B.A.S.E. Jumping, "sport" estremo, che consiste nel lanciarsi nel
vuoto da varie superfici. Possono essere edifici, torri abbandonate,
ponti, scogliere (da qui l'acronimo in inglese B.A.S.E.). Da alcuni
anni, ci si aiuta con delle tute alari, abbigliamento che trasforma
chi lo indossa in una specie di pipistrello. Alcuni anni fa avevo
visto un film sull'inventore di queste tute, al Trento Film
Festival, un film impressionante per la bellezza e pericolosità di
queste imprese (l'inventore di queste tute è deceduto durante un
lancio, per il malfunzionamento del paracadute). Proprio a Trento,
l'altro ieri, è morto un ragazzo spagnolo durante un lancio, cosa
successa qualche giorno prima ad una ragazza russa. Vengono da tutto
il mondo, perché il Becco dell'Aquila, sul Monte Brento, è una
palestra perfetta per praticare il B.A.S.E. Jumping, essendo una
parete dritta, senza protuberanze. Io non lo farei mai, soffro
terribilmente di vertigini, ma non lo vieterei. Ogni sport,
considerato estremo, ha dei rischi. Chi lo fa, decide liberamente di
assumersi questi rischi. Senza contare, che un divieto ne
aumenterebbe il fascino. Voi che ne pensate?
Anch'io non lo vieterei, anche perchè continuerebbe ad essere praticato in modo abusivo. Non è certo una cosa che mi attira, purtroppo guidare nelle nostre strade è già un rischio quotidiano.
RispondiEliminaTendenzialmente odio tutti i divieti e tutti gli obblighi che nascono continuamente come funghi. Io sono per la piena libertà di ammazzarsi come ad uno gli pare. L'importante, ovviamente, è non coinvolgere altri nel danno che si può combinare e non pretendere di responsabilizzare altri nel momento che qualcosa va storto.
RispondiEliminaTi faccio un piccolo esempio che mi riguarda personalmente: a me piace sciare e da ragazzo sono sempre stato abituato a fermarmi in qualche rifugio a fine giornata per l'ultimo bicchierino e per chiacchierare con gli amici prima di scendere per le piste deserte ad impianti ormai chiusi mentre fa buio. Beh, lo scorso anno a fine febbraio mi volevo fermare alle 16:00 in un rifugio con le figlie ed alcuni amici quando 2 poliziotti mi chiedono se intendevo fermarmi a dormire. Gli dico di no... Allora dovevo scendere subito perchè alle 16:15 le piste chiudevano. Non c'è stato modo di discutere: non contava che ci sarebbe stata luce ancora per 2 ore nè che era affar mio per dove scendessi (magari a piedi per il sentiero), se non andavo giù subito o se non dimostravo di dormire in rifugio erano 200 euro di multa. Questo perchè per legge gli impianti di risalita sono responsabili per quello che succede sulle piste e quindi quando chiudono hanno il diritto di chiudere tutto. Poi i poliziotti nel mio caso hanno rincarato la dose dando per certo che non sarei sceso a piedi per un sentiero e quindi anticipando un mio possibile uso illecito della pista dopo l'orario di chiusura.
Io rivendico il mio diritto di ammazzarmi scendendo al buio con gli sci dove cazzo mi pare. Se mi faccio male sono d'accordo con il fatto che nessuno debba rischiare per venirmi a soccorrere e che non possa chiedere i danni ad alcuno. Ma lasciatemi libero di godermi i miei rischi che non ho bisogno di balie che pensino e decidano per me!
Mi sembra di una idiozia totale
RispondiEliminaChe si rompano pure la testa,onori ed oneri tutti per loro, però. Domenica scorsa una cretinetta è salita sul monte Prena (catena Gran Sasso)e poi, poverina, era talmente stanca che ha chiamato il soccorso alpino e sono andati a prenderla con l'elicottero. Ecco, io l'avrei lasciata lì. Per dire.
RispondiElimina... penso che ognuno sia libero di fare ciò che vuole, senza naturalmente mettere a rischio la vita degli altri o di eventuali soccorritori. Detto questo,a causa delle mie vertigini, io non sono neanche in grado di salite sulle giostre, forse sono l'unica che è scappata dall'assistere al passaggio delle navi nel canale di Corinto, tra gli sguardi strabiliati dei presenti.
RispondiElimina:) No, io passo.
Morire facendo quel che si vuole? Ma perché no?
RispondiEliminaDipende cosa si intende.
Ma.
Gli organizzatori di questi sport lucrano con esso: sono obbligati a darmi tutte le forme di sicurezza.
Poi.
Il destino gioca come gli pare: potrei dipartire sopra un bruco (giostra per bambini) causa infarto.
Norma J.
