lunedì 31 marzo 2014

Due parole con i Progetto Panico



Questa sera, per la prima volta in palude, i Progetto Panico. Presenteranno su questi schermi il nuovo album fresco di incisione: Vivere stanca. Titolo letterario, con rimandi al male di vivere tipico di una certa scrittura novecentesca, è in verità un disco pompante energia pura; sarcasmo a piene mani e un ritmo sbatti-coda incredibile, che non sentivo da un po’. Alla produzione artistica c’è, non a caso, Karim Qqru degli Zen Circus (i Progetto Panico sono la support band ufficiale per il tour del recente Canzoni contro la natura), incontrato durante la presentazione dell’esordio autoprodotto dei Progetto Panico Maciste in Paranoia.
Vivere stanca è uscito da solo una decina di giorni, marchiato Tirreno Dischi/Superdoggy, ma sta facendo già molto rumore (provate qui a sentire come suona). Come la forte copertina lascia immaginare, è nuovo punk con tante cose da dire, parole e suoni sparati a raffica dal power-trio di Spoleto. Registrato e mixato da Mattia Cominotto e Karim Qqru al Greenfog Studio di Genova, Vivere stanca non stufa mai. L’immediatezza del live è la loro cifra stilistica: hanno macinato tanti chilometri e, se le mie orecchie non tradiscono, ne macineranno ancora tanti. Per questo non poteva mancare una sosta in palude. Pronti?

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domenica 30 marzo 2014

Buon compleanno Tracy


Per me è rimasta quella ragazzina con i capelli corti, e poi le treccine, sulla foto del suo album d'esordio... cantava di rivoluzione. Era il 1988, lei guidava una squadra di cantautrici folk, chitarra e voce e tanta rabbia. Era solo un'immagine pubblicitaria? Forse sì, forse no, di sicuro Tracy Chapman era autentica, e nel corso degli anni non si è venduta. Così mi sembra. E allora auguri Tracy, splendida cinquantenne...

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giovedì 27 marzo 2014

Due parole con i Werner



Bello ospitare ancora una volta in palude i Werner, bello il loro ritorno, a due anni di distanza, con un disco targato ancora White Birch Records, piccola label in pista ogni volta con lavori nuovi e diversi. Una realtà artigianale da sempre gradita ospite su questi schermi. Il loro nuovo album, uscito da qualche settimana, è contraddistinto da un tenue folk-rock confinante con la classica e il cantautorato, che incanta per la precisione nell’esecuzione e nelle emozioni generate dal suo ascolto. S’intitola Down Below On Your Own, sembra un fenomeno naturale, al pari della sua copertina, opera di Cuoredicane, come di consueto per l’artwork della band toscana.
Cuoredicane (vi consiglio un giro sul suo blog), è Alessia Castellano, anche violoncello della band, assieme ad Elettra Capecchi (piano), e Stefano Venturini (chitarre). Con le loro voci, spesso in armonia con gli altri strumenti musicali, direi quasi confuse, hanno dato vita a un disco intenso, uniforme, nuovo ad ogni ascolto. Loro soli, con pochi fidati amici (per esempio Mirko Maddaleno dei Blue Willa voce in un pezzo, e coro nel suggestivo finale con tanti altri, in particolare voci femminili) hanno saputo creare un altro disco importante. Un disco da diffondere ed ascoltare Down Below On Your Own. Sì, ascoltiamo i Werner. Pronti?
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mercoledì 26 marzo 2014

7° piano, la banalità del male

Ho letto 7°piano e non sto bene. Dico, è una lettura che non ti fa star bene, perché vedi degli essere umani stupidamente attaccati, piccioncini in amore perenne, sembrano al settimo cielo, ma ... lui comincia ad essere possessivo, ha attacchi di gelosia stupidi, manie, teme di essere tradito... insomma, è malato. Poi la violenza, lei in modo assurdo sopporta, fino alla botta finale, che la fa reagire. Scappa, lo denuncia, sì libera da questo rapporto soffocante. 
A quanto leggo, basato su fatti autobiografici, presenta la banalità del male all'interno di una giovane coppia. L'autrice è svedese,  Åsa Grennvall (non pensavo che anche  a quelle latitudini esistesse questa triste realtà), l'editore  Hop!, specializzato in fumetti particolari, nessuno mai uguale all'altro, ambientati in tante parti d'Europa (fa parte della stessa collana di Francis, - tasso buffone). Introduzione di Loredana Lipperini, postfazione di Riccardo Noury, di Amnesty Italia. Un libro tosto, per nulla politicamente corretto, anche nel segno e nei segni... da leggere.
QUI ALTRE INFO

