Giovedì scorso sono andato a vedere/sentire/annusare la
presentazione ufficiale del nuovo libro di Paolo Zardi, Il giorno
che diventammo umani, edito da Neo, come il suo esordio. Mi è
piaciuta un sacco: si è svolta in una bella libreria della mia
città, Pagina 12, che, colpevolmente, non conoscevo, con patatine,
stuzzichini e del buon vino (non a caso, faceva parte di una serie
d'incontri denominati Spritz Letterario). In una saletta ai piani
inferiori su di un divano rosso, con gente attenta e appassionata,
Paolo ha dialogato con la brava e preparatissima Marianna Bonelli.
Sono uscite molte cose, si è fatto assaggiare il libro, leggendone
alcune parti interessanti, invogliandoci a leggerlo. L'avrei fatto
lo stesso, ma l'incontro mi ha dato l'impulso per farlo subito...
Paolo Zardi quando mi ha visto, simpaticamenrte mi ha mostrato al suo cellulare una
foto con un alligatore di sabbia, creato sulla spiaggia. Persona
cortese e posata, amabile, Paolo, padre di famiglia con un buon
lavoro "borghese", scrive in viaggio, sui treni, scrive racconti
molto forti, che da uno come lui non ti aspetteresti (o forse sì).
Questa è stata una delle cose dette giovedì, e, centellinando in
questi giorni i racconti del nuovo libro (sono arrivato a metà
esatta), devo dire, che è così. Il tema della morte, rimossa, ha
fatto notare lui, e i peli, scomparsi nella nostra asettica società
dei consumi, ritornano di prepotenza nei suoi scritti. E anche il
sesso (ma meno, almeno nei primi dieci racconti), meno nell'esordio
Antropometria e nel romanzo La felicità esiste (da leggere
entrambi, ascoltate un amico).
Leggo i suoi racconti, quasi come ascolto i pezzi di un album. Su di
un foglietto mi scrivo il numero progressivo e accanto alcune note,
frasi memorabili, almeno sul momento memorabili ... e prima, se il
racconto mi è piaciuto, metto delle stelline. Tante stelline ha
preso il racconto numero nove, il più lungo e piacevolmente
dialogato. S'intitola Il bacio, è la giornata di un giovane medico
al pronto soccorso: ha salvato una bambina (quella creduta morta nel
racconto numero due? ... forse), ed è costretto a sostituire un
collega malato anche nel turno di notte. Qui senti la precarietà
delle giovani professioni, ma anche, negli aneddoti di un medico più
anziano, la precarietà della vita, la morte appunto. Stupendo il
racconto nel racconto, quello di un muratore grande e grosso,
colpito da un ictus, che rivela delle mutandine di pizzo mentre lo
spogliano davanti a moglie e figlio ... la moglie caccia tutti, e
dolcemente lo spoglia, dando al marito un tenero bacio, quello del
titolo. Detto così può sembrare una cosa morbosa, ma vi assicuro,
non lo è, Paolo, come un Carver dei nostri giorni, trova le parole
giuste.
Anche se sono tutti racconti autonomi, ogni tanto sembrano tornare
alcuni personaggi incontrati prima, come degli episodi intimamente
collegati. Anzi, nel racconto numero quattro Il pranzo di
Pasqua, rivedo il Baganis del suo grande romanzo La felicità esiste,
seppure per un attimo (quando si siedono a tavola per il pranzo
natalizio, ed un fratello fa il piedino alla cognata). La felicità
esiste, Il giorno che diventammo umani, sono titoli molto belli, che
ci spingono a farci delle domande, e rivelano una persona molto
pacificata, forse perché si "libera" scrivendo storie così
sconvolgenti. Come i titoli, i racconti di Paolo spingono a
riflettere e a farsi delle domane. Domande tipo quella che ha aperto
l'incontro: quando ci siamo scoperti umani? In quale giorno siamo
diventati umani? Ad ogni incontro lo chiederà, lasciando liberi i
presenti di scriverlo poi su di un quadernetto arancio. Pure io ho
scritto la mia (metà con penna nera e metà con penna blu, scusa il
pastrocchio Paolo, ma mi è morta la prima mentre scrivevo).
azz... mi hai tolto la geniale sorpresa contenuta nel racconto Il BACIO... (che mi ha fatto pensare a uno dei protagonisti de La colazione dei campioni di Vonnegut)... Non vedo l'ora che mi arrivi il libro... Speriamo bene: le nostre poste sono talmente impegnate a diventare banche, compagnie telefoniche, compagnie aeree, che le consegne son tornate a farle con le diligenze (poco diligenti?) del west... :)
RispondiEliminaVedi cosa vuol dire latitare in rete? Rischiare di non aver notizia del nuovo libro di Paolo.:) La tua è una palude sui generis: le buone nuove arrivano :)
RispondiElimina@Zio Scriba
RispondiEliminaLa sorpresa è nella scrittura di Paolo, come sai bene tu che me lo hai fatto conoscere ... ogni volta sembra di leggerlo una sola volta. Sulle poste hai detto tutto tu, io aggiungerei solo bestemmie... e poi le renderei statali, con l'obbligo di consegnare solo la posta (e in manager fuori a calci in culo, non con la buonuscita).
@Giacy.nta
Grazie, questa è una palude dove si fermano le cose interessanti (almeno, interessanti per me). A rileggerci.
Io ho balzato il pezzo del Bacio, sennò che sorpresa è ??? ;)
RispondiEliminaStimoli alla grande in palude, così mi piace!!!
Sì, è una rivelazione, ma ogni lettura buona lo è ... e questa è ottima. Grazie, spero di stimolare corpo e mente, che, come ben sappiamo, sono tutta una cosa...
RispondiEliminammm ... magari lo prendo: già una volta segui un tuo consiglio
RispondiEliminaMagari faccio il bis :-)
Sì, lo consiglio, come ti consiglio vivamente gli altri due libri di Zardi, un altro grande scrittore tutto da scoprire. Questa notte, mi finisco di leggere il libro ... e mi dispiace (anzi, mi lascerò qualche racconto per domani).
RispondiEliminaMi hai fatto venire voglia di leggerlo, poi i racconti sono un generemolto più pratico!
RispondiEliminaSoddisfa la voglia, non fa bene sopprimerle ... io adoro i racconti, e, a differenza di anni fa, stanno prendendo piede.
RispondiEliminasei troppo bravo a recensire libri, dischi, pure le agende! ;) perché se tempo e soldi lo permettessero, verrebbe voglia di comprarli tutti! e poi la libreria col vino e le patatine, ma parliamone.. :-)
RispondiEliminaTroppo buona giovanotta, come quel vino bevuto al bel lancio del libro di Zardi... parliamone ;)
RispondiEliminaOttima segnalazione, bravo e grazie Alli!
RispondiEliminaGrazie Cri, sapevo ti sarebbe piaciuta ...
RispondiEliminaIo ce l'ho sulla lista dei desideri da quando ho letto un racconto in anteprima!
RispondiEliminaNon ho capito una cosa: tu sei quello nella seconda foto o quello nella terza? E perché quello nella terza sorride come un impasticcato?
A volte, se si desidera fortemente una cosa, si avvera. Io sono il secondo con i peli del terzo (non tutti, ma quasi). Sorride come un impasticcato, perché erano gli anni '70, anni formidabili.
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