@Sara
RispondiEliminaIn effetti, guidare è altrettanto pericoloso, e probabilmente, facendo una statistica risulterebbe più pericoloso...
@Giulio
Storia che non immaginavo potesse accadere, sembra una cosa da film, da racconto di Carver... concordo sulla libertà di scelta.
@Redcats
Non concordo ...come dicevo nel post, credo nella libertà di scelta. Si tratta di uno sport estremo, un paracadutismo senza aereo, in un certo senso...
@Elenamaria
Esistono anche queste situazioni, di gente impreparata, con attrezzatura inadeguata, che affrontano fatiche immense, posti che non conoscono (per dire, qualche giorno fa, un tizio si è perso in montagna ed è morto dal freddo). Credo che bisogna informare, poi ovviamente, che allerta i soccorsi, e si dimostra colpevole di leggerezze, poi deve pagare...
@Francesca
Concordo su tutto, dalla libertà di scelta, alle vertigini (anche se certe volte riesco a vincerle, ma no in montagna, dove di fronte ad un precipizio, io mi blocco come un mulo...).
@Colomba
Hai ragione, dipende da cosa si intende...per quanto riguarda il lucro su questo sport, non credo ci sia, nel senso che uno, una volta che si è allenato, ha preso l'attrezzatura giusta, poi è libero di tuffarsi da dove vuole (ovviamente posti consentiti). Credo che, ci giochi una buona dose di fortuna (o il destino, come dici tu), e come girano le correnti.
Io penso che non ci voglio neanche pensare!
RispondiElimina... anche questo può essere un pensiero ;)
RispondiEliminaVolare è bellissimo ed è giusto rifiutare i divieti che fanno male alle libertà, collettiva e individuale; ma se ti fai male hai bisogno di soccorso e di cure che, anche se non sono rischiose per chi le pratica, sono comunque un costo per la collettività.
RispondiEliminaIo la lascerei libero. Si sceglie e si è responsabili di quello che si fa.
RispondiEliminaCi tenevo a dire una cosa.
Per quanto riguarda i soccorsi in montagna...beh, un soccorso con elicottero viene fatto pagare (non ricordo bene se la cifra sia attorno a 100 euro al minuto, ma non credo di essere lontana dalla cifra). Se sei iscritto CAI ed esci con il CAI, hai la copertura assicurativa. Se sei iscritto CAI,e vuoi assicurarti per le altre uscite, puoi iscriverti a speciali assicurazioni che a buon prezzo ti garantiscono la copertura del salvataggio. Se non sei iscritto CAI puoi comunque farti un'assicurazione specifica a riguardo.
(Il soccorso non viene riversato sulla collettività, almeno non il recupero, poi eventuale ricovero sì, ma accade anche per chi fa un incidente in moto, quindi "sport" estremo anche quello).
Ciao miao.
Ma per l'amor di Dio Alli mio, anch'io soffro di vertigini e solo il pensiero di buttarmi da un'altezza del genere , sarebbe già fatale..
RispondiEliminaPensa che non mi affaccio alle finestre del terzo piano di uno stabile..
Più di così!!!!
Bacio speciale!
Io quando mi sono buttata col paracadute ho dovuto firmare una liberatoria in cui mi assumevo i rischi conseguenti a qualsiasi cosa potesse succedere. Naturalmente, ho firmato. Si chiama assunzione di responsabilità. Basterebbe renderla obbligatoria per rendere più responsabile la gente. Vuoi andare a fare l'escursione fuori pista? Se devono venirti a soccorrere, il soccorso te lo paghi. Se ammazzi qualcuno, lo risarcisci. Mi sembra semplice.
RispondiElimina@Berica
RispondiEliminaOvviamente concordo sul discorso "libertà... di volare", mentre sul discorso costi collettività no. Sono molti i costi per la collettività che potremmo spulciare, senza contare, come dice Sole nel commento dopo il tuo, i costi dei soccorsi vengono pagati da chi è soccorso.
@Sole
Hai fatto bene a puntualizzare. Non conosco bene i costi, ma per sentito dire (o letto tempo fa), sono più o meno quelli che dici.
@Nella
Ah, ah, ah, capisco benissimo, pure io non riuscirei a farlo, proprio per questo mi ha molto impressionato l'argomento. Grazie ...
@Silver Silvan
Complimenti per il volo in paracadute... per il resto, ti dico che infatti è così, chi viene soccorso in montagna, poi deve pagare per il soccorso ricevuto, o direttamente, o con assicurazioni/iscrizioni ad associazioni specifiche (CAI, come spiegato da Sole).
Ma veramente? Non lo sapevo! È come quando crollano i calcinacci dai balconi, dunque. I pompieri mettono in sicurezza, e tu paghi.
RispondiEliminaSoffro di vertigini. Non farei mai nulla del genere.
