lunedì 29 aprile 2013

Due parole con Dagger Moth



Arriva in palude Dagger Moth, vera e propria one-woman-band più unica che rara. Non dico per la prima volta, perché Sara Ardizzoni è già passata di qua con i Pazi Mine, precedente suo gruppo con all’attivo un gran bel disco, imprescindibile per chi ha seguito l’underground italico nell’ultimo decennio. Da alcuni anni lei si è messa in proprio (e fa tutto da sola, dai testi alla musica … fino alla promozione), con una forza e una determinazione ammirabili. Forza e determinazione che senti in questo omonimo esordio uscito da qualche settimana, dato alle stampe per la Psicolabel, storica etichetta tornata meritoriamente in vita da qualche anno grazie a Giorgio Canali, gran uomo del nostro rock più vero e vivo.
Giorgio Canali ha pure registrato e mixato l’album (al Chicoi Recording Studio di Bassano del Grappa, e in parte tra le mura domestiche) ed è uno degli ospiti che rendono ancora più importante questo disco. Gli altri sono Joe Lally (Fugazi), Alfonso Santimone (East Rodeo), Luca Bottigliero (One Dimensional Man, Lucertulas). Gente vicina a Sara per sensibilità e spirito punk (non a caso, in qualche occasione sono passati su questi schermi). Poi c’è il palco: da sempre attenta alla dimensione live, Sara ha rodato bene i dodici pezzi dell’album, scremando i tanti scritti in questo ultimo periodo. Un sacco di buoni motivi per seguire Dagger Moth, in palude e in tutti i luoghi dove si esibirà. Pronti? 
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domenica 28 aprile 2013

5 x 1000 ancora ad Emergency

Anche quest'anno darò il mio 5 x1000 ad Emergency: 971 471 101 55. Se state dichiarando, vi invito a fare altrettanto, dichiarate la pace. I motivi sono molti di più di 5 x 1000, uno di questi è il no alle testate nucleari sui famosi F 35, che anche l'Italia intende acquistare.
PER APPROFONDIRE LEGGI Sulle testate nucleari in Italia

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venerdì 26 aprile 2013

Due parole con Paletti



Paletti per la prima volta in palude, spogliato di tutto a partire dalla copertina. Un modo molto esplicito per dire “con questo mio disco mi metto a nudo”. Ci si mette a nudo ogni volta che si scrive qualcosa, ma spesso ci si nasconde. Non in Ergo Sum, dove con schiettezza sincera, Paletti racconta tutto di lui (e allo stesso tempo di noi), con delle belle melodie pop-rock che restano e dei testi incisivi. Del resto Paletti ha suonato/cantato con The Record’s (poi The R’s), gruppo bresciano già passato sul blog (il loro De Fauna Et Flora è una delle perle dei miei dieci anni da alligatore), ed Ergo Sum è sulla stessa scia pur essendo cantato interamente in italiano.
Uscito strategicamente in data otto marzo per la Foolica Records, label mantovana con un catalogo sempre più bello, Ergo Sum colpisce ad ogni ascolto. Otto tracce da sottoscrivere parola per parola, per quello che dicono e raccontano. Sono i nostri anni, riconoscibili in pezzi come Cambiamento, Portami via, Mi sono scordato di me… ma tutto il disco è molto attuale. Un esordio solista molto promettente questo di Paletti, dopo l’ep Dominus, uscito circa un anno fa (lo potete ascoltare cliccando qui). Paletti, dunque sono… questa sera è in palude. Pronti?  

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giovedì 25 aprile 2013

Buona Liberazione



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martedì 23 aprile 2013

Due parole con Dead Man Watching



Arrivano in palude i Dead Man Watching, e posso dire, gli attendevo da molto. Conosco il gruppo da un bel po’ di anni, ho seguito il loro evolversi nel corso degli anni, con piccoli ma preziosi ep, fino all’esordio di oggi, Love come on! Ancora l’amore? Nota dominante della musica underground del 2013? Non saprei dire, sono undici ballatone folk-rock molto delicate, e qualcosa con l’amore potrebbero avere a che spartire. Acide e soavi come la copertina lascia intendere, con quei soffioni ripresi nel momento di perdersi in volo, possono ricordare certi Wilco, se volete un paragone che riempia le orecchie.
Uscito ad inizio anno per Cabezon records, piccola ma preziosa label della mia città, Love come on! sta accompagnando perfettamente questa timida primavera. Questo album appare il classico disco che cresce ascolto dopo ascolto. Forse perché, dietro al progetto Dead Man Watching, ci sono tre musicanti diversi, ma compatibili: John Mario, voce e chitarra da vero folksinger (la scorsa estate l’ho visto live, da solo, ed è stato magico), Gio, poliedrico strumentista (dal moog all’ukulele, l’hammond, chitarre, basso …chiedete e vi sarà dato), Astor Cazzolla, un nome che fa ridere, ma dietro la batteria non scherza (autore anche della foto di copertina e di tutto il libretto). Insomma, un gruppo così, non si trova facilmente. Per questo è in finito dritto in palude. Pronti?

