inglesi (in minor numero francesi), in guerra da mesi, cessarono il fuoco, cominciando a fraternizzare.
Canti, candele sugli abeti, scambi di alcolici, cibo e sigarette. Si narra anche di fantastiche partite a calcio tra tedeschi e inglesi, o di altra nazionalità, contro gli ordini degli alti comandi schiumanti rabbia. Una tregua libera, venuta dalla testa di uomini semplici, non dai politici o dai vertici militari, che avevano respinto l'appello di Benedetto XV, pontefice di allora, e quello delle suffragette britanniche. Nei giorni seguenti, si cercò di nascondere il fatto, ma a partire dai giornali Usa (non ancora entrati in guerra), e grazie al lettere, foto e disegni mandati a casa, si diffuse la notizia nel mondo, e quel 25 dicembre 1914 diventò leggenda: la Tregua di Natale.
Un gesto semplice, il gesto giusto da compiere. Peccato durò lo spazio di qualche giorno (solo in alcune zone si arrivò fino al Capodanno), e nei seguenti anni della terribile I^ guerra mondiale, non successe più nulla di simile, se non sporadiche e subito bloccate azioni di pace. Al sistema, la puoi fare una volta, ma se riprende il comando, sei fritto.
Rompere le righe dal basso, agire con la propria testa, giocare, bere,  fumare, cantare, mangiare insieme ... è stato forse, uno dei pochi momenti della Storia dove si è dato il giusto valore al Natale. Da non credente, pacifista integrale, mi auguro e vi auguro un 25 dicembre così, ma anche il 26, 27, 28 ...
Sempre, sempre, rompiamo le righe!

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lunedì 22 dicembre 2014

Due parole con Four Green Bottles



Four Green Bottles in palude, per iniziare le feste. Cosa conterranno queste quattro bottiglie verdi? Basta aprire la confezione con l’uomo barbuto coperto di fiori sulla copertina e far partire Step, il loro esordio dato alle stampe con Irma Records, la più sofisticata tra le nostre label indipendenti. Io l’ho fatto, e ascoltato i sette pezzi facili, pop-positivi, emo-emo-tivi, con il giusto ritmo, direi l’ideale per tirare il fiato dopo un anno di corsa. Si sente che sono giovani di buone speranze (e buoni ascolti), questi quattro ragazzi di Padova, e fa piacere sentirli, in inglese ma anche nell’unico pezzo cantato in italiano.
Sul loro sito, fatto molto bene, curato come si deve (è un vanto, ai tempi del FB come unico punto web per molti), potete liberamente ascoltare e scaricare Step, leggere i testi, e segnarvi le date (questo il link da cliccare). Nella loro cartella stampa ho letto una cosa interessante: Step sono sette tracce, sette sguardi, che narrano di cieli, lettere al cuore e alla mente, corse, persone e storie di ciò che si è perso e quello che si è guadagnato durante la corsa verso il cambiamento … ho sorriso, pensando ai 7 anni del mio blog festeggiati la scorsa settimana. Capitano a fagiolo … sentiamo cosa hanno da dire. Pronti?
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domenica 21 dicembre 2014

Interpretare Cossu ....

Un bagno di fuoco? Un uomo e una donna? Due donne? Esseri asessuati? Spiriti? Demoni? Come ho detto al suo autore, Gianni Cossu, è un disegno incandescente... ma cosa avrà voluto dire con questa sua opera?  E le due candele dietro, quasi sullo sfondo?... che ne pensate?
In attesa delle vostre risposte, mi godo direttamente i colori e il fuoco di questo disegno, che è un regalo perché ho rinnovato l'abbonamento a Il Nuovo Male + Frigidaire. Si tratta di uno dei regali per chi si abbona, spero lo facciano in tanti, per far ripartire le pubblicazioni di Sparagna e compagni. La situazione non è buona, come per tanti, ma per le pubblicazioni indipendenti, senza padrini e senza padroni, ancora peggio... fateci un pensierino!

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venerdì 19 dicembre 2014

… è nato, è nato…7 anni fa il blog dell’Alligatore

Come ogni anno il miracolo pagano si compie, quindi ripeto il post politico-programmatico di allora, invitandovi a leggerlo ad alta voce e ad unirvi a noi nel gesto catartico ...

Cultura rock può essere Chaplin come Buster Keaton, Mozart come Dostoevkij, Charlie Brown come Bernardo Bertolucci, i Rolling Stones come Woody Allen, la liberazione di Saigon come La grande guerra …
Il mio blog è nato con questo concetto nella testa. Il Blog dell’Alligatore è Cultura Rock a 360°.

