L'ho visto appena è uscito, con Elle, domenica 19 ottobre (arrivati al cinema per un pelo, per pura fortuna:
un'altra vettura liberava il posto e io mi ci infilavo dentro; tutto intorno
non c'era manco un buco). Non pensavo sarebbe durato in calendario
tanto, con molti post di amici blogger, spettatori di ogni età (in
particolare giovani) a riempire la buia sala. Non mi sarei mai
aspettato un successo così, proprio per la bravura/tensione morale di Martone e
dell'attore Elio Germano (omaggiato da me anni fa, leggete qui), da
sempre lontani da facili successi di cassetta. E poi un film su
Leopardi, un poeta, anzi il poeta più importante d'Italia (e
non solo...). Invece, a tre settimane dall'uscita, i cinema si
riempiono per Il giovane favoloso ... allora, non tutto è perduto.
Forte ironia e idee politiche chiare, anticlericalismo e scontro con
le accademie letterarie, Martone ci presenta la nuda vita di un
intellettuale lontano dalla polvere dei libri di scuola, ma senza
spettacolarizzare, senza enfasi. Il Leopardi di Germano recita le
sue poesie come vivesse, e vive come in un suo scritto, essendo per
lui, vita e scrittura la stessa cosa. Leopardi è autore moderno,
quasi novecentesco, con la sua inquietudine, il suo autobiografismo,
l'immensa cultura dei secoli precedenti, una cultura a
trecentosessanta gradi. Leopardi, direi rockstar ...ma non voglio
esagerare.
Dalle siepi (sì, quelle siepi), dove giocava con i due fratelli,
all'amore platonico per la bella vicina, Silvia
(straziante/straniante il suo piombare al suo capezzale, in mezzo al
popolo, lui, nobile giovinetto ... solo Elio Germano lo poteva
recitare così), dai contatti epistolari con personaggi importanti
della cultura del periodo, che ne intuiscono la sua forza radicale,
alla fuga dalla libreria del padre verso Firenze, Roma, Napoli.
Bello lo scontro con altri scrittori al Gabinetto Vieusseux, dove
cercano di sminuirlo, depotenziarlo, ma lui con sarcasmo se ne va.
Veloce il passaggio nella Roma papalina e bigotta (pure troppo).
Accanto a lui, in questi soggiorni e viaggi in povertà, l'amico Antonio Ranieri,
intellettuale rivoluzionario partenopeo, con il quale raggiungerà la
sua Napoli, la parte più magica dell'intero film: tra taverne scure
e scoperte sessuali, gelati gustati al bar contro i consigli medici,
e il finale sotto il vulcano, con le parole de La ginestra ad uscire
come lava.
Due ore e passa di film, scorrono veloci, senza nessun cedimento a
banalità, ma con il solito rigore di Martone, ritornato
all'Ottocento dopo la precedente pellicola Noi credevamo, sul
tradimento delle idee del Risorgimento (anche questo da non
perdere). La nota dominante de Il giovane favoloso è la voglia infinita di
vita del Leopardi, il nostro intellettuale più grande di sempre,
accanto a Pasolini. Significativo sia uscito nello stesso periodo un
film sulla vita del poeta friulano, e che entrambi siano stati
presentati a Venezia 2014.
"Volevo liberare Giacomo Leopardi dall'immagine stereotipata e falsa
del poeta del dolore, un uomo triste e malato, e restituirlo alla
realtà: un genio precoce, un intellettuale come Pier Paolo Pasolini,
sostenuto dalla bramosia di vivere, un pensatore desideroso di
affermare ad ogni costo le proprie idee, anche le più ostili nei
confronti della società del tempo,": così Mario Martone intervistato
a proposito del suo film da Franco Montini su Vivi Il Cinema.
Bellissimo film, e Germano, porca miseria, quasi non l'avevo riconosciuto (e non certo per il colore di capelli più scuro), bravissimo davvero, stavolta non posso darti torto!