RispondiEliminaBacio e buona giornata!
In generale tendo a lanciarmi al massimo sul divano, evitando di farlo da altezze vertiginose...Credo potrei continuare a farlo anche se lo vietassero ex legis, sfdando le intemperie giudiziarie!
RispondiElimina@Silver Silvan
RispondiEliminaGià, sì, così...
@Kyl
Ah sì? ... grazie e buona nottata a te.
@Giò
Ah, ah, ah, e credo tu sia così bravo, che lo fai pure senza paracadute :)
Buttarsi nel vuoto è catartico. Sgombra il cervello per mesi. Il paracadute è molto forte, come esperienza. Quella del parapendio è molto più blanda. A chi fosse interessato, consiglierei senz'altro di fare il suo battesimo nell'aria con il parapendio. È adatto anche a chi soffre di vertigini, perché si sta comodamente seduti!
RispondiEliminaGrazie del consiglio Silver Silvan, soffrendo di vertigini, dovrei provare il parapendio... tra l'altro, io abito in una zona piena di campi di atterraggio, e nei miei giri in bici mi capita spesso di vedere ragazzi in parapendio mentre atterrano...qualche volta, su in montagna, ho visto pure il loro lancio. Come idea, come sport mi piace, ma temo sarei preso da attacchi di panico e chissà dove finirei ;)
RispondiEliminaGuardi che mio marito soffre di vertigini, ma si è fidato, quando gli hanno detto che non avrebbe avuto problemi, proprio per il fatto di stare seduto. Infatti, non ha avuto nessun fastidio! Almeno una volta, potrebbe provare. Qual è la cosa peggiore che possa succedere, dopo tutto?
RispondiEliminaLa ringrazio del consiglio, terrò presente, per ora ho altre priorità, ma un domani, chissà ...
RispondiEliminaCerto che vedere gente che butta via la vita così fa abbastanza male. Qualche anno fa un caro amico perse il cognato in alta montagna, ne parlarono ai tg e noi seguimmo un po' la situazione della moglie e dei bambini attraverso i suoi racconti. Ogni gesto ha delle conseguenza, andarsi a cercare la tragedia mi sembra davvero stupido, poi sta alla coscienza di ognuno valutare quanto valga la propria vita e come e dove metterla a rischio, bisognerebbe pensare però anche alle persone che ci stanno vicino... in fondo, come si dice, i guai sono di chi resta.
RispondiEliminaIo la penso come te. Credo che vietare non sia MAI la soluzione, soprattutto quando non si lede nemmeno lontanamente la libertà altrui ma si decide semplicemente quali rischi assumersi per la propria vita.
RispondiElimina@La Firma Cangiante
RispondiEliminaIl discorso credo sia molto complesso. Che sia una pratica pericolosa, non ci piove, ma non più pericolosa di tante altre (siamo sul livello di chi fa scalate, alpinismo, sci alpino, paracadutismo...). L'importante è capire i propri limiti, e rispettare gli impegni presi ... tutto il resto è concesso.
@Cri
Esatto, è qui il punto... liberi, senza nuocere ad altri.
Ma si, io sono d'accordo, liberi!
RispondiEliminaPerò andrebbero solo considerate quali sono le implicazioni del "non nuocere ad altri", che non significa solo metterli in pericolo fisicamente, creare danno, etc... ma anche lasciare soli, ed è una perdita incolmabile. Ma è probabilmente quello che tu intendevi con "impegni presi". Speriamo che le notizie di questo genere si riducano sempre più.
Sì, sì, con "impegni presi" pensavo proprio a quelli... se ci sono, vanno rispettati, in qualsiasi condizione... speriamo.
RispondiEliminami basta l'idea per farmela addosso!
RispondiEliminaPer così poco? :)
RispondiEliminaB.A.S.E. jumping, sport "estremo" la reputo più corretta ;)
RispondiEliminaSe fatto con le dovute precauzioni è meno "estremo" di tante altre cose. Non si arriva a saltare da un oggetto senza aver prima seguito un percorso propedeutico che dura in media almeno 2 anni (bisogna esser paracadutisti con un minimo di esperienza per poter pensare di avvicinarsi a questo sport). Certo volendo si può comprare tutto il necessario e lanciarsi autonomamente.. come si può andare in pista e girare con una moto preparata da gara senza nemmeno saper andare in bicicletta :) E' giusto il ragionamento sul peso delle spese per i soccorsi ma probabilmente ci costano di più ogni anno i casi di insolazione.
Capisco la tua posizione Francesco. In effetti, se è uno sport il paracadutismo (e di fatto, lo è), anche B.A.S.E. jumping è uno sport, con il suo fascino "estremo". E anche sui costi hai ragione (per non parlare del dispiegamento di forze allo stadio la domenica: quanto ci costa quello?).
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