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lunedì 24 marzo 2014

Due parole con i Bad Apple Sons



Ritornano in palude, dopo quattro anni esatti, i Bad Apple Sons. Allora era il 22 marzo del 2010, presentavano l’esordio autoprodotto dopo la vittoria al Rock Contest 2008. Questa sera presenteranno il seguito, un seguito rielaborato e diversificato, a dimostrazione della loro crescita. My Dear No Fear infatti, pur rimanendo vicino al loro modo di intendere la musica, è un tuffo, ancora più profondo, nell’oscuro dell’animo umano. Più ossessivo, ritmico e acido del cd d’esordio, con cavalcate melodiche da musicanti esperti. Accanto a loro, sempre la banda di ABuzzSupreme e una nuova label nata in mezzo a questo ambiente, la Chic Paguro, una specie di Artisti Associati dell’alternative-rock toscano.
My Dear No Fear (che bella musicalità rock il titolo), è stato registrato la primavera scorsa in sole due sedute, in un casolare della campagna pisana (il West Link Studio), per poi essere completato in estate, presso lo studio mobile fiorentino di Paolo Mauri. Un lavoro di fino quello fatto con loro dallo storico produttore degli Afterhours (ora anche con Le Luci della Centrale Elettrica), che ci consegna un disco di culto. Anche dalla copertina si respira aria di album importante. Una foto ambivalente: dei volti felici (ma anche no), con tutta la pesantezza della tradizione e la voglia di violarla come in un film anti-sistema anni ’70. Sarà così anche la musica in esso contenuta? Parliamone! Pronti?
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domenica 23 marzo 2014

Se dico cinema ...

Se dico cinema, dico qualcosa di grande, anzi immenso, una delle più incredibili invenzioni dell'umanità.
Penso a Chaplin, ma anche a Buster Keaton (perché preferire l'uno all'altro?... io voglio tutto), John Belushi e Francois Truffaut, Hitchcock e Jean Luc Goddard... e tanti film: Ultimo tango a Parigi e Novecento, La grande guerra, Apocalypse Now, Django Unchained, Frankestein Junior, Daunbailò, Blue Velvet,
Schindler's List, Underground, Terra e libertà, La grande abbuffata ...
Non c'è niente che mi smuova più del cinema: per andarci devo fare una trentina di km in auto e se c'è la neve, o la nebbia, e non riesco a raggiungere la città con l'auto, prendo l'autobus. Faccio molta fatica a farne a meno, la mia droga si chiama Cinema, me lo devo iniettare ogni tanto, altrimenti vado in crisi.
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venerdì 21 marzo 2014

Due parole con N_Sambo

Questa sera, per la prima volta in palude N_Sambo, a presentare un disco ricco di suoni, con delle melodie trascinanti e testi che restano. Parlo di Argonauta, album dato alle stampe con Cappuccino Records e Urtovox, album di sintetici spazi siderali pop-rock, come la copertina lascia intuire. Terzo disco dell’artista toscano, con accanto nomi cult della sua Livorno, quali Simone Lenzi dei Virginiana Miller e gli Appaloosa, già graditi ospiti su questi schermi. Un concept-album (su cosa?... chiederò) come si faceva una volta, psichedelico  e onirico come il viaggio attraverso mondi altri.
N_Sambo, con questo disco, si conferma un personaggio particolare della scena sotterranea più viva. Dopo il suo esordio esclusivamente strumentale di soli tre anni fa (Sofà Elettrico, pubblicato con Snowdonia), ha fatto, lo stesso 2011, un album cantato (Suspended, con la svedese Electric Fantastic Sound), per poi arrivare nel marzo di quest’anno alla terza fondamentale prova, Argonauta. L’uso dell’elettronica è impeccabile; senza esagerare, aiuta nel creare nella testa di chi ascolta quei mondi altri alla base del cd. Parliamone. Pronti?
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giovedì 20 marzo 2014

Auguri Allenatore?