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domenica 21 aprile 2013

Cambiare niente perché tutto resti come prima

Quello che è successo in queste ore a Roma, nel nostro Parlamento (nostro, per modo di dire) non è un semplice golpe, ma la continuazione di quell'intervallo di democrazia iniziato con il nefasto governo Monti. Un governo imposto dalla banche e dai poteri forti, per impedire il cambiamento richiesto dalle piazze democratiche, che ogni sabato erano piene contro il governo Berlusconi. Una delle operazioni più pulite degli interventi dall'alto a livello internazionale (narcotizzare il dissenso senza spargimenti di sangue o di detersivo).

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venerdì 19 aprile 2013

Due parole con Andrea Carboni



Per la prima volta in palude Andrea Carboni, un arrivo da me molto atteso, perché appena ho ascoltato il suo disco gli ho scritto per un’intervista sul blog, e poi, dopo una serie di considerazioni e impegni reciproci, siamo arrivati ad oggi. Sì, mi ha conquistato subito, amore a prima vista, direi… e l’amore (in tutti i sensi), è il tratto dominante delle canzoni dell’album, o almeno mi sembra. Due s’intitola, con accanto due parentesi quadre. Due perché è il numero alla base della vita: da due si nasce, si cammina, ci si innamora, si litiga, ci si trova, si vorrebbe tornare … le parentesi, sono un abbraccio.
Di Due [ ] oltre alle parole e alla musica, mi ha conquistato la copertina, e i disegni nel libretto interno, ben curato, con i testi delle canzoni. Due volti, che sembrano usciti dalla mente di Modigliani, legati da un fiore (e forse dall’amore, non solo per rima), due personaggi magari di una canzone di Andrea Carboni. L’artista pisano si è prodotto da solo l’album, a dimostrazione che anche senza una label si può fare un lavoro molto buono, curato nei dettagli. Sarà il suo spirito internazionale, (ha vissuto molto a Ginevra, da piccolo, ma anche di recente, forse questa sera chatta da lì …), sarà la passione per le cose belle, sarà quel che sarà… eccoci qua. Pronti?
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giovedì 18 aprile 2013

No all'abbraccio Marini-Caimano

Devo dire la verità, in questo periodo la politica l'ho seguita poco, disgustato dalle elezioni, da gente sempre più scazzata, senza soldi, senza amore, chiusa nel suo piccolo particolare, e più è piccolo, più si chiude. Inevitabile? Io sono un sognatore, e non mi arrendo mai all'inevitabile, anche quando sono molto deluso come in questi mesi. Rodotà mi piace, l'avrei votato ad occhi chiusi, come chiunque di sinistra avrebbe  dovuto fare. Quindi sono felice che l'abbraccio con il caimano per portare Marini al Quirinale sia saltato ... sia ben chiaro, non metto in discussione Marini, uomo tra i meno peggio, anche se a me lontano, ma l'operazione assurda. Spero nelle prossime ore la situazione si sblocchi.

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martedì 16 aprile 2013

Due parole con Petrina



Tra poco, per la prima volta in palude Petrina, talento naturale della nostra musica giovane, ricca di sfumature tanto quanto i suoi colori, che sfoggia nel bel primo piano dell’originale copertina. Sembra un’immagine da cinema muto questa cover, infatti dice molte cose su questo suo omonimo disco, dato alle stampe per Ala Bianca Group da una sola settimana. Un disco con tanti suoni, citazioni, suggestioni, canzoni, … alcune cantate in italiano, altre in inglese, senza per questo sembrare discontinuo, anzi. Per usare una frase fatta, direi che è un album compatto nella sua versatilità. Del resto sono tante e tali le esperienze della cantautrice veneta (musicista, danzatrice, performer), che magicamente riescono ad entrare amalgamandosi bene.

Petrina è pianista, tastierista e compositrice, ha scritto le partiture degli archi e dei fiati, facendoli convivere alla perfezione con l’elettronica, ricordi personali dolorosi, passioni letterarie e musicali. Se devo fare un nome, faccio Frank Zappa, anche se tale paragone potrebbe essere ingombrante e/o facile. Di certo Petrina è una musicista di levatura internazionale. Se ne è accorto pure David Byrne, che l’ha scelta per le sue radio playlist, ed è pure presente in questo disco come voce in Lina, oltre ad aver contribuito alla versione orchestrale del magnifico pezzo messo in chiusura Sky-Stripes in August. Altri ospiti provenienti da diverse esperienze musicali arricchiscono l’album, donando al tutto quella ordinata versatilità che è il tratto saliente dell’intero lavoro…  pronti?
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lunedì 15 aprile 2013

Trento Film Festival, che vertigini ...