RispondiEliminaCome sai, solo la colonna sonora in parte troppo moderna non mi è piaciuta, ma per il resto, dall'interpretazione di Germano, alle poesie interamente recitate, alla figura di Leopardi così come è stata interpretata, mi è piaciuto tutto.
Se è ancora nelle sale, allora arriva anche a Berlino :D
Be', credo arriverà anche a Berlino, sì (ma tu l'hai già visto... lo rivedrai? Io sono tentato di tornare a rivederlo). Sì, un grande Germano, nel ruolo della sua vita? Forse sì...
RispondiEliminaAh! In netto contrasto con l'ormai mitico "Leopardi a Troie" uscito a Venezia...
RispondiEliminaHo letto pareri contrastantissimi, a riguardo e sei il primo "autoriale" che sento in positivo.
"Noi credevamo" era stata una scommessa vinta da Martone. Non vedo l'ora di vederlo: lo sto aspettando nella mia saletta dove arriverà presto.
RispondiEliminaVoleva liberare Leopardi dall'immagine del poeta del dolore ma ha dimenticato di narrarci del Leopardi spensierato, periodo che faceva scrivere al Vieusseux Giovan Pietro lettere scherzose ("..ho sentito dire che avete principiato a fare l'amore con le belle pisane..."), periodo che ci ha regalato "I canti pisano-recanatesi" , che, nell'economia del film, avrebbe chiuso il cerchio doloroso aperto con la morte di Teresa. Non ho mai letto in "a Silvia" tristezza o pessimismo, semmai un sentimento di commovente affetto, ho immaginato quella finestra immersa nella mia campagna, infatti da piccina pensavo che Silvia fosse delle mie parti, e tanto lontana non ci sono andata.
RispondiEliminaNon pensare che la mia critica sia perché io sono di Pisa, perché per me Pisa è stata città di cose tristi (le scuole superiori, l'università, il dentista..), io sono della campagna, ma questo non c'entra niente. Il film mi piaciuto molto, Elio Germano era Giacomo Leopardi, completamente. Martone è, insieme a Olmi, il mio regista italiano preferito, ma quel passare dalla deludente e falsa Firenze a tutto il resto senza il passaggio pisano secondo me è stato un torto a Leopardi e alla Toscana migliore.
Dalla mia ho la bellissima guida non convenzionale che ho avuto la fortuna di trovare a Recanati, e questo un po' mi consola!
Devo scrivere un commento per una rivista riguardo o questo film o quello su Pasolini. Sono andato a dare un occhio a cosa dicevano sul secondo e ho letto parecchie critiche negative, quindi mi sono detto ''Via, andiamo su Leopardi!''.
RispondiEliminaNon ero molto convinto nemmeno qui, ma dopo il tuo post me lo vedo. In streaming mi sa, perché non ho tempo di cercarlo in sala, ma tant'è.
Bella recensione ;)
Bella la tua recensione; condivido pienamente quello che scrivi :)
RispondiEliminaCi sono persone a cui non è piaciuto perchè non hanno sopportato il ritmo del film, giudicato troppo lento e lungo.
Una nota preoccupante di come la cinematografia hollywoodiana abbia pesantemente influenzato la sensibilità degli spettatori.
anche io ho letto un pò dovunque
RispondiEliminapost di altri blogger sul film
erano tutte abbastanza positive
e sono d'accordo con te, Martone
ha dato finalmente un respiro a Leopartdi, non di pessimista e bla bla, tutt'altro. Poi Martone è un regista che o si ama o si odia
voglio ricordare anche "morte di un matematico napoletano" da vedere.
ciao Ally :)
Film che no mi perderò, ovviamene.
RispondiEliminaPerò "rockstar", con tutto il rispetto per chi canta e suona, direi proprio di NO... :-))
@GIOCHER
RispondiEliminaLo cerco su Internet per fare il confronto, grazie per la dritta ;)
@Lucien
Noi credevamo l'ho perso al cinema, per maltempo (e perché era stato poco in cartellone), ma sono riuscito a vederlo in tv (uno dei pochi film visti in tv negli ultimi 10 anni). Anche questa, credo sia una scommessa vinta, ma mi dirai...