La scorsa settimana è stato il mio compleanno, e questa è una cosa normale. La cosa strana è stata la scritta sulla mia torta: Auguri Allenatore. Allenatore di che? Io sono Alligatore, pasticcere pasticcione ... vabbe', la torta era buona, è rimasto solo il ricordo e le risate pensando a qualche allenatore, che magari si è beccato la torta con scritto Auguri Alligatore!

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martedì 18 marzo 2014

Due parole con Filippo Cosentino Trio



Ancora una volta in palude Filippo Cosentino, che propone, con il suo Filippo Cosentino Trio, un jazz originale ed innovativo dal sapore internazionale. L’artista emiliano, già su questi schermi a presentare l’esordio Lanes alcuni anni fa, ritorna per dialogare su Human Being, uscito da qualche settimana per l’etichetta Emme Produzioni Musicali. Otto pezzi strumentali da ascoltare per riflettere, magari in uno dei concerti in giro per l’Italia (e in seguito l’Europa), dove potrete godere la sua musica in queste settimane. Il periodo caldo del tournée sarà tra qualche giorno, per questo lo ringrazio di aver trovato tempo per la chiacchierata di questa sera.
Oltre a Filippo, che si divide tra chitarra elettrica, acustica, classica e baritona, piano, sono della partita Davide Beatino al basso e Carlo Gaia alla batteria. È inoltre presente nel disco, il sassofonista statunitense Michael Rosen, che ha usato parole molto belle nei confronti di Filippo. Cosentino si presenta innovativo e coraggioso, una musicista diverso dall’ala del jazz purista, in quanto ama contaminare e contaminarsi, tra momenti pop e spensierate virate esotiche. L’incontro con lui è avvenuto grazie ad un’amica blogger e giornalista, che lo conosce bene (Adriana, del blog Presa nella rete, forse alcuni di voi conoscono), ed anche questo è un segno del suo essere eclettico. Parliamone. Pronti?
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sabato 15 marzo 2014

Gipi unastoria, anzi due

Ennesimo gran fumetto di casa Coconino Press. Viene da un autore italiano ormai di autentico culto, Gipi: unastoria, tutto attaccato, non è un refuso, ma in realtà sono due. Due storie intimamente intrecciate, come quella di uno scrittore in crisi, trovato nudo per strada mentre farnetica, e per questo ricoverato in una clinica, accanto a quella della trincea di poveri uomini nel tritacarne della Prima guerra mondiale.
SUL SITO DI SMEMORANDA LA MIA RECE COMPLETA
QUI SOTTO ALCUNE IMMAGINI DALSITO COCONINO PRESS
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giovedì 13 marzo 2014

Due parole con i Karne Murta



Tra poco in palude i Karne Murta, anfetaminica band di Parma per la prima volta su questi schermi. Nati sul finire del secolo scorso, hanno la forza trasgressiva e iconoclasta dei ’70, ma anche la capacità di creare immagini brucianti tipica dei nostri giorni. La copertina del disco lo prova: perfetta nel riassumere la baraonda di suoni, colori, provocazioni della loro musica. Sì, Swingin’ Taboo, questo nuovo disco dato alle stampe per la Masnada Records, è così: una miscela di musica con un sacco di riferimenti spazio-temporali dal rock delle origini allo swing, la world-music accanto al jazz, il tutto senza dimenticare il punk …
Prodotto da loro stessi con Andrea Rovacchi, Swingin’ Taboo è stato registrato e mixato al mitico Bunker Studio di Rubiera (Re), e vuole rappresentare la continuazione del precedente Dirty Swing di due anni fa, sia nello stile musicale, sia nelle storie raccontate. Mescolanza di lingue e dialetti, dall’inglese per il loro rock’n’roll alle rime in arabo, e poi il francese e lo spagnolo, l’ucraino, l’italiano. Tutte le canzoni sono poi diligentemente riportate nel meraviglioso libretto interno, che supera in audacia e accostamenti incredibili la già sconvolgente copertina. Credo ci divertiremo con i Karne Murta, le premesse ci sono tutte. Pronti?
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mercoledì 12 marzo 2014