Soffro di vertigini, nonostante questo non rinuncio quasi mai a fare almeno un giretto al Trento Film Festival, dedicato al cinema di montagna. I miei amici, che conoscono i miei attacchi di panico davanti a qualche strapiombo, ridono dei miei racconti sulle pellicole viste: ho visto il film di quello con le tutine da pipistrello che si buttava giù da non so quanti metri, o della spedizione impossibile con quei quattro che dormivano attaccati ad una roccetta... e ci stavano appena, o la storia della vita di Messner, che c'è sempre, anche quest'anno per l'edizione n.61, in questi giorni annunciata (tra gli oltre 100 film, omaggio alla Turchia di oggi, un inedito Williem Dafoe, la novità Le folli notti del Dottor Tyrol, annunciata come una cosa scult, speramo bbbene, Montagna libri ...). Insomma, cari amici, andare al Festival di montagna, non è come andare in montagna, anche chi soffre di vertigini ci può andare ...
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sabato 13 aprile 2013

Marco Parente ... live d'amore

Conosco Marco Parente da quando mi sono trasformato in alligatore, circa dieci anni fa (tra poco festeggio il decennale, state pronti), ma non sono mai riuscito ad intervistarlo. Dicono abbia poca dimestichezza con il pc, e io intervisto solo tramite pc, quindi ... solo alcune recensioni ai suoi cd e/o ai suoi innumerevoli progetti. 
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giovedì 11 aprile 2013

Due parole con unePassante



È un gradito ritorno quello di unePassante in palude questa sera, per la musica, ma non solo... intanto, dico che colpisce subito per la copertina, con questo dito che spara e sembra farle male… oppure no, non è una cosa seria? È un No Drama, dice il titolo, e io voglio crederci, anche perché lei è viva e vegeta, e lo è altrettanto la loro musica. Dato alle stampe con Anna The Granny, come l’esordio di tre anni fa More Than One In Number, questo splendido nuovo disco si allontana dal precedente per il piglio elettronico e meno cantautorato folk, senza però abbandonarlo. Più duri e surreali i pezzi, come del resto lascia intuire la copertina e l’artwork con giochi di coltelli.
Il trio composto da Giulia Sarno (chitarre/voce), Michele Staino (basso/tastiere/tromba), Emanuele Fiordellisi (elettronica, sequenze synth, batteria), è attorniato da molti ospiti che suonano violini, ukulele, sax, altre trombe, creando un perfetto equilibrio tra la freddezza ordinata dello sperimentalismo elettronico, e il calore pop-folk. Si nota una maturità e forza espressiva notevoli, dovuta forse al fatto dei molti concerti in giro per l’Italia. Un tour che si annuncia bello carico anche per No Drama (nei live diventeranno 4, con il compositore elettroacustico e polistrumentista Salvatore Miele). Per tutte queste cose (e anche per la citazione del filosofo ungherese György Lukács nell’interno del cartonato), mi fa piacere avere unePassante qui, a poche ore dall’uscita ufficiale del cd. Pronti?
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mercoledì 10 aprile 2013

Sparate sul pianista

Andrea Colletti (deputato 5Stelle): Ci sono deputati, che votano spesso per deputati assenti.
Lupi (presidente della Camera): Se ha accaduto è vergognoso. Ma avendo fatto solo due votazioni dire 'spesso' mi pare eccessivo...

E intanto noi siamo sempre più giù

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lunedì 8 aprile 2013

Due parole con Daniele Tenca



È un grande onore avere ancora una volta Daniele Tenca in palude, a distanza di poco più di un anno. Allora presentava Live for the Working Class, il tour del disco Blues for the Working Class, con canzoni dedicate alla crisi, agli operai, e in particolare alla spettacolare resistenza e vittoria degli operai INNSE, uno dei primi momenti di questo tristo periodo. Ora torna con un disco di canzoni nuove, come di consueto dedicate ai temi del lavoro e del non-lavoro, di tutto quello che ad esso gira intorno: razzismo, sessismo, l’emigrazione, l’umiliazione, una nazione che non c’è …come l’altra volta il tutto targato Route 61 di Eramanno Labianca, label garanzia per la vera musica del diavolo.
Del resto questo è il vero blues, capace di confrontarsi con tematiche dure rinnovandosi andando alle sue radici. Anche Alias se ne è accorto, e nel numero di un paio di settimane fa, dedicato proprio al blues italico (fenomeno in crescita in tutta la penisola), Gianluca Diana ha scritto “… con il suo Wake Up Nation, in cui le parole pesano in modo importate, e attraverso il quale si viene portati in terre cariche di boogie e ritmi urbani.” Dice bene, e per farvi capire ulteriormente, vi invito a vedere il perfetto video diretto da Claudio Del Monte dell’emblematica Default Boogie (ora tra i preferiti sul mio canale YouTube ALLYDIEGO clicca qua per vederlo). Cosa aggiungere? Grande serata in palude … pronti?

