Se dico cinema, dico qualcosa di grande, anzi immenso, una delle più incredibili invenzioni dell'umanità.
Penso a Chaplin, ma anche a Buster Keaton (perché preferire l'uno all'altro?... io voglio tutto), John Belushi e Francois Truffaut, Hitchcock e Jean Luc Goddard... e tanti film: Ultimo tango a Parigi e Novecento, La grande guerra, Apocalypse Now, Django Unchained, Frankestein Junior, Daunbailò, Blue Velvet, Schindler's List, Underground, Terra e libertà, La grande abbuffata ...
Non c'è niente che mi smuova più del cinema: per andarci devo fare una trentina di km in auto e se c'è la neve, o la nebbia, e non riesco a raggiungere la città con l'auto, prendo l'autobus. Faccio molta fatica a farne a meno, la mia droga si chiama Cinema, me lo devo iniettare ogni tanto, altrimenti vado in crisi.
Penso a Chaplin, ma anche a Buster Keaton (perché preferire l'uno all'altro?... io voglio tutto), John Belushi e Francois Truffaut, Hitchcock e Jean Luc Goddard... e tanti film: Ultimo tango a Parigi e Novecento, La grande guerra, Apocalypse Now, Django Unchained, Frankestein Junior, Daunbailò, Blue Velvet, Schindler's List, Underground, Terra e libertà, La grande abbuffata ...
Non c'è niente che mi smuova più del cinema: per andarci devo fare una trentina di km in auto e se c'è la neve, o la nebbia, e non riesco a raggiungere la città con l'auto, prendo l'autobus. Faccio molta fatica a farne a meno, la mia droga si chiama Cinema, me lo devo iniettare ogni tanto, altrimenti vado in crisi.
Penso ad una sala cinematografica che non c'è più, con le poltroncine verdi (la padania non era ancora stata inventata, era solo pianura...), dove da ragazzo andavo e dove ho visto rassegne dedicate ai film di Almodóvar e dei Fratelli Coen, Aki Kaurismäki, il nuovo cinema italiano anni '80, da Mazzacurati a Rubini, qualche classico nel periodo di natale, tipo Ombre rosse.
Se dico cinema penso a Enrico Ghezzi, e alle ore piccole fatte per sentirlo fuori sincrono a Fuori Orario (a proposito, gran film di Scorsese), ai mille registi sconosciuti presentati nel suo programma (da Augusto Tretti a Silvano Agosti, e poi arabi e africani, giapponesi, statunitensi off, a partire da Abel Ferrara quando lo conoscevano in pochi, e che ho visto a Venezia dal vivo, quando presentava Fratelli, e in giuria c'era Roman Polanski, altro grande, grandissimo...). Parto per la tangente se penso a Ghezzi...
Se dico cinema, penso alla grandezza dei film di Sergio Leone (però gli ho visti quasi tutti in tv, quindi non vale), penso ad ogni uscita di Woody Allen (anche le sue cose meno riuscite), Kubrick (però l'unico suo film che ho visto al cinema è stato Eyes Wide Shut... due volte... l'ho adorato), Pier Paolo Pasolini (era un cineasta unico, vorrei vedere una rassegna con tutte le sue pellicole in una sala cinematografica, quando?), Nanni Moretti (anche se lo apprezzo meno di quanto lo apprezzavo agli inizi), Dennis Hopper (quanti film con quella sua gran faccia), Oliver Stone (perché dimenticarlo?).
Il cinema è in gran parte a stelle e strisce, mi trovo spesso a pensare, magari fatto da cineasti provenienti da tutto il mondo, e distribuiti in tutto il mondo dalla potenza economica. Ma il cinema è stato anche francese (la Novelle Vague, ma non solo), inglese (il Free Cinema, ma non solo), tedesco (Neuer Deutscher Film, ma non solo), italiano (il neorealismo, ma non solo, anche I Pugni in tasca per esempio...). Il cinema è rottura e rivoluzione, allora? Sicuramente è sogno, evasione... un sogno di uno, sognato insieme ad altri, poi diffuso alle masse. Sì, qualcosa molto simile alla Rivoluzione.