IL NUOVO MALE+FRIGIDAIRE dedicati a Freak Antoni

Sono da alcuni giorni in edicola IL NUOVO MALE + FRIGIDAIRE in edizione unica. Un numero molto bello (io, che lo ricevo per posta, l'ho già letto quasi tutto), dedicato alla memoria di Roberto Freak Antoni, amico e collaboratore fin dagli inizi dell'avventura frigideriana. Nel mio piccolo, mi onoro di farne parte, anche se pure in questo numero non ci sono mie rece, per pigrizia mia (ma nel prossimo, vedrete...). Anche per questo vi consiglio di abbonarvi, oltre che per sostenere l'impresa, sempre sotto attacco. Ricevete, oltre a queste pubblicazioni di autentico culto, anche regali di valore: da numeri introvabili a disegni originali di Sparagna o Gianni Cossu ... io, quasi quasi, quest'anno mi regalo l'introvabile Pertini di Paz.
QUI L'ELENCO COMPLETO DEI REGALI PER FARVI VENIR VOGLIA

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lunedì 10 marzo 2014

Due parole con Fabrizio Cammarata & Paolo Fuschi


Serata internazionale quella di oggi, perché tra poco sarà in palude Paolo Fuschi, direttamente collegato da Manchester. Paolo è l’autore del disco del quale parleremo questa sera, lo ha fatto assieme all’amico giramondo come lui (o forse di più), Fabrizio Cammarata, già ospite su questi schermi. Cammarata, quello a destra nella foto, non sarà qui, perché impegnato a girare un road-movie tra il Messico e gli States con il regista palermitano con base a Berlino Luca Lucchesi. Sarà però con noi la sua voce, che sento già nel magnifico disco dato alle stampe per la 800A Records di Palermo, Skint and Golden.
Skint and Golden, uscito solo in vinile 12” da qualche settimana, suona intenso e divertente, come immagino sia stato farlo per questi due amici musicisti, e fortemente politico. Il titolo nasce da uno slang britannico, “Skint”, che sta per “al verde”, accostato a “Golden”, “d’oro”, come ci si può sentire quando si crea canzoni come queste. Sono al verde, ma mi sento solare, ho il privilegio e la magia di creare, un inno alla decrescita felice e consapevole. Creare pezzi di blues o soul come queste dieci perle, scritte dai due musicisti e poi registrate/mixate/masterizzate tra Manchester e l’Italia, con artisti e collaboratori di entrambi i luoghi. Ore ne parleremo qui. Pronti?
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domenica 9 marzo 2014

Vent'anni senza Hank

Come oggi, vent'anni fa, moriva Charles Bukowski, per gli amici Hank. Se mi chiedete chi è il mio scrittore preferito vi farò sempre il suo nome, la sua scrittura mi ha preso totalmente, mi ha letteralmente acciuffato e costretto a leggere tutto di lui. Senza grandi pretese, ha descritto un mondo impazzito (in questi ultimi anni ancora di più, ci vorrebbe un Bukowski a narrarlo), con ironia, gusto per i paradossi, realismo immaginario gigantesco, tra grandi bevute e tanto, tanto, tanto piacevole strano sesso. Volevo mettere una delle sue poesie per ricordarlo, ma mi piacciono tutte, una sarebbe riduttiva. Se volete, vi in invito a leggere una parodia di un suo racconto scritta da me e pubblicata sul sito di Smemoranda dieci anni fa (la trovate qui, ripresa sul blog), ma non potete esimervi da leggere un libro di Hank, entro questo mese, (altrimenti non vi guarderò più in faccia) ... e poi Hank adorava i gatti.