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domenica 7 aprile 2013

Un giorno devi andare, splendida trentenne



Volevo assolutamente vedere questo film, perché mi era piaciuto un sacco il precedente di Giorgio Diritti, L’uomo che verrà, perché mi piace un sacco Jasmine Trinca, splendida trentenne diversa da tutte. Questo pomeriggio era l’ultima occasione (o la penultima) così mi sono fiondato al cine. Ho fatto bene, il film non ha deluso le mie attese, cancellando i miei timori fosse semplicemente mistico e trascendentale. È invece molto concreto e terreno, pur essendo un film di un cattolico, con suore tra le protagoniste, anche se non principali.
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venerdì 5 aprile 2013

Due parole con The Brain Olotester


Per la prima volta in palude The Brain Olotester, progetto musicale di Giuseppe Calignano, musicante di classe, giovane ma con molte cose di valore alle spalle (tra le tante ricordo i Muzak, gruppo compianto a livello internazionale, con il quale suonava ed ha fatto un demo e un acclamato disco ufficiale). Ora, da qualche anno, si propone come intimista one man band, e dopo l’omonimo esordio del 2008 è tornato con un nuovo grande cd, Wash your blues away, uscito in marzo con I Dischi del Minollo, label di autentico culto. Un album intimo e delicato, interamente dedicato, pensate, alla moglie. Sì, alla moglie, e, ad ascoltarlo, credo sia una donna fortunata.
Undici tracce di folk psichedelico, dolci ma non dolciastre, con voce maschile spesso intrecciata con quella femminile (Giuliana Negro, Sara Cappai), ospiti di tutto riguardo quali Tommaso Cerasuolo dei Perturbazione, Valerio Cosi, Giorgio Tuma, Nicolas Joseph Roncea (minolliano come lui), i Diverting Duo e alcuni componenti degli Airportman. Questo per dirvi quanto la definizione one man band sia limitante, possa trarre in inganno: un uomo solo con la chitarra. The Brain Olotester è invece un grande gruppo, con organi acidi e molti archi, trombe, il moog, il banjo, il mandolino, e ovviamente un giganteggiare di chitarre (acustiche, elettriche …).  Insomma, grande festa in palude anche questa sera.  … pronti?

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giovedì 4 aprile 2013

Le più ricercate

Immagine tratta da Frigidaire luglio/agosto 2010
In questo blog, le parole più ricercate di sempre sono:
alligatore 766
ugo tognazzi 416
john lennon 247
blog alligatore 216
l'alligatore 197
jim morrison 179
easy rider 135
il seme della discordia finale 128
jim morrison vivo 116
il buco dell'ozono 110
franco nero nudo 102

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martedì 2 aprile 2013

Due parole con i Fast Animals And Slow Kids

Fast Animals And Slow Kids, che nome ragazzi, e che copertina... appena l’ho vista ho pensato che dovevo subito invitarli in palude perché sul mio blog una copertina così poteva fare la sua porca figura (mi ricorda le copertine e i mondi immaginati da Philip K. Dick). Poi ho ascoltato le canzoni e mi sono deciso definitivamente a contattarli: undici pezzi cantati in italiano per un rock giovane, ma senza tempo. Dopo uno scambio di mail abbiamo trovato la data buona (non è stato facile, sono pieni d’impegni), per parlare con loro di Hýbris, disco uscito da qualche settimana con Woodworm (una famiglia più che un’etichetta, dicono in giro). La data buona è oggi, 2 aprile 2013.
Secondo album per la band di Perugia, che già con l’esordio di due anni fa Cavalli, dato alle stampe con la label degli Zen Circus, aveva conquistato i cuori della giovane scena underground più vera. Sì, perché i FASK sono un gruppo giovane veramente. Nati solo nel 2007, sui banchi del liceo della loro città, hanno fatto tutta la trafila tipo: prime canzoni in inglese, prove nel tempo libero, primi pezzi in italiano, concertini per amici, concerti per platee sempre più ampie, dall’Italia Wave Love Festival all’apertura per Zen Circus, Il Teatro degli Orrori, Ministri. E poi concerti tutti loro. Dopo un ep, un primo cd, un secondo, erano destinati a finire in palude… pronti?

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lunedì 1 aprile 2013

... subito al voto, altro che Governo Monti

Il leader Pd fa autocritica, e a quanto pare le dichiarazioni che ha rilasciato alla stampa piacentina, lontano dai palazzi romani, faranno rumore. Solo Controlacrisi.org ha rilanciato la notizia, segno di quanto ci sia poca libertà di stampa nel nostro paese.
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