@Serena
Sì, ho letto da te la rece che metteva in luce questa mancanza. In effetti, Pisa manca nel film, e me ne dispiace, perché mi piace come città (e anche la campagna), e per quello che mi dici...sarebbe stato un di più, per un film, mi confermi, veramente favoloso.
@CervelloBacato
Se puoi, vai a vederlo al cinema, la sua dimensione naturale, e guarda anche Pasolini... la rivista non ti ha dato un compito facile, sono due film impegnativi, ma se andrai al cinema, ti sarà più semplice, e scriverai su di una cosa viva, come ho fatto io per entrambi... grazie!
@Berica
Grazie, condivido anche io ;)
Scherzi a parte, ti dico che io l'ho trovato abbastanza veloce e scorrevole, e al cinema vado almeno una volta a settimana, vedendo, bene o male di tutto...
@S.
Ciao S. Io Martone lo adoro, il suo rigore, la sua passione, e quando penso a lui, penso, appunto, a Morte di un matematico napoletano, film visto anni fa, in tv, con un grande Carlo Cecchi... adesso penserò anche a Il giovane favoloso ;)
@Zio Scriba
Vero, vero, rock-star, è una delle mie esagerazioni, ma vorrei dire, Leopardi si può annoverare nella cultura rock in senso lato (Manzoni, per esempio, no).
Mi hai regalato delle bellissime letture. Grazie!
RispondiEliminaPrego, non c'è di che!
RispondiEliminaWallyGator, quella di cui parlo e' una recensione che s'intitola cosi' uscita quando lo presentarono al Festival ;)
RispondiEliminaP.S. Sono riuscito in grazia diddio a recuperarmi Zoran,il mio nipote scemo...Dopo averlo inseguito indarno per sale e salette...Ragzzi...erano aaaaaannni che non ridevo a strafottere cosi'...Personaggio scritto in grazia diddio e cucito su Battiston. Film onesto e ben fatto, ma con un protagonista indimenticabile.
Non oso immaginare il giornale che ha ospitato una rece con un simile titolo... anche se non credo sia difficile.
RispondiEliminap.s.
Per me, come sai, Zoran, mio nipote scemo, è stato un cult, anzi, la via italiana al cult-movie. Già, indimenticabile, lui e Battiston da urlo! Wa U!
http://www.visiogeist.com/blog/item/leopardi-a-troie
Elimina(C'eri andato vicino... ;)
P.S. Il monologo del coniglio Flachi e' una delle cose piu' scompiscianti che hanno scritto in Italia per un film di recente. La sua storia prima di quel momento, la situazione,la faccia...Pensavo di sentirmi male.. :D
L'avevo trovato, grazie...
RispondiEliminap.s.
Avevo i lacrimoni durante quella scena, per il troppo ridere.
Una mia collega me ne ha parlato benissimo ed il suo successo deriva più dal passaparola che da altro.
RispondiEliminaBuona giornata!
Volevo vederlo questo film di Martone, di cui ho molto apprezzato la filmografia, e ho letto che sta avendo un riscontro eccezionale, che mi ha consolato, la tua rece mi ha ancora più invogliato e ulteriormente consolata.
RispondiEliminaEvviva il Leo e le sue siepi da cui ispirarsi ad immaginare un altrove possibile.
Se ha restituito a Leopardi l'immagine non per forza cupa e pessimista del cliché scolastico... ha fatto cosa buona e giusta! :)
RispondiEliminaMoz-
Pensa Alli mio, per aver espresso a scuola la mia idea sulla voglia di vivere e l'ottimismo taciuto leopardiano, per un pelo ci rimettevo l'anno...
RispondiEliminaI tempi cambiano,e questo film , unito all'amore che nutro per Giacomo ed Elio, ( un po' meno per il regista..)mi è sembrato bellissimo...
Bacio amico caro!