Se dico cinema, dico il prossimo film che vedrò in settimana, o quello che vorrei vedere. Per esempio, ora vorrei vedere il film di Lars Von Trier, che non ho mai amato, ma non mi ha mai lasciato indifferente.
I film liberano la testa, mi ha insegnato quel grande cineasta omaggiato nella foto sopra (chi per primo mi dice il suo nome, vince un paio di pins dell'alligatore).
INIZIATIVA LANCIATA DA Criticissimamente.
p.s. se dico cinema, dico bianco e nero.
E' vero Alli, i film liberano la testa. Il Cinema, quello con la C maiuscola regala emozioni senza tempo. Ci sono film che ho visto e rivisto tante volte...ma l'emozione ed il coinvolgimento restano immutati. Un abbraccio e felice domenica :*
RispondiEliminaGran bel post, Alligatore!
RispondiEliminaGrazie di avermi ricordato Fuori orario, non lo vedo da quando uscì, nel lontano... ugh. Ora me lo riguardo!
RispondiEliminaProvo ad indovinare, Valerio Mieli.
RispondiEliminaP.S. Ci sono registe che ti sono piaciute?
Purtroppo i multisala hanno ucciso l'idea di cinema, almeno per quelli come me, ipersensibili allo stupro cerebrale violento e arrogante della pubblicità. Rimango un gran degustatore di bei film (in media uno al giorno) ma ormai "al cinema" ci vado solo al mare, dove sopravvive (fino a quando?) un bel cinemino all'aperto a gestione familiare. Altrimenti, me li godo voluttuosamente nel mio salotto. So che i cinefili come te storceranno la bocca, ma i vantaggi sono molti, specie nell'era della maleducazione generalizzata: vuoi mettere non perderti nemmeno una battuta per colpa delle solite bande di teppistelli, o dei soliti imbecilli col telefonino acceso e la suoneria a tutto volume? :D
RispondiEliminaNoto che hai ottimi gusti, molti dei quali collimano coi miei.
RispondiEliminaIo se dico cinema, penso subito ad una dimensione diversa, quasi una bolla: scostando la pesante tenda rossa o blu si entra in un mondo nuovo, con profumi e luci diverse.
Moz-
@Poison
RispondiEliminaGrazie, e hai fatto bene a scriverlo: Alligatore, Alligatore!
@Silvia
Il film di Scorsese, ovviamente ti riferisci a quello, così, a occhio, è dei primi '80 ('81, oppure '83 ... ora vado a vedere su gooogle).
@Berica
Brava per averci provato e per la domanda per le registe donne... alla fine, direttamente non ne ho citate, ma posso ricordare la Von Trotta (protagonista del Nuovo Cinema Tedesco), e non solo (il regista, almeno in passato, aveva un ruolo di potere principale, e, come in politica, a poche donne è stato dato questo ruolo, non è facile trovarne... la Archibugi (nel giovane cinema italiano anni '80), e poi Sofia Coppola a me piace un sacco, come Jane Champion...
@Zio Scriba
Concordo in parte, perché nella mia città (per andare sono 30 km, come per tornare), ci sono ancora dei cinema dove è possibile vedere in pace molti film, poi i ragazzini che urlano, li puoi trovare in certi film, sul telefonino è raro qualcuno lo tenga acceso... insomma, ti invito a riprovare, sarai può fortunato.
@MikiMoz
Sì, è proprio così: una dimensione diversa.
Un bel post dal quale salta subito fuori il tuo amore per il cinema e nel quale mi ci ritrovo abbastanza.Ai miei preferiti (oltre ai tuoi) aggiungerei Easy Rider,Fragole e sangue,All That Jazz,Round Midnight. Il cinema è una miniera e mi sento tanto ignorante..
RispondiEliminaBianco e nero, si molto.
Fuori orario lo seguivo con grande interesse, ora di meno.
se dico che quello è R. W. Fassbinder vinco qualcosa?