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mercoledì 17 dicembre 2014

Due parole con i Mastice



Più ci avviciniamo al natale e più ascolto rock duro, senza compromessi, come questo noise elettronico dei Mastice, nuovissimo progetto di IgorDevockaTosi e Riccardo Silvestrini, sorpresa dell’autunno dell’Italia underground. Da metà novembre è infatti uscito il loro Violente manipolazioni mentali con la label I Dischi del Minollo, bella realtà di Lanciano già presente in palude con pregevoli produzioni. Questa del duo di Ferrara, sconvolge per la forza sotterranea, le suggestioni, le immagini forti, espresse senza clamore. La copertina, con la testa di bambola sezionata, è molto esplicita in questo senso.
Violente manipolazioni mentali, si presenta come un vero e proprio concept-album, sì un concept sulla dura quotidianità nel paesaggio post-industriale. Una realtà di grandi spazi e chiusure, tagli e incomunicabilità. Chi conosce da anni, come me, Igor Tosi, sa delle sue passioni cinefile, a partire da Kubrick (da lui il nome della sua band Devocka), e delle relazioni con il maestro del cinema dell’incomunicabilità Michelangelo Antonioni. Registrato alla Masticheria di Ferrara da Samboela (Le Luci della Centrale Elettrica, Devocka, Bob Corn), tra l’inverno 2013 e la primavera 2014, per uscire adesso. Parliamone. Pronti?
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martedì 16 dicembre 2014

Pulp Fiction ... vent'anni dopo

Come oggi, vent'anni fa usciva in Italia Pulp Fiction, film manifesto di Tarantino, consacrato con la Palma d'Oro a Cannes nel maggio dello stesso anno. Inizialmente  vietato ai minori di 18 anni (sì, incredibile), poi a 14 per consentirne il passaggio in tv in seconda serata. Negli States era uscito qualche mese prima, rilanciando un John Travolta in un periodo di crisi, e lanciando definitivamente la stella di Uma Thurman (da antologia la scena del ballo tra i due). Dopo questo film il cinema non è stato più lo stesso, ha dato il via alla moda del pulp (vi ricordate gli scrittori pulp in Italia?), e posto all'attenzione degli appassionati del grande schermo un cineasta originale quale Quentin Tarantino, con un montaggio moderno, storie violentissime, una fantasia e passione cinefila pari a pochi altri. Mi pare giusto omaggiarlo, anche perche io, stranamente, non ero tra gli spettatori quel venerdì 16 dicembre 1994. E voi?

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sabato 13 dicembre 2014

Sotto, un libro grande come un film

Avevo fatto un post appena era uscito, odorando un buon profumo di fumetto. Alla cieca avevo pubblicato note di stampa, e alcune immagini. Ora, che finalmente l'ho letto, posso consigliarlo a ragion veduta. Sotto, di Leela Corman (traduzione Martina Bodria), è un gran fumetto, un libro che sembra un film.

Sotto è raccontato con flashback illuminanti, uno stile di montaggio che parlando di cinema si direbbe europeo (viene in mente Sergio Leone e il suo C’era una volta in America non solo per motivi tecnici), e parlando di letteratura si direbbe romanzo di formazione. È invece semplicemente un fumetto di gran spessore.

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giovedì 11 dicembre 2014

Due parole con La Fine

La Fine in palude, tra poco. Non la fine di tutto, ma i La Fine, giovane band nichilista, nei suoni e nelle parole, con un disco veramente esplosivo uscito ufficialmente solo ieri. Il titolo, tanto per continuare nella metafora, è Scontento, a produrlo la Superdoggy Music di Karim degli Zen Circus. La leggenda narra, che abbia sentito solo alcuni brani della band, e ne sia stato così folgorato da decidere di prenderli sotto la sua ala protettiva. I tre giovani di Cosenza, attivi da un po’ di anni in alcune band dell’area calabrese, si sono formati da solo un anno, e la prima cosa fatta è stato registrare 4 pezzi in meno di tre ore. Fatti poi girare un po’ in giro fino a che non sono finiti nelle mani giuste.
Scontento è rock con venature noise, un certo gusto cantautorale sporco e cattivo. La cartella stampa suggerisce: le canzoni del disco trattano temi centrali come l’amore, la precarietà e la scoperta di se stessi attraverso l’introspezione. Direi che è una buona traccia. C’è dentro il male di vivere, classico, da giovani ribelli, un po’ intellettuali, ed è gridata con stile. Molto centrata la surreale malinconica copertina, in linea con le sette canzoni dell’album (provate a sentirle cliccando qui). Io è da un bel po’ che sento in cuffia Scontento, e non sono affatto scontento, anzi … la mia coda ha preso il ritmo giusto. Mi pare sia ora di sentire cosa ne pensa la band.  Pronti?

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