@Kyl
RispondiEliminaIl passaparola è tutto, è tutto...
Grazie, buona a te.
@Felinità
Sì, più che consolare, fa pensare che non tutto è perso, che qualcosa di bello fa ancora muovere il culo alla gente, per andare al cinema, luogo dove vedere film come questi... dai, vai anche tu!
@MikiMoz
Sì, non è banale e scolastico, segue il Leopardi dei suoi viaggi in Italia... gran cosa, gran cosa.
@Nella
Brava, brava, anche a scuola si poteva vedere un Leopardi diverso da quello delle istituzioni... fidati, anche Martone è un grande.
purtroppo non sono riuscita ad andare, era in scaletta, ma il tempo non sempre è benigno, per dirla alla Leopardi. Leggendo, leggendoti, frugando tra i commenti... Leopardi a troie, mi mancava e mi manca solo di vederlo. Bella recensione. Ciao
RispondiEliminaAh, ah, ah, Leopardi a troie è il titolo di una rece, attenta (anche io, subito avevo pensato ad un film "decamerotico")... il film di Martone invece, è da vedere. Dai, copriti bene, e vola al cinema...
RispondiEliminaTutto, mi perdo tutto :-( Forse ce la faccio a vedere Wenders, almeno...
RispondiEliminaWenders? Quando? Dove? ... a Berlino? ;)
RispondiEliminaBellissimo, Elio Germano è favoloso. La cosa più bella, per me, è vedere quanti ragazzi vengono a vederlo.
RispondiEliminaCerto che nel mondo dei blog ci sono cose davvero deprimenti: anche da me era venuto uno a dirmi "Mi hai regalato delle bellissime letture, grazie", e io ci avevo pure creduto. Stavo per aggiungerlo al mio blogroll, ma credo proprio che eviterò di farlo... :)
RispondiElimina@Ciccola
RispondiEliminaFa molto piacere questo tuo commento, perché concordo in pieno, trovando, da sempre, Germano, un attore favoloso (il migliore della sua generazione), e poi, mi piace questi giovani d'oggi che riempiono i cinema per un film come questo.
@Zio Scriba
Quanti personaggio strani abbiamo incontrato Zio in questi anni (ma anche interessanti, particolari, belle persone, da amare, con le quali scherzare o discutere amabilmente), credo ci siamo arricchiti molto con questo. E sì, c'è pure qualche citrullo... ma con te, questo, diceva giusto, tu ci hai regalato belle letture....
Devo ancora vederlo. Ma Leopardi è mia sorella. Quando per anni, fino ai miei 15 anni, siamo andati a Pesaro per le vacanze estive era d'obbligo la visita a Recanati. E pensare che ho mollato l'università anche a causa di un corso su Leopardi. Un corso universitario organizzato alla Statale di Milano nel 98-99 proprio per distruggere sia Leopardi che l'interesse degli studenti. E io ero (e lo sono anche oggi) come mia sorella un innamorato di Leopardi. A trovarlo quel docente....
RispondiEliminaand
dimenticavo, il corso era su "Paralipomeni della Batracomiomachia"....
RispondiEliminaGrande And... spero tu riesca a vedere il film, ma anche a trovare quel docente ;)
RispondiEliminaNo, uff, a questo giro niente Berlino :-(
RispondiEliminaPerò alla fine ho preferito Il giovane favoloso a Wenders! (Questioni logistiche di ubicazione dei due cinema). L'ho visto proprio ieri sera, e sì, mi è piaciuto. Avrei forse tolro un paio di scene (tipo quelle delle sue visioni) e la musica in inglese, però l'ho trovato un ottimo film.
Dalle mie parti quello di Wenders deve ancora uscire (non ne sapevo nulla, fino al tuo messaggio). Wenders il prossimo febbraio, sarà omaggiato dal festival di Berlino, e pensavo tu ci andassi...
RispondiEliminaSì, anche per me, la musica con parole in inglese, mi è sembrata sbagliata, ma condivido l'analisi finale: ottimo film...