RispondiElimina@Mr.Hyde
RispondiEliminaGrazie del complimento ... io ai miei, e ai tuoi, ne aggiungerei molti altri (ora mi vengono in mente I cancelli del cielo e A qualcuno piace caldo, per esempio), la lista sarebbe infinita. Il bianco e nero è molto cinematografico, se penso al cinema è inevitabile (come il vinile per la musica). Quanto al Fuori orario di Ghezzi/Giusti, è una vita che non lo guardo (lo fanno ancora?), ma è stato fondamentale per "formare" la mia cinefilia.
@Marco46
Hai vinto un paio di spille d'alligatore, quelle nuove, bravo quello è Fassbinder, un grande (e i giovani cinefili lo conoscono?)... se mi mandi il tuo indirizzo, te le spedisco subito.
bel post, totalmente da condividere!
RispondiEliminabel post, totalmente da condividere!
RispondiEliminaGrazie, e mi piace che l'ha ribadito due volte :)
RispondiEliminaEhi, non è valido, anch'io sapevo che quello era Fassbinder, uno dei miei registi preferiti. Come dimenticare i suoi film, quasi sempre con la Schygulla.
RispondiEliminaAnch'io amo il cinema ma, a parte le rassegne dei cinema d'autore in un piccolo e vecchio cinema di un paese vicino, sono anni che non ci vado per assistere alle "grandi proiezioni". Odio i multisala, dunque preferisco vedere a casa quello che riesco a recuperare, cosciente però del fatto che un "cinema è un cinema".
Mi spiace Fra, ma vince solo il primo (devi sempre essere attaccata al mio blog se vuoi vincere qualche pins). Fassbinder è stato un grande, hai ragione, anche un grande cinefilo. Multisale ne ho anche nella mia zona, ma non ci vado. In città resistono una manciata di cinema, più una vecchia sala trasformata in multisala, mantenendo però lo stile del cinema unico (sono tre piccole sale), qui riesco ad andarci spesso e volentieri. La tv è come manco l'avessi (vedo i dvd che mi regalano, sul pc).
RispondiEliminaConfermo che i cinemini d'una volta esistono anche nelle cittadine più piccole, anche se da fuori non sembrano cinema e dentro spesso sono poco più grandi di un salotto; perché gli appassionati di cinema non solo ci vanno, ma li resuscitano ;)
RispondiEliminaIo naturalmente ho tolto i nomi dal tuo post, per poterlo capire meglio, anche se non posso dire di non conoscere nessuno di quelli che hai nominato! uuu non sono così schiappa..
Io se dico cinema dico due orette di evasione, ci vado da sola, non lo dico (quasi) a nessuno, è un mio segreto. Non so perché.
Lo so che non sei schiappa Elle, ma sei una cinefila come me (o quasi), e pure io non lo dico al mondo, che vado al cinema (meglio da soli, è vero). I cinema sono sempre di meno, ma non sono scomparsi del tutto, è vero...non so perché non bevevo Jägermeister ;)
RispondiEliminaIl cinema "da soli" fa paura a molti. In realtà è un gran bel regalo a se stessi. Ed anche al cinema.
RispondiEliminaI cinema "di una volta" esistono ancora! Per lo meno a Torino ce ne sono :) Non ho la cultura che hai tu ma negli anni ho recuperato.
RispondiEliminaBellissimo post! Un'ode al cinema come se ne sentono e leggono sempre meno. Bravo Alli!
RispondiElimina@LAMPUR
RispondiEliminaPaura? ... e di che? Ma è bello anche con la giusta compagnia di sognatori...
@Ciccola
Lo so che tu sai, lavorando nel settore... nella mia città, come credo in altre, resistono, magari in pochi, ma resistono. A volte è la pigrizia a tenerci in casa. La mia è una passione che ho da quando avevo circa 15-16 anni,una malattia che ha resistito anche a Internet e al blog :)
@Cri
Troppo buona ... era un post che avevo in testa da un po', ed è uscito tutto (o quasi),in un colpo.