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venerdì 7 marzo 2014

Due parole con Chiara Rosso



Questa sera in palude ci sarà una donna, ma è un caso che arrivi alla vigilia dell’Otto marzo, giornata importante (non semplice festa). Su questi schermi non c’è spazio per quote rosa, o ricorrenze un giorno solo e poi basta, chi mi legge lo sa: la rivoluzione è sempre o non è, e qui ospito chi mi piace, indipendentemente dal sesso. Detto questo, parliamo di Chiara Rosso, giovane voce proveniente dalla provincia piemontese, che si presenta con questo disco dedicato all’elemento naturale per eccellenza, l’acqua. L’acqua, sottolinea lei nelle note stampa, “con il suo fluire è emblema di femminilità, pace e rigenerazione”. Messa così mi piace molto, messa così la riconosco come il mio elemento preferito.
Elemento H2O è uscito da qualche settimana, grazie all’etichetta tutta al femminile (rieccoci) Geco Records. Tredici pezzi scritti da Chiara Rosso nella nostra lingua. Tredici bozzetti poetici e liberatori, tra canzone d’autore e jazz, pop dinamico e blues dei nostri giorni. La copertina sognante e diretta, dice molto del suo contenuto: c’è la sua autrice e dietro sempre lei sotto un’altra forma, quella della creazione artistica. Mondi paralleli dentro ogni vero artista. Ma Chiara Rosso non è sola, con lei, il meglio della giovane scena del jazz italico. Troppi per citarli tutti, potrete scoprirli dopo l’intervista, andando nel bel sito di Chiara. Ora sentiamo cosa ha da dire lei. Pronti?
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giovedì 6 marzo 2014

Regala(ti)UnLibro2014: La felicità esiste



Per l’iniziativa Regala(ti)UnLibro2014, lanciata insieme all’amica Elle
con questo post "Regala(ti)un libro 2014", segnalo un altro libro regalato. Quest’anno, cari amici miei, da me riceverete solo libri …
                                          
TITOLO: La felicità esiste
AUTORE: Paolo Zardi
EDITORE: Alet

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martedì 4 marzo 2014

Due parole con La Parola Persa



Questa sera avrò ospite un gruppo di simpatici mattacchioni definitesi emblematicamente  La Parola Persa. Un vero e proprio collettivo di artisti capaci di andare al di là della semplice forma canzone. Fino ad ora infatti, avevano realizzato tre ep monotematici ed esclusivamente strumentali, toccando, tra il serio e il faceto, tematiche quali il rapporto tra rock e cibo spazzatura, la musica come modalità di viaggio a basso costo, un’analisi antropologica della musica da ballo nelle culture del mondo. Ora hanno dato alle stampe un cd anche cantato, prodotti come i precedenti in totale autarchia: Tutta vita! Il nuovo incomprensibile lavoro de Parola Persa.
Perché lo definiscono incomprensibile? È un rebus? O il rebus è solo uno dei giochi presenti nell’interno della copertina? Sì, perché la copertina è una vera goduria, in particolare per gli appassionati dei giochi enigmistici. È fatta proprio come la copertina de La Settimana Enigmistica, e ci sono tanti giochi veri. La musica è la risposta a tutte le domande? Forse è troppo facile cavarsela così. Quella dei La Parola Persa è multiforme, con linguaggi e lingue diversi (c’è pure il Grammelot), il rock mischiato con  l’hip hop, ritmo ed elettronica accanto a melodie orientali, il romanesco, il pop… tutto fatto con gioiosa ironica allegria contagiosa. Un disco baraonda. Ascoltatelo qui mentre ne parlo con la band. Pronti?
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domenica 2 marzo 2014

Daniele Tenca live in Verona


Questo concerto mi è parso un sogno, tipo quello nel film dei fratelli Coen, A proposito di Davis. Un po' per l'atmosfera ovattata data da pioggia e vento durante il viaggio, un po' per il luogo dove si è svolto, il Teatro Laboratorio all'Arsenale, un teatrino con le sedie rosse, dove si fa teatro d'avanguardia (avremmo detto negli anni '70), e dove invece ieri sera si è fatto del blues, sì del gran blues, quello di Daniele Tenca & The Blues For The Working Class. Ospite spesso in palude per l'intervista, finalmente ci siamo incontrati dal vivo, e abbracciati a fine esibizione. Uno spettacolo nel vero senso del termine, due ore dove la band sul palco non si è per nulla risparmiata, divertendosi/divertendo, con pezzi propri, tratti da tutti i loro dischi, in particolare il recente Wake Up Nation, più classici rivisitati in modo originale. Ma andiamo con ordine.
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