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sabato 2 novembre 2013

Una scorpacciata di film 3

La prima neve di Andrea Segre
Racconto morale tra le montagne trentine. Film incantevole, del documentarista vero Segre, passato da qualche anno anche al film di finzione (ma sempre con i piedi nella realtà). Umanista convinto, conoscitore della Storia e delle storie, dopo l'esordio Io sono Li (purtroppo non l'ho visto), con una giovane orientale a Chioggia, passa con La prima neve a raccontare la storia di un profugo del Togo, fuggito dalla Libia in fiamme. L'uomo viene mandato in Trentino, nella fiabesca Valle dei Mocheni, e la sua vita precaria si incrocia con altre vite precarie di montanari: un ragazzino problematico senza padre, la madre di questo, con sensi di colpa e molte rinunce, suo nonno, saggio del villaggio (la legna ti scalda tre volte, insegna, quando la tagli, quando l'accatasti, e quando la bruci). La prima neve è quella che cadrà alla fine del film, con le storie che sembrano appianarsi, rilassarsi sotto di essa, ma, immaginiamo, non scomparire. La pellicola è in parte sottotitolata (quando parlano nello stretto dialetto della Valle dei Mocheni, comprensibile in molto nord Italia), presenta attori professionisti (Jean-Christophe Folly, Anita Caprioli, Giuseppe Battiston), accanto a non professionisti, però non si nota la differenza per la bravura di Segre. Anche in questo mi ha ricordato il cinema del primo Olmi, e del purtroppo poco noto Franco Piavoli. Da vedere (qui il sito del film per vedere dove lo danno).

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Il quinto potere di Bill Condon
Un film bello esteticamente, che affascina per buona parte e riesce a raccontare una storia non facile, ma alla fine rende negativa la figura di Julian Assange. Alla fine il fondatore di WikiLeakes sembra un bambinone che gioca con il pc, si eccita ad entrare in siti inviolabili, un egocentrico malinconico e solo alla ricerca delle luci della ribalta. Certo, le sue posizioni non saranno condivisibili al 100%, però il film le estremizza, facendo un favore ai suoi nemici storici (superpotenze, Usa in tesa, regimi tirannici e stampa tradizionale). Buona la prima parte, con il giovane Assange nella Berlino creativa/alternativa, l'incontro con il suo principale collaboratore Daniel Domscheit-Berg (inizialmente erano solo loro due), la crescita esponenziale della loro idea grazie ad indubbie capacità tecniche e all'amore per la libertà assoluta. Il rapporto tra di loro inizialmente è ottimo, insieme viaggiano per tutto il mondo (Europa centro-nord in particolare), ed insieme riescono a mettere in piedi una macchina formidabile, un raccoglitore di notizie segrete, pubblicate senza filtri. Questo la stampa tradizionale non riesce a fare, anzi, non vuole, essendo emanazione del potere, quindi cerca di inseguire, corrompere, scendere a patti con lui. Le notizie di WikiLeaks causano rotture, omicidi, cambi al vertice, indignazione da parte della popolazione. Il problema centrale appare quello della pubblicazione dei nomi, anche di fonti, che potrebbero metterle in pericolo: Assange vuole, in modo folle, pubblicare tutto, Domsheit-Berg, più saggiamente, propende per un controllo. Da qui la rottura tra i due.  Ad interpretare Assange l'inglese Benedict Cumberbatchmolto somigliante al vero, mentre Domscheit-Berg è il tedesco Daniel Brühl, ormai specializzatosi in personaggi razionali (vedi il suo Niki Lauda in Rush).
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Aspirante vedovo di Massimo Venier
Mi attirerò qualche critica, ma che volete, io trovo geniale De Luigi, non mi perdo nessun suo film (un giorno dedicherò al comico un bel post), e sono andato a vedere anche questa sua ultima uscita. Molte recensioni hanno demolito la pellicola di Venier paragonandola al film Il vedovo di Risi dal quale è ispirata. Credo sia errato, Sordi era Sordi, la Valeri la Valeri, e gli anni cinquanta sono passati da un pezzo (senza nascondere che all'epoca, le critiche non erano così benevole con Risi, ora salutato come un maestro). De Luigi regge un film con qualche colpo di scena di troppo, è bravo nel dipingere questo imprenditore cialtrone, fallito e sempre alla ricerca di soldi, con il sogno di vedere morta la moglie (la Litizzetto), donna manager sicura e infallibile. A tratti sembra un cartone animato, per le cose impossibili/pericolose che riesce a fare nel tentativo di raggiungere il suo scopo. Accanto a lui volti noti del nostro cinema, a partire dal Bebo Storti, nel ruolo del vescovo amico della moglie, Roberto Citran, Alessandro Besentini (del duo Ale e Franz). Cameo del cinecritico Tatti Sanguinetti. Si ride, a volte ...

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15 commenti:

  1. Aspirante vedovo è un po' più simpatico per i primi 45 minuti e poi diventa noiosissimo.

    Baci e buon fine settimana!

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  2. A me faceva impazzire De Luigi ai tempi della Gialappas (Olmo, il modello dall'alito fetente, pagliaccio Baraldi, Guastardo, ecc..) lo vidi a teatro. Come attore non è un fenomeno, ma la simpatia non si discute.

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  3. mi piaceva molto De Luigi in Love Bugs, la sit com che facevano in tv qualche anno fa... secondo me, più che Sordi potrebbe essere paragonato a Raimondo Vianello :D

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  4. @Kyl
    Più che noioso, trovo l'intreccio troppo carico e raffazzonato...
    @Lucien
    Sì, pure io ho cominciato a seguirlo a quei tempi (per non non dire quando imitava Lucarelli), credo però che anche al cinema abbia fatto qualcosa che un domani riguarderemo con molto interesse (e magari la critica ufficiale dirà: ... come De Luigi non c'era nessuno, impossibile reggere il confronto.
    @Kemit
    Quella sit-com me la sono persa purtroppo, non credo che abbia paragoni con comici italici (e anche Vianello, a dire la verità, quando faceva il comico, era paragonato ad una comicità poco italica).

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  5. Sei scatenato cinematograficamente in questi giorni Ally. miaoooùùùùù

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  6. Sì,in questo periodo ho aumentato le dosi di Grande Schermo: stagione grandiosa, oggi ho visto un altro film imperdibile, forse ancora più di Gloria, La vita di Adele... doppio miaoooùùùùù!!!

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  7. Qui ho visto che c'è Il quinto potere e chissà, forse daranno anche La prima neve (quello sul vedovo non credo).

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  8. Berlino è il posto giusto per vedere Il quinto potere, e credo arriverà, prima o poi, anche La prima neve...quanto al film del vedovo, solo quando (e se) il festival di Berlino dedicherà una rassegna a De Luigi ;)

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  9. Il primo film che elenchi caro Alli , in realtà deve essere veramente da non perdere , infinitamente intimo e suggestivo, basta la frase sulla legna.
    Il secondo mi interessa meno perchè ora questo tipo di film sono abbastanza di moda, senza nulla togliere al regista.
    De Luigi lo adoro, anche se i remake , non mi sono mai piaciuti, perchè involontariamente una comparazione la fai, senza togliere o aggiungere niente a nessuno. Un abbraccio forte!

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  10. Direi che hai centrato per ogni film; condivido ampiamente quello che hai scritto ... La prima neve, da vedere assolutamente.

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  11. Magari non alla Berlinale, ma secondo me Berlino è il posto giusto anche per una rassegna su De Luigi.

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  12. Grazie Gio' ... a quanto dicono, è il lato migliore delle rece ;)

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  13. La prima neve.... Emozionante come non altri che ho visto ultimamente. Grazie del consiglio a 3 Ally !

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  14. Mi piace trovare conferme alle mie visioni ... come ho scritto da altre parti, mi sembra che questa stagione sia piena di ottimi film, ogni settimana esce un capolavoro o quasi (ma i cinepanettoni sono in